Fortuna Novella
Fortuna Novella Riudavetz, detta Mamma Mahón (Carloforte, 25 settembre 1880 – Mahón, 26 giugno 1969), è stata un'imprenditrice e filantropa italiana.
Per la sua opera di assistenza umanitaria ai marinai italiani internati nel porto spagnolo di Mahón tra il settembre 1943 e il gennaio del 1945 e successivamente per la cura delle tombe dei marinai italiani ivi sepolti fu insignita della stella di prima classe dell'Ordine della Stella della Solidarietà Italiana.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Carloforte, centro tabarchino sull'isola di San Pietro, Sardegna. La famiglia, originaria di Santa Margherita Ligure, si trasferí a Carloforte nel 1793 per proseguirvi l'attività di piccoli armatori di barche per la pesca del corallo. Fortuna Novella vi trascorse l'infanzia e la gioventù per poi sposarsi col ricco commerciante spagnolo Antonio Riudavetz l'8 maggio 1902 a Mahón nell'isola di Minorca. Rimasta vedova e senza figli, si occupò delle proprietà e delle attività commerciali lasciate dal marito.[1]
Dopo l'affondamento della nave da battaglia Roma, nella mattinata del 10 settembre 1943 giunsero nel porto neutrale di Mahón quattro navi militari italiane per esservi internate: l'incrociatore leggero Attilio Regolo e i cacciatorpediniere Mitragliere, Carabiniere e Fuciliere. Oltre ai propri equipaggi le quattro navi avevano a bordo molti dei naufraghi del Roma, tra i quali alcuni deceduti e altri gravemente feriti, alcuni dei quali sarebbero poi morti nell'ospedale di Mahón. Dal 10 settembre 1943 al 15 gennaio 1945 gli equipaggi delle quattro navi rimasero internati a bordo in condizioni materiali e psicologiche non facili, visto anche l'astio delle autorità spagnole di fede falangista.[2]
Essendo Fortuna Novella in quel lasso di tempo l'unica persona italiana residente a Mahón, con qualifica di vice console onorario d'Italia e con una rete di conoscenze influenti, ella riuscí ad ottenere dalle autorità spagnole l'internamento degli equipaggi a bordo delle stesse navi italiane, con la concessione della libera uscita nella cittadina. Per i circa 1.800 militari italiani riuscí a procurare cibo e medicine, a stabilire contatti con le famiglie in Italia, ed aprí le porte delle sue due case ai marinai, dove tra l'altro gli regalò anche gli abiti del defunto marito. A Fortuna Novella questa generosità valse l'appellativo di Mamma Mahón.[3]
Presso il cimitero di Mahón curò le tombe dei militari italiani fino a quando il 29 settembre 1950 fu inaugurato un mausoleo commissionato appositamente dalla Marina Militare italiana.[4]
Qualche anno dopo, su invito della Marina Militare, Fortuna Novella fece un viaggio a Roma, ove fu tra l'altro accolta in udienza privata dal Papa, e a Carloforte, ove nel 2001 le fu intitolata una nuova banchina, denominata Calata Fortuna Novella - Mamma Mahón.[5] Morí a Mahón nel 1969 all'età di 88 anni.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Ilaria Muggianu Scano: Mamma Mahón orgoglio tabarchino: La storia di Fortuna Novella. tottusinpari.it, 24 maggio 2015
- ^ Manuel Nadal de Uhler: Internamiento en Mahón de barcos italianos. Revista General de Marina, 280/1, enero/febrero 2021, armada.defensa.gob.es
- ^ Antonio Cipollina: La storia di Mamma Mahon - Il Fatto. carloforte.net, 15 luglio 2001, su carloforte.net. URL consultato il 30 gennaio 2023 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2023).
- ^ Antonio Cipollina: Mamma Mahon (Fortuna Novella). lavocedelmarinaio.com, 10 maggio 2020
- ^ Teresa Spano: Fortuna Novella, la mamma di tanti giovani marinai. sardegnasoprattutto.com, 19 ottobre 2013