Indice
Villa di Corliano
Villa e parco di Corliano | |
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Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Corliano, località di San Giuliano Terme |
Indirizzo | via Statale Abetone e Brennero 50, Rigoli |
Coordinate | 43°46′49.81″N 10°25′43.57″E |
Caratteristiche | |
Tipo | Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI - UEHHA) |
La villa di Corliano è un edificio situato in località Corliano, nel comune di San Giuliano Terme nella provincia di Pisa.
Il "Palazzo al Borgo di Corliano" risale alla prima metà del XV secolo e fu eretto come residenza estiva alle pendici occidentali della riserva naturale dei Monti Pisani nel comune di San Giuliano Terme, lungo la strada statale 12 dell'Abetone e del Brennero e le precedenti Via Julia Augusta e Via Aemilia Scauri, a metà strada tra le città di Pisa e Lucca, nelle vicinanze del Parco di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli.
Il fiorentino Vincenzo di Luca Pitti descriveva la Villa di Corliano come "il più bel Palazzo che sia intorno Pisa" nel 1616.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La villa sorge in un'area che anticamente fu proprietà dei pisani Venuleii[2], una famiglia consolare romana di origine etrusca. Nel 1126 la proprietà risulta in possesso dei figli di Schiero II Visconti di Pisa, rappresentanti degli Obertenghi a Pisa.
La costruzione della villa fu comunque iniziata dagli Spini, famiglia di mercanti e banchieri, proprietari dell'omonimo palazzo fiorentino antistante il Ponte Santa Trinita, nella prima metà del XV secolo forse sui ruderi della villa di L.Venuleius Montanus, duoviro della colonia pisana, console di Attidium (città romana nei pressi di Fabriano), membro dell’antichissimo collegio sacerdotale degli Arvali, che nel 92 d.C. costruì l'acquedotto di Caldaccoli e le Terme di Pisa.
Al 17 giugno 1536 (stile pisano) risale l'atto di vendita della proprietà da parte dei fratelli Giovanni e Bernardo di Francesco Spini[3] di un "Palazzo da Signore, con una scala di fuora, con un ballatoio davanti alla porta maggiore, con fonte e con terra intorno ad uso di detto palazzo", in favore di Pietro di Niccolao della Seta e dietro esborso di 1500 fiorini fiorentini.
I soffitti del salone e del vestibolo di ingresso, affrescati dal pittore fiorentino Andrea Boscoli tra il 1592 e il 1593, rappresentano scene mitologiche tratte dalle Metamorfosi e dai Fasti di Ovidio ed i segni zodiacali associati a ciascun mese del calendario; al centro del salone il grande affresco "Convivio delle divinità"[4]. Si tratta della raffigurazione di un baccanale[5] di divinità romane, volto a cogliere il favore degli astri per alcuni personaggi, ritratti insieme ai committenti - Pietro della Seta e Laura Lanfranchi - e allo stesso Andrea Boscoli[6]. Sede di numerose Accademie da quella degli Svegliati fino alla Colonia Alfea[7], filiazione pisana dell'Accademia dell'Arcadia[8], ha in facciata i fregi dell'Accademia degli Stravaganti (una tartaruga ed una lepre)[9]. All'esterno graffiti tipici del manierismo fiorentino che rappresentano le virtù Accademiche della “Fortezza, Abbondanza e Fortuna”.
Nel 1755 in occasione del matrimonio di Teresa della Seta Gaetani Bocca (1736-1816) con il conte Cosimo Baldassarre Agostini Fantini Venerosi (1722-1793), la villa fu ristrutturata dall'architetto veronese Ignazio Pellegrini (1715-1790). Il Pellegrini mutò l'approccio scenografico del primitivo vialone d'accesso alla villa che da rettilineo e in asse con l'entrata della villa, trasformò in un duplice percorso anulare, lambito, all'interno, da un parco all'inglese e, verso l'esterno, da boschi e uliveti. Il parco già descritto da Giovanni Targioni Tozzetti nella seconda metà del Settecento, è ispirato al rococò; si estende su 7 ettari con piante secolari e rare specie botaniche, racchiude al suo interno una piccola Kaffeehaus del XVIII secolo[10] con un teatro di verzura, la scuderia, il borgo, la fattoria, il frantoio e la chiesa dei Santi Pietro e Paolo[11]. Il frantoio, costruito alla metà del XVIII secolo, produceva l'olio delle olive (coltivate nelle tre tenute di famiglia a Corliano di San Giuliano Terme, a Colleoli di Palaia e a Capannile di Lari) che è stato esportato in Europa e nelle Americhe fino al 1921 con importanti riconoscimenti di numerose esposizioni universali del XIX secolo, ancora oggi conservati nelle cantine della Villa.
Nella villa di Corliano soggiornò nella prima metà del Settecento Enrico Benedetto Stuart, pretendente al trono inglese[12], mentre a metà Ottocento venne messa a disposizione del fisico Carlo Matteucci. Si trovano inoltre menzionate visite di Aonio Paleario, di Giacomo I d'Inghilterra, di Filippo Erasmo di Liechtenstein, di Ferdinando Augusto di Lobkowicz, di Giuseppe Venceslao di Liechtenstein, di Cristiano VI di Danimarca, di Gustavo III di Svezia, di William Hamilton, di Carlo Goldoni, di Vittorio Alfieri, del generale Gioacchino Murat, di Luigi Bonaparte, di Paolina Borghese, di Carlo Alberto di Savoia, dei poeti George Gordon Byron e Percy Bysshe Shelley, della scrittrice Carolina Cornwallis (figlia del generale Cornwallis), di Alessandro Dumas[13].
L'assetto attuale del giardino è fatto risalire alla fine dell'Ottocento: nel 1884, in occasione delle nozze tra il conte Alfredo Agostini Venerosi della Seta e la contessa Teresa Marcello il parco fu rinnovato abbandonando la rigida assialità della disposizione precedente, il prato di fronte alla villa fu unificato e rialzato nella zona centrale in modo da creare un lieve declivio. Una leggenda sostiene che il grande platano secolare di fronte alle scuderie sarebbe stato piantato come Albero della libertà dai francesi repubblicani quando fecero il loro ingresso in Toscana alla fine del Settecento.
La villa è ancora oggi nella disponibilità degli Agostini Venerosi della Seta; una parte del complesso monumentale è riservata ad attività ricettiva extralberghiera di Residenza d'Epoca ai sensi della Legge Regionale 42/2000 (art.58) per la salvaguardia di immobili storici, vincolati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ G. Rasario in M. A. Giusti, G. Rasario, Un itinerario per le ville pisane, Pisa 1986, pp. 40-41
- ^ Lucius Venuleius Montanus e Lucius Venuleius Montanus Apronianus – rispettivamente padre e figlio – sono noti anche da una dedica alla Dea Bona dal territorio di San Miniato, oltre che da un sottile, ma solido corpus di documenti epigrafici: il primo è proconsole di Ponto e Bitinia sotto Nerone, il secondo consacra l'ascesa sociale della famiglia, ottenendo il consolato nel 92; suo figlio (naturale o adottivo) è Lucius Venuleius Apronianus Octavius Priscus, console ordinario nel 123, suo nipote – verosimilmente – l'omonimo console nel 168, con cui la famiglia si estingue, o, comunque, scompare. La storia della villa potrebbe dunque essere letta sullo sfondo dell'ascesa della famiglia, dalla natia Pisa ai fastigi della grande aristocrazia senatoria: la fondazione con il Montanus, all'inizio della carriera senatoria, nell'età claudia; l'esaltazione del ruolo della famiglia, in un sito forse appartato, ma contiguo ai crocevia stradali e marittimi del Tirreno settentrionale, con la costruzione del complesso monumentale negli anni in cui Montanus seguiva i primi passi della carriera del figlio, presentandolo a Pisa con la costruzione delle terme pubbliche, o nel territorio con una dedica ad una divinità importante nella vita agricola: sono gli anni fra il 70 e l'80 in cui dovrebbe ricadere agevolmente la fondazione di un monumento che esprime, come tradisce l'epigramma di Marziale, la ricerca di edifici immersi nel verde, in spazi dilatati, ideali come sfondo architettonico della celebrazione di una famiglia in piena ascesa. (G. Ciampoltrini, Gli ozi dei Venulei, 1994, pp. 119 ss.)
- ^ l'atto del notaio Pietro di ser Andrea de' Macarii, stipulato a Palermo poiché entrambe le famiglie si trovavano nell'isola per seguire le loro attività commerciali, è conservato nell'Archivio storico della famiglia Agostini Venerosi della Seta insieme alle mappe della proprietà
- ^ il Convivio delle divinità è un grande affresco di Andrea Boscoli lungo 15 metri e largo 7 metri che si trova al centro della volta del Salone
- ^ vi è stata dipinta una misteriosa epigrafe esoterica nel banchetto "AMI IN D .. ROMA R ... SIC IN MANO CUM G ..." , che la tradizione familiare vuole essere stata tradotta solo da Marc Bédarride alla fine del settecento
- ^ inusuale nel periodo immediatamente successivo alla Controriforma, diffondeva la credenza ermetica nell'immaginario dell'epoca che le sette divinità planetarie Selene, Elio, Marte, Giove, Saturno, Mercurio e Venere avevano un influsso sulla vita umana, come dipinto anche nel Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia (Ferrara)
- ^ C.M.SICCA, a cura di R.P.Ciardi, Settecento Pisano, Pacini, Pisa, 1990, pag. 230
- ^ fondata a Roma nel 1690
- ^ Fondata nel 1621, questa accademia aveva per motto "Tarde alteretur et velociter currat"
- ^ in omaggio alla più famosa Kaffeehaus del Giardino di Boboli
- ^ Giovanni Targioni Tozzetti, Relazione d'alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana, Firenze, Stamperia Granducale, 1768-1777
- ^ MARY J. CRYAN, Travels to Tuscany, Davide Ghaleb Editore, Vetralla, 2005
- ^ Rasario in M. A. Giusti, G. Rasario, Un itinerario per le ville pisane, Pisa 1986, pp. 40-41
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- E. Forconi, Evexit ad aethera virtus - Cultura accademica e mitologia nella villa di Corliano ai Bagni di Pisa, Felici Editore, Pisa, 2008
- N. Bastogi, Andrea Boscoli, Edifir, Firenze, 2008 Andrea Boscoli. Archiviato il 28 luglio 2011 in Internet Archive.
- A. Baldassari, E. Forconi, A. Panajia, M. Zalum Cardon, a cura di A. Panajia, Villa di Corliano "Il più bel Palazzo che sia intorno Pisa", Felici Editore, Pisa, 2007 Ed.: IT, EN, FR Villa di Corliano. "Il più bel Palazzo che sia intorno a Pisa". Archiviato il 22 maggio 2011 in Internet Archive.
- A. Addobbati, S. Renzoni, C. Balbarini, Estate in villa - Il Lungomonte sangiulianese luogo di villeggiatura della nobiltà pisana, ETS, Pisa, 2007.
- M. Marchetti, "Il giardino di villa Agostini a Corliano: restauro e valorizzazione", tesi di laurea, Pisa: Università degli Studi, anno accademico 2006-07
- Toscana Esclusiva X edizione, Associazione Dimore Storiche Italiane, 2005.
- Mary J. Cryan, Travels to Tuscany, Davide Ghaleb Editore, Vetralla, 2005.
- C. M. Sicca, a cura di R. P. Ciardi, Settecento Pisano, Pacini, Pisa, 1990, pag. 230.
- G. Rasario in M. A. Giusti, G. Rasario, Un itinerario per le ville pisane, Pisa 1986, pp. 40–41.
- Emanuele Repetti, Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana - 1833.
- Giovanni Targioni Tozzetti, Relazione d'alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana, Firenze, Stamperia Granducale, 1768-1777.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa di Corliano
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Homepage Villa Corliano, su villacorliano.it.
- Descrizione Corliano di Giovanni Targioni Tozzetti, 1768, su books.google.it.
- Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI) Pisa: ville private visitabili, su adsitoscana.it. URL consultato il 5 giugno 2007 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2007).
- Fondo per l'Ambiente Italiano (FAI): villa di Corliano (PDF), su fondoambiente.it. URL consultato il 16 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- Villa di Corliano ai Bagni di Pisa: mappa, su panoramio.com. URL consultato il 5 maggio 2019 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2016).
- M.Marchetti, "Il giardino di villa Agostini a Corliano: restauro e valorizzazione", tesi di laurea, su etd.adm.unipi.it.
- Intervista NaradaPress sulla storia della villa (MP3), su naradapress.eu. URL consultato il 14 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
- Intervista Giancarlo Sciascia sul Festival 2009 a Corliano, su youtube.com.
- Backstage opera "Le disgrazie d'Amore" di Antonio Cesti nel salone di Corliano
- video salone di Corliano, su youtube.com.