Utente:El Tarantiniese/Sandbox

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Amore paterno
Titolo originaleRape Chris
Durata113'
Regia{{{regista}}}

«...e quando l'istinto umano non riesce più a controllarsi, è allora che si arriva alla follia. E dalla follia si scende ai gradi più bassi dell'essere umano, ed è allora che si arriva all'omicidio!»

Amore paterno (in originale, Rape Chris) è un film del 2006, diretto da Tancredi Bua e basato su una sceneggiatura di Alessandro Salamone. Il film ricevette svariati premi, tra cui "miglior film" del 2007 e "miglior sceneggiatura non originale" al Festival di Cannes. Nonostante i premi vinti, il film non venne subito ben accolto dal pubblico e dalla critica, probabilmente a causa dei crudi argomenti trattati, come la pornopedofilia e altre tematiche scottanti. Il film annovera un cast eccezionale, a partire dal folle Jack Cunninghum (interpretato magistralmente da Jack Nicholson) a finire con il cammeo iniziale di Tom Hanks, Ben Cunninghum. Il film uscì nelle sale in contemporanea mondiale, il 27 settembre 2006.

{{trama}} La famiglia Cunninghum è una sorta di quadro della perfezione; nonostante la madre del giovane Chris (Haley Joel Osment) sia morta da un paio di mesi, il colpo sembra essersi assestato bene, specie grazie al pronto trasferimento dello zio Ben (Tom Hanks) in casa Cunninghum. Jack Cunninghum (Jack Nicholson), fratello di Ben e padre di Chris, è al momento la figura del padre perfetto.

Nonostante la facciata più o meno rosea, la vita extra-domiciliare di Chris è un inferno. I ragazzi più grandi lo prendono in giro e non riesce ad approcciare con nessuna ragazza: decide allora di partecipare ad un Torneo di wrestling di nascosto, per rendersi più grande dinanzi agli occhi dei suoi compagni. Si fa accompagnare da suo zio Ben in biblioteca, con il pretesto di dover fare una ricerca. Quando la sera, lo zio Ben ritorna a prenderlo, Chris lo trova morto nella sua auto, ucciso a coltellate da un ladro che lo stava rapinando.

Il padre di Chris, appresa la notizia, inizia a cadere in depressione e riversa le colpe dell'accaduto sul ragazzo. Dal canto suo, il ragazzo inizia a notare strani comportamenti nel padre, che sembrava essere legato anche sentimentalmente allo zio defunto. Subito dopo il funerale dello zio, Jack sprofonda le sue angoscie e le paure nell'alcol.

Una sera, mentre Chris sta per farsi un bagno, Jack, in maniera molto strana gli si avvicina e gli domanda in aria perversa se vuole farsi un bagno, nonostante l'ormai elevata età. Il figlio inizia a capire che il padre non è più quello di una volta e nota che egli è attratto dal figlio. Il ragazzo inizialmente fa finta di niente, ma poi, mentre il padre è ubriaco, questi inizia a picchiarlo e degenera nella violenza sessuale contro di questi, che rimane irrimediabilmente traumatizzato.

A scuola, la professoressa Hailey inizia a notare che Chris non si comporta più come prima, sembra essere terrorizzato dalle figure maschili, così indaga e scopre che il padre violenta il figlio da ormai più di un mese. La professoressa consiglia al ragazzo di chiamare la polizia e di avvertirli delle ripetute violenze.

Il ragazzo così obbedisce e si reca al commissariato, dove lo sceriffo Kingston (Michael Parks) asserisce di voler entrare in azione subito per evitare che il padre degeneri in stadi di follia più avanzata. Intervengono subito a casa di Chris e cercano di arrestare il padre, che invece fugge e porta con sé in ostaggio Chris. Inizia una sorta di "duello morale" tra lo sceriffo Kingston, obbligato dal suo lavoro a fermare lo psicopatico pedofilo, e il padre, determinato a lasciare lo Stato e fuggire con il figlio. Ma la lotta tra i due non terminerà in maniera semplice, anzi...

Critiche dei giornali

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«Lento, fulmineo, veloce, schizofrenico, marcato, psicologico, metafisico: non c'è un aggettivo esatto per definire il film di Bua e Salamone, un duo che continua a stupirci dai tempi di "Bloody Bus". Sin dall'inizio della storia, il film presenta una tematica molto difficile da trattare, che i registi scelgono di argomentare a volte in chiave ironica (come la scena in cui Chris è in classe e spiega che suo padre lo violenta), a volte in chiave quasi horror (la scena del bagnetto), per sfociare poi in un finale drammaticissimo che ricorda molto quello di "Oggi è domenica, nonno Sturzo", di Bua. Molto azzeccate le inquadrature, uno splendido lavoro è quello di Sekula, all'opera già con altri film del regista siciliano. Tra una citazione a "Spiderman" ed un'altra a "Signs", il film procede con la sua psicologia criptica e le sue stilistiche gotiche e terribilmente crude. Insomma, alla fine, forse il migliore dei lavori targati Salamone/Bua»

«La famiglia Cunninghum è la "corazzata Potiomsky". Da un lato, abbiamo una splendida facciata, mentre l'interno è un inferno. Jack Cunninghum violenta sessualmente il figlio Chris. Questi si ribella alla crudeltà e alla violenza del padre folle e ricorre allo sceriffo della città dove abitano. Riprendendo la schematica di molti film del genere, Salamone - sceneggiatore - si diverte più volte a giocare con gli stereotipi della famiglia felice americana e ne raccoglie alcuni esempi. I tempi sono freddi, sterili, quasi "robotici", in tutti i casi crudi - come l'argomento trattato. Non facile per persone che sono abituate alle favolette sul folle omicida che hanno un lieto fine, non scontato e non un capolavoro: eppure è un colpo alla storia del cinema il cui tonfo ha già iniziato a scuotere le critiche mondiali.»

  • La scena della colazione iniziale, in cui lo zio Ben parla con Chris delle finali di baseball venne ripetuta più e più volte, causa un incidente con il supporto dei microfoni, Mirko Billone: egli mentre parlava col regista si inceppò più volte, provocando le risate del regista e dell'intera troupe.
  • La scena di pazzia finale del padre venne ideata dopo la stesura del soggetto: infatti, la frase senza senso "agah@agiaaà#àauaoi!a?agh=wAougaoiha...ambulanza" pronunciata dal padre era quello che aveva detto Billone durante le riprese della scena iniziale.
  • Il film che Chris sta guardando alla TV il pomeriggio prima di andare in biblioteca è Quei disperati che puzzano di sudore e di morte, in cui un personaggio di nome Ben muore. Sembra essere un presagio alla morte dello zio nella scena successiva.

Colonna sonora

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La colonna sonora di Amore paterno ripesca dal dimenticatoio alcuni dei migliori brani degli anni ottanta, scegliendo quelli più cupi o più sentimentali. Inoltre, ha il merito di rispolverare le opere di musica classica eseguite da Beethoven e da Mozart. Inoltre, è presente un bellissimo tema di John Williams, che prende spunto - parole testuali - dalle melodie di Nuovo cinema Paradiso di Ennio Morricone.[1]

  1. Main ThemeJohn Williams (3:02)
  2. Japanese BoyAneka (2:56)
  3. Ninth Simphony, fourth movementLudwig Van Beethoven (4:18)
  4. Jack's madnessJohn Williams (1:58)
  5. Take these broken wingsToto (2:34)
  1. ^ Intervista a John Williams su musicaclassica.it; ultimo accesso il 14 novembre 2006.

Possibile PP