Il mercato degli schiavi (Vernet)

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Il mercato degli schiavi
AutoreHorace Vernet
Data1836
Tecnicaolio su tela
Dimensioni65×54 cm
UbicazioneAlte Nationalgalerie, Berlino

Il mercato degli schiavi (in francese: Le Marché d'esclaves; in tedesco: Sklavenmarkt) è un'opera del pittore francese Horace Vernet (1789-1863), conservata all'Alte Nationalgalerie di Berlino.[1]

La pittura orientalista esplorava dei temi e dei motivi "esotici", presi da culture non europee e che stereotipavano "l'Oriente", e influenzò anche le arti decorative. I dipinti orientalisti non erano dei documenti realistici, quanto piuttosto delle fantasticherie romantiche che evocavano la passione, l'erotismo, il "primitivismo" dell'Oriente.

L'orientalismo è un movimento artistico che ebbe inizio gradualmente e si sviluppò soprattutto in Francia, dopo la campagna d'Egitto del 1798. Si formò all'interno di altri movimenti artistici, come il romanticismo, l'esotismo e il neoclassicismo. Nel diciannovesimo secolo lo schiavismo e i mercati degli schiavi erano ancora in vigore in Medio Oriente. I dipinti orientalisti ebbero successo, soprattutto in Italia, in Francia, in Inghilterra e in Germania, e oggi si trovano in dei grandi musei, soprattutto negli Stati Uniti. Queste opere erano realizzate con una tecnica accademica attenta e le nudità esposte soddisfacevano l'occhio.[2]

Gli schiavi, nel mondo arabo-musulmano, erano adoperati per i lavori agricoli e nelle miniere; le schiave lavoravano nelle case ed erano anche sottoposte allo sfruttamento sessuale: diventavano delle concubine e venivano addirittura costrette a subire degli stupri, durante le lunghe marce di trasferimento nelle piazze dei mercati. Questa tratta di esseri umani cominciò all'epoca della Roma antica e continua ancora nel ventunesimo secolo. Milioni di persone furono schiavizzate: i bianchi dal bacino del mar Mediterraneo e i neri dal cuore dell'Africa.[3]

La scena si svolge per strada in una città non identificabile. Una donna bianca e una nera africana sono unite dallo stesso destino. In mezzo a loro, si erge in piedi un guardiano con un lungo bastone e che indossa un grande caffettano. La nudità delle donne contrasta con il corpo interamente coperto dell'uomo. Dietro di lui si nascondono gli acquirenti arabi. A sinistra, altre due donne bianche sono sedute per terra, coperte da un lenzuolo.

Il pittore si concentra sulla posa sensuale delle figure femminili, considerate come dei nudi "estetici".[2] Certamente egli condanna il commercio selvaggio di esseri umani, ma fantastica anche sulle pose sensuali delle schiave: un miscuglio insolito di pietà e lussuria.[1]

Un dipinto simile, un olio su tela di 136 centimetri × 112, venne venduto nel 2021 alla galleria Jennmaur di San Francisco.[4]

  1. ^ a b (DE) Sklavenmarkt - Deutsche Digitale Bibliothek, su www.deutsche-digitale-bibliothek.de. URL consultato il 6 novembre 2023.
  2. ^ a b (FR) Danielle Ohana e Nicole Lucas, Femmes à l’épreuve de la colonisation et des indépendances: Abécédaire raisonné, Iggybook, 24 aprile 2023, ISBN 978-2-304-05434-7. URL consultato il 6 novembre 2023.
  3. ^ (FR) Jacques Heers, Les negriers en terres d'islam : la premiere traite des noirs, viie – xvie siècles, Parigi, Perrin, 2003.
  4. ^ (EN) Le Marchand d'esclaves, su www.artnet.fr. URL consultato il 6 novembre 2023.
  • (FR) Félix de Bona, Une Famille de peintres : Horace Vernet et ses ancêtres, Lilla, Desclée, de Brouwer et Cie, 1891.
  • (FR) Horace Vernet : 1789-1863 : Académie de France à Rome, École nationale supérieure des beaux-arts, Paris, mars-juillet 1980, Roma; Parigi, De Luca; École des beaux-arts, 1980.
  • (FR) Lynne Thornton, Les Orientalistes Peintres voyageurs, Courbevoie, ACR Édition Poche Couleur, 1994.
  • (FR) Carolina Brook, Delacroix et le romantisme en France : Jean-Auguste-Dominique Ingres, Horace Vernet, Théodore Géricault, Camille Corot, Paul Delaroche, Théodore Chassériau, Parigi, "Le Figaro" : les Éd. du Toucan, 2008.
  • (FR) Horace Vernet, Horace Vernet, 1829-1834 : correspondance publiée par François Fossier, Isabelle Chave et Jacques Kuhnmunch ; coordination scientifique, Marc Bayard, coordination éditoriale, Virginie Schmitt ; [publiée par l'] Académie de France à Rome [et la] Société de l'histoire de l'art français, Parigi, Romme, éditeurs divers, 2010.
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