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Valbrevenna
comune
Valbrevenna – Stemma
Valbrevenna – Bandiera
Valbrevenna – Veduta
Valbrevenna – Veduta
La val Brevenna vista dal monte Maggio (Savignone)
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Liguria
Città metropolitana Genova
Amministrazione
SindacoMichele Brassesco (lista civica di centro Valbrevenna viva) dal 16-5-2011 (3º mandato dal 4-10-2021)
Data di istituzione1893
Territorio
Abitanti743[2] (31-5-2022)
FrazioniCarsi, Clavarezza, Frassinello, Molino Vecchio (sede comunale), Nenno, Pareto, Tonno, Senarega[1]
Comuni confinantiCarrega Ligure (AL), Casella, Crocefieschi, Montoggio, Propata, Savignone, Torriglia, Vobbia
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+1
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 681 GG[4]
Nome abitantivalbrevennesi
Patronosan Michele Arcangelo
Giorno festivo29 settembre
Cartografia
Valbrevenna – Mappa
Valbrevenna – Mappa
Posizione del comune di Valbrevenna nella città metropolitana di Genova

Valbrevénna (Varbrevenna in ligure[5]) è un comune italiano sparso di 741 abitanti[2] della città metropolitana di Genova in Liguria. La sede comunale è situata nella frazione di Molino Vecchio.

Geografia fisica

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Il torrente Brevenna nei pressi di Molino di Frassinello

Il comune di Valbrevenna, situato nella valle omonima minore dell'alta valle Scrivia, è locato a nordest di Genova. Fa parte del Parco naturale regionale dell'Antola. Il territorio coincide quasi completamente con il bacino idrografico del torrente Brevenna, con eccezione del tratto finale della valle, che fa parte dei comuni di Casella e Savignone.

Il comune, situato a un'altitudine compresa tra 427 e i 1.597 metri sul livello del mare, è formato da numerose frazioni distribuite sul fondovalle e su entrambi i versanti della valle del torrente Brevenna, che nasce dal monte Antola (1597 m) e confluisce nello Scrivia ad Avosso, presso Casella dopo un percorso di circa 15 km.

Tra le vette del territorio: il monte Cremado (1513 m), il monte Duso (1451 m), il monte Buio (1402 m), il monte Arvego (1376 m), il monte Carmo (1325 m), il monte Sotto Garzo (1288 m), il monte Riondo (1254 m), il monte Liprando (1122 m), il monte Cugno (1105 m), il monte Badriga (1104 m), il monte Forca (1100 m), il monte Penzo (1061 m), il monte Proventino (1036 m), il monte Garego (1033 m), il monte Schigonzo (1014 m), il monte Mortussa (999 m), il monte della Croce (961 m), il monte Banca (928 m), il Dente di Mereta (900 m) e la Costa della Scabbia (899 m).

La valle si sviluppa da est ad ovest; i suoi ripidi versanti sono in gran parte ricoperti di boschi di castagno, rovere, carpino e frassino, mentre alle quote più alte si trovano prati e pascoli. Le poche aree coltivate sono organizzate a terrazzamenti con muri a secco, molti dei quali in stato di inutilizzo dalla seconda metà del Novecento.

I centri abitati sono generalmente disposti a mezza costa, allineati lungo i percorsi delle antiche mulattiere che percorrevano la valle e conducevano verso il Piemonte e la Lombardia. Gli unici nuclei abitati di una certa importanza nel fondovalle sono il capoluogo, Molino Vecchio, e Prele, il primo centro della Valbrevenna che s'incontra risalendo la valle dalla confluenza con lo Scrivia. La maggior parte della popolazione risiede nella parte bassa della valle; i centri più popolati sono: Nenno, Ternano, Prele e Molino Vecchio. I nuclei storici dei paesi sono caratterizzati da case in pietra locale (marna), arroccate sui pendii, con le strette vie pavimentate anch'esse in pietra e la chiesa generalmente leggermente distaccata dal nucleo del borgo e in posizione dominante sulla valle.

Ruderi della chiesa di Sant'Andrea di Bovarizia (particolare del muro dell'abside)

La proposta per l'istituzione del comune di Valbrevenna fu presentata da Giovanni Bettolo, Pietro Tortarolo e Valentino Armirotti il 7 giugno 1892 alla Camera dei deputati del Regno d'Italia,[6] ma la XVII legislatura cadde prima che potesse essere approvata. Il 9 maggio 1893, Erasmo Piaggio, Bettolo e Tortarolo la ripresentarono, con un appassionato discorso di Piaggio alla Camera, e una successiva relazione di Cesare Cerruti al Senato.[7][8] Il consiglio comunale di Savignone si oppose con una petizione.[9] Piaggio esclamò:

«Alcune frazioni dai comuni di Casella, Savignone e Montaggio, [...] formano un tutt'insieme nella vallata del Brevenna. Solo che si consideri dal lato topografico, riesce evidente che quel territorio debba costituire un sol Comune autonomo. L'anomalia dell'attuale circoscrizione territoriale ha dato luogo a gravi inconvenienti: lotte continue, sia elettorali che amministrative, fra le frazioni ed i capoluoghi, con quali disastrosi risultati ben potete immaginare. E ben ragione hanno quelle popolazioni di reclamare la loro costituzione in una sola famiglia, onde poter provvedere, nei limiti delle loro forze economiche, a quelle necessità della vita e dei commerci a cui in oggi ogni civile consesso ha diritto. Talune frazioni distano dal capoluogo oltre 20 chilometri, e ciò sarebbe ancor nulla se quei 20 chilometri potessero farsi su di una strada praticabile, ma vi basti che in oggi quella vallata non possiede un sol metro di strada carrozzabile, ma soltanto scarsi sentieri, soventi interrotti dalle piogge e dalla neve, dimodoché quelle popolazioni rimangono talvolta per settimane intere segregate dal consorzio umano. Questo stato di cose non è più ammissibile. [...] È ora pertanto che a quei 4.000 abitanti del forte Appennino Ligure giustizia sia fatta e giustizia essi da voi invocano; ed io, modesto interprete dei loro sacrosanti diritti, ho fede vorrete esaminare ed accogliere benevolmente i loro reclami e che la proposta di legge che vi abbiamo presentata verrà suffragata dai vostri voti»

Il governo accolse la propostà e re Umberto I decretò la nascita del comune il 15 agosto 1893.[10][11] Il testo del decreto, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 2 settembre 1893, recitava:[12]

«Le frazioni di Carsi, Frassinello, Senarega, Nenno, Pareto, Clavarezza, Tonno, con la parte della frazione di Vaccarezza, che trovasi sulla sponda sinistra del Brevenna, e Frassineto, sono staccate rispettivamente dai comuni di Casella, Savignone e Montoggio, in provincia e circondario di Genova, e costituite in comune autonomo denominato Valbrevenna»

Per vederene l'effettiva nascita, però, i cittadini dovettero avere ancora un po' di pazienza: alle elezioni successive, infatti, furono mandati a votare nelle circoscrizioni dei comuni a cui appartenevano prima.[13] Il Consiglio Provinciale di Genova del 31 gennaio 1895 e il Regio Decreto del 24 marzo 1895 (pubblicato in Gazzetta ufficiale il 13 aprile 1985),[14] stabilirono la sede provvisoria del comune a Carsi, e si indisse il primo consiglio comunale entro il 31 luglio dello stesso anno. Questo provvedimento decideva anche i confini del comune:[15]

«I suoi confini sono quelli tracciati dall'ufficio del Genio civile sulla pianta topografica firmata dall'ingegnere capo dell'ufficio stesso, che sarà vistata dal Nostro Ministro dell'Interno, e cioè: a nord la linea che dall'Antola si diparte e separa le attuali frazioni montane di Savignone dai comuni di Carrega e Crocefieschi fino a Cima Masimela; ad est l'attuale confine che separa le frazioni montana di Casella dal comune di Torriglia; a sud l'attuale linea che divide le frazioni suddette dai territori di Torriglia e Montoggio, tagliando lungo la cresta del monte la frazione Frassineto distaccata da Montoggio; ad ovest l'attuale confine fra Casella e Savignone, cioè tra Avosso e le Solie sulla sponda sinistra del Brevenna, indi il Brevenna stesso fino all'incontro del torrente di Nenno, che risale alla suddetta cima Masimela.»

Il primo sindaco fu Colombo Rossi (dal 1895 fino almeno al 1914),[16][17] a cui fu poi intitolata la piazza di Carsi, mentre il primo censimento del 1901 fu condotto in particolare da don Lorenzo Busallino e don Cristoforo Reggiardo, che per quest'attività furono entrambi premiati con diploma di benemerenza.[18] La sede comunale, inizialmente provvisoria, restò a Carsi per quarant'anni, fino alla seconda metà degli anni 1930,[19] quando - in occasione della costruzione della strada carrozzabile di fondovalle.[11] - fu trasferita a Molino Vecchio, chiamato per un periodo negli annuari dell'epoca semplicemente Valbrevenna Centro.[20]

Sebbene la nascita amministrativa del comune sia tardo ottocentesca, gli insediamenti umani e i vari borghi nell'area hanno origini antichissime. La valle era abitata fin dall'epoca pre-romana, come testimonia il ritrovamento di tombe risalenti all'età del ferro presso la località La Cà, nei pressi di Molino Vecchio, ritrovamento avvenuto nel 1937, durante i lavori di costruzione della strada di fondovalle.[21] Altri reperti, di epoca tardo-romana, sono stati ritrovati presso Pareto, nella località detta Campo Antigo (Campu Antigu).

L'area fu centro di attività per tutto il medioevo quando, fino all'Ottocento, le varie comunità vivevano nei piccoli borghi attorno alle parrocchie, seguendo le vicende politiche dei vari feudi, ma prevalentemente sotto la signoria della famiglia Fieschi, conti di Lavagna, che e ebbero lungamente il dominio sui feudi di Savignone, Casella, Montoggio e Crocefieschi.

Durante la dominazione napoleonica i Feudi imperiali vennero sciolti, costituendo le prime municipalità, alle quali furono aggregate le varie frazioni della valle.

Per secoli l'economia della Valbrevenna fu una economia contadina agricola e di allevamento, con gli abitanti che ricavavano dalla terra quanto occorreva, limitando al necessario gli acquisti fuori del paese col ricavato dei commerci dei propri prodotti. Il reddito era talvolta integrato da lavori stagionali: gli uomini come braccianti nelle aziende agricole del Piemonte e della Lombardia e le donne come mondine nelle risaie del vercellese. I terreni coltivati erano ottenuti con la creazione dei tradizionali terrazzamenti in pietra liguri, collocati lungo i ripidi pendii della valle, frutto della fatica di generazioni di valligiani, in gran parte non più utilizzati dopo la modernizzazione novecentesca e riconquistati dalla vegetazione. Grande importanza aveva anche produzione delle patate, definite "rinomate" dagli annuari dell'epoca, e la raccolta delle castagne, fatte essiccare in appositi locali e poi macinate nei mulini, cresciuti numerosi lungo il corso del torrente Brevenna, da cui si ricavava la farina per produrre i più vari generi alimentari, dai primi piatti ai dolci, ma in particolare il pane e la pasta.

Tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento, tutte le valli dell'entroterra ligure iniziarono un flusso migratorio verso le città e le Americhe.[22] La costruzione della strada carrozzabile per la valle Scrivia, tra il 1920 e il 1930, agevolò notevolmente la circolazione nella valle, portando anche un miglioramento delle condizioni economiche, senza tuttavia fermare il movimento migratorio, che proseguì anche nel dopoguerra, in particolare verso Tortona[23] e i centri più industrializzati della valle Scrivia.[11] La popolazione della valle, che alla costituzione del comune era di circa tremila abitanti, era scesa negli anni ottanta a circa 650 persone.[24] Da allora il processo migratorio si è interrotto e si è verificata una lenta ma graduale crescita (variabile tra il 4,5% e il 10% nelle varie decadi), con una flessione nella decade 2011-2021, ma un incremento complessivo del 15% nel quarantennio fra il 1981 e il 2021.[24]

Nel secondo dopoguerra la vocazione del territorio, oltre che sulle tradizionali attività agricole e di allevamento, si è concentrata prevalentemente sul turismo naturalistico ed estivo. Comune a tutti i centri è il notevole aumento della popolazione nella stagione estiva, che ogni stagione giunge addirittura a eguagliare quella che era presente in tutto il territorio comunale quando fu fondato (circa tremila abitanti),[11] per la presenza di numerosi villeggianti in cerca di tranquillità e refrigerio, popolando in alcuni casi anche i borghi non abitati nei mesi invernali.

Dal 1973 al 31 dicembre 2008 il comune di Valbrevenna ha fatto parte della Comunità montana Alta Valle Scrivia e, con le disposizioni della Legge Regionale n° 24 del 4 luglio 2008,[25] ha fatto parte fino al 2011 della Comunità montana Valli Genovesi Scrivia e Polcevera.

Nel settembre 2015, parte del territorio del comune è stata oggetto di un'alluvione che ha causato frane e reso necessari importanti lavori per il ripristino della viabilità e di alcuni edifici, come quello del santuario di Nostra Signora dell'Acqua.[26][27]

Stemma

«Bandato d'argento e di azzurro, con il monte all'italiana di sei colli, fondato in punta e attraversante, di verde; al capo di rosso, caricato da sette croci scorciate, d'oro, poste tre e quattro, ordinate in due fasce. Ornamenti esteriori da Comune[28]»

Gonfalone

«Drappo di bianco…[28]»

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 29 gennaio 2003.[29]

I sei monti all'italiana rappresentano le sei vette maggiori della valle: il monte Antola, il monte Buio, il monte Schigonzo, il monte Duso, il monte Liprando e il monte Banca. Le sette croci d'oro simboleggiano le parrocchie del territorio comunale, di cui cinque appartenenti all'arcidiocesi di Genova e le restanti due alla diocesi di Tortona. Lo sfondo a strisce bianche e azzurre riprende lo stemma araldico della famiglia Fieschi di Lavagna che amministrò gli antichi feudi della valle Scrivia.[11]

Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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Il santuario di Nostra Signora dell'Acqua presso la frazione di Molino Vecchio, con il portico ricostruito dopo i danni causati dall'alluvione del 2015

Le vicende storiche dei diversi paesi della Valbrevenna si riflettono anche nelle strutture amministrative della chiesa cattolica, infatti nel comune sono comprese sette parrocchie, cinque delle quali appartengono all'arcidiocesi di Genova (Carsi, Clavarezza, Frassinello, Pareto e Senarega) e due alla diocesi di Tortona (Nenno e Tonno).

Il comune presenta anche un particolare complesso composto da 22 cappellette votive disseminate nel territorio comunale.[30]

Architetture civili

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Particolare del mulino

Nelle vicinanze del paese di Porcile si trova un antico mulino ad acqua alimentato da tre piccoli bacini formati sbarrando un ruscello con muretti in pietra. Questo mulino, restaurato, è l'unico ancora in buone condizioni di conservazione tra i tanti che caratterizzavano anticamente la valle.

Architetture militari

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Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Senarega.

Il castello di Senarega, composto da due distinti elementi (la torre del XII secolo e il palazzo, costruito nel XV secolo), domina il paese dall'alto. Durante la lunga signoria dei Fieschi l'edificio era utilizzato con funzioni amministrative e i sotterranei adibiti a prigione. Dopo aver ospitato negli anni ottanta del Novecento una comunità di recupero per tossicodipendenti venne chiuso. È stato acquisito, insieme con il vicino oratorio, in comodato trentennale dall'Ente Parco dell'Antola che, in collaborazione con il Comune, ne sta realizzando un progetto di restauro ai fini della realizzazione di una foresteria aperta al pubblico.

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[31]

Etnie e minoranze straniere

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Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2022, i cittadini stranieri residenti a Valbrevenna sono 13.[24]

Veduta di Senarega con la parrocchiale e il castello
  • Museo etnografico di Senarega. La sezione etnologica del museo storico dell'alta valle Scrivia ha sede nei fondi della canonica di Senarega. Questa sezione, dedicata all'ambiente della stalla, con tutte le attività produttive connesse (la fienagione, la produzione di burro e formaggio, la raccolta delle foglie da utilizzare come lettiera per gli animali, l'alpeggio nei mesi estivi), ma anche gli aspetti legati alla stalla come luogo di aggregazione nei mesi invernali. Oltre a numerosi oggetti e utensili, sono presentati anche testi che descrivono la vita contadina, basati sui racconti degli ultimi testimoni degli antichi usi, culture e professioni della valle.

Geografia antropica

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Molino Vecchio e Baio

Confina a nord con i comuni di Crocefieschi, Vobbia e Carrega Ligure (AL), a sud con Montoggio e Torriglia, a ovest con Savignone e Casella e a est con Propata.

La sede comunale è nella località di Molino Vecchio, situata nel fondovalle, in posizione centrale rispetto alle altre frazioni, molte delle quali contano pochi residenti stabili che aumentano notevolmente nei mesi estivi. Oltre a Molino Vecchio, le principali frazioni che costituiscono il comune sono: Carsi, Clavarezza, Frassinello, Nenno, Pareto, Tonno e Senarega[1] per una superficie di 34,67 km2.

Frazioni e località

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Risalendo la valle da Avosso seguendo la strada provinciale 11 dopo circa un chilometro s'incontrano le case di Prele, primo nucleo abitato della Valbrevenna. Poco oltre si lascia a destra la strada per Ternano e dopo circa 1,5 km a sinistra c'è il bivio della strada provinciale 12 per Nenno. Proseguendo nel fondovalle, si susseguono i piccoli abitati di Cornareto, Molino di Frassinello (in corrispondenza con la strada che attraversando il torrente Brevenna porta a Frassinello), Carsassina, Casottino, La Ca' (dove furono rinvenute tombe dell'età del ferro), Prosementino (bivio sulla sinistra per Clavarezza e Porcile).

Molino Vecchio
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Situato lungo il torrente Brevenna, a 533 m s.l.m., è la sede del comune. Forma un unico centro abitato insieme con le contigue località di Baio e Scapitola, ed è uno dei paesi più popolati della valle. Il vicino centro sportivo (con annessa una piscina all'aperto molto frequentata nei mesi estivi) è sede di varie manifestazioni estive. Da alcuni anni vi si tiene una manifestazione detta "O Mundantigo" ("il mondo antico"), che oltre a essere un'occasione per gli agricoltori e gli allevatori della valle per far conoscere e vendere i loro prodotti, cerca anche di far rivivere (attraverso documenti, fotografie, antichi attrezzi di lavoro) aspetti e tradizioni della passata vita contadina della Valbrevenna. A Molino Vecchio termina la strada provinciale 11. La strada prosegue come comunale, mantenendosi sempre sulla sponda destra del torrente Brevenna. A breve distanza da Molino Vecchio, sulla sponda opposta, collegato da un piccolo ponte, sorge il santuario di Nostra Signora dell'Acqua. Proseguendo nel fondovalle si supera il bivio a sinistra per Pareto e Caselline e si attraversano le piccole località di Chioso (bivio a destra per Carsi e Cerviasca (anche essi punti di partenza per il monte Antola, Pentema, Senarega), Mareta, con una cappella rustica con affreschi dedicata a san Giacomo, costruita nel 1573 e Fullo, al bivio per Casareggio, Tonno e Aia Vecchia.

Si trova nell'alta Valbrevenna, in posizione panoramica, a un'altitudine di 715 m. Questo borgo medioevale, caratterizzato da abitazioni rurali in marna con i tetti ricoperti dalle tipiche lastre di pietra (ciàppe), prende il nome dalla famiglia Senarega (signori della zona fino al XIII secolo, quando la valle passò nel dominio dei Fieschi) e vanta diversi edifici d'interesse storico, quali il castello medioevale Senarega-Fieschi e la cappelletta di Nostra Signora delle Grazie, presso l'antico ponte in pietra all'ingresso del paese.

Oltre Senarega la strada diventa più stretta, ripida e tortuosa, e sale verso la frazione Roiale e quindi a Piancassina (1035 m s.l.m.), dove termina. Piancassina è il punto di partenza di uno degli itinerari più diretti e frequentati per il monte Antola, da qui raggiungibile in circa un'ora e mezza di cammino. Lungo il sentiero da Piancassina al monte Antola si incontra il borgo di Lavazzuoli, uno dei villaggi più in quota della Valbrevenna (1145 m s.l.m.). Non è raggiunto da strade carrozzabili ed era già spopolato nel Novecento, ma conservato e con elementi etnografici di rilievo.[32]

Situato a 890 m s.l.m. è un tipico borgo montano, anticamente caratterizzato dai tetti ricoperti dalle lastre in pietra (ciàppe), che danno il nome al paese. È raggiungibile tramite una mulattiera o una strada carrozzabile, entrambe che partono da Senarega.

Piancassina è situata a 1100 metri s.l.m. ed è il punto di arrivo della strada carrozzabile che sale da Senarega. È un frequentato punto di partenza per raggiungere il monte Antola (circa 1,5 ore). Qui fino alla seconda metà del Novecento gli abitanti erano dediti alla pastorizia e a una agricoltura di montagna, che comportava una vita dura, appena mitigata dal fatto di poter vivere in un ambiente quasi incontaminato. Poiché all'epoca non esisteva la strada carrozzabile, i prodotti caseari venivano portati a valle tramite teleferiche o a dorso di mulo, e costituivano merce di commercio per quanto necessitava alla sussistenza delle famiglie.

Versante destro

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Allineate lungo il percorso di antiche mulattiere, risalendo la valle verso il monte Antola, a mezza costa sul versante destro si incontrano i seguenti centri principali:

Nenno

È uno dei paesi più popolati della valle e si trova lungo la strada provinciale 12 che collega la bassa Valbrevenna con Crocefieschi e Savignone, a un'altitudine di 601 m. È formato da due nuclei abitati (Nenno superiore e Nenno inferiore, dove si trova una cappella dedicata a san Giovanni Battista). Fra i due nuclei sorge la chiesa parrocchiale, intitolata a sant'Anna. A questi due nuclei si è aggiunto un terzo gruppo di case denominato Riva (o Ripa), formato da case in maggioranza utilizzate nel periodo estivo. Lungo la strada per Caserza sorge una colonna in pietra alta 12 m con una statua della Madonna alla sommità, costruita nel 1903, sembra per volontà di un emigrante ritornato in paese.

Piccolo villaggio a circa 700 m s.l.m. alle pendici del monte Proventino, lungo un'antica mulattiera che congiungeva Nenno a Clavarezza (il paese è raggiungibile da Nenno con una strada carrozzabile). Nei pressi di Caserza, in un bosco di castagni, si trovano i pochi resti dell'antica chiesa benedettina di Sant'Andrea di Bovarizia.

Si trova a un'altitudine di 816 m. La chiesa di San Michele Arcangelo di Clavarezza è citata per la prima volta in un documento del 1200 e divenne parrocchia autonoma nel 1641. Fu completamente ricostruita nel XVIII secolo.

Il villaggio di Porcile è situato a 943 m s.l.m. Nei pressi del paese esistono un antico mulino ad acqua e una fornace per la produzione della calce, che veniva utilizzata localmente per intonacare le case.

Pareto

Pareto si trova a circa 800 m s.l.m. sul versante destro della Valbrevenna, in una valletta laterale. La chiesa di Pareto, dedicata a san Lorenzo, è citata per la prima volta in un atto notarile del 21 dicembre 1272 come cappella dipendente dalla parrocchia di San Giovanni Decollato in Montoggio. In una stalla cinquecentesca nei fondi della canonica viene allestito da alcuni anni un caratteristico presepio, con una Natività di Emanuele Luzzati.

Veduta di Tonno

Si trova nella parte più alta della valle, ai piedi dei monti Antola e Buio, a 918 m s.l.m. La chiesa parrocchiale di Santa Margherita d'Antiochia, che dipende dalla diocesi di Tortona, è stata costruita intorno alla metà del XVIII secolo, ma si ritiene risalga a molti secoli prima.

Versante sinistro

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Risalendo la valle sul versante sinistro si incontrano i seguenti centri principali:

Si trova nella parte bassa della Valbrevenna, a un'altitudine di 564 m. Il centro del paese è formato da piccole case attorno alla chiesa, dedicata a san Bernardo. In occasione della festa patronale, che si svolge il 20 agosto, si tengono per tre giorni consecutivi varie manifestazioni con grande partecipazione di residenti e villeggianti, assai numerosi in questo periodo.

È situato a metà strada tra Ternano e Frassinello, a un'altitudine di 819 m. La chiesa, situata all'estremità del paese, in posizione dominante sulla sottostante valle, è dedicata a Nostra Signora di Loreto.

Veduta di Frassinello

Si trova a un'altitudine di 672 m. Il nome del paese, come quello del vicino Frassineto, deriva dalla pianta del frassino, frequente nei dintorni e molto utilizzata in passato come legna da ardere. La chiesa del Santissimo Nome di Maria in stile barocco, in posizione dominante rispetto al paese, è stata costruita nella seconda metà del XVI secolo; fu eretta in parrocchia verso la fine del XVI secolo.

Si trova a un'altitudine di 848 m alle pendici dei monti Banca e Liprando. Situata sull'antica strada che collegava il versante sinistro della valle con Genova (via Montoggio), era una stazione di posta molto importante. Numerosi erano i punti di ristoro. L'importanza della località era dovuta al passaggio delle merci che durante il periodo invernale, a causa del fiume e della mancanza della strada a valle erano obbligati a transitare per la mulattiera (già strada comunale) a mezza-costa. La popolazione residente è limitata a una sola persona ma durante il periodo estivo molti villeggianti fanno rivivere il paese.

Proseguendo sull'antica mulattiera a mezza-costa, superato il piccolo abitato di Piani, si giunge a Crosi, alle pendici del monte Liprando. Nel villaggio, formato da due nuclei distinti di case, lungamente disabitato, risiede una famiglia di allevatori, che ha dato inizio a un parziale recupero di alcune abitazioni. Qui nel 2021 è nato il primo bambino del comune dopo quasi un secolo.[33][34][35]

Panorama di Carsi

Situato a un'altitudine di 843 m, fu la prima sede comunale nel 1893. La chiesa di Santa Maria delle Grazie fu costruita nel 1669 su una preesistente cappella e costituita in parrocchia autonoma nel 1721 (in precedenza era succursale di San Lorenzo di Pareto). Nel XVIII secolo fu completata con la costruzione del campanile e della sagrestia. Nei pressi, in loc. Gherfo, all'altitudine di 875 m si apre una cavità detta "Tan-na da reixe" (italiano: "tana della radice"), con uno sviluppo di 35 m e un dislivello di 17 m.[36][37]

Panorama di Cerviasca

Paese in posizione panoramica, a un'altitudine di 952 m; si raggiunge con una strada comunale da Carsi oppure da vari sentieri (anello alto Valbrevenna scendendo dal bivio incrocio sentiero proveniente da Carsi e da Pentema, da Cerviasca partono senteri per l'Antola, Senarega per poi proseguire salendo verso Chiappa. Come altre località della Valbrevenna, ha pochi abitanti durante l'inverno e si ripopola solamente nella breve stagione estiva.

Si basa sulla produzione agricola.

Infrastrutture e trasporti

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Il comune di Valbrevenna è attraversato dalla strada provinciale 11 di Valbrevenna che collega il capoluogo Molino Vecchio con Avosso, frazione del vicino comune di Casella. A Casella fa capolinea il treno (Genova-Casella) a scartamento metrico che collega a Genova (Piazza Manin). Da Avosso la strada statale 226 della Valle Scrivia in una direzione prosegue per il centro di Casella (poco più di un chilometro), e poi per Busalla e bassa valle Scrivia, dall'altra per Montoggio e Torriglia (bivio strada statale 45 di Val Trebbia).

Inoltre la strada provinciale 12 di Nenno, attraverso un suggestivo percorso panoramico, collega il comune con Savignone e Crocefieschi.

Mobilità urbana

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Dal comune di Montoggio un servizio di trasporto pubblico locale gestito dall'AMT garantisce quotidiani collegamenti bus con Valbrevenna e per le altre località del territorio comunale.

Amministrazione

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Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
13 giugno 1985 31 maggio 1990 Emilio Firpo Democrazia Cristiana Sindaco
25 giugno 1990 24 aprile 1995 Emilio Firpo Democrazia Cristiana Sindaco
5 maggio 1995 14 giugno 1999 Emilio Firpo lista civica di centro Sindaco
14 giugno 1999 30 novembre 2000 Emilio Firpo Valbrevenna viva
(lista civica di centro)
Sindaco [38]
30 novembre 2000 14 maggio 2001 Mario Palomba Valbrevenna viva
(lista civica di centro)
Vicesindaco [39]
14 maggio 2001 30 maggio 2006 Mario Palomba Valbrevenna viva
(lista civica di centro)
Sindaco
30 maggio 2006 15 maggio 2011 Mario Palomba Valbrevenna viva
(lista civica di centro)
Sindaco
16 maggio 2011 5 giugno 2016 Michele Brassesco Valbrevenna viva
(lista civica di centro)
Sindaco
5 giugno 2016 4 ottobre 2021 Michele Brassesco Valbrevenna viva
(lista civica di centro)
Sindaco
4 ottobre 2021 in carica Michele Brassesco Valbrevenna viva
(lista civica di centro)
Sindaco

Altre informazioni amministrative

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Valbrevenna fa parte dell'Unione dei comuni dello Scrivia.

  1. ^ a b Statuto del comune di Valbrevenna
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni, Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.
  6. ^ Costituzione de comune di Valbrevenna, in Atti Parlamentari. Camera dei Deputati. Legislatura XVII - 1a sessione - Discussioni - Tornata del 7 giugno 1892., p. 8257.
  7. ^ a b Svolgimento di una proposta di legge. (PDF), in Atti Parlamentari. Camera dei Deputati. Legislatura XVIII - 1a sessione - discussioni - tornata del 13 maggio 1893, Camera dei Deputati, pp. 3407-3408.
  8. ^ Approvazione della proposta di legge per la costituzione del comune di Valbrevenna, in Atti del Parlamento Italiano. Camera dei deputati. Sessione 1892-93, IV, 1893, p. 6207.
  9. ^ Petizioni, in Atti Parlamentari. Camera dei Deputati. Legislatura XVII - 1a sessione - Discussioni - Tornata del 16 giugno 1893, p. 4817.
  10. ^ a b Regio decreto 15 agosto 1893, n. 503, in materia di "Che costituisce alcune frazioni dei comuni di Casella, Savignone e Montoggio, (Genova) nel comune autonomo di Valbrevenna"
  11. ^ a b c d e La nostra Storia, su Comune di Valbrevenna.
  12. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, n. 207, 2 settembre 1893, p. 1.
  13. ^ Manuale ad uso dei Deputati del Parlamento Nazionale. XX Legislatura, Roma, Camera dei Deputati, 1897, p. 114.
  14. ^ a b Regio decreto 24 marzo 1895, n. 99, in materia di "Che stabilisce nella frazione di Carsi la sede del nuovo comune di Valbrevenna e ne determina i confini"
  15. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, n. 88, 31 gennaio 1895, p. 2.
  16. ^ Comuni e sindaci delle provincie, in Calendario Generale del Regno d'Italia per 1898, Roma, 1898, p. 493.
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  18. ^ Censimento della Popolazione del Regno d'Italia al 10 febbraio 1901, V, Ministero di agricolutra, industria e commercio, 1904, p. 258.
  19. ^ Annuario Generale d'Italia, vol. 1, Genova, Stabilimento tipografico G. B. Marsano, 1935.
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  38. ^ Deceduto durante la carica amministrativa
  39. ^ Subentra con Decreto del Presidente della Repubblica del 15 gennaio 2001 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 21 del 26 gennaio 2001
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  • Giovanni Battista Crosa di Vergagni, I Fieschi e la Valbrevenna, Sagep, 2023, ISBN 9788863739565.
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  • Giorgio Bassoli, La valle dei castori. Alla scoperta della Valbrevenna, Libro più, 2005.
  • Giovanni Pent, Savignone, Casella, Valbrevenna. Realtà odierna e prospettive di sviluppo dell'economia agricola di tre comuni dell'alta Valle dello Scrivia, Comitato sviluppo agricolo Valle Scrivia, 1960.
  • Gaetano Ferro, Valbrevenna, in L'Emigrazione nelle Americhe dalla provincia di Genova: La parte occidentale della provincia e il capoluogo, Università di Genova, 1990.
  • Consorzio Rurale di Clavarezza, Cappellette di Valbrevenna (PDF), Comune di Valbrevenna, 2022.

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