Chiesa di Sant'Elena (San Pancrazio)
Chiesa di Sant'Elena | |
---|---|
Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Località | Sant'Elena (San Pancrazio) |
Coordinate | 46°34′47.36″N 11°03′26.59″E |
Religione | cattolica |
Titolare | Flavia Giulia Elena |
Diocesi | Bolzano-Bressanone |
La chiesa di Sant'Elena è una chiesa cattolica situata a Sant'Elena, nel comune di San Pancrazio in provincia di Bolzano. È sussidiaria della parrocchiale di San Pancrazio e fa parte della diocesi di Bolzano-Bressanone[1][2][3].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Chiesa di fondazione medievale o tardomedievale[4], la prima citazione documentale è del 1278[1][2]. Venne rimaneggiata nel 1332 e nel 1390 (alcune fonti riferiscono di una ricostruzione gotica in questo periodo), e quindi ricostruita in stile tardo-gotico nel 1533 o '63[3][2][3][4]. Nel 1677 la navata venne nuovamente riedificata, con la consacrazione celebrata nel 1698 dal vescovo di Trento; essa venne ulteriormente allungata nel 1730[1][3][4], e contestualmente vennero aggiunte anche la sagrestia e la cantoria[1]. Nel 1723-24 i maestri carpentieri Simon Köfele e Simon Knoll eressero il campanile[1][2][4].
La chiesa venne elevata nel 1744 a espositura per tutti e ventuno i masi del Mariolberg e dello Stafelsberg (le due montagne sovrastanti l'abitato di San Pancrazio), per divenire in seguito curaziale; il primo parroco prese residenza nel vicino maso Halsmann, già dimora del sagrestano di San Pancrazio. Nel 1787, durante l'ufficio di don Christian Hofer, venne costruita la canonica presso la chiesa; in essa venne allestita una stanza ad uso scolastico, fino alla costruzione di una scuola vera e propria accanto[5].
La zona di Sant'Elena si spopolò intorno agli anni 1970: l'ultima perpetua lasciò la canonica nel 1971 e la scuola, ridotta ad una sola classe l'anno seguente, venne chiusa definitivamente nel 1974; l'ultimo parroco fu Richard Edenhauser, che rimase in ufficio sino al 30 agosto 1979. La chiesa non venne però abbandonata: un restauro generale ebbe luogo nel 1989, e l'anno seguente venne restaurata anche la pala d'altare[5].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Esterno
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa si trova isolata su una collinetta in mezzo al bosco[1], a 1550 metri di altitudine sul Mariolberg[4]; fa parte di un complesso architettonico che include anche la canonica e l'ex scuola, oggi "casa dell'incontro"[5]. Una leggenda locale vuole che la fondazione della chiesa sia legata a una vicina miniera, della quale però non v'è traccia[5].
La chiesa si presenta con facciata a capanna, aperta dal portale a tutto sesto e da due finestre, riparati sotto una tettoia in legno; due nicchie, una al centro e una in alto, ospitano le statue di sant'Elena e di sant'Uberto.
Sul fianco sinistro della chiesa si erge il campanile; è una torre a base quadrata con portale protetto da tettoia preceduto da tre scalini, fusto con nicchie mistilinee sui quattro lati e orologio su quello frontale. La cella campanaria, aperta da grandi monofore a tutto sesto, è coronata da un tetto a otto falde spezzato da quattro timpani anch'essi dotati di monofore. È presente una sola campana, fusa da Thomas Zwelfer di Bolzano nel 1695[2].
Interno
[modifica | modifica wikitesto]L'interno è a navata unica, con volta a lunetta sorretta da lesene, con nervature in stucco e decorazione a fogliame e figure di cherubini; il presbiterio rettangolare è concluso dal coro poligonale voltato a stella[1][3][4].
L'altare maggiore è un'opera neoromanica di August Valentin di Bressanone del 1894; esso ospita al centro un bassorilievo di sant'Elena inginocchiata davanti alla Trinità, e ai lati le statue di san Giuseppe e san Luigi Gonzaga[1][2][4]. L'alterale laterale è barocco, della fine del Seicento; nello spazio centrale è inserito un intaglio raffigurante l'apparizione dell'angelo in sogno a Giuseppe e un'insolita immagine di Maria incinta, e ai lati vi sono le statue di san Gioacchino e di sant'Anna con Gesù bambino e Maria fanciulla[2][4].
In chiesa si conservano due dipinti settecenteschi: uno (già pala dell'altar maggiore), realizzato verso il 1710 e raffigurante il ritrovamento della Croce da parte di sant'Elena, e l'altro di san Giacomo del 1776, con tre locuste posate su spighe di grano (riferimento a precedenti invasioni di questi insetti)[2]. Sul parapetto della cantoria sono affisse alcune altre immagini della Vergine, e un bassorilievo scolpito da Josef Schwienbacher nel 1744, copia dell'immagine della Madonna con Bambino che si venera nel santuario di Maria Larch a Terfens[1][2].
Tra gli altri arredi della chiesa, si segnalano i banchi realizzati nel 1894 da Karl e Nikolaus Burgi su disegno di Karl Atz[1][2], l'organo positivo di Ignaz Franz Wörle del 1767[4] e l'altare verso il popolo e l'ambone moderni nel presbiterio[2].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j Conta, p. 299.
- ^ a b c d e f g h i j k Rampl, pp. 227-231.
- ^ a b c d e SANT'ELENA, su Monumentbrowser - Beni culturali - Provincia autonoma di Bolzano. URL consultato il 12 settembre 2024.
- ^ a b c d e f g h i Pannello informativo affisso sulla chiesa.
- ^ a b c d Pannello informativo posto presso la chiesa.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gioia Conta, I luoghi dell'arte, vol. 4, Provincia autonoma di Bolzano, 1996, ISBN 88-85129-21-8.
- (DE, IT) Walter Rampl, Ein Haus voll Glorie schauet - Dimore della gloria divina, Südtirol 3 Alto Adige, Axams, 2019, ISBN 978-3-9502677-5-4.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di Sant'Elena