Ciliata septentrionalis
Ciliata septentrionalis | |
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Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Superclasse | Gnathostomata |
Classe | Actinopterygii |
Sottoclasse | Neopterygii |
Infraclasse | Teleostei |
Ordine | Gadiformes |
Famiglia | Lotidae |
Genere | Ciliata |
Specie | C. septentrionalis |
Nomenclatura binomiale | |
Ciliata septentrionalis Collett, 1875 |
Ciliata septentrionalis (Collett, 1875) è un pesce osseo marino appartenente alla famiglia Lotidae[2].
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]L'areale di C. septentrionalis comprende le coste europee dell'oceano Atlantico e del mare del Nord a partire dalla Cornovaglia e la Manica a sud alla Norvegia settentrionale, comprese le isole Britanniche, l'Islanda e le isole Faeroer[3][4][5][6].
Non è così costiera come l'affine e molto simile Ciliata mustela e si trova su fondi molli di sabbia o fango nei piani infralitorale e circalitorale[1][3][4][5][6] a profondità comprese tra 10 e 90 metri, di solito non oltre i 50 metri[3]. Considerata un tempo rara perché confusa con C. mustela[6] ma in realtà è comune[1].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Questo pesce è molto simile a Ciliata mustela da cui si distingue principalmente per l'avere una fila di tre paia di lobi cutanei simili a piccoli barbigli lungo il labbro superiore[3][4][5] e per avere la bocca più grande[6]. La livrea è bruno scura sul dorso e chiara sul ventre[5].
La taglia massima è di 20 cm[3].
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]La sua biologia è nota in maniera incompleta a causa della confusione con C. mustela[1].
Comportamento
[modifica | modifica wikitesto]Sembra che abbia abitudini notturne e che passi le ore del giorno nascosta sotto pietre o altri rifugi[1].
Alimentazione
[modifica | modifica wikitesto]Si nutre di piccoli animali bentonici, soprattutto crostacei (copepodi, anfipodi, eufausiacei, cladoceri e decapodi), in minor misura cattura anche anellidi e stadi giovanili di vari taxa[7].
Predatori
[modifica | modifica wikitesto]È una comune preda[1] del merluzzo ed è cacciata anche dalla razza Raja radiata[8].
Riproduzione
[modifica | modifica wikitesto]Si riproduce dalla fine dell'inverno alla primavera[1] in acque più profonde di quelle in cui vive abitualmente[3]. Produce uova pelagiche. La maturità sessuale è raggiunta a 6,2 cm nelle femmine e a 7,2 cm nei maschi[1].
Pesca
[modifica | modifica wikitesto]Priva di qualunque importanza, viene catturata in piccole quantità come bycatch durante la pesca a strascico del merluzzo[1].
Conservazione
[modifica | modifica wikitesto]Questa specie appare comune e non è soggetta a pesca né ad impatti di altro tipo; la lista rossa IUCN la classifica come "a rischio minimo"[1].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j (EN) Ciliata septentrionalis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ (EN) Bailly, N. (2015), Ciliata septentrionalis, in WoRMS (World Register of Marine Species).
- ^ a b c d e f (EN) Ciliata septentrionalis, su FishBase. URL consultato il 13 maggio 2021.
- ^ a b c Michael J. Loates Peter J. Miller, Collins Pocket Guide: Fish of Britain and Europe, Harper Collins Publishers, 1997, ISBN 0002199459.
- ^ a b c d Patrick Louisy, Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo, a cura di Trainito, Egidio, Milano, Il Castello, 2006, ISBN 888039472X.
- ^ a b c d J. e G Lythgoe, Il libro completo dei pesci dei mari europei, Mursia, 1971.
- ^ (EN) Food items reported for Ciliata septentrionalis, su FishBase. URL consultato il 13 maggio 2021.
- ^ (EN) Organisms Preying on Ciliata septentrionalis, su FishBase. URL consultato il 13 maggio 2021.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ciliata septentrionalis
- Wikispecies contiene informazioni su Ciliata septentrionalis
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) ITIS Standard Report Page: Ciliata septentrionalis, in Integrated Taxonomic Information System. URL consultato il 13 maggio 2021.