Ricorso amministrativo

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando il rimedio di natura giurisdizionale, vedi ricorso giurisdizionale amministrativo.

Il ricorso amministrativo, nel diritto amministrativo italiano, è l'istanza diretta ad una pubblica amministrazione al fine di ottenere una tutela della propria situazione giuridica soggettiva, nella specie di interesse legittimo o, nei casi di giurisdizione esclusiva, di diritto soggettivo. Si configura come un mezzo di tutela non giurisdizionale, bensì giustiziale[1].

Chi ha interesse a far valere un proprio diritto o un proprio interesse legittimo che ritiene sia stato leso da atti o provvedimenti della pubblica amministrazione, può rivolgersi agli organi giurisdizionali (ordinari od amministrativi), ma può anche rivolgersi ad organi della stessa pubblica amministrazione; in questo caso, il mezzo a disposizione degli interessati è il ricorso amministrativo.

Lo scopo principale di questo tipo di ricorsi, è quello di ridurre il ricorso alla magistratura per la composizione delle controversie. Con il ricorso amministrativo si può chiedere il riesame degli atti adottati dalla pubblica amministrazione, per ottenerne l'annullamento, la revoca o la riforma.

Nell'ordinamento italiano sono previsti i seguenti ricorsi amministrativi:

  1. ^ Codice dell'azione amministrativa, pag. 3; Maria Alessandra Sandulli, Giuffrè Editore, anno 2011

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Diritto: accedi alle voci di Teknopedia che trattano di diritto