Sarah Wildor

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Sarah Wildor (Eastwood, 1972) è una ballerina e attrice britannica.

Ha studiato danza alla Royal Ballet School e nel 1991 è stata scritturata dal Royal Ballet, di cui è diventata solista nel 1995 e prima ballerina nel 1999. Nei suoi dieci anni con la compagnia ha danzato in molti dei maggiori ruoli femminili del repertorio, tra cui Giulietta in Romeo e Giulietta (MacMillan), Manon in L'histoire de Manon (MacMillan), le eponime protagoniste in Giselle (Wright), Anastasia (MacMillan) e Ondine (Ashton), Titania in The Dream (Ashton), Cloe in Dafni e Cloe (Ashton), Lise ne La fille mal gardée (Ashton), Swanilda in Coppélia (de Valois) e la Fata Confetto ne Lo schiaccianoci (Wright). Ha lasciato la compagnia nel 2001.[1]

Nel 1997 si era presa una pausa dal Royal Ballet per interpretare la protagonista della Cenerentola di Matthew Bourne a Londra e Los Angeles. Dopo aver lasciato il Covent Garden ha danzato come ballerina ospite con lo Scottish Ballet. Nel 2002 ha recitato nel musical Contact nel West End londinese e per la sua interpretazione ha ricevuto una candidatura al Laurence Olivier Award alla migliore attrice in un musical.[2][3] L'anno successivo ha recitato nel musical On Your Toes, in un ruolo scritto per Natalija Romanovna Makarova.[4] Successivamente ha recitato in diverse opere di prosa, tra cui una riduzione teatrale di Frankenstein, Sogno di una notte di mezza estate e You Can't Take It with You alla Southwark Playhouse nel 2016.

È sposata con il ballerino Adam Cooper e la coppia ha avuto due figli.[5]

  1. ^ (EN) Anna Kisselgoff, DANCE REVIEW; A Royal Ballet Feast of Nostalgia and Homage, in The New York Times, 9 giugno 2001. URL consultato il 23 gennaio 2023.
  2. ^ (EN) Contact, Queen's Theatre, London, su the Guardian, 24 ottobre 2002. URL consultato il 23 gennaio 2023.
  3. ^ (EN) Matt Wolf, Matt Wolf, Contact, su Variety, 8 novembre 2002. URL consultato il 23 gennaio 2023.
  4. ^ (EN) On Your Toes, RFH, London, su the Guardian, 9 agosto 2003. URL consultato il 23 gennaio 2023.
  5. ^ (EN) Pas de deux, in The Guardian, 29 giugno 2005. URL consultato il 29 agosto 2016.

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