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Emanuele Di Filippo
Emanuele Di Filippo (Palermo, 25 febbraio 1961) è un mafioso e collaboratore di giustizia italiano, legato a Cosa Nostra.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]È il fratello maggiore di Pasquale De Filippo, anche lui mafioso e anche lui pentito.[1]
Nel 1982 entra a far parte del gruppo di fuoco di Ciaculli, il suo primo referente fu suo cognato, Antonino "Nino" Marchese. Marchese aveva sposato la sorella di Di Filippo, Agata.[2] In seguito all'arresto del cognato, il suo referente diventò Giuseppe Lucchese.[3] Nino Marchese era capodecina di Corso dei Mille, e fu proprio lui a far entrare Emanuele Di Filippo nell'organizzazione.[4]
Nel 1985 riesce ad uscire dal gruppo di fuoco grazie a Tommaso Spadaro, suocero di suo fratello Pasquale. Emanuele pur rimanendo comunque a disposizione dell'organizzazione, passa allo spaccio di droga, al contrabbando di sigarette e si occupava anche di ritirare le estorsioni nella zona industriale di Brancaccio.
Nel 1990, i fratelli Graviano (Benedetto e Giuseppe) divennero i suoi nuovi referenti, siccome Salvatore Riina, inviava ai due fratelli soldi per la sorella di Di Filippo e messaggi per Nino Marchese, che Emanuele gli consegnava al carcere di Voghera.[5]
Arresto e pentimento
[modifica | modifica wikitesto]Di Filippo venne arrestato con l'accusa di associazione mafiosa il 2 febbraio 1994 a seguito dell'operazione Golden Market, nome di fantasia collegato alle iniziali del collaboratore di giustizia che aveva consentito l'operazione, Gaspare Mutolo.[2][6]
Dopo un anno e mezzo di carcere, nel maggio del 1995 decise di collaborare con lo Stato.
Emanuele Di Filippo si è auto-accusato di circa dieci omicidi[3] commessi nel periodo di militanza nel gruppo di fuoco di Ciaculli, tra cui il Senatore di Bagheria Ignazio Mineo,[7] il presidente del Palermo Roberto Parisi e il suo autista, Giuseppe Mangano.[8]
Nella cultura di massa
[modifica | modifica wikitesto]- La serie TV Il cacciatore ha tra i personaggi Emanuele Di Filippo, interpretato dall'attore Luciano Saladino.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Attilio Bolzoni, ' AVETE TRADITO LEOLUCA' LE MOGLI RINNEGANO I PENTITI, su La Repubblica, 28 giugno 1995.
- ^ a b Le spericolate amicizie e le “buone” parentele dei fratelli Di Filippo, su editorialedomani.it, 11 giugno 2021.
- ^ a b Processo "Ndrangheta stragista" (Filippone e Graviano), su radioradicale.it.«Omicidi: dal minuto 09:42 al minuto 10:55»
- ^ Processo "Ndrangheta stragista" (Filippone e Graviano), su radioradicale.it.
- ^ Interventi di Emanuele Di Filippo nei vari processi contro la Mafia, su radioradicale.it.
- ^ Attilio Bolzoni, MEDICI, AVVOCATI, BANCARI AL SERVIZIO DI COSA NOSTRA, su La Repubblica [Archivio], 3 febbraio 1994.
- ^ UCCISO IL BRACCIO DESTRO DI MINEO, su ricerca.repubblica.it, 9 ottobre 1984.
- ^ 23 Febbraio 1985 Palermo. Ucciso l'imprenditore Roberto Parisi e Giuseppe Mangano, suo autista, su Vittimemafia.
YT: Processo "Nrdangheta stragista" parte 27: Emanuele Di Filippo, pubblicato dal canale Cross Examination - CHANNEL, Pubblicato il 22 marzo 2020.