Utente:Bramfab/Sandbox
Timeline
[modifica | modifica wikitesto]Aiuto:Timeline Cronologia comparata della guerra regia e della guerra di popolo.
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Codice:<timeline> ImageSize = width:160 height:800 PlotArea = left:50 right:0 bottom:10 top:10 DateFormat = yyyy Period = from:1919 till:1991 TimeAxis = orientation:vertical ScaleMajor = unit:year increment:5 start:1920 PlotData= color:red mark:(line,white) align:left fontsize:S shift:(25,0) # sposta il testo sulla destra della barra # non c'è controllo automatico delle sovrapposizioni, # perciò spostiamo manualmente su o giu il testo per evitarle from:start till:1922 shift:(,5) text:Vladimir~Il'ič~[[Lenin]] from:1922 till:1953 shift:(,5) text:Josif~[[Stalin]] from:1953 till:1955 shift:(,5) text:Georgij~[[Georgij Maksimilianovič Malenkov|Malenkov]] from:1955 till:1964 shift:(,5) text:Nikita~[[Nikita Sergeevič Chruščёv|Chruščёv]] from:1964 till:1982 shift:(,5) text:Leonid~[[Leonid Il'ič Brežnev|Brežnev]] from:1982 till:1984 shift:(,-12) text:Jurij~[[Jurij Vladimirovič Andropov|Andropov]] from:1984 till:1985 shift:(,4) text:Konstantin~[[Konstantin Ustinovič Černenko|Černenko]] from:1985 till:end shift:(,10) text:Mikhail~[[Michail Gorbačëv|Gorbačëv]] </timeline> |
Bibio varia
[modifica | modifica wikitesto]https://en.wikipedia.org/wiki/Negro_Fort
- Storia dell'Italia repubblicana: La storia dell'Italia repubblicana riguarda gli eventi attinenti alla storia della Repubblica italiana che si sono s
- Storia dell'India Per Storia dell'India si intende la storia del Subcontinente indiano
- Storia del cristianesimo La storia del cristianesimo tratta della storia della religione cristiana e delle sue istituzioni
- Storia del lesbismo Per Storia del lesbismo si intende la storia dell'identità lesbica e del lesbismo nel corso
- Storia d'Etiopia La Storia d'Etiopia è la storia dello Stato africano dell'Etiopia,
- Derek Beales, Eugenio F. Biagini, Il Risorgimento e l'unificazione dell'Italia, Bologna, Il Mulino, 2005, ISBN 978-88-15-09856-6.
D. Beales, E. Biagini, pp. xx-yy
- M.Malte-Brun, Universal Geography, VII, Edimburgh, Adam Black, 1829.
M.Malte-Brun, pp. xx-yy
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Discussioni progetto:Amministrazioni/Comuni italiani#Dizionario corografico universale
da fare Carlo Brogi http://www.repubblica.it/cultura/2015/06/30/news/il_diritto_di_fotografare_la_grande_bellezza_che_divide_l_europa-117973162/?ref=fbpr fr:Carlo Brogi
http://www.teatrocolla.org/repertorio
http://www.trax.it/olivieropdp/mostranew.asp?num=45&ord=7
http://www.lombardiabeniculturali.it/blog/percorsi/carlo-colla-e-figli-centocinquant-anni-di-marionette/
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vecchia risposta
[modifica | modifica wikitesto]L' amministratore accetta di svolgere un servizio: in parte farei quello che gia' faccio,ossia rollback di vandalismi ma piú velocemente in piu' poter proteggere le pagine prese di mira dai vandali, e poter contribuire piu' efficacemente alla cancellazione di pagine non "wikipediche". Temo che vi sara' anche molto lavoro per la sfortunata piega che ci e' stata imposta sulla politica delle immagini. Ovviamente faro' anch' io la mia parte di ronda alla pagina dei vandalismi in corso ed utenti problematici, cercando di proteggere wikipedia ed i wikipediani, ed evitare che queste pagine speciali diventino micce per flames.
Poiche' sono molto severo con me' stesso non ci sono ancora mie pagine che mi soddisfino, tra le voci che ho scritto o a cui ho abbondantemente collaborato, mi piace discretamente Crisi di salinità del Messiniano, per quanto pensi che vi sia ancora molto da aggiungervi, e la piccola voce che ho fatto su una donna italiana che probabilmente pochi di voi hanno sentito nominare. Viceversa sono soddisfatto del contributo iconografico che sono riuscito a portare per molti voci di storia italiana contemporanea e sopratutto dello stato finale di molte voci enciclopediche che salvo dalla cancellazione, "rimboccandomi le maniche", sistemandole , ampliandole e cercando le fonti, quando giudico che queste "cancellande" siano valide per l' enciclopedia. Tra quest' ultime voci mi sembra che questa da "cancellanda" sia diventata una piccola gemma lucente per Teknopedia. Infine poiche' partecipo frequentemente ai vagli ed alle votazioni per la vetrina, per le voci sulle quali ritengo di poter esprimere la mia opinione, solitamente non limitandomi al voto, ma aggiungendovi una serie di commenti e suggerimenti, quasi sempre bene accetti, mi sento, indebitamente, soddisfatto quando queste voci finiscono in vetrina.
Avendo il vizio di interessarmi a soggetti dibattuti, attriti e discussioni anche accese ci sono state ed alcune sono in corso, tuttavia non sono mai degenerate, o passate per la pagina dei problematici, anche quando forse l' avrebbero meritato. Sono sempre discussioni riguardanti problematiche di voci, spesso per differenti opinioni di enciclopedicita' o di interpretazione della voce e/o di paragrafi da inserirvi o levare. Come cerco di risolverle: scrivendo e riscrivendo nella apposita pagina della voce, portando argomenti e fonti, guardando la voce anche da un' altra visuale, ossia anche mettendosi in discussione e cercando il consenso e la dialettica con tutti quelli che scrivono su quella voce e senza mettere fretta alla soluzione, che spesso arriva dopo confronti ragionati, dai quali talora si ha anche l' opportunità di imparare qualcosa. Il consenso e la cooperazione dei wikipediani funziona, i problemi si hanno quando si incontra un interlocutore che fatica a dialogare e vedere (non dico accettare) le posizioni altrui, come nel caso di questa voce, oppure quando si e' solo in due a discutere su un argomento che implica necessariamnete una scelta binaria e diventa difficile trovare un terzo utente che faccia da mediatore. In ogni caso da parte mia sono sempre discussioni che non permetto che mi lascino tracce di rancori o antipatie personali (per lo meno dentro di me), anche per il fatto che spesso ci si ritrova sulla stessa parte del campo in discussioni per altre voci. Voglio anche aggiungere che ogni tanto qualcuno mi invita ad intervenire per mediare in voci calde.
L' amministratore è o dovrebbe essere un utente che gode della fiducia della comunità (almeno di una parte significativa di essa) ed avere una certa esperienza. Questa lo porta inevitabilmente ad essere un punto di riferimento per molti utenti, di aiuto per i nuovi ed in piu' dovrebbe svolgere sia una funziona propositiva, mano a mano che nuove problematiche legate alla crescita di wikipedia verranno a galla, che di raccolta di consenso e stimolo nei momenti di crisi o di novitá che potrebbero essere introdotte da Teknopedia Fundation.
Un addio
[modifica | modifica wikitesto]Ciao a tutti, fino a pochi giorni fa non avrei assolutamente immaginato di dover scrivere questo testo, ma credo che sia arrivato il momento, al di là di ogni polemica, di chiarire affinché non ci sia la percezione che me ne vada sbattendo la porta.
Come tutte le cose belle, arriva sempre il momento di mettere la parola fine, volenti o nolenti. Teknopedia mi ha accompagnato per alcuni anni, pochi a dire la verità, ma piuttosto intensi per il mio coinvolgimento. Nonostante non condividessi in pieno alcuni principi, ho sempre creduto in questo progetto e, tutto sommato, continuo a crederci. Ho sempre trovato il giusto compromesso fra le mie aspettative e la quintessenza del progetto e ne ho sposato i pilastri con entusiasmo e onestà intellettuale, rispettandoli fino in fondo. Ma sono arrivato anche ad una soglia in cui la divergenza sul metodo diventa più marcata. Prima che diventi un utente problematico, uno di quelli che ho sempre cercato di allontanare perché incompatibili con il progetto, è opportuno perciò che mi allontani e non inquini l'ambiente con inutili polemiche.
Personalmente credo che i progetti più grossi di WMF, compresa it.wiki, siano arrivati ad un giro di boa per cui sarebbe tempo di mettere da parte i numeri e badare alla sostanza. Purtroppo noto che molti, sia fra le "alte sfere" di WMF sia fra i "manovali" dei progetti WMF soffrono di edicountite e si guarda l'aspetto numerico come obiettivo unico e inderogabile. Ci si preoccupa perciò dell'incremento numerico delle voci, dell'incremento numerico dei contributori, dell'incremento numerico delle modifiche. Una corsa ai numeri così forsennata da diventare - a mio parere - innaturale, da edicountite. Non che ci sia qualcosa di male, ma ciò che è fondamentalmente positivo assume la connotazione di una tendenza patologica se perde di vista la realtà. E' ciò che sta succedendo, a mio modesto parere, in it.wiki e, presumo, in altri progetti. La smania dei numeri è arrivata ad un livello tale da far perdere di vista il senso della misura. Siamo arrivati ad una fase in cui sarebbe necessario il finissaggio, invece continuiamo a voler incrementare i numeri. Numero di voci, numero di utenze, numero di edit. La smania, si sa, porta a risultati inaspettati e ciò che io percepisco è una crescita scoordinata e al tempo stesso deviante ed esposta ai deragliamenti. Non dico che siamo arrivati alla frutta o al top (secondo i punti di vista), lo scibile non si può certo confinare in un'enciclopedia, per quanto grandiosa possa essere, c'è ancora molto da scrivere e ci sarà ancora molto quanto più si va avanti. Teknopedia è e resterà sempre un work in progress. Un work in progress, comunque, che di per sé è già un grande risultato. Ma al di là dei numeri dobbiamo anche pensare alla sostanza ed è qui che vedo purtroppo la vulnerabilità di Teknopedia, perché si insegue la chimera dei numeri trascurando quel famoso salto di qualità.
Non concordo con le strategie che si stanno delineando, sia sotto l'aspetto "politico" sia sotto l'aspetto "tecnico". E mi rendo conto che questa divergenza mi porta a non riconoscermi più nel progetto: il compromesso finora trovato rischia ormai di essere troppo sbilanciato perché possa continuare ad operare serenamente.
1) Numero delle utenze. La fame di utenti ci sta spingendo verso scelte che ritengo deleterie cercando di coccolare fino alla morbosità quelle potenziali e quelle già esistenti se non, con i continui riferimenti, rimpiangere quelle estinte. Di conseguenza andiamo a reclutare le utenze pescando nel mucchio, senza un minimo di pianificazione mirata, difendendo fino allo spasimo quelle esistenti, a prescindere dai danni che possono aver fatto, che fanno e che possono continuare a fare, a difendere quelle estinte, dimenticandoci dei danni che hanno causato. Credo che dovremmo essere più selettivi nel reclutamento e nella fase di ingresso, purtroppo al fabbisogno di "buoni contributori" rispondiamo con una strategia che se da un lato sposa in pieno i pilastri del progettto, da un altro alimenta i conflitti, il lavoro sporco, il grado di inaffidabilità. Non dico che si debba blindare il progetto, ma ho sempre ritenuto un presupposto essenziale quello dell'adattamento degli utenti al progetto e non viceversa. Il bravo contributore si integra in modo armonico e fa tesoro dei propri errori per migliorare progressivamente. Il cattivo contributore ha invece un ingresso (e una permanenza) traumatica. Ebbene, non concordo con il principio di fondo che, allo scopo di non traumatizzare l'ingresso delle nuove utenze, impone continue rimodulazioni del progetto. L'impianto va sì rimodulato, ma per correggerne le imperfezioni, non per adattarlo alle imperfezioni o ai capricci degli utenti. La nostra partecipazione deve essere umile, responsabile e consapevole. E' il presupposto fondamentale affinché si abbia contemporaneamente una crescita individuale e una crescita del progetto. E se questo deve implicare una perdita di velocità poco male, l'importante è raggiungere traguardi più abbordabili e consolidati piuttosto che correre sul filo del rasoio all'inseguimento delle chimere.
2) Numero delle voci. Ormai è guerra aperta fra chi vuole essere selettivo nei contenuti e chi non. Inutile ricordare che le pagine di cancellazione sono un quotidiano terreno di scontro fra differenti interpretazioni del progetto. La smania dei numeri ci sta portando ad un eccessivo particolarismo, ma soprattutto ad un particolarismo deviante. Deviante perché da un lato la crescita numerica - delle utenze e delle voci - è un richiamo sempre più forte per l'autocelebrazione, per l'autoreferenzialità, lo spam commerciale e ideologico. Deviante anche perchè la crescita incontrollata di massa porta ad un'espansione squilibrata: a fronte delle gravi e diffuse lacune che ancora permeano interi settori tematici che richiedono una competenza specifica dei singoli contributori, si sta invece evidenziando una crescita fortemente sbilanciata verso la cognizione diffusa, quella tipica di una partecipazione di massa sempre più estesa. Il risultato è che a mio parere il progetto si stia sbilanciando in modo critico dal concetto di enciclopedia universale a quello di almanacco delle curiosità, banca dati e raccolta indiscriminata di recentismi. Il problema di fondo è che la partecipazione di massa estesa oltre una certa soglia fisiologica, porta nel tempo ad una netta prevalenza del flusso di informazioni prelevate dai mass media, dai contesti locali, dal pressing consumistico. Quella che dovrebbe essere un'enciclopedia universale sta perciò diventando sempre di più un'enciclopedia che tratta in modo minuzioso e dettagliato dei modelli di cellulari, delle automobili, dei calciatori, dei personaggi dello spettacolo, dell'arte moderna, della politica. Il risultato è che si produce una condivisione del sapere falsata: l'enciclopedia fornisce sapere di massa fondamentalmente su quello che è già patrimonio del pubblico dominio, trascurando proprio quegli ambiti del sapere che per la loro accessibilità sono meno facilmente fruibili alla massa. E' naturale: se chiamiamo a raccolta 100 liceali, inevitabilmente ne troveremo tre che scriveranno rispettivamente in modo competente di storia medievale, chimica e filosofia, ma, inevitabilmente, la maggior parte si riverserà a scrivere di cellulari, calciatori, videogame, televisione e musica. Non che tutto ciò sia male, ma inevitabilmente ci ritroviamo un minuzioso dettaglio, ai limiti della morbosità, in certi ambiti a fronte di uno sviluppo carente, frammentario e approssimativo in altri ambiti. Proprio quegli ambiti in cui un'enciclopedia dovrebbe rispondere ai bisogni.
3) Neutralità dei contenuti. Ovviamente la crescita dei numeri è un richiamo sempre più forte per lo spam e per la propaganda ideologica. E qui c'è l'aspetto più subdolo. Ci sono interi settori dell'enciclopedia che sono ostaggi di guerre tra fazioni o di veri e propri programmi di informazione plagiante. L'obiettivo è quello di usare uno dei più grandi canali di comunicazione come trampolino di lancio o come cassa di risonanza. Ci sarebbe molto da scrivere in proposito ma immagino che tutti quanti abbiamo un'idea di ciò a cui mi riferisco. Purtroppo la corsa ai numeri produce anche l'infausto risultato di premiare queste utenze: dal momento che scrivono su wikipedia, contribuendo alla crescita dei suoi numeri, queste utenze sono sempre e comunque considerate utili e da tutelare. Devono proprio combinarla grossa perché si concordi nel volerle allontanare, perciò lungi dal considerarle dannose, anzi. Purtroppo riscontro un'ingenuità alquanto diffusa nella comunità nell'affrontare queste problematiche e l'inderogabilità della densità di popolazione finisce per fagocitare ogni altra esigenza, compresa quella dell'integrità del progetto.
In definitiva, la mia percezione è che stiamo affrontando queste problematiche in modo completamente errato, superficiale e ingenuo e la coesistenza di orientamenti diametralmente opposti, sia in fase di pianificazione sia in fase di esercizio, sta raggiungendo sempre di più posizioni inconciliabili. In questi anni mi sono destreggiato nel cercare di mantenere posizioni non oltranziste ma di compromesso. In piena sintonia con la mia concezione di partecipazione costruttiva ho sempre cercato di far valere le mie argomentazioni mettendo comunque un paletto delimitatore, oltre il quale non dovevo espandermi. In nome del consenso ho sempre cercato di non spingermi oltre il dovuto, per quanto la mia natura umana mi renda comunque essere imperfetto e non infallibile. Al tempo stesso mi rendo conto che questa consapevolezza dei miei limiti spesso non trova corrispondenza nel mio interlocutore di turno anche se, penso, l'approccio di molti utenti nei miei confronti sia stato quasi sempre pacifico e collaborativo.
Sono però arrivato ad una fase in cui manifesto sintomi di cedimento: la divergenza fra il mio concetto di enciclopedia libera e quello diffuso in una larga fetta di comunità, nei metodi e nei contenuti, si fa sempre più marcata. L'affare Facebook è solo l'evento contestuale: al di là di quello che può causare è certo che diventerei più intransigente nella gestione del progetto andando contro l'interpretazione diffusa dei principi del progetto: non mi preoccupa tanto Facebook quanto l'impreparazione dei Teknopediani ad affrontare una possibile emergenza. L'imperativo è minimizzare, anzi brindare all'allargamento della comunità. Ho sperato di trovare delle solide argomentazioni che mi rassicurassero sul mantenimento di quel congruo compromesso e mi permettessero, nonostante il mio "sbrocco" iniziale, di fare quel passo indietro che tante volte ho fatto in questi anni, ma così non è stato. In questi giorni di wikipausa ho osservato attentamente e dall'esterno ciò che avveniva nelle pagine di Teknopedia e per la prima volta, dopo alcuni anni, mi sono sentito estraneo. Per la prima volta i fattori di divergenza hanno prevalso su quelli di convergenza e ciò mi ha portato a vedere semivuoto il bicchiere mezzo colmo. Mi spiace, ma tutti abbiamo dei limiti intrinseci e io credo di averne tanti.
E' giusto quindi che mi faccia da parte e lasci incontaminato l'entusiasmo - che un po' continuo a condividere - di chi ancora crede ciecamente nel progetto. Ed essendogli grato per quanto mi ha dato, voglio evitare di danneggiarlo forzandolo secondo le mie aspettative. Sono entrato timidamente bussando alla porta e voglio perciò uscire pacificamente senza sbattere la porta. E' vero che di certa c'è solo la morte e un addio non è mai definitivo, ma dubito di trovare quelle risposte che in questi giorni ho cercato accuratamente con il lanternino senza trovarle. Mi scuso se tradisco le aspettative di molti utenti, ma non me la sento più di ingerire bocconi amari e la mia permanenza non deve assolutamente pesare sulla comunità. E Teknopedia ha comunque le prerogative per sopravvivere alla "morte" di qualsiasi utenza.
Un caldo ringraziamento per le innumerevoli manifestazioni di stima che ho ricevuto in questi anni, molto più numerose delle critiche. Buon proseguimento e in bocca al lupo a tutti.
--Furriadroxiu (msg) 16:04, 3 mag 2010 (CEST)
Ripreso dalla sua home page
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