Ibn al-Kammad

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Abū Ja'far Aḥmad ibn Yūsuf ibn al‐Kammād, noto semplicemente come Ibn al-Kammād (in arabo أحمد بن يوسف ابن الكماد?; Siviglia, ... – XII secolo), è stato un astronomo e astrologo arabo[1], principalmente conosciuto per essere stato un discepolo di Al-Zarqālī. Le sue opere come "al-Kawr alā al-dawr" (in italiano noto come "Le rotazioni periodiche") lo resero famoso non soltanto nella Penisola iberica ma anche nel Nordafrica, specialmente in Tunisia, dove l'astronomo Ibn Isḥāq al-Tūnisī scrisse dei commenti sulle sue opere.

Ritratto di fantasia di Al-Zarqali, maestro di al-Kammād, pubblicato dalla Fundacìón Española para la Ciencia y la Tecnologia di Madrid.

Ibn al-Kammād fu un noto astronomo di al-Andalus che influenzò numerosi scritti di astronomi successivi nelle tradizioni astronomiche araba, ebraica e latina. Le informazioni sulla sua vita sono scarse: probabilmente nacque a Siviglia e trascorse la sua vita lavorativa a Córdoba. Ibn al-Kammād fu un discepolo di Al-Zarqālī (XI secolo), ma non è certo che i due si siano mai incontrati. Ad al-Kammād si riferiscono astronomi successivi di al-Andalus, del Nord Africa e della Penisola iberica, e riferimenti a lui si trovano in fonti arabe, latine ed ebraiche; sembra che fosse conosciuto anche nei Paesi islamici orientali. Il riferimento a un oroscopo lanciato da al-Kammād a Cordova nel 1116-1117, presente nella versione esistente dello zīj di Ibn Isḥāq al-Tūnisī, suggerisce che egli nacque all'inizio del XII secolo. Alcune fonti moderne, a partire dal XIX secolo, suggeriscono che morì nel 1195; tuttavia, alla luce dell'oroscopo citato, questa data dovrebbe essere rivista.

Ibn al-Kammād scrisse tre zījes (manuali astronomici con tabelle): "al-Kawr ʿalā al-dawr", "al-Amad ʿalā al-abad" e "al-Muqtabas", una compilazione dei due zījes precedenti; nessuno di questi documenti sopravvive in una versione completa dell'originale arabo. Ciò che è sopravvissuto è la traduzione latina di al-Muqtabas fatta da Giovanni da Palermo nel 1262 a Palermo[2]. Lo stesso manoscritto contiene diversi capitoli che non appartengono ad al-Muqtabas (probabilmente legati ad "al-Kawr"); anch'essi furono tradotti da Giovanni da Palermo nel 1262 a Palermo. Inoltre, negli ultimi fogli del manoscritto sono presenti anche alcune tavole che non appartengono ad al-Muqtabas, due delle quali sono relative alla città di Salé (Marocco). Alcuni frammenti di al-Kawr e del capitolo 28 di al-Muqtabas sono conservati in arabo[3].

Viene attribuito ad al-Kammād un'altra opera intitolata Mafātīḥ al-asrār tradotto Le chiavi dei segreti . Di questo documento si è preservato un singolo capitolo dedicato alla tecnica astrologica nota come animodar, volta a stabilire l'inizio della gestazione di un neonato.[4]

Il testo è composto da tavole, il loro utilizzo è spiegato tramite trenta canoni[5] chiamate al-Muqtabis. All'interno del documento sono presenti equazioni e operazioni matematiche, le principali permettono il calcolo dell'equazione del tempo e dell'eclissi solare. Le conclusioni matematiche del testo si basano sulle coordinate di Còrdoba e forniscono una serie di informazioni geografiche sulla città. Ad esempio riferimenti alla latitudine cittadina, alla durata dell'esposizione solare così come la posizione radiale del Sole, della Luna e dei principali pianeti del Sistema solare.[6]

Inoltre si focalizza su alcuni temi cari all'astrologia medievale, come il Tasyīr pratica astrologica volta a pronosticare le date di un avvenimento futuro basandosi sulla continuazione artificiale di astri celesti. Nel testo è formulata una controversa teoria per il calcolo della trepidazione, basata sulle opere di Al-Zarqali.[4]

Calcolo dell'equazione del tempo

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In astronomia si intende con equazione del tempo lo scostamento tra un orologio solare e un orologio che misura il tempo in modo regolare, dovuto all'azione congiunta dell'inclinazione del asse terrestre e dell'eccentricità del orbita terrestre. Questa anomalia temporale venne inizialmente attribuita al Sole e fu notata per la prima volta da Tolomeo.[6] Fu poi al centro di un grande dibattito scientifico durante il medioevo e in particolar modo nell'astronomia medievale araba.[7]

Nel testo Ibn al-Kammād procede con il calcolo dell'anomalia solare media utilizzando un'equazione solare, sviluppata da Al-Zarqali.[7]

Calcolo dell'eclissi solare

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Questa operazione viene esposta da al-Kammād dal venticinquesimo al ventinovesimo canone. Il calcolo ha l'obbiettivo di stabilire quando si verificherà la prossima eclissi solare partendo dal calcolo della velocità solare e lunare.[6] Per calcolarle al-Kammād utilizza due importanti equazioni, qui sotto riportate, anche usate da altri autori come Jun Gil de Burgos e in altri documenti come le ''Tavole di Tolosa'' [8].

Vs(1°) = 0:2,22°/h e Vs(180°) = 0:2,34°/h

Vm(1°) = 0:30,12°/h e Vm(180°) = 0:35,40°/h

Il documento illustra anche equazioni relative al calcolo della durata dell'eclissi e della sua intensità, anche detta magnitudo. Sono presenti anche altre operazioni matematiche volte al calcolo del parallasse lunare e solare, così come altre inerenti alla latitudine lunare. Quest'equazioni sono propedeutiche al raggiungimento di stime più accurate per lo stabilimento di eclissi solari venture.[6]

Oltre alle operazioni matematiche sopracitate sono presenti nel testo anche equazioni utili ad altri scopi. Tra queste sono presenti tavole che mostrano il funzionamento di operazioni matematiche volte alla conversione di una data dal calendario arabo a quello romano ed egiziano.[6]

Inoltre sono presenti altri studi fortemente influenzati dall'eredità scientifica di Al-Zarqali come il calcolo dell'apogeo solare e lunare. Entrambe le operazioni si basano su dati e valori elaborati in precedenza da Al-Zarqali.[6]

Nel testo sono anche presenti due lunghi elenchi. Il primo contiene una lista di trenta stelle indicandone il nome, l'intensità, le coordinate e i pianeti associati ad essi (si suppone per legami astrologici). Le coordinate derivano dal catalogo stellare redatto da Tolomeo. La seconda lista è composta da trenta luoghi, per ognuno di essi viene fornita la longitudine e la latitudine. L'elenco riporta le coordinate della città di Còrdoba.[6]

Una traduzione in castigliano di un capitolo sulla trepidazione di Ibn al-Kammād è conservata nella Biblioteca della Cattedrale di Segovia[9]: potrebbe appartenere a uno dei suoi zīj, anche se non ci sono istruzioni sull'uso delle tavole come ci si aspetterebbe dai canoni di uno zīj. Nel capitolo intitolato “Libro sobre çircunferencia de moto sacado por tiempo seculo”, che sembra essere una traduzione di al-Kawr ʿalā al-dawr ("Le rotazioni periodiche") o di al-Amad ʿalā al-abad ("Per l'arco dell'eternità"), Ibn al-Kammād commette un errore rispetto al modello di trepidazione di Zarqālī: egli assume che il moto del polo dell'eclittica attorno al suo epiciclo polare sia uguale al moto della Testa dell'Ariete attorno al suo epiciclo equatoriale. Una spiegazione che mostra lo stesso errore e che viene attribuita ad "alcuni astronomi" si trova nel Tadhkira di Naṣīr al-Dīn al-Ṭūsī. Un altro testo arabo di Ibn al-Kammād è conservato presso l'Iraq Museum di Baghdad[10], anche se finora non è stato studiato.

Rapporto con l'astrologia

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Ibn al-Kammād scrisse anche un trattato di astrologia, il Kitāb Mafātīḥ al-asrār, di cui sono rimasti solo i capitoli 10 e 15. Questi capitoli (Kalām fī al-naymūdār li-taṣḥīḥ ṭawāli ʿal-mawālid), sull'ostetricia astrologica, spiegano come utilizzare le misure astronomiche per determinare la durata di una gravidanza. Sono collegati ad "al-Kawr" e ad alcune tavole che lo accompagnano, ma non appartengono ad "al-Muqtabas".

Critiche e influenze successive

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Ibn al-Kammād venne fortemente criticato da Ibn al-Hāʾim al-Ishbīlī nell'opera di quest'ultimo "al-Zīj al-kāmil" (1205 circa)[11]; Ibn al-Hāʾim rilevò ben 25 errori nell'opera di Ibn al-Kammād, soprattutto in al-Kawr ʿalā al-dawr e in al-Amad ʿalā al-abad. Questi errori hanno principalmente a che fare con i moti solari e lunari, i modelli di trepidazione, la trigonometria, il cronometraggio e l'astrologia. Nonostante ciò, l'influenza di Ibn al-Kammād è visibile in numerosi astronomi successivi che scrivono in arabo, ebraico e latino, come Abū al-Ḥasan al-Marrākushī (nel XIII secolo), Juan Gil, al-Ḥadib, Joseph ibn Waqār e, in particolare, Jacob Corsuno, l'autore delle "Tavole di Barcellona" dedicate al re Pietro il Cerimonioso nel XIV secolo.

  1. ^ Rolando A. Laguarda Trìas, Aclaratorio colombino , University of California, Maldonado, 1996.
  2. ^ Il manoscritto è conservato alla Biblioteca Nacional di Madrid e catalogato MS 10023.
  3. ^ Thomas Hockey et al. (eds.). The Biographical Encyclopedia of Astronomers, Springer Reference. New York: Springer, 2007, pp. 559-560. I frammenti di documenti di "al-Kawr" e di "al-Muqtabas" conservati sono catalogati Escorial MS 939 e Alger MS 1454.
  4. ^ a b Julio Samsó, On both sides of the Strait of Gibraltar: studies in the history of medieval astronomy in the Iberian Peninsula and the Maghrib, collana Handbook of Oriental studies, Brill, 2020, ISBN 978-90-04-43656-5.
  5. ^ Questa suddivisione è valida per la traduzione in latino effettuata a metà XIII secolo, si suppone sia anche presente nell'originale in arabo. Fonte: (EN) Chabás José e Goldstein Bernard R., Ibn al-Kammād’s Muqtabis zij and the astronomical tradition of Indian origin in the Iberian Peninsula, in Archive for History of Exact Sciences, vol. 69, n. 6, 2015-11, pp. 579, DOI:10.1007/s00407-015-0158-8. URL consultato l'11 aprile 2024.
  6. ^ a b c d e f g José Chabás e Bernard Raphael Goldstein, Chapter 7: Andalusian Astronomy: al-Zīj al-Muqtabis of Ibn al-Kammād, in Essays on Medieval computational astronomy, collana Time, astronomy, and calendars, Brill, 2015, ISBN 978-90-04-28174-5. URL consultato il 27 aprile 2024.
  7. ^ a b (EN) José Chabás e Bernard R. Goldstein, Ibn al-Kammād’s Muqtabis zij and the astronomical tradition of Indian origin in the Iberian Peninsula, in Archive for History of Exact Sciences, vol. 69, n. 6, 2015-11, pp. 577–650, DOI:10.1007/s00407-015-0158-8. URL consultato il 27 aprile 2024.
  8. ^ Autore di un manoscritto astronomico datato al XII secolo. Fonte:(EN) Chabás José e Goldstein Bernard R., Ibn al-Kammād’s Muqtabis zij and the astronomical tradition of Indian origin in the Iberian Peninsula, in Archive for History of Exact Sciences, vol. 69, n. 6, 2015-11, pp. 582, DOI:10.1007/s00407-015-0158-8. URL consultato l'11 aprile 2024.
  9. ^ Il documento conservato nella Biblioteca della Cattedrale di Segovia è catalogato MS 115.
  10. ^ Il documento conservato nel Museo dell'Iraq di Baghdad è catalogato MS 296 [782].
  11. ^ Hockey et al. (eds.), pag. 559-560.
  • (ES) Rolando A. Laguarda Trìas, Aclaratorio colombino, University of California, Maldonado, 2006, ISBN 9789500730952.
  • (EN) Emilia Calvo, Ibn al‐Kammād's Astronomical Work in Ibn al‐Hāʾim's al‐Zīj al‐kāmil fī‐ʾl‐taʿālīm: I. Solar Year, Trepidation, and Timekeeping, Liegi, S. M. Razaullah Ansari, 2002.
  • (FR) Mercè Comes, Deux Échos Andalous à Ibn al‐Bannāʾ de Marrākush”, in "Le Patrimoine Andalous dans la Culture Arabe et Espagnole", Università di Tunisi, 1991.
  • (FR) Mercè Comes, "The Accession and Recession Theory in al-Andalus and the North of Africa", in "From Baghdad to Barcelona: Studies in the Islamic Exact Sciences in Honour of Prof. Juan Vernet", Barcellona, Istituto "Millás Vallicrosa” di Storia della Scienza Araba, Josep Casulleras, Julio Samsò, 1996. ISSN 1576-012X (WC · ACNP).
  • (EN) Mercè Comes, "Ibn al‐Hāʾim's Trepidation Model. Suhayl 2: 291–408. “Ibn al‐Kammād”, in Enciclopedia de la Cultura Andalusí. Biblioteca de al‐Andalus, vol.3, Almerìa, Fundación Ifn Tufaye, 2004, pp. 632-734, ISBN 9788493402617.
  • (EN) José Chabas, Bertrand Goldstein, "Andalusian Astronomy: al‐Zīj al‐Muqtabis of Ibn al‐Kammād, Berlino, Springer, 1994.
  • (EN) José Chabas, Bertrand Goldstein, Ibn al‐Kammād's Star List, Copenhagen, Munksgaard, 1996.
  • (EN) José Luis Mancha, On Ibn al‐Kammād's Table for Trepidation, Berlino, Springer-Verlag, 1998.
  • (ES) José Marìa Millás Vallicrosa, Las traducciones orientales en los manuscritos de la Biblioteca Catedral de Toledo, Madrid, Consejo Superior de Investigationes Científicas, 1942, pp. 231-247.
  • (ES) José Marìa Millás Vallicrosa, Estudios sobre historia de la ciencia española, Madrid, Consejo Superior de Investigationes Científicas, 1949, p. 132.
  • (ES) Juan Vernet, Un tractat d'obstetrícia astrològica. Estudios sobre historia de la ciencia medieval, José María Millás Vallicrosa, 1979, pp. 273-300.

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