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Utente:V.Carrabs/Sandbox
Nella verde Irpinia, in Campania, sono situati nella provincia di Avellino degli antichi castelli e ruderi edificati dai Longobardi e dai Normanni. Le strutture subirono modifiche sostanziali nell'epoca rinascimentale: molti castelli si trasformarono in vere e proprie residenze signorili, mentre le fortezze situate nei luoghi poco raggiungibili furono abbandonate.
Diversi di essi svolgono funzioni di tribunale, di carcere, di uffici della magistratura; altri invece svolgono funzione di turismo per il paese.
I castelli
[modifica | modifica wikitesto]Ariano Irpino
[modifica | modifica wikitesto]Avella
[modifica | modifica wikitesto]Sulla riva del fiume Claino si innalza la città di Avella. Essa fu invasa nel VII secolo dai Longobardi costruendo il maestoso castello in un'ottima collocazione dove nel corso degli anni è stato coinvolto in numerosi conflitti a partire dall'invasione dei Saraceni dell'884 per finire a quella Ungara del 937. A causa delle continue invase dei popoli nemici, fu restaurato dai Normanni e modificato in una nobile residenza. I terremoti del 1456 e del 1466 distrussero in parte il castello e nel 1553 Pietro Spinelli lo restaurò. La particolare torre difensiva (Dongione),alla francese “donjon”, è affiancata dalla torre cilindrica su base troncoconica predominano sul castello. La peculiarità del castello è la presenza delle due cinte murarie, la prima edificata dai Longobardi e la seconda edificata dai Normanni. Dove si ricongiungono le due cinte murarie è possibile osservare le diverse abitazioni e una grande cisterna a pianta rettangolare è presente nella cinta muraria interna.
Avellino
[modifica | modifica wikitesto]Bagnoli Irpino
[modifica | modifica wikitesto]Nel VII secolo-VIII secolo nella città di Bagnoli Irpino sorse la difficoltà di difendersi dagli attacchi dei nemici e per questa ragione fu eretto il castello Longobardo. Il massimo splendore si ebbe con la famiglia di Cavaniglia di cui tutt'oggi porta il nome e sotto la loro signoria fu adibito a residenza gentilizia. Esso era edificato sulla nuda roccia e al suo interno aveva 24 vani, strutturato in tre livelli. Fu abitato fino al XIX secolo; poi fu abbandonato. Oggi grazie agli interventi di restauro è possibile visitare i ruderi.
Bisaccia
[modifica | modifica wikitesto]Bonito
[modifica | modifica wikitesto]Le valli dell'Ufita e del Calore Irpino agli inizi del XI secolo furono salvaguardate dalla costruzione del castello di Bonito. Piccola struttura composto da una pianta quadrangolare con un ponte levatoio situato su di un fossato. Demolito a causa del terremoto del 1125 venne riedificato nel XV secolo. Nel XVI secolo cambia la destinazione, da destinazione militare assume quella residenziale. Delle quattro torri angolari oggi sono visibili solo due, le altre furono distrutte dai terremoti del 1702 e del 1980. A causa dei vari sismi il castello venne danneggiato e non fu possibile ottenere l’aspetto originario. All'interno della torre è possibile osservare le pareti circolari e il soffitto con antiche pitture probabilmente di epoca seicentesca.
Calitri
[modifica | modifica wikitesto]Caposele
[modifica | modifica wikitesto]La costruzione del castello nella città di Caposele risale all'anno 1000 per difendere il territorio circostante. Il primo feudatario fu Filippo di Baldano. Nel 1079 il duca di Calabria, Roberto Guiscardo, fece distruggere torri e castelli impossessandosi delle terre di Caposele. Del castello oggi è possibile vedere solo alcuni ruderi.
Capriglia Irpinia
[modifica | modifica wikitesto]Nel X secolo fu edificato il primo castello a Capriglia. Nella città vi percorreva la strada che portava da Avellino a Benevento ed esso fu edificato a guardia di questa strada. Si sono susseguiti diversi feudatari tra cui Ottimo Caracciolo, Niccolò d'Aquino e Maddaloni Diomede Carafa e quest'ultima fece costruire un palazzo residenziale nel XVI secolo sulle rovine del castello medievale.
Castelvetere sul Calore
[modifica | modifica wikitesto]Il paese di Castelvetere sul Calore deve il suo nome dal castello edificato dai Longobardi, posto nella parte più alta dell'abitato. La forma originaria del castello non è più visibile dato le continue modifiche apportate nei secoli trasformandolo da fortezza in nobile residenza signorile. Parti del Castello risultano oggi inglobate all'interno di edifici civili e religiosi, come, per esempio, una torre divenuta parte di edifici privati. Il Castello, dopo la ricostruzione, divenne la Chiesa Madre di Castelvetere sul Calore, dedicata all'Assunta. Per un tempo, infatti,veniva chiamato "Castello di Santa Maria", in ricordo dell'apparizione della Madonna delle Grazie ad una pia vecchietta del luogo, alla quale la Vergine aveva consegnato un Divino Messaggio per il paese. Il corridoio del Maniero conduce all'ingresso di un'abitazione: esso – voltato a botte – è coperto da alcuni pregevoli archi in pietra. L'antico Maniero risulta "soffocato" dagli edifici civili e religiosi confinanti: infatti, agli inizi del XIX secolo si ebbe l'assorbimento dei ruderi del Castello nelle strutture portanti di edifici.
Cervinara
[modifica | modifica wikitesto]Il castello Medievale di Cervinara[1]fu costruito dai Normanni e restaurato dagli Angioini. Abitato dal 1108 da signori tra cui Matilde de Hauteville, Roberto de Molinis, Isabella de Chauville, Giovanni della Leonessa e dalla famiglia dei Caracciolo fino al 1806, anno dell'abolizione dei diritti feudali. Il castello era circondato da un fossato che impediva l'assalto e un ponte levatoio, superato il quale, gli eventuali assalitori accedevano ad uno spazio aperto su cui i difensori potevano infierire con frecce, olio e pece bollenti. Oggi sono visibili i ruderi del castello cui gli abitanti locali lo definiscono come “O’ Castellone”.
Chianche
[modifica | modifica wikitesto]Nell'epoca normanna fu costruito il castello della città di Chianche. Per essere adattato in epoca rinascimentale a residenza nobiliare ha subito delle trasformazioni. Tra le sue mura hanno dimorato: i Pisanello, i Sanseverino, i Caracciolo, i Zunica. Oggi, dato le condizioni in cui riversa il castello in quanto le mura di un lato del castello sono parzialmente crollate, è possibile visitare solo le torri angolari.
Gesualdo
[modifica | modifica wikitesto]Grottaminarda
[modifica | modifica wikitesto]Grottolella
[modifica | modifica wikitesto]Il castello di Grottolella[2] fu costruito su una rocca longobarda già esistente nel XI secolo. Nel 1650 fu trasformato in dimora gentilizia. La sua forma è a pianta quadrangolare, sul lato meridionale sono presenti delle fabbriche ottocentesche addossate al muro perimetrale del castello. L'ingresso è posto tra due torrioni circolari, di cui quello a destra ospita al piano terra una cappella gentilizia con affreschi seicenteschi. Le torri sono costruite con pietre calcaree legata da malta e nella torre dell’angolo sud al suo interno è presente una scala elicoidale.
Lacedonia
[modifica | modifica wikitesto]Il castello di Lacedonia fu edificato agli inizia dell'undicesimo secolo, ricostruito in epoca normanno-sveva e trasformato in castello-residenza nei primi anni del Quattrocento dagli Orsini. A causa del sisma del 1456 il castello fu raso al suolo. Nel 1500-1501 Ferdinando Pappacoda edificò ad ovest del borgo, allora esistente, il castello il quale fu denominato “Castello Nuovo”, per distinguerlo dal più antico, quello degli Orsini. Divenne residenza gentilizia in quanto il feudatario Ferdinando visse in questo castello e vi morì con la moglie Cornelia D'Accio. Quello che rimane della struttura originale è una delle torri e questo dovuto a causa dei terremoti succeduti negli anni. Il castello dopo la fine della famiglia Pappacoda passò in eredità a una suora del Monastero di Pietrasantina in Napoli, che lo vendette nel 1700 circa ad Andrea Doria Panfili, Principe di Genova. La famiglia Onorato comprò il castello dopo l'abolizione dei diritti feudali avvenuto nel 1806 e fu abitato fino al XIX secolo.
Lapio
[modifica | modifica wikitesto]Il castello di Lapio[3] ha origini rinascimentali e da difesa militare del borgo medievale si trasformò a residenza dai Filangieri, di cui prende il nome. Al suo interno è stato suddiviso in stanze modificando la sua struttura originaria dove si possono osservare gli affreschi degli anni 1500. Dell'età normanna oggi resta solo la torre quadrangolare. Attraversando un portale ad arco del XVI secolo, sormontato dallo stemma della famiglia Filangieri, si accede al castello.
Lauro
[modifica | modifica wikitesto]Manocalzati
[modifica | modifica wikitesto]In epoca Longobarda sulla collina di Manocalzati a circa 450 metri di altitudine fu costruito il castello di San Barbato. Nel XVI secolo fu adibito a castello-residenza e negli anni a causa dei terremoti ha subito dei danni. Totalmente restaurato oggi è visibile al suo intero una pianta quadrangolare, due torrioni rotondi e negli angoli due torri quadrate.
Melito Irpino
[modifica | modifica wikitesto]Montecalvo Irpino
[modifica | modifica wikitesto]Nell'anno 1096 dal castello furono inviati dei guerrieri in Terra Santa e in quest'anno si ebbe la prima notizia del castello di Montecalvo Irpino[4] Hanno dimorato feudatari tra cui normanni, angioini e aragonesi modificandone la struttura della fortezza in base alle esigenze difensive dell'epoca. Dopo il sisma del 1456, il quale causò danni al castello, il duca Ettore Pignatelli ottenne il castello ma dall'anno 1501 all'anno 1806 passò ad Alberto Carafa trasformandolo in palazzo ducale nel 1611. Negli anni 1930 e 1962 il castello fu danneggiato a causa degli eventi sismici. Per poter accedere al castello bisogna attraversare un arco costruita nel 1505 che collega al cortile. Internamente la fortezza è divisa in due piani ed è possibile osservare i bastioni settecenteschi costruiti per difendersi dall'assalto delle truppe nemiche.
Montefalcione
[modifica | modifica wikitesto]La costruzione del castello nel paese di Montefalcione risale all'epoca longobarda. Il conte Ariano Giordano quando era in conflitto con il conte Rainulfo, di Avellino, dimorò nel castello. Dal 1150 divenne dimora del normanno Torgisio, a seguire suo figlio Andrea e infine Torgisio, ultimo membro. La struttura originaria dell'età longobarda non è più visibile in quanto ogni possessore ne ha modificato l'aspetto, ciò che è visibile è la torre normanna a pianta circolare.
Monteforte Irpino
[modifica | modifica wikitesto]Il castello di Monteforte Irpino[5] fu costruito dai Longobardi tra il VI secolo e il VII secolo, per sbarrare la strada agli eventuali nemici. La zona, infatti, oltre ad essere un punto obbligato di passaggio verso l'interno dell'Irpinia e verso la Puglia, comincia a popolarsi verso il VI secolo. Nel XV secolo il castello, con l'invenzione della polvere da sparo perse la propria importanza e venne abbandonato. Oggi il castello si presenta allo stato di rudere, planimetria articolata,ponte levatoio, cisterna e masse murarie elevate per una decina di metri, torre principale e altre tre più piccole poste nella parte più vulnerabile. La struttura del castello si erge senza fondazioni, poggiandosi su banchi di pietra.
Montefredane
[modifica | modifica wikitesto]Il Castello Caracciolo, comunemente conosciuto come “Castello di Montefredane”, è di origine longobarda. Il borgo di Montefredane si sviluppò intorno al castello nella metà dell'XI secolo. Nel corso dei secoli, è stato proprietà di famiglie nobiliari, quali i De Tufo, i Capece, i Baldini, gli Orsini di Nola, i Brancaccio, i Ferilli, i Gesualdo, i Ludovisi, e infine i Caracciolo di Avellino (dai quali il castello prende il nome). Costruito come fortezza di carattere militare fu trasformato in dimora gentilizia in epoca rinascimentale. Dal 1650 al 1806 lo ebbero in gestione i Caracciolo fino all'anno 1806 quando furono aboliti i diritti feudali; fu così abbandonato agli inizi del XIX secolo.
Montella
[modifica | modifica wikitesto]Montefusco
[modifica | modifica wikitesto]Montemarano
[modifica | modifica wikitesto]Il castello di Montemarano fu edificato nella seconda metà del VIII secolo ma nella prima metà del X secolo fu distrutto dai Saraceni e successivamente devastato dalle truppe di Ruggiero II il Normanno. Trasformato tra il XV secolo e il XVIII secolo dai nobili della Leonessa e della Marra, la struttura odierna si presenta come un palazzo residenziale con linee architettoniche in stile rinascimentale. Attualmente il Castello è in parte proprietà privata.
Montemiletto
[modifica | modifica wikitesto]Il castello di Montemiletto, comunemente conosciuto come "Castello della Leonessa, fu edificato in età longobarda tra l'VIII secolo e il XI secolo. Nel 1419 il conte de Tocco assediò il castello e nel XVI secolo fu trasformato in residenza gentilizia passando dai de Tocco, ai Durazzo, ai Caracciolo, ai Della Leonessa e successivamente nel 1448 ai de Tocco. Dal 1567 al 1806 i de Tocco furono principi del castello amministrando le rendite feudali. Recentemente il castello è stato restaurato ed è uno dei complessi architettonici meglio conservati.
Monteverde Irpino
[modifica | modifica wikitesto]Il castello di Monteverde edificato nel IX secolo, è posizionato sulla valle attraversata dai fiumi dell'Ofanto e dell'Osento. La sua struttura originaria aveva una pianta trapezoidale con quattro torri cilindriche negli angoli e un ponte levatoio esistito fino agli inizi del secolo scorso, oggi però scomparso. La fortezza ha subito delle trasformazioni sotto la dominazione dei normanni, degli svevi, degli angioini e degli aragonesi. Il sisma del 1851 distrusse il castello e fu ricostruito; la forma odierna è quella tipica dell'architettura difensiva quattrocentesca. Tra le famiglie che si susseguirono si ricordano: gli Orsini, i Grimmaldi nel 1532, i Sangermano nel 1642, i Caracciolo dal 1689 al 1806, abolizione dei diritti feudali. Il castello ha avuto doppia funzione: funzione di fortezza, proteggere il territorio circostante dalle invasioni nemiche e la funzione di una residenza signorile ospitando famiglie aristocratiche dal 1059 al 1932, anno della morte dell'ultimo proprietario.
Montoro Inferiore
[modifica | modifica wikitesto]Il Castello di Montoro Inferiore fu costruito dai Longobardi ma con l'arrivo delle schiere normanne il castello insieme a tutto il paese venne assegnata a Guglielmo Sanseverino. La regina Giovanna d'Angiò nel 1461 inviò le sue truppe, guidate da Giacomo Piccinino, ad assediare il castello ma con esito negativo. Nel XV secolo fu abbandonato non ritenuto più adatto alle esigenze difensive con l'introduzione della polvere da sparo. Il castello attualmente si presenta allo stato di rudere: sono visibili una torretta a pianta quadrangolare e una torre di circa sei metri d’altezza.
Morra De Sanctis
[modifica | modifica wikitesto]Il castello di Morra De Sanctis fu edificato intorno al VII secolo in età longobarda. I primi danni furono causati dalle truppe tedesche del Duca Luigi di Andegavia e durante la dominazione normanna furono riparati. Si ebbe un ampliamento con la dominazione sveva e nel XVII secolo fu trasformato dai Caracciolo in residenza gentilizia. La struttura necessitava di interventi a seguito del terremoto del 1695, del saccheggio perpetrato da parte delle truppe francesi nel 1799 e, in ultimo, dell'incendio del 1911, nel quale la biblioteca fu completamente distrutta. Restaurato a motivo del sisma del 1980 è attualmente perfettamente conservato.
Nusco
[modifica | modifica wikitesto]La fortezza di Nusco[6]è stata costruita intorno al IX secolo dai Longobardi. Con l'adesione alla Repubblica Napoletana da parte del feudatario Giulio Imperiale e della successiva Restaurazione sanfedista (1799-1806) il castello fu derubato e incendiato. Erano visibili le mura originarie fino al 1908 ma a motivi dei ripetuti sismi le autorità hanno dovuto demolire parte del castello. Attualmente sono visibili solo poche mura del maniero.
Pietrastornina
[modifica | modifica wikitesto]Il Castello di Pietrastornina medioevale fu eretto in epoca longobarda a motivo della difficile accessibilità al sito, e quindi grazie alla sua facile difendibilità, unita alla strategica posizione, consentiva di controllare il territorio circostante. La peculiarità del castello era la costruzione delle scale sulla roccia e delle mura che cingevano tutta la roccia. Durante la dominazione longobarda si costruì il borgo medievale attorno al castello ma l'undici febbraio del 1837, l'amministrazione comunale di Pietrastornina decise di abbatterlo poiché i suoi ruderi, in avanzato stato di decadenza, costituivano un costante pericolo per le abitazioni dell'abitato sottostante.
Pratola Serra
[modifica | modifica wikitesto]Il Castello di Pratola Serra,sorto su una preesistente costruzione romana, è stato costruito, ampliato, e ricostruito ad opera dei Longobardi nei VI secolo, VII secolo e successivi, dei Normanni nel XI secolo-XII secolo e poi dagli Angioini. Certezze sulle sue origini non ne esistono perché nessun vero esperto ha mai messo piede a Pratola Serra, dove tutto ciò che è antico è lasciato nel più totale abbandono, ed ogni variazione costruttiva è opera di un intervento isolato, senza progettualità. La sua forma è irregolare con pareti rette e curve che si adattano allo sperone roccioso sul quale è costruito e che spesso fuoriesce dal terreno con sporgenze rocciose lungo il percorso delle mura. A motivo del sisma del 1980 è stato restaurato alternando però la forma originale.
Rocca San Felice
[modifica | modifica wikitesto]Le origini del castello di Rocca San Felice non ne sono certe ma esisteva già in epoca longobarda e aveva una funzione di controllo sull'intero territorio circostante grazie alla sua posizione strategica. Si susseguirono i Saraceni, i Caracciolo e Giovanni Battista Reale il quale assunse il titolo di barone di Rocca San Felice. Appartenne ai Capobianco fino all'anno 18006, anno in cui furono aboliti i diritti feudatari. I diversi eventi sismici hanno causato danni e crolli al castello, attualmente è possibile vedere solo i ruderi: i resti di una cisterna, una torre principale, delle torrette di avvistamento e un'antica porta di accesso.
San Martino Valle Caudina
[modifica | modifica wikitesto]Il castello di San Martino Valle Caudina è stato edificato intorno al IX secolo in epoca longobarda. Sotto le mura il piccolo paese di San Martino feudo Della Leonessa, il discendente diretto proprietario del castello è il duca Giovanni Pignatelli (cosa rara per il sud Italia dove solitamente con il mutare delle invasioni dinastiche mutavano anche i feudatari). Il duca Pignatelli si è impegnato per ridare vita a castello che agli inizi del 1800 fu abbandonato. Le antiche mura spesse 6 metri alla base circondano un giardino. All'interno del castello è presente un salone in cui sulle pareti vi sono degli affreschi raffiguranti scene relative a episodi storici rilevanti per la casata Della Leonessa. In tutte le sale del primo piano del castello nel 1600 furono create delle controsoffittature per creare degli ambienti più caldi. Nel mastio del primo piano togliendo la controsoffittatura, perché era deteriorata, si rivide nuovamente la volta originale e nella stessa sala si possono osservare una piccola collezione di cassapanche che prima del 1600 erano gli unici mobili fissi presenti nei castelli. In epoca tardo-medievale, quando fu fortezza, nelle prigioni si praticava anche una forma di tortura in alternativa alla pena di morte. In origine il mastio era molto più alto ma nel 1900 fu in parte demolito e attualmente è più basso.
Sant'Andrea di Conza
[modifica | modifica wikitesto]Il paese di Sant'Andrea di Conza tra la fine del XIII secolo e l’inizio del XIV secolo fu posseduto dalla famiglia Poncelly di origine francese i quali costruirono una fortezza per difendere i cittadini. Passò alla famiglia Del Balzo e nel XV secolo ai Gesualdo. Nel XVI secolo il castello divenne vescovado, restaurato nel 1980, a causa del sisma, oggi ospita gli uffici comunali ed è possibile osservare due torri cilindriche: una posta all'ingresso principale, l'altra affaccia sul panorama e sul giardino.
Sant'Angelo a Scala
[modifica | modifica wikitesto]Il castello di Sant'Angelo a Scala fu edificato nella seconda metà del XI secolo diventando luogo di battaglie durante il Medioevo. Nel 1113 il conte Carbone conquistò la fortezza con i suoi soldati e da allora dimorarono signori della stirpe longobarda. Nel 1160 fu donato da Ruggiero II il Normanno a Riccardo de Aquila, nel 1345 passò alla famiglia d'Aquino, nel 1466 al conte Carafa, i quali apportarono modifiche al castello per la creazione di una residenza gentilizia, e nel 1615 alla famiglia Salvo fino all'anno della rivolta dei diritti feudali.
Sant'Angelo dei Lombardi
[modifica | modifica wikitesto]Nel X secolo nella città di Sant'Angelo dei Lombardi[7] venne edificato dai longobardi il fortilizio che con la dominazione Normanna del 1076 venne trasformato in castello. Le continue modifiche apportate nel XVI secolo cambiarono l'aspetto medioevale trasformandolo in residenza gentilizia con l'ingresso principale al lato meridionale. Il castello fu restaurato a causa del sisma del 1980 che colpì l'Irpinia. Dopo essere stato adibito come sede di tribunale e carcere attualmente è sede dell'archivio notarile e uffici della magistratura.
Savignano Irpino
[modifica | modifica wikitesto]Il castello di Guevara è una rinomata opera architettonica situata a Savignano Irpino[8]. I Normanni edificarono il castello nella parte più alta del paese chiamata “Tombola” ed era circondato da una cinta muraria. Deve il suo nome all'ultima famiglia Guevara che si impossessarono di Savignano Irpino diventando Conti fino all'anno 1806, anno dell’abolizione dei diritti feudali e lo trasformarono in un palazzo signorile. Il castello fu abitato fino al 1880 e non subì modifiche poi essendo stato abbandonato per tutto il Novecento alcune parti ritenute pericolanti furono abbattute. Il castello divenne un rudere dopo il sisma del 1980 e solo di recente è stato restaurato.
Senerchia
[modifica | modifica wikitesto]Le origini del castello, probabilmente, sono longobarde o normanne ma l'assenza dei merli sul mastio testimonia la sua presenza già nel IX secolo. Divenne dimora di diverse famiglie: Porzio, Ferrante Rovito, Antonio della Marca, i quali governarono il paese di Senerchia fino al 1600, dal 1700 fino al 1790 passò alla famiglia Guerritore e infine alla famiglia Macedonio, ultimi signori del paese. Le mura esterne, il mastio, l'edificio residenziale, tipiche della struttura medioevale, sono state distrutte e quello che resta sono i ruderi delle mura di cinta e la grande torre centrale.
Serino
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1609 il nobile Angelo Rutoli costruì il castello d’Orano nel paese di Serino. La sua struttura è con pianta quadrilatera con tre torri cilindriche, elevate non oltre i dodici metri, e una quadrata e un cortile interno. I diversi eventi sismici hanno danneggiato il castello e fu così abbandonato. Negli ultimi anni è stato restaurato modificandone però la struttura originaria.
Taurasi
[modifica | modifica wikitesto]Il paese di Taurasi[9] sorse nell’epoca altomedioevale ma notizie sul borgo risalgono al X secolo. Il castello longobardo negli anni 910 e 995 fu distrutto da milizie saracene e i dominatori Normanni lo ricostruirono. Nel 1381 passò a Giacomo Filangieri, nel 1420 al conte Caracciolo e nel 1496 fu quasi distrutto dalle truppe guidate da Francesco II d’Aragona. Nel XVI secolo fu ricostruito per la seconda volta e agli inizi del seicento fu modificato in un palazzo gentilizio. Il castello fu dimora di importanti personaggi tra i quali Eleonora d'Este e Carlo Gesualdo.
Torella dei Lombardi
[modifica | modifica wikitesto]Nel IX secolo il castello di Torella dei Lombardi[10] fu edificato a confine tra il principato di Salerno e quello di Benevento. Il primo feudatario del castello fu Domizio Caracciolo per quattro secoli e lo adibirono in residenza gentilizia. Fino al 1950 appartenne alla famiglia Ruspoli e per questo è conosciuto come Castello “Ruspoli”. Il sisma del 23 Novembre del 1980 distrusse del tutto il castello e con i vari interventi di restauro oggi è sede del Comune e ospita un museo del cinema e alcune associazioni culturali.
Trevico
[modifica | modifica wikitesto]Il castello di Trevico fu edificato nell'epoca normanna e nei secoli successivi al Medioevo venne utilizzato come cava per ricavare pietre e mattoni sfigurando però la struttura di castello. Oggi è possibile vedere solo la torre cilindrica sul lato orientale, la cinta muraria con sei finestre e parte degli ambienti un tempo adibiti ad abitazione. Con la costruzione di una stazione-osservatorio dell’Aeronautica Militare peggiorò la situazione del luogo comportando l'abbattimento delle mura.
Tufo
[modifica | modifica wikitesto]Il Castello di Tufo fu fatto costruire da Raone del Tufo. Divenne nel Medioevo luogo di battaglie e dal XI secolo era nelle mani dei Normanni. Dimorando in queste terre i Longobardi, i Normanni, gli Angioini e gli Aragonesi fecero del Castello un baluardo nella difesa dei loro possedimenti. La corte dei del Tufo, nobili che prendono il nome dal castello, abitarono e governarono il castello fino al 1578. Dopo terremoti, alluvioni, carestie e pestilenze, Tufo andò in feudo al Conte Piatti di Venezia, e, infine, ai Capobianco di Benevento.
Volturara Irpina
[modifica | modifica wikitesto]Il castello di Volturara Irpina[11] fu costruito in età normanno-sveva e rifatto dalla nobiltà aragonese, nel 1700 divenne dimora residenziale. Tra le quattro torri e le mura è presente la fortificazione più antica del castello, il Mastio. Sulle sue origine non si hanno delle notizie certe ma sicuramente fu costruito dai romani per sorvegliare le truppe dei Cartaginesi. La sua posizione, a controllo delle vie di comunicazione tra le valli del Calore Irpino e del Sabato, fece nel medioevo di Volturara Irpina un centro di notevole importanza strategica munito di un forte castello. Attualmente restano visibili solo i ruderi, tracce dell'imponente struttura.
Zungoli
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Approfondimento su Cervinara town.
- ^ Approfondimento su castcampania.it.
- ^ Approfondimento su prolocolapiana.it.
- ^ Approfondimento su terrenet.it.
- ^ Approfondimento su fondoambiente.it.
- ^ Approfondimento su originalitaly.it.
- ^ Approfondimento su comune.santangelodeilombardi.av.it.
- ^ Approfondimento su castcampania.it.
- ^ Approfondimento su angendaonline.it.
- ^ Approfondimento su comune.torelladeilombardi.av.it.
- ^ Approfondimento su proloco-volturara.com.