Giovanni Tommaso Moncada
Giovanni Tommaso Moncada Sanseverino | |
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V Conte di Adernò VIII Conte di Caltanissetta | |
In carica | 1466-1501 |
Investitura | 9 luglio 1466 |
Predecessore | Guglielmo Raimondo Moncada Esfonellar |
Successore | Guglielmo Raimondo Moncada Ventimiglia |
Trattamento | Don |
Altri titoli | Barone del Grano Uno sopra le salme, delle 80 onze annuali sulle entrate di Caltagirone, Signore di Augusta, di Biancavilla, di Centorbi, di Nicolosi e di Paternò. |
Nascita | 1440 |
Morte | 1501 |
Dinastia | Moncada di Sicilia |
Padre | Guglielmo Raimondo Moncada Esfonellar |
Madre | Diana Sanseverino Capece |
Consorte | Raimondetta Ventimiglia Clermont-Lodève |
Figli | Guglielmo Raimondo |
Religione | Cattolicesimo |
Giovanni Tommaso Moncada Sanseverino, conte di Adernò (1440 – 1501), è stato un nobile, politico e militare italiano del XV e del XVI secolo.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque da Guglielmo Raimondo, conte di Adernò e da Diana Sanseverino Capece dei conti di Marsico. Detto anche Gian Tommaso, sposò la nobildonna Raimondetta Ventimiglia Clermont-Lodève, figlia di Antonio, marchese di Geraci, da cui ebbe un solo figlio, Guglielmo Raimondo.[1]
Cavaliere fin da giovanissimo, per i suoi meriti nel 1444 il sovrano Alfonso V d'Aragona gli assegnò una rendita annua di 1.000 scudi sopra la Camera fiscale del Regno di Napoli[2], e lo nominò Gran camerlengo. Nel 1463, fu nominato dapprima maestro giustiziere del Regno di Sicilia[3], e successivamente governatore militare di Catania.[1] Morto il padre nel 1466, gli succedette nel possesso dei titoli e dei feudi di famiglia, di cui ricevette investitura il 9 luglio dell'anno medesimo.[1] Nel 1479, succedette al cugino Antonio Moncada d'Aragona nel possesso della Contea di Caltanissetta, di cui ricevette investitura il 12 luglio dell'anno medesimo.[1]
Tra il 1470 e il 1472, il Moncada esercitò attività diplomatica per conto del re aragonese Giovanni II.[4] Nel 1475, fu nominato capitano generale e presidente del Regno di Sicilia, incarico che ricoprì anche nel 1478, nel 1479 e nel 1494.[1] Nel 1479, fu nuovamente maestro giustiziere dell'isola, nonché castellano del Regio Palazzo di Palermo e del castello di Licata.[1] Tra tutti i nobili siciliani, il Conte Gian Tommaso fu quello a cui ebbe affidata l'amministrazione politico-militare del Regno di Sicilia nel maggior numero di volte, sette.[5]
Nel 1485, gli fu affidato il governo militare di Augusta per difenderla dalle scorrerie dei Turchi.[6] Deputato del Regno nel 1499, esercitò per l'ultima volta la funzione di maestro giustiziere nel 1501, anno in cui morì.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f Spreti, p. 639.
- ^ Lengueglia, p. 441.
- ^ Lengueglia, pp. 445-446.
- ^ Lengueglia, p. 456.
- ^ Lengueglia, p. 458.
- ^ Lengueglia, p. 452.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- G. A. della Lengueglia, Ritratti della prosapia et heroi Moncadi nella Sicilia, vol. 1, Valenza, Sacco, 1657.
- F. M. Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, Della Sicilia nobile, vol. 1, Palermo, Stamperia de' Santi Apostoli, 1754.
- G. E. Di Blasi, Storia cronologica dei Viceré, Luogotenenti e Presidenti del Regno di Sicilia, Palermo, Pensante, 1867.
- G. Savasta, Memorie storiche della città di Paternò, Catania, Galati, 1905.
- V. Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, vol. 5, Bologna, Forni, 1981.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Moncada, Giovanni Tommaso, conte di Adernò e Caltanissetta, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.