Tamoya ohboya
Tamoya ohboya | |
---|---|
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Ramo | Radiata |
Phylum | Cnidaria |
Classe | Cubozoa |
Ordine | Carybdeida |
Famiglia | Tamoyidae |
Genere | Tamoya |
Specie | T. ohboya |
Nomenclatura binomiale | |
Tamoya ohboya Collins, Bentlage, Gillan, Lynn, Morandini, Marques, 2011 | |
Nomi comuni | |
Medusa di Bonaire |
La Tamoya ohboya è una cubomedusa della famiglia Tamoyidae scoperta nel 2011.
Diffusione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]La T. ohboya è stata scoperta nelle acque di Bonaire, nei Caraibi olandesi. È stata osservata numerose volte nel mar dei Caraibi, fra Saint Lucia, Saint Vincent, il Messico e l'Honduras[1].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'aspetto della T. ohboya ricorda quello di un aquilone: la campana è trasparente mentre i tentacoli sono striati di colori appariscenti. L'esombrella ed i pedalia sono coperti da nematocisti, le cellule urticanti delle cubomeduse. La caratterizzano uno stomaco profondo e i quattro tentacoli colorati, che vanno del rosso scuro el giallo vivo.
La T. ohboya nuota velocemente e non si sposta in gruppo, il che la rende difficile da catturare ed avvistare. Poco si sa del suo ciclo vitale o delle sue abitudini. Si suppone che sia un predatore diurno che si ciba di crostacei e piccoli pesci. La T. ohboya è invece preda delle tartarughe marine e dei pesci luna[2].
Capacità urticanti
[modifica | modifica wikitesto]Dal 1989 ad oggi si sono registrati tre casi di puntura da parte della cubomedusa di Bonaire. La puntura è molto dolorosa, ma in un solo caso è stato necessario il ricovero in ospedale[2].
Nome
[modifica | modifica wikitesto]Per assegnare un nome alle nuove specie, la Coalition on the Public Understanding of Science organizzò una competizione online alla quale parteciparono più di 300 candidati e vinta da Lisa Peck, un'insegnante di biologia al liceo[1]. Secondo la Peck, l'aspetto della medusa avrebbe fatto esclamare agli scopritori "Oh boy!" ("Caspita ragazzo!"), da cui il nome [3]. La T. ohboya è la prima specie del genere Tamoya ad essere scoperto in oltre 100 anni.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Quentin Wheeler, New to Nature No 51: Tamoya ohboya!, in The Guardian | The Observer, 21 agosto 2011. URL consultato l'11 ottobre 2014.
- ^ a b (EN) “Ohboya!” It’s the Bonaire banded box jellyfish, a new species, su Smithsonian Science, 15 marzo 2011. URL consultato l'11 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2014).
- ^ Christine Dell'Amore, La Top Ten delle specie più strane, su nationalgeographic.it, National Geographic Italia. URL consultato l'11 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2014).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Tamoya ohboya
- Wikispecies contiene informazioni su Tamoya ohboya
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Collins, A.G., Bentlage, B., Gillan, W., Lynn, T.H. Morandini, A.C. and A.C. Marques. 2011, Tamoya ohboya, in WoRMS (World Register of Marine Species).