The Seven Cities of Gold
The Seven Cities of Gold videogioco | |
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Piattaforma | Atari 8-bit, Amiga, Apple II, Commodore 64, Mac OS, PC booter, Microsoft Windows, macOS, Linux |
Data di pubblicazione | 1984 |
Genere | Strategia |
Tema | Storico |
Origine | Stati Uniti |
Sviluppo | Ozark Softscape |
Pubblicazione | Electronic Arts, Ariolasoft |
Design | Dan Bunten |
Modalità di gioco | Giocatore singolo |
Distribuzione digitale | GOG.com |
The Seven Cities of Gold è un videogioco strategico sviluppato nel 1984 da Ozark Softscape e pubblicato da Electronic Arts. Ideato da Dan Bunten[1], il titolo ha influenzato videogiochi successivi tra cui Sid Meier's Pirates! e Sid Meier's Civilization. Originariamente sviluppato per Atari 8-bit, il gioco è stato convertito per numerose piattaforme, comprese alcune a 16-bit. Il 2 gennaio 1993 è stato pubblicato un remake del gioco dal titolo Seven Cities of Gold: Commemorative Edition, distribuito tramite GOG.com.[2]
Basato sulla leggenda delle sette città d'oro, Seven Cities of Gold è ambientato nel XV secolo durante la colonizzazione del Nuovo Mondo da parte dell'impero spagnolo. Il gioco prevede la possibilità di generare mappe casuali realistiche.
Il giocatore assume il ruolo di un esploratore tardo-quattrocentesco per l'Impero spagnolo, prendendo il largo verso il Nuovo Mondo al fine di esplorare la mappa e interagire con i nativi al fine di guadagnare oro e soddisfare la corte spagnola. Il nome deriva dalle "sette città" di Quivira e Cíbola che si dicevano si trovassero da qualche parte nel sud-ovest degli Stati Uniti. È considerato uno dei primi giochi open world.[3][4][5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Danielle Berry, su dadgum.com.
- ^ (EN) Seven Cities of Gold: Commemorative Edition, su GOG.com.
- ^ Chris Suellentrop, 'Civilization' Creator Sid Meier: 'I Didn't Really Expect to be a Game Designer', su rollingstone.com, Rolling Stone, 8 maggio 2017. URL consultato il 19 luglio 2017 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2017).«Pirates! was probably the second open-world game after Seven Cities of Gold.»
- ^ David Koon, Dani Bunten changed video games forever, su arktimes.com, Arkansas Times, 8 febbraio 2012. URL consultato il 19 luglio 2017.«Seven Cities of Gold, an Ozark Softscape title produced for EA in 1984 that eventually became the best-selling game of Bunten's career, was one of the first video games to take a stab at an 'open world' concept, allowing players to explore a virtual continent and set their own path rather than follow a regimented series of events.»
- ^ Kat Bailey, These games inspired Cliff Bleszinski, John Romero, Will Wright, and Sid Meier, su engadget.com, Engadget, 9 marzo 2012. URL consultato il 19 luglio 2017.«It was one of the first games with randomized maps and an open world.»
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Alla scoperta dell'America (JPG), in Videogiochi, n. 27, Milano, Gruppo Editoriale Jackson, giugno 1985, pp. 28-36, ISSN 0392-8918 .
- The Seven Cities of Gold (JPG), in Home Computer, n. 15, Milano, Gruppo Editoriale Jackson, luglio 1985, pp. 39-40, OCLC 954849327.
- The Seven Cities of Gold (JPG), in Super Commodore 64, anno 2, n. 11, Milano, J.soft Editrice, dicembre 1985, pp. 41, 44, OCLC 955393883.
- The Seven Cities of Gold (JPG), in Commodore Computer Club, n. 21, Milano, Systems Editoriale, giugno 1985, p. 73, OCLC 955780203.
- The Seven Cities of Gold (JPG), in Commodore Time, anno 1, n. 6, Milano, Schirinzi, dicembre 1986, p. 79, OCLC 955369159.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Kim Lemon, The Seven Cities of Gold, su Lemon64.com.
- (EN) Maciej Miszczyk, Seven Cities of Gold, su Hardcore Gaming 101, 21 giugno 2015. URL consultato il 27 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2015).
- (EN) Seven Cities of Gold: Commemorative Edition, su MobyGames, Blue Flame Labs.
- Roberto Nicoletti, The Seven Cities of Gold, su Ready64.org.
- (EN) The Seven Cities of Gold, su Atarimania.com - 400 800 XL XE.
- (EN) The Seven Cities of Gold, su Hall of Light - The database of Amiga games - abime.net.
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