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Di Rovasenda
di Rovasenda | |
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Vici et vivo Gothici ex Italia pulsi sanguinis reliquiae Leone rampante di oro su rosso - aquila coronata di nero su oro in capo Cimiero: un fanciullo al naturale tenente sulla destra una spada. | |
Titoli | Signori di Rovasenda (m.), nobili dei conti del Melle (mf.) I mpr. delle quattro linee portano rispettivamente i titoli di: conti del Melle, signori di Nomaglio, signori di Tavagnasco; conti; conti di Ceresole e Palermo; marchesi di Gazelli e Chiossanico |
Etnia | Italiana |
I di Rovasenda sono una famiglia nobile che ebbe dal XII secolo il dominio feudale su Rovasenda (provincia di Vercelli). È ancora oggi fiorente il ramo della famiglia che discende da Emanuele di Rovasenda (deceduto il 4 marzo 1957), Conte di Ceresole e Palermo, Nobile dei conti del Melle e Signore di Rovasenda, figlio di Giuseppe e di Alessina Quadro di Ceresole.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Già dal 965, come silva Rovaxinda, il feudo era stato assegnato dal vescovo di Vercelli, Ingone, al conte di Vercelli, Aimone[2]. Nel XII secolo, i figli di Giovanni di Biandrate[3], Alberto, Guglielmo, Guido e Risbardo, sono considerati i capostipiti della famiglia, avendo assunto come cognome il titolo del feudo[2], il quale doveva essere già in possesso della famiglia paterna con ampi poteri (ius gladii e facoltà di battere moneta)[4]. Nel 1170 Alberto di Rovasenda fece costruire una rocca fortificata, intorno al quale sarebbe successivamente sorto l'attuale borgo di Rovasenda[2].
Nel Trecento i di Rovasenda furono alleati dei Visconti e, dopo il 1355, con i marchesi di Monferrato. Nel 1413, in seguito all'assedio del loro castello, consegnarono il feudo ad Amedeo VIII di Savoia che di nuovo lo riassegnò a loro stessi. Giacomo di Rovasenda, fu in seguito primo segretario di Stato dei duchi di Savoia.
Nel 1460-61 il castello venne rinnovato con l'edificazione di una nuova torre[2]. Successivamente alcuni dei membri della famiglia si distinsero al servizio dei Savoia, come militari e giuristi[5].
Nell'Ottocento sono ancora noti:
- il conte Giuseppe di Rovasenda (1824-1913) raccolse una collezione di vitigni e un archivio ampelografico, donati dopo la sua morte all'Università degli Studi di Torino[6]. Anche il fratello Luigi (1826-1917) donò una collezione di fossili dalla collina torinese al Museo di zoologia di Torino. Da Giuseppe discendono gli attuali rappresentanti della famiglia[7];
- il conte Alessandro Di Rovasenda (1858-1943) fu deputato del Regno d'Italia[8];
- Carlo Baldovino di Rovasenda, figlio di Alessandro, divenne nel 1929 frate domenicano con il nome di Enrico (1906-2007).
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Stemma del ramo della famiglia dei conti di Ceresole e Palermo, ancora oggi fiorente
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Targa commemorativa del 1° millennio della Signoria di Rovasenda posta sulla facciata del Castello di Rovasenda
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Il conte Alessandro Di Rovasenda
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Padre Enrico di Rovasenda
Luoghi e architetture
[modifica | modifica wikitesto]- Il castello detto "Castello Vecchio" a Rovasenda che risale al Duecento ed è caratterizzato da una torre a base quadrata[9].
- Il castello detto "Castello nuovo" a Rovasenda che è un semplice rifacimento novecentesco[9].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Andrea Borella, "Annuario della Nobiltà Italiana", Edizione XXXII, Teglio (SO), 2014, S.A.G.I. Casa Editrice, pag. 1796 e 1797
- ^ a b c d Storia del comune di Rovasenda sul sito istituzionale del comune.
- ^ Citato anche come "Giovanni di Biandra", questi sarebbe forse stato un discendente del già citato conte Aimone di Vercelli, morto nel 977: Giuseppe Gabetti, voce "Rovasenda", in Enciclopedia italiana, Treccani, 1936.
- ^ L'imperatore Federico II aveva confermato il possesso del feudo a Bonifacio e Giovanni "di Biandra" nel 1155: Giuseppe Gabetti, voce "Rovasenda", in Enciclopedia italiana, Treccani, 1936. Tra i nomi dei signori di Rovasenda questo autore elenca Alberto, Guglielmo, Albertino e Robaldo.
- ^ Un breve elenco di personaggi appartenenti alla famiglia è riportato sotto la voce "Rovasenda, conti di" nella Enciclopedia on line di Treccani.it. Esistono notizie contraddittorie per i personaggi cinquecenteschi e seicenteschi: G. De Gregory, Istoria della vercellese letteratura ed arti, parte II, Torino 1820, pp.191-193; idem, parte III, Torino 1821, p.192; Giuseppe Gabetti, voce "Rovasenda", in Enciclopedia italiana, Treccani, 1936.
- ^ Scheda sulla collezione di Giuseppe di Rovasenda Archiviato il 29 novembre 2014 in Internet Archive. sul sito dell'Università
- ^ Andrea Borella, "Annuario della Nobiltà Italiana", Edizione XXXI, Teglio (SO), 2010, S.A.G.I. Casa Editrice, vol. 2, pag. 1671-1673; AA.VV., "Libro d'oro della nobiltà italiana", Roma, Collegio Araldico, 2010-2014, Edizione XXIV, vol. XXX, pag. 517-519.
- ^ Scheda di Alessandro di Rovasenda sul Portale storico della Camera dei deputati.
- ^ a b Enrica Roddolo, "Guida ai castelli d'Italia", Asti 1996 pag. 87-88