Europrogettazione

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Europrogettazione (contrazione di progettazione europea[1]) è una tipologia di project management.[2]

Il neologismo fu coniato a Venezia nel 1998 che indica l'insieme delle attività dirette all’ideazione, stesura e presentazione dei progetti europei, in risposta ad un bando emanato nel quadro di un programma europeo, progetti che consistono nella realizzazione di un determinato programma di attività proposto dagli stessi proponenti. Tale programma di attività, per essere finanziabile, deve caratterizzarsi come innovativo, presentare uno spiccato interesse europeo, risultare in sintonia con le politiche comuni, oltre che con le regole del programma e del bando all'interno del quale viene presentato. Inoltre, a presentarlo e realizzarlo dovrà essere un partenariato transnazionale che comprenda partner di diversi Paesi dell’Unione. Alcuni programmi europei aprono la partecipazione ai bandi anche a partenariati che comprendano partner non UE.

Prima attestazione

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Il termine europrogettazione è stato coniato a Venezia nella seconda metà degli anni novanta nell'ambito del progetto "Europélago", un progetto PASS II[3] presentato da AICCRE (sezione nazionale del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d'Europa), cofinanziato dalla Commissione europea e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Funzione Pubblica. Questo progetto permise per la prima volta di mettere a punto, e testare partendo da situazioni di marginalità territoriale come le isole italiane, programmi didattici e modalità di avvicinamento all'europrogettazione di quelle organizzazioni (come gli Enti locali, le piccole imprese, associazioni) che palesavano le maggiori difficoltà ad utilizzarne le potenzialità[4][5].

Nel 2020 il termine è entrato nell'enciclopedia Treccani, che lo definisce come "attività di ideazione, definizione formale e gestione tecnico-amministrativa di progetti di sviluppo sociale adatti a ricevere contributi dall'Unione Europea, svolta per conto di associazioni senza fini di lucro, imprese, istituzioni ed enti pubblici e privati".[6]

Le attività di europrogettazione possono interessare tanto gli enti pubblici (ministeri, università, comuni, aziende sanitarie, ecc.) che i privati (aziende, associazioni, fondazioni, ecc.) in quanto possibili beneficiari dei bandi europei ad essi destinati. Ogni fase in cui si sviluppa un progetto europeo deve rispondere e sottostare a regole precise e deve essere in primo luogo capace di rispondere con efficacia alle "chiamate" o "bandi" o "inviti a presentare proposte", in inglese "calls", che la Commissione europea pubblica nei diversi settori d'interesse comunitario, dall'agricoltura alle imprese, dalla cultura all'occupazione, ecc...

All'europrogettista sono richieste diverse competenze:

  • nell'ambito del project management, in quanto si occupa del coordinamento di attività, obiettivi, e risultati attesi dal progetto;
  • contabili e finanziarie, utili per l'impostazione del bilancio e per la gestione amministrativa;
  • di alta direzione, comunicazione, e di gestione delle relazioni, per la necessità di coordinare partenariati spesso estesi, e gestire i rapporti con l'Autorità di Gestione e i soggetti esterni;
  • di contenuto tecnico, perché è a lui che spetta primariamente la generazione dell'idea progettuale, e/o la sua prima valutazione di coerenza della stessa rispetto al bando.

L'europrogettista può essere assunto dall'organizzazione o prestare la sua collaborazione come consulente esterno. In ragione dell'elevata competizione esistenti nei programmi gestiti direttamente dalla Commissione europea, l'attività dei professionisti dell'europrogettazione implica la sottoposizione a continuo aggiornamento e la sistematica coltivazione di relazioni pubbliche mirate alla costruzione dei partenariati.

Tra gli europrogettisti si è recentemente delineata una figura parzialmente autonoma, quella dell'agente di progetto. Pur possedendo in toto le competenze dell'europrogettista, l'agente di progetto è colui che, pur non essendo (o essendo stato) coinvolto nella redazione del progetto, si occupa in tutto o in parte dei suoi aspetti strategici, organizzativi e gestionali, siano essi riferiti alla fase preliminare (ad esempio, la definizione dell'idea progettuale, la costruzione del partenariato), piuttosto che alla gestione vera e propria (coordinamento del partneriato e degli outputs, organizzazione degli eventi, rapporti con l'Autorità di gestione), importantissima e particolarmente delicata. In linea teorica questa partizione tende a distinguere l'europrogettista, inteso come autore del progetto, da chi ne è promotore, organizzatore o manager. In realtà la maggioranza dei professionisti che operano in questo settore attualmente non ritiene di potersi autolimitare in modo esclusivo all'uno o all'altro dei due ruoli, che vanno molto spesso esercitati entrambi, magari in tempi diversi.

Numerosi enti organizzano corsi di europrogettazione a diversi livelli e di varia durata[7]. In particolare alcune università private[8] o pubbliche, come ad esempio Venice International University e Università La Sapienza di Roma[9] dedicano all'europrogettazione master o corsi singoli.[10]

  1. ^ Europrogettazione: un percorso per diventare esperto, su erickson.it, Edizioni Centro Studi Erickson. URL consultato il 29 maggio 2023.
  2. ^ Andrea Quaranta, Le professioni ambientali della pianificazione: il green manager, in Professioni verdi: guida ai green jobs, Wolters Kluwer Italia, 2021, p. 20.
  3. ^ PASS è stato un programma finanziato dal Fondo Sociale Europeo la cui finalità era quella di accrescere l’efficacia e l’efficienza delle amministrazioni pubbliche, centrali e periferiche, nell’utilizzo dei fondi europei. Approvato il 16 dicembre 1994 dalla Commissione europea, il programma diventò operativo con la prima delle tre annualità (Pass I) nella prima metà del 1996. Il secondo progetto esecutivo (Pass II) venne approvato nell’aprile del 1997, mentre il terzo ed ultimo (Pass III), che concluse l’attuazione del programma, nel gennaio del 1998. Il programma Pass coinvolse le amministrazioni localizzate nelle aree dell’Obiettivo 1 (quelle, cioè, che maggiormente necessitavano di interventi finalizzati a recuperare le situazioni di “svantaggio” che storicamente ne hanno condizionato lo sviluppo sia a livello socio-economico sia, più in particolare, sul versante della capacità di perseguire politiche di innovazione) nell’offerta di servizi adeguati ai fabbisogni delle comunità di riferimento e in grado di promuovere processi di crescita e di consolidamento dei sistemi produttivi locali. Il programma Pass rappresentò per molte amministrazioni, uno strumento concreto per porre in essere interventi di formazione, assistenza e consulenza, utilizzando risorse finanziarie disponibili e potendo fare ricorso a strutture dell’offerta formativa e consulenziale spesso non facilmente “mobilitabili” in modo autonomo. Il Programma operò attraverso un’ampia gamma di attività accorpabili sinteticamente nelle seguenti azioni: accrescimento delle competenze professionali individuali; immissione di elementi di cambiamento negli assetti organizzativi; sviluppo di sistemi di interazione tra le amministrazioni. Ciò che maggiormente caratterizzò il programma PASS è l’impatto complessivo: con 258 miliardi di lire di investimento in tre anni, Pass fu uno dei maggiori interventi nel settore della formazione per la P.A., non solo in Italia, ma nell’intera Europa. La sua realizzazione comportò un notevole sforzo operativo che, dopo la stasi iniziale tra il 1994 e il 1996, ha prodotto il vaglio di circa 1300 proposte pervenute e l’avvio di 335 convenzioni. La complessità operativa del programma Pass non andò comunque a scapito di una strategia di intervento articolata: alle semplici iniziative formative si sono affiancati interventi di cambiamento organizzativo; trasferimento di capacità progettuali; affiancamento consulenziale, servizi generali di informazione e comunicazione, scambi tra amministrazioni attraverso stage e l’utilizzo di tecnologie telematiche. Rispetto, poi, alla tipologia degli interventi, è risultata significativa la creazione degli “Uffici Europa” all’interno delle amministrazioni, ciò che ha consentito l’avvio di significativi processi di cambiamento organizzativo di quegli enti che sono riusciti a dare alle nuove strutture concreta attuazione.
  4. ^ Di Giovampaolo, Molto più di un progetto: Speciale Europelago, in Comuni d'Europa, XLVII 1999, n. 9.
  5. ^ Una volta terminato il progetto PASS, il progetto Europelago sulla formazione all'europrogettazione è proseguito, e prosegue tuttora, nel quadro delle attività di Venice International University, sempre sotto l'egida dell'AICCRE, ed è diretto dal prof. Giampaolo Peccolo.
  6. ^ europrogettazione, Istituto Treccani. URL consultato il 28 maggio 2023.
  7. ^ 3. Le due discipline oggetto di integrazione: l'euro-progettazione e il project-management, in Guida alla formulazione e gestione dei progetti europei Il modello eU-maps®, Franco Angeli Edizioni, 2020, ISBN 9788835104322. URL consultato il 29 maggio 2023.
  8. ^ Master Universitario Europrogettazione e rendicontazione dei finanziamenti europei, su 24orebs.com, 24 ore Business School / Università degli Studi Guglielmo Marconi. URL consultato il 29 maggio 2023.
  9. ^ Dipartimento di Management, Master in europrogettazione e professioni europee, su web.uniroma1.it, Università La Sapienza. URL consultato il 29 maggio 2023.
  10. ^ Corso singolo in europrogettazione, su uel.unipd.it, Università di Padova. URL consultato il 29 maggio 2023.
  • Graziana Verrecchia, Euro-progettazione con la didattica modulare, Kappa, 2004, ISBN 9788878905603.
  • AA.VV., Linee Guida di Europrogettazione, Ivan Sgandurra (a cura di), Venezia, CLEUP © Centro Universitario di Formazione in Europrogettazione, 2012 (aggiornato nel 2022), ISBN 9788861298842.
  • Mauro Cappello, Guida alla progettazione europea. Come accedere ai programmi a gestione diretta 2014-2020, Maggioli, 2016, ISBN 9788891614001.
  • Carmelo Giurdanella, Diritto dell'Europrogettazione, Cesda, 2016, ISBN 9788899638047.
  • Natascia Tieri, Dalla progettazione europea alla sharing economy. Opportunità di finanziamento per lo sviluppo locale, Aracne, 2018, ISBN 9788825511512.
  • Vanni Resta, Europrogettare con i fondi Horizon e i finanziamenti diretti dell’Unione europea, Università La Sapienza, 2020, ISBN 9788893771351.
  • Claudio Detogni, Progettazione europea e internazionale nel sociosanitario, Franco Angeli Edizioni, 2021, ISBN 9788891705211.
  • Claudio Detogni, Manuale pratico per formulare e stilare proposte di successo nel terzo millennio, Franco Angeli Edizioni, 2021, ISBN 9788835123613.