Utente:Matilde.pin/brefotrofiopadova

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Il brefotrofio di Padova, nato negli anni Sessanta del XIII secolo per volontà della confraternita di Santa Maria dei Battuti e denominato "Ca' di Dio", svolse la sua funzione assistenziale per quasi sei secoli; quando, passò sotto il controllo della Congregazione di Carità assumendo il nome di Istituto degli Esposti.

storia del brefotrofio

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-LA CA' DI DIO DI PADOVA NEL 400 pag 5-15 -HUNECKE -L'ASSOCIAZIONISMO NEL MEDIOEVO da pag. 79 a pag.81 -CUSTODE DI MIO FRATELLO da pag.82 a pag.85 + da pag 119 a pag 128

Confraternita: "gruppo variamente compostoo da laici e chierici, da uomini e donne, consociatisi nell città come nelle campagne per scopi di edificazione religiosa, di solidarietà devota, di impegno liturgico, di pratica penitenziale e caritativa di socializzazione, di crescita pedagogica, di sostegno reciproco"


-LA CA' DI DIO DI PADOVA NEL 400 pag 16-17-18-19-20 -CUSTODE DI MIO FRATELLO pag 107-108 + da pag 135 a pag 145

Le prime attestazioni del brefotrofio di Padova risalgono alla seconda metà del XII secolo, quando tale struttura viene nominata Domus Dei de Padua in alcuni atti notarili la cui datazione risulta essere tuttavia incerta. Una data riconosciuta come indubbia è sicuramente il 1271, come testimoniano gli Annali di Padova: "Fra le preclarissime opere alla pietà christiana attinenti fatte dalla città di Padova si deve principalissimo luogo all' hospitale de i fanciulli chiamato la casa di Dio. Imperochè con questa santissima opera è stata levata la occasione alle vergini violate, et altre femine impudiche di non incrudelire ne i propri figliuoli, soffocandoli, uccidendoli, gettandoli nelle latrine o nelli fiumi, e procurando gli abbominevoli aborti, acciochè non siano scoperti li suoi illeciti concubiti, sicome è manifesto spessissime volte essere accaduto. Li quali esecrandi misfatti abbominando gli antenati nostri, e volendogli apportare conveniente rimedio, statuirono nell'anno 1271 nel maggior conseglio, che fosse edificato, e dotato del pubblico un hospitale, nel quale i bambini spurij potessero nascostamente essere portati, ed ivi allevati. Fabbricarono dunque un grande hospitale con molte sale, e stanza a questo effetto neccessarie, al governo del quale sempre si ritrova un holorato gentilhuomo della città, il quale con gran carità provede di balie per allattare i fanciulli".

organizzazione e amministrazione

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-LA CA' DI DIO DI PADOVA NEL 400 pag 35-36-38-46-47-48-49 -CUSTODE DI MIO FRATELLO pag 105-106 -BELTRAME pag 54-58?-58


-LA CA' DI DIO DI PADOVA NEL QUATTROCENTO da pag. 98 a pag. 125 -CUSTODE DI MIO FRATELLO pag 108-109

Prete: prestava assistenza spirituale e si occupava del battesimo degli esposti Lavoratori salariati: fornaio,cuoco,messo,ortolano,barbiere --> remunerazione su base annua o mensile portinaio: salariato 1848 regola flussi di esposti in entrata

-LA CA' DI DIO DI PADOVA NEL 400 pag 55-56-57-58-71-72-75-76-77-78-82 e da pag 86 a 97 - CECILIA pag 121 - ASSISTENZA E SOLIDARIETA' IN EUROPA SECC. XVIII pag 307-308-309-314-315-316 -IVANA PASTORI BASSETTO

  • ca di dio regge ospedale infanzia abbandonata= banchieri come biagio da merlara e giovanni orsato

-Gestito da un'amministrazione completamente laica - Priore e gastaldi --> gestivano il patrimonio immobiliare, trattavano gli affari più importanti per l'ospedale (gastaldi erano dottori,giuristi,mercanti,banchieri,medici,esponenti del clero locale)


-Ca' di Dio governata da Congregazione laica (mensilmente si compilava lo "stato della casa" dove si registrava la situazione economica più chiaramente) (30 cittadini padovani). Presentano a titolo gratuito operati amministrativi del patrimonio economico,di gestione del personale e di finalità istituzionale. -1614 viene operata una sorta di riforma contabile (pag 134 GRANDI) - Ca' di Dio si sostiene sopratutto grazie alla beneficenza dei padovani. -Anni '60 del '400, grande quantità di abbandonati e quindi grandi spese. Vennero alienati beni al brefotrofio e i debiti salirono. Il Consiglio per l'introduzione avanzò una per una tassa sull'eredità destinata al sostenimento bastardini che però venne respinta. - Nella seconda metà del '500 vennero attivate delle attività di restaurazione ma gli alloggi vennero rifatti molto più tardi e rimasero a lungo in pessime condizioni strutturali e sanitarie.


Entrate: -rendita del patrimonio immobiliare -vendita o incremento dei beni dei poveri morti in ospedale - vendita di oggetti usati non più utilizzati -elemosina e rimborsi pattuiti con i genitori naturali degli esposti assistiti dall'ospedale -interessi versati dalla "Camera de de li imprestidi da Venexia", ma i pagamenti non erano regolati.

Nel XV secolo la confraternita di Santa Maria dei Battuti e la Ca'di Dio si identificava ormai pienamente con la Causa Ospedaliera e condideva con l'ospedale stesso il patrimonio, il capitolo e tutte le cariche elettive. (La Ca' di Dio di Padova del Quattrocento)

salario balia che allatta superiore rispetto balia asciutta-> xò hospital riduce spese x mantenimento-> tempo medio allattamento si dimezza da 2 anni a 1!!!!!!!!

Percorso dell'esposto

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Atto di adozione

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L’atto di adozione coinvolgeva direttamente il priore e le famiglie o i singoli che desideravano adottare i bambini. Il priore, spesso definito pater orphanorum, agiva da tutore legale degli esposti, quindi, preoccupandosi dell’idoneità delle famiglie adottive aveva il potere di affidare ad esse la cura dei bambini, assicurandosi che il contratto stipulato venisse rispettato nel tempo; qualora i termini dell’accordo venissero infranti, spettava dunque al priore pretendere un risarcimento dei danni. Firmando questo contratto, i genitori adottivi si impegnavano a garantire il benessere ed il mantenimento materiale del figlio e di riconoscere i suoi diritti alla successione ereditaria, alla pari dei figli naturali. Il più delle volte ad adottare i bambini erano delle coppie sposate, non mancarono comunque persone senza il coniuge (vedove e religiosi).

Arrivo nel brefotrofio

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- BELTRAME pag 58

 1448 esposti 30 bambini
 1457 "       51 " 
 1467 "       75 " 
 1500 "       80 "

-LA CA' DI DIO DI PADOVA NEL 400 da pag 136 a 155 le famiglie da cui provenivano i bambini esposti erano tendenzialmente povere La miseria in cui vivevano molte famiglie spingeva molte donne a trovare delle strategie che le avrebbero permesso la sussistenza. Comune era l'esposizione dei figli

  • esposizione figli per presentarsi come nutrici
  • meccanismi di esporgli, presentarsi come nutrici (per avere da mangiare), poi di nuovo avere figli, esporli, presentarsi come nutrici.....
  • esponevano per tornare poi a prostituirsi
  • causa:si pensa che l'attività assistenziale dell'ospedale, l'incremento delle risorse (disponibilità maggiore dell'assistenza), incentivo abbandono.
  • maggioranza bambine abbandonate
  • abbandono a breve distanza dal parto
  • esposizione ore notturne e prime luci dell'alba= identità genitori ignoti

?*sia bimbi provenienti dalla città, sia da tutto il territorio padovano ?*ignoto stato di salute se non per cause gravi ( bruciati dal sole, gelati dal freddo) ?*abbigliamento indizio non sicurissimo circa lo status sociale dei genitori ?* bambini con un "brive"= lettera con nome dell'esposto e se o no battezzato---> in alcuni casi anche identità genitori, età bimbo

  • l'identità dei coloro che abbandonavano sono frammentarie: parenti o conoscenti dei genitori o da religiosi( prete battezzava e inviava gli esposti in brefotrofio)
  • tra il 1400 e il 1484 38 casi su 1564 si sapeva la causa dell'abbandono: motivo princ. era la povertà , altri casi per un'impossibilità momentanea di accudire il bimbo come padre che chiese a ospedare di trovare balia x 2 mesi e lui renumera personalmente. piu spesso abbandono effettivo

motivo abbandono: 1400/84 1 povertà 16 2 morte di uno o di entrambi i genitori 13.... (pag 148)

  • bimbi abbandonati=condizione illegittimità
  • XVI restrittiva formulazione della morale familiare=discredito illegittimi e aumento schiera trovatelli
  • arrivo child accompagnato 1 always da battesimo 2 trovare balia che lo allatti-> anche balia esterna 4 life in bre. poi poteva essere anche ripreso da parentibus o sent to orfanotrofio
  • alimentazione e abbigliamento:
> smistati a balie esterne entro 24-48 h-> stessa balia per allattamento e svezzamento(molto raro-> morte balia/child, restituzione child, adozione, rifiuto di balia a proseguire il baliatico/ospedale sospende collaborazione
> cura esposti non solo compito balie ma anche nutrici che proseguivano collaborazione anche senza remunerazione e inoltre trovatelli momentaneamente affidati a family per un periodo anch'essi senza remunerazione  


Il più delle volte i bambini risultano essere figli illegittimi spesso lasciati alla cura della sola madre, generalmente incapace di provvedere al mantenimento della prole. Le madri dei trovatelli erano di solito delle serve non sposate[1], che sovente approfittavano della gravidanza per vendere il proprio latte a famiglie con neonati, oppure all'ospedale stesso. Per farlo, però, erano costrette a lasciare i propri figli al brefotrofio, che potevano in seguito ripagare con il frutto del proprio lavoro, sebbene non manchino casi di definitivo abbandono. Sulla condizione dei padri, in alcuni casi la professione o la posizione sociale sembra idonea a giustificare gli abbandoni a causa delle condizioni di illegittimità delle nascite, è più probabile che i figli fossero il frutto di rapporti mercenari oppure violenti.

vita nel brefotrofio

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Le balie all’interno dell’ospedale si occupavano dell’accoglienza e della cura degli esposti, sino al loro trasferimento presso balie esterne, ma si dedicavano soprattutto ai lavori domestici: l’ospedale preferiva appunto inviare i bambini presso nutrici esterne o famiglie accoglienti. Raramente dunque le balie interne si occupavano dell’allattamento dei neonati, eccetto alcuni casi in cui ragazze-madri si misero a disposizione dell’ospedale per ricevere in cambio assistenza per sé e per i propri figli. La Cà di Dio esercitava comunque delle forme di controllo sulle nutrici esterne, sorvegliando il loro operato per mezzo del personale interno, e, qualora si fossero riscontrate ambiguità o sospetti, si sarebbe ordinato immediatamente loro di restituire i bambini affidati.

percorso formativo

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Quando giungeva un nuovo esposto in ospedale ci si preoccupava subito di regolarizzare la sua condizione battesimale. I nomi scelti dall'ospedale in queste circostanze, anche in caso di battesimo, rispecchiavano talvolta quelli dei santi indicati dal calendario ecclesiastico. Poteva accadere che il nome prescelto ricordasse un evento memorabile. Oltre all'assistenza spirituale, la Cà di Dio garantiva anche assistenza medica ai propri piccoli pazienti, soprattutto attraverso la preparazione di una particolare dieta per i bambini bisognosi di cure. Infatti, ad alcuni disturbi corrispondevano trattamenti dietetico-terapeutici specifici. Generalmente era il medico dell'ospedale a prendersi cura dei piccoli ammalati. Le condizioni degli esposti presso le balie esterne resta ancora più misteriosa. L'educazione che ricevevano gli esposti più grandi e il loro inserimento nel mondo del lavoro rimangono quasi completamente ignoti. I trovatelli della Cà di Dio che morivano erano generalmente riconsegnati all'ospedale, che poi provvedeva alla loro sepoltura nel proprio cimitero. Qualche volta, però, era la bali a farsi carico dell'inumazione presso la propria zona di residenza. generalmente la restituzione degli esposti era vincolata al risarcimento delle spese sostenute dalla Cà di Dio per il loro mantenimento tranne che per le famiglie più indigenti che erano esentate da ogni pagamento.

Galleria immagini

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  1. ^ F. Bianchi (2005) La Ca' di Dio di Padova nel Quattrocento. Riforma e governo di un ospedale per l'infanzia abbandonata, Ist. Veneto di Scienze, Venezia, p.
  • a cura di F. Bianchi (2010) Custode di mio fratello. Associazionismo e volontariato in Veneto dal medioevo a oggi, Marsilio, Venezia.
  • F. Bianchi (2005) La Ca' di Dio di Padova nel Quattrocento. Riforma e governo di un ospedale per l'infanzia abbandonata, Ist. Veneto di Scienze, Venezia.
  • F. Bianchi - E. Demo (2013) Tra mercanti e mendicanti: amministrare la carità nella terraferma veneta del Rinascimento, in: a cura di F. Ammannati, Assistenza e solidarietà in Europa secc. XIII - XVIII/ Social Assistance and solidariety in Europe from the 13th to the 18th centuries, Atti della "Quarantaquattresima Settimana di Studi" 22-26 aprile 2012, Firenze University Press. ISBN: 978-88-6655-366-3
  • G. Beltrame (1985) Ospizi, ospedali, istituti di carità in Padova, Tip. Reg. Veneta, Conselve (PD).
  • C. A. Corsini (1982) Nome e classe sociale. Gli esposti, in: S.I.DE.S, La demografia storica delle città italiane, CLUEB, Bologna.
  • V. Hunecke (1997) L’invenzione dell’assistenza agli esposti nell’Italia del Quattrocento, in: a cura di C. Grandi (1997) «Benedetto chi ti porta, maledetto chi ti manda». L’infanzia abbandonata nel Triveneto (secoli XV-XIX), Fondazione Benetton Studi Ricerche-Canova, Treviso, pp. 273-283.
  • A. Portenari (1623) "Felicità di Padova", Ed. P.P. Tozzi, Padova, cit. in: S. De Kunert (1898) "Alcune Notizie Storiche sulla Casa di Dio di Padova ora Istituto degli Esposti", pag. 6.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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