Muazzez Sultan
Muazzez Sultan | |
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Haseki Sultan | |
In carica | 1642 circa – 8 agosto 1648 |
Predecessore | Ayşe Sultan |
Successore | Co-Haseki Turhan Sultan Saliha Dilaşub Sultan Ayşe Sultan Mahienver Sultan Saçbağlı Sultan Şivekar Sultan Hümaşah Sultan Successore Emetullah Rabia Gülnuş Sultan |
Nome completo | Hatice Muazzez Sultan |
Nascita | 1627 circa |
Morte | Costantinopoli, 12 settembre 1687 |
Luogo di sepoltura | Scutari |
Dinastia | Casa di Osman (per matrimonio) |
Consorte di | Ibrahim I |
Figli | Gevherhan Sultan (contestata) Ahmed II |
Religione | Islam sunnita (per conversione) |
Hatice Muazzez Sultan (turco ottomano: خدیجہ معزز سلطان, "fanciulla rispettosa" e "preziosa"; 1627 circa – Istanbul, 12 settembre 1687) è stata la Terza Haseki Sultan del sultano Ibrahim I e la madre del sultano Ahmed II[1][2][3][4].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Le sue origini e il suo nome di nascita sono sconosciuto[5]. È stata la terza delle otto haseki del sultano ottomano Ibrahim I e la madre del sultano Ahmed II. Dopo la deposizione di Ibrahim nel 1648, Muazzez venne esiliata al Palazzo Vecchio, insieme alle altre donne dell'harem di Ibrahim, dove trascorse i seguenti 38 anni della sua vita fino alla morte.
Era considerata la più bella fra le donne del sultano Ibrahim I ed era nota per il suo carattere mite e le sue maniere educate e graziose. Il suo unico figlio certo, Ahmed, nacque al Palazzo Topkapı nel 1643 e avrebbe trascorso 48 anni della sua vita nei Kafes, un specie di prigione di lusso per i principi all'interno del palazzo che aveva sostituito la Legge del Fraticidio. Tuttavia, dopo la morte di Solimano II, suo figlio Ahmed è diventato il nuovo sultano. Tuttavia, sua madre era già morta da alcuni anni, senza poterlo rivedere.
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Da Ibrahim I, Muazzez ebbe un solo figlio certo:
- Ahmed II (Costantinopoli, 25 febbraio 1643 - Edirne, 6 febbraio 1695). Passò quasi tutta la vita rinchiuso nel Kafes. Divenne sultano dopo Solimano II.
Non è noto con certezza se abbia avuto altri figli, ma secondo alcuni sarebbe anche madre di:
- Gevherhan Sultan (Costantinopoli, 1642 - Edirne, 27 ottobre 1694). Era vicina a Rabia Sultan, consorte di Ahmed II, e donò alcune delle sue proprietà e rendite alla loro figlia neonata, Asiye Sultan.
Morte
[modifica | modifica wikitesto]Nel settembre 1687, un grande incendio scoppiò nei pressi del Palazzo Vecchio. Entro la sera del giorno successivo il fuoco aveva raggiunto il Palazzo. La maggior parte delle vite delle persone all'interno furono salvate dai servi che lavoravano all'interno, ma Muazzez era così spaventata che è morì il giorno dopo, il 12 settembre, forse di infarto o di shock, senza poter rivedere suo figlio, separato da lei da 38 anni.
Il suo corpo fu portato a Üsküdar, e fu sepolta nei pressi del palazzo.
Dopo la sua morte, i suoi gioielli furono donati a Behzad Kadın, Süğlün Kadın, e Sehsuvar Kadın, consorti del nuovo sultano Solimano II. Ma quando suo figlio salì al trono nel 1691 riprese i gioielli e gli altri preziosi, aggiungendoli al tesoro imperiale o donandoli alla sua stessa Haseki, Rabia Sultan [6].
Essendo premorta alla salita al trono del figlio, non fu mai Valide Sultan[7].
Cultura popolare
[modifica | modifica wikitesto]Nella serie TV storica turca Il secolo magnifico: Kösem, Muazzez Sultan è interpretata dall'attrice turca Firuze Gamze Aksu.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Yavuz Bahadıroğlu, Resimli Osmanlı Tarihi, Nesil Yayınları (Ottoman History with Illustrations, Nesil Publications), 15th Ed., 2009, page 307, ISBN 978-975-269-299-2
- ^ Turkey
- ^ Osmanlı padişahların eşleri, su enfal.de, Ottoman Web Page. URL consultato il 17 dicembre 2010.
- ^ Mustafa Çağatay Uluçay, Padişahların kadınları ve kızları, 5th ed, 2011, Ankara, Ötüken, p.97
- ^ Alderson, A.D., The Structure of the Ottoman Dynasty, Oxford university press, 1956, Table XII p.83
- ^ Mustafa Çağatay Uluçay, Padişahların kadınları ve kızları, Ankara, Ötüken, 2011, p. 97.
- ^ Sultan Ahmed II Khan, su kultur.gov.tr, Ministero della Cultura e del Turismo. URL consultato il 17 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2013).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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