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Gino Bellante
[modifica | modifica wikitesto]Gino Bellante (Cavalese, 1925 – Cavalese, 2019) è stato un pittore italiano.
Originario di Cavalese (Tn), in Valle di Fiemme, inizia all’età di 16 anni a disegnare e dipingere.
Nel 1946 comincia ad intraprendere viaggi di studio, prevalentemente in Italia, per studiare le arti figurative e le opere dei grandi Maestri.
La visita alla mostra dei Pittori Macchiaioli Toscani del 1955 (Firenze, Forte del Belvedere) sarà un’esperienza fondamentale per la sua impostazione pittorica, in termini di tecnica e composizione.
La prima mostra personale è a Trento, nel 1950, a cui fanno seguito quelle di Cavalese (1955) e la partecipazione alle collettive di Bolzano (1960) e di Venezia (1963).
Nel 1953 vince il I° premio “Incontri della gioventù”, a cui fa seguito la mostra collettiva alla Rassegna Nazionale di Roma.
Dal 1963 al 1972 partecipa a numerose mostre nazionali: Foggia, Campobasso, Modena, Rovereto, Riva del Garda, Reggio Emilia, Bolzano, Cuneo.
È del 1972 la mostra personale a Milano (sede del CAI, Galleria Vittorio Emanuele).
Mostra personale a Trento nel 1973 e partecipazione alla Mostra Nazionale Tavolettisti di Rovereto, dove la sua opera “Aprile” viene segnalata.
Nel 1978 partecipa alla Mostra Nazionale dei "pittori della Montagna” a Torino.
Nel 1988 allestisce una mostra personale a Kassel (Germania).
Sono del 1990 e 1994 due mostre personali a Cavalese.
Nel 2013 viene allestita presso il Centro d’Arte Contemporanea di Cavalese una ampia retrospettiva dedicata al suo lavoro: “Gino Bellante. Pittore” (27 dicembre – 30 marzo 2013), per la quale viene allestito un ampio catalogo con saggi critici.
È del 2016 la mostra “Gino Bellante. L’armonia del paesaggio” presso lo Spazio delle Arti di Trento.
La mostra “Gino Bellante, segno e colore” di Cavalese (dicembre 2017 – gennaio 2018) è dedicata soprattutto ai disegni e alle incisioni, esposte vicino ad una selezione di opere ad olio.
Uno dei suoi quadri è ospitato alla mostra “Alpicultura” (palazzo Trentini, Trento gennaio – febbraio 2020), dedicata alle opere d’arte dedicate alla montagna, insieme ad opere di artisti quali Umberto Moggioli, Fortunato Depero, Eugenio Prati, Dario e Remo Wolf, Bartolomeo Bezzi, Tullio Garbari, Luigi Senesi, Gino Pancheri, Bruno Colorio, Gino Castelli, Carlo Sartori, Riccardo Schweizer, Eraldo Fozzer.
Temi e tecniche
[modifica | modifica wikitesto]La pittura di Gino Bellante può essere inserita in un vasto filone che discende dalla rivoluzione Impressionista, di cui fa propria la tecnica ad olio, il lavoro en plain aire, il rapporto diretto con il paesaggio. Nella sua opera è possibile rinvenire tratti delle esperienze figurative europee tra fine Ottocento e prima metà del Novecento (Cèzanne, Monet, Van Gogh), per arrivare fino al primo cubismo. Notevole l’influsso della pittura dei Macchiaioli, per il taglio orizzontale dell’immagine e per la tecnica di scomposizione della pennellata. I temi ricorrenti sono quelli del paesaggio e della natura morta; frequenti anche i ritratti.
La tecnica principale è quella della pittura ad olio, solitamente su tavola in legno preparata; più raramente su tela.
Disegni a carboncino, sanguigna e matita sono frequenti.
Negli anni ’90 inizia anche a lavorare su piccolissime tirature con incisioni “a punta secca”.