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Volta a stella
La volta a stella è, in architettura, una tipologia di copertura a volta derivata dalla volta a crociera.
Nel XIII secolo, in epoca gotica, la volta a crociera venne arricchita di nuovi costoloni, che suddividendo le vele, ne aumentarono il sostegno. I disegni geometrici che ne uscirono ricordavano la forma delle stelle, da cui il nome.
Storia e diffusione
[modifica | modifica wikitesto]Dapprima, soprattutto in Inghilterra, i costoloni vennero aggiunti in senso verticale in modo che dai pilastri/colonne raggiungevano direttamente la nervatura di colmo della volta, come nella volta della Cattedrale di Lincoln (risalente al 1225)[1]. Ma, durante la costruzione della volta della Cattedrale di York nel 1291, si raccordarono i costoloni principali con altri secondari che suddividevano la vela in più parti[1] conferivano una forma stellare.
In seguito questa tecnica si diffuse molto in epoca Tardo gotica e impiegata nelle coperture di chiese, palazzi e chiostri. Molto in voga divenne nell'area germanica, soprattutto grazie ai grandi architetti Parler, ma anche nella Penisola iberica. Esempi notevoli si trovano nella Cattedrale di San Vito a Praga, nella Cattedrale di Ulma, e nella Cattedrale di Burgos; versione lignea è la volta stellata della Chiesa Grande di Haarlem.
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Cappella di Santa Barbara, Duomo di Vienna
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Cappella del Conestabile, Cattedrale di Burgos
Volta a stella salentina
[modifica | modifica wikitesto]Conosciuta soprattutto come volta a spigolo, o volta a squadro è, rispetto alle altre coperture a volta, piuttosto recente: non se ne attestano esemplari anteriori al XVII secolo. Questo tipo di copertura è tipico del Salento, tanto che spesso e volentieri la si identifica come volta leccese; essa ha origine dalla necessità di adattare i materiali disponibili in loco (quale la Pietra leccese, piuttosto porosa e friabile) alla costruzione di edifici solidi, ampi e funzionali, ma anche esteticamente gradevoli. Per queste sue caratteristiche, la volta a stella è riscontrabile molto spesso in chiese e edifici del barocco leccese. Esempi di volta a stella si trovano anche in alcune zone della Basilicata e della Campania.
La volta salentina andrà necessariamente impostata su quattro pilastri quadrangolari, eventualmente addossati o inglobati nelle pareti della stanza da coprire. Su di essi si andranno a innestare dei particolari pennacchi, denominati in dialetto salentino 'Mpise (Appese, cioè appigli). Sulle 'mpise si andranno poi a installare le formate, ossia gli archi che definiranno l'altezza e la forma della volta. Sulle formate si innesteranno due calotte simili a una volta a botte, ma leggermente rialzate rispetto alle formate, denominate unghie. A questo punto la volta avrà una forma molto simile a quella di una volta a crociera; lo spazio rimasto, avente la vaga forma di una stella stilizzata, sarà infine coperto da un'ulteriore calotta comprendente la chiave di volta, che va a innestarsi negli spigoli tra le unghie. [2]
In alcuni casi i pilastri non sono quadrangolari ma a forma di L; in questo caso la "stella" formata dalla calotta avrà due punte per braccio, e lo spazio tra essa e le unghie sarà chiuso da un ulteriore elemento architettonico, una specie di cuneo denominato cappuccio. In tal caso la volta potrà essere chiamata a squadro o a doppia stella [3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Andrew Martindale: "Arte Gotica", 1990, Ed. Rusconi Arte, Varese. ISBN 88-18-91024-8
- ^ Copia archiviata, su architetturasalento.it. URL consultato il 22 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
- ^ Copia archiviata, su pinodenuzzo.com. URL consultato il 22 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
Voci correlate
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