Discussione:Counseling/archivio1

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Nell'articolo viene sostenuta l'errata idea che il Counseling sia una forma di "psicoterapia".

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La Psicoterapia è riservata per legge solo ai medici ed agli psicologi iscritti all'Albo degli Psicoterapeuti dei rispettivi Ordini Professionali, proprio per tutelare l'utenza.

La professione di Counselor riguarda il sostegno al disagio lieve, non patologico. In Italia è attualmente riconosciuta, ma non regolamentata. I Counselors non possono esercitare funzioni proprie delle professioni mediche, psicologiche o psicoterapeutiche.

12/06/2006 La pagina dedicata al "counseling" non è imparziale!

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Ritengo necessario aprire una polemica.
Le seguenti osservazioni andrebbero riportate (in giusta forma) nella descrizione della voce che al momento appare un mero espediente pubblicitario e di propaganda degli interessi di venditori dei corsi così detti.
Le organizzazioni private che sfruttano la dicitura "counseling" cercano da almeno dieci anni di ottenere una legittimazione e nella loro pubblicità spacciano come tale la mera iscrizione in elenchi periodicamente redatti dal Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, istituto consultivo e privo di alcun potere di regolamento.

La consulenza in Psicologia è sempre stata attività dello Psicologo!

L'introduzione del cosìDetto "counseling" (lo dimostrano i modi contorti con cui viene definito tale inglesismo) è servita solo a superare il divieto normativo di insegnare le "tecniche della relazione" a soggetti estranei alla Psicologia e privi di adeguati titoli. Ciò che infatti avviene in assoluta malafede, nella ignoranza o nella compiacenza ipocrita degli organi preposti: Ordini e Commissioni ministeriali.

Per dettagli più numerosi e incisivi si cerchi il termine "counseling" all'interno del sito Altrapsicologia[1] nel quale si trovano diversi articoli miei e di altri Colleghi.

Grazie dell'attenzione.
Gaetano Dell'Anna - Psicologo

La polemica si definirebbe più appropriatamente una discussione. A parte ciò, l'articolo è a mio parere POV e parziale. Comprendo il punto di vista dello psicologo, ma manca del tutto quello del counselor e questo sbilancia l'articolo. Nello specifico:
  1. "Counseling (o counselling) è un termine inglese ormai di moda anche in Italia che si riferisce ad attività non regolamentate da una legge". Non è del tutto vero in Italia ed è decisamente falso in molti altri paesi, primi fra tutti gli US dove l'attività è regolamentata da leggi specifiche. In Italia, sebbene non per tutte le professioni esista un albo, ci sono diversi corsi di formazione per i diversi counselor e una considerevole mole di vincoli nell'esercizio della professione quando non vi sia un appropriato titolo di studio dietro. E' un pò la polemica medico-omeopata. E' vero che gli omeopati posso esercitare, ma possono farlo con tali e tanti vincoli che non è realistico dire che "Chi esercita l'attività di "counseling" si definisce "counselor" e - analogamente ad altre attività non regolamentate - non ha obbligo alcuno di dimostrare la propria competenza a un'Autorità". Le autorità seguono abbastanza da vicino chiunque sostenga di mettere mano alla slaute fisica o mentale delle persone.
  2. "il così detto counseling psicologico che svolge evidentemente i compiti riservati per legge alla Psicologia" Fa chiaramente trasparire un pregiudizio sull'attività: la legge specifica chiaramente che il counseling si rivolge a situazioni di disagio transitorio e non profondo, perchè situazioni più gravi e consistenti sono a carico di psicologi o di psichiatri. Se i counselor svolgessero ciò che per legge è riservato ad altre figure la legge lo impedirebbe, come impedisce di chiamare medicinali i preparati omeopatici. Se abbiamo delle situazioni di abuso, il che è molto possibile, questo va spiegato con chiarezza con frasi del tipo "sebbene la legge stabilisca una netta distinzione tra la figura dello psicologo e del counselor, nella pratica si registrano sovrapposizioni che rischiano di riflettersi in modo anche grave sull'equilibrio dei pazienti... ecc."
  3. "persone o gruppi con problemi personali che per qualche ragione non si possono (o meglio non si vogliono) classificare come disturbi psicologici più o meno seri". La definizione di disturbo psicologico è tutt'altro che definita e definitiva. Un esempio? Molti considerano l'omosessualità come disturbo psicologico: L'OMS l'ha eliminata dall'elenco delle malattie da pochissimi anni.
  4. "Si dovrà dunque ammettere che il c.d. counselor usa i metodi abilitativi e riabilitativi che la legge riserva allo Psicologo e che hanno lo scopo di aiutare a risolvere problemi di natura esistenziale, contingente e solo teoricamente meno profonda di quanto sia materia della Psicologia." Idem come sopra: si dovrà dunque ammettere è fuor di luogo. Si potrebbe ammettere qualora si fosse d'accordo, cosa che è possibile solo dopo aver valutato i due punti di vista, che qui non sono offerti.
  5. "chiunque lo voglia può mettersi a fare il "counselor", non essendo tale attività regolamentata ne obbligata ad alcuna specifica formazione. (…) Per tali specificazioni tutte le attività psicologiche che possono essere attribuite al c.d.counselor sono legittima ed esclusiva pertinenza dello Psicologo." E' francamente un pò forte. Esitono numerosi corsi di formazione triennale per counselor, cui molti di loro fanno riferimento e senza i quali una istituzioneo organismo difficilmente fornirà un impego. Su cosa la legge chieda e proibisca ai counselor mi sto documentando.

Tinette 09:39, 13 giu 2006 (CEST)[rispondi]

Complimenti per la risposta che mi pare sensata ed equilibrata. --Janus 12:43, 18 lug 2006 (CEST)[rispondi]

Modifica ingiustificata che rende la pagina assolutamente di parte

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Pur comprendendo le ragioni che muovono il signore che ha effettuato la modifica della pagina, forse a ragione, occorre dire che la modifica, così come effettuata, rende la pagina sul Counseling in modo "troppo" evidente una "pagina di parte". Non mi trovo in disaccordo, quando si afferma che l'ambito psicologico è di pertinenza dello psicologo, ma pur tuttavia, occorre rilevare che la stessa figura dello psicoterapeuta è stata per molti anni al centro delle stesse discussioni che oggi giorno rivestono proprio la figura del Counselor, così come occorre notare che una passata legge ha riconosciuto come psicoterapeuti molte figure che dalla loro avevano solo un annoso percorso psicoterapeutico e non la laurea in psicologia. Il che a mio avviso ci riconduce ad una riflessione che va assolutamente fatta. Qual'è il ruolo del counselor? Quali devono essere le sue qualità e le sue competenze? Ma soprattutto, l'aiuto al disagio deve passare per capacità personali o per un percorso puramente accademico? E si, accademico, poichè taluni psicologi si sono seduti veramente poco dall'altra parte mettendo in gioco ed in discussione se stessi. Nell'aiutare l'altro, nel farsi carico del suo disagio, nel comprendere il suo mondo interiore, spesso si soffre... e si cresce. La capacità di costruire un rapporto empatico con l'altro non si apprende sui libri e spesso nemmeno nei corsi per Counselor. La verità, è che non si può e non si devono fare discorsi di classe, ma di mere capacità personali e professionali. E non ultimo va notato che molte delle associazioni di psicoterapia, vedi la Faip o l'ordine degli psicologi della Lombardia riconoscono già tale figura, e non credo affatto che sia solo una questione di lucro. Perchè un Counselor serio, preparato e con un gran percorso psicoterapeutico non dovrebbe essere in grado di aiutare qualcuno che suo malgrado è nel disagio esistenziale e non patologico? Che senso ha in un'epoca in cui le lauree vengono conseguite con crediti formativi o con sconti derivanti da convenzioni con enti di appartenenza, mettersi a fare discorsi così di parte? Capisco e comprendo la preoccupazione mossa a difesa dell'altro, che necessità lo porta al sacrosanto diritto di avere persone qualificate che lo aiutino in taluni frangenti della sua vita, ma questa preoccupazione non è solo dello psicologo, ma anche del counselor qualificato e a mio avviso, di tutti gli uomini che hanno in se il fantastico dono della comprensione dei moti dell'uomo.

saluti

Alessandro Lungarini (Counselor)

Reprimenda.

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"Il signore che ha effettuato la modifica della pagina" è uno Psicologo come si può vedere nella pagina utente [2], che non coltiva interessi economici mediante lo sfruttamento di corsi di alcun genere; mentre la persona non registrata che solleva la questione di imparzialità si definisce un counselor e appartiene a un sodalizio interessato nella compravendita di tale titolo.
Tale autodefinizione - che gli appare sufficiente a praticare la psicoterapia non essendo psicoterapeuta - equivale, in modo evidente, alla circostanza paradossale per la quale Pinocchio, in prigione, essendosi definito innocente non poteva fruire dell'amnistia reale a differenza dei colpevoli: definirsi "counselor" collocherebbe il soggetto interessato in un limbo innocente che lo aliena dal piano formale delle professioni pubbliche, liberali, regolamentate e responsabilizzate.

Le considerazioni di Alessandro Lungarini (Counselor) sono state riportate fedelmente, con piccoli aggiustamenti formali, nella sezione "controversie sul counseling".Kaesar 19:03, 24 giu 2006 (CEST)

In seguito a una modifica apportata da "87.3.234.20" (vds. cronologia) il testo riportato dalle osservazioni di Lungarini non può più essere considerato fedele a quanto da lui esposto.
Kaesar 01:33, 25 giu 2006 (CEST)


Chiarimento

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Accetto la modifica apportata da "87.3.234.20" (vds. cronologia), poichè intendevo per "altro" proprio il fruitore del servizio offerto dal counselor, quindi il cliente. Non di rado, infatti, il counseling viene affiancato alle idee di Rogers e May, dove il cliente, è il solo detentore del suo vissuto e quindi il solo vero esperto di se stesso. Ciò che mi preme spiegare, e forse dal mio intervento precedente non è emerso, è che tale univocità nella proprietà dei vissuti dovrebbe condurre Psicologi, Psicoterapeuti, e counselor, non ad un allontanamento ma semmai ad una sinergia per non dire integrazione. Il Counselor, non di rado ha il compito di "preparare" il cliente alla sua introduzione nella psicoterapia od alla poltrona dello Psicologo. Saremo tutti d'accordo che un disagio non viene mai da solo.. Che fare se il cliente per sue remore non se la sente di andare direttamente dallo Psiocologo, per non parlare dello Psicoterapeuta? Spesso è questo il Counselor, un "amico traghettatore" alla persona competente, da qui la mia convinzione della necessità di integrazione delle terapie (passatemi il termine). Se poi, qualche Counselor non lo fa, sono daccordo, siamo nella pura presunzione, per questo affianco sempre a Counselor la parola "competente", ma da quì a fare di tutta un'erba un fascio ce ne vuole. Purtroppo AHI me! per il comportamento Interessato di molti appartenenti ai sodalizi, meglio abbassare la testa in doveroso silenzio, ma passatemi il concetto da uomo libero, questo è riscontrabile ovunque e non solo nel Counselor ma negli Psicologi e anche negli Psicoterapeuti, finanche nel calcio, ma si sa il senso di appartenenza è parte stessa dell'essere umano. Io,credo, ma parlo per me, che l'importante è non tradire (e per tradire ci metto dalla competenza all'etica, dalla modestia al riconoscimento dei propri limiti) l'altro (il cliente), con cui si costruisce quel difficile rapporto empatico così come lo intendeva la Stein. E questo può sembrare poco ma spesso è tanto difficile... grazie

Lungarini Alessandro

Urgono modifiche

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Ho effettuato le prime modifiche alla pagina che, scusate il tono, era veramente vergnosa per le inesattezze riportate dall'utente Kaesar. Tale utente, forse sconosciuto ai wikipediani, è noto nell'ambiente della Psicologia per promuovere posizioni conservative e ultracorporative. Secondo questo signore, tutto ciò che comincia con lo "psi" davanti sarebbe di esclusiva pertinenza dello Psicologo...

Ora, personalmente non reputo che Teknopedia sia il luogo ottimale per una discussione di questo tipo (ovvero politico-professionale). La voce "counseling" deve riportare cosa sia il counseling punto e basta, darne i cenni storici, etc.

Io ho dato un piccolo abbozzo, spero arrivino presto contributi significativi per ampliare le parti già presenti. Io, in particolare, mi riservo di preparare (e poi pubblicare) del materiale sull'annosa questione dei rapporti tra ccousneling e psicologia. --Janus 16:25, 12 lug 2006 (CEST)[rispondi]

Sto piano piano andando avanti nel completare la voce. Mi sembra di mantenere una posizione equidistante e che non ingeneri confusione in chi legge. Attendo suggerimenti e aiuto nel completare il lavoro. --Janus 12:40, 18 lug 2006 (CEST)[rispondi]

La malafede.

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Già - quella cosa che i seDicenti "counselor" praticano traendo modesti profitti a titolo di mero sfruttamento, senza costruire alcuna cultura ne avere altre speranze, non merita di essere neppure rimbeccata.
Del resto, l'impronta commerciale neocorporativa dei sostenitori di tanto rinnovamento è fatta sempre di ignoranza (nel senso del "non sapere" infantile) e incultura (nel senso di non avere studiato e non avere altro che un ammaestratore per modello).
Tali palesi forme di disadattamento e alienazione portano al parassitismo esercitato per personale propensione e mutuato da personaggi da sempre sostanzialmente disoccupati.
Kaesar 13:14, 29 lug 2006 (CEST)

Dopo aver conseguito la laurea in Psicologia ho deciso di intraprendere la professione di Counseling. Principalmente per due motivi: il primo è che, da un punto di vista di sviluppo clinico della professione, la Psicoterapia non mi interessava; il secondo è che, dopo aver letto alcuni trattati statunitensi, il modello proposto dal Counseling mi ha affascinato. Ho una clientela molto nutrita e, soprattutto, molto felice di non andare da uno Psicologo (per tutti quei problemi ben noti legati al modello Medico). Sono ben felice di aver scelto tale strada (che peraltro mi ha portato a studiare ben più di quanto non abbia fatto all'Università e per più anni che se avessi scelto la specializzazione in Psicoterapia che, solitamente, è quadriennale) e, a margine, non ho né una scuola di formazione né traggo beneficio particolare da tale polemica se non quello di continuare a dimostrare di come "certe persone" siano un po' fuori dal mondo difendendo posizioni anacronistiche. Di sicuro una cosa l'ho imparata: uno Psicologo laureato in Psicologia non è minimamente in grado di esercitare il Counseling, almeno che non lo vada ad imparare. E questo è il vero problema: lo Psicologo cade in una sorta di delirio ritenendo che tutto ciò che comincia per "psi" sia di sua pertinenza e spettanza. Tale posizione è evidentemente dettata da una frustrazione di fondo per l'incapacità sua -e della sua categoria- di svilupparsi coerentemente con lo sviluppo della società moderna. Una posizione infantile: una sorta di narcisismo portato all'estremo che nient'altro nasconde se non un nuclueo depressivo di fondo. Si potrebbe definire, per dirla con Reich, un carattere orale sarcastico. Ma qui mi fermo perché lo Psicologo potrebbe sostenere che, essendo io Dottore in Psicologia, ma non Psicologo in quanto non iscritto all'Albo, sto sconfinando in un terremo che non mi appartiene... )come se la capacità di analisi fosse direttamente proporzionale a quanto si paga l'iscrizione annuale all'Ordine...). Ora il punto è un altro: non si può giudicare il Counseling (e così tutto il resto) in base a chi, eventualmente ne abusa, né tanto meno lo si può giudicare senza conoscerlo, senza averlo studiato. Perché, ripeto, con la laurea in Psicologia, non si apprende il Counseling. E infatti mi è bastato leggere i banali errori commessi nella prima stesura della voce (counseling che deriverebbe dall'inglese... (sic!) piuttosto che counseling tradotto come consulenza (arisic!). Così come faceva veramente "tenerezza" quando cercava di distinguere meticolosamente il Counselor dallo Psicologo... E questa è la vera ignoranza: nel senso di "non conoscenza". Ma, pur non sapendone un'acca, se ne parla ugualmente... Qui si parla di Counseling e basta, perché questo è lo scopo di Teknopedia. Le polemiche si fanno altrove. Quella che ho scritto è la prima stesura del testo: non prendendo sia fantastica (anzi, non lo è per niente, ma è un punto di partenza). Quindi, cortesemente, caro Psicologo, atteniamoci al contesto. --Janus 14:03, 29 lug 2006 (CEST)[rispondi]

Riporto a ragione.

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Ho riportato alle condizioni di NPOV la voce "counseling" augurandomi che futuri contributi si fondino su quanto precedentemente svolto e non siano totali rifacimenti dettati da intenti commerciali e pubblicitari.
Quanto al resto, dubito. Kaesar 14:29, 29 lug 2006 (CEST)

Ma quali intenti commerciali... la voce da me curata è assolutamente neutra: sfido a dimostrare il contrario. E comunque è prassi non di cancellare la voce, ma di correggere e contestare punto per punto gli eventuali passi che non sarebbero neutri. Questo lo si fa quando si hanno argomenti validi. Ovviamente lei non avendone... --Janus 11:22, 31 lug 2006 (CEST)[rispondi]

Ripristino versione precedente

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Può cortesemente lo Psicologo interessarsi di Psicologia e non di Counseling? Sta continuando a postare la "sua" versione allucinata di detto termine. Prego un qualche responsabile di Teknopedia di intervenire per bloccare questo abuso! --Janus 11:06, 31 lug 2006 (CEST)[rispondi]

Punto per punto.

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1) Il termine counseling (o counselling nella sua forma inglese) deriva dal verbo latino "consulo" che significa "prestare il proprio aiuto a chi ne ha bisogno / a chi ne fa richiesta".
(by Janus)[?]

Sbagliato: per etimo anche "consulenza" ha la stessa derivazione e lo stesso significato. In effetti non esiste alcuna sicura traccia di un legame tra "consulo" e "to counseul" e pertanto la somiglianza va ritenuta alla stregua dell'occasionale come nel caso dei "falsi amici".
Comunque la derivazione è etimologica in linguistica, (e per gradi: questo deriva da quello che deriva da qull'altro), mentre è funzionale nella lingua parlata, dove il più recente significato si collega direttamente al precedente e non al più antico, se non surrettiziamente. "Consulo" si riporta quindi all'italiano "consolare" ed equivale a confortare, tenere compagnia; "counseling" invece (se vi è legame etimologico) rientra nella categoria dei termini funzionali attuali e si riferisce all'opera del dare una mano, consigliare.

2) E' importante non procedere ad effettuare la traduzione del termine counseling con consulenza. In italiano, infatti, il consulente è "un esperto -o perito- capace di dare una soluzione ad un quesito di ordine rigorosamente tecnico". Il counselor, invece, può essere definito come "la figura professionale che attraverso le proprie conoscenze e competenze è in grado di favorire la soluzione ad un quesito che crea disagio esistenziale e/o relazionale ad un individuo o un gruppo di individui" (S.I.Co. -Società Italiana di Counseling).
(by Janus)[?]

Certamente "è importante" per chi vuole che si capisca una cosa invece di un'altra; ma la stessa definizione di counselor che viene riportata si attaglia a qualunque categoria di "consulente" e perfino al meccanico, al carrozziere, al barbiere, eccetera.
Tutti i sodalizi che si pubblicizzano come venditori di "counseling", usando quel termine hanno trovato il modo di vendere la formazione in psicologia sia a chi è psicologo (o qualcosa di simile) ma non vuole sentir parlare di "psicoterapia", sia a chi proprio non ha titoli di cultura per apprendere alcunchè ma si arrabatta da mestierante.
L'insegnamento delle techiche di psicologia a chi non è psicologo è vietato dalla legge ordinamentale, ma del resto la Costituzione sancisce la libertà di insegnamento, ed è quindi solo l'ipocrisia di quei seDicenti formatori (che in molti casi nessuno ha mai formato) a provocare tale fenomeno.
Naturalmente uno psicologo (o un Dottore in Psicologia) se non vuole restare disoccupato dovrà adeguarsi o cambiare mestiere; qualcuno finge di fare entrambe le cose.
(segue, forse ;o]
--Kaesar 09:23, 1 ago 2006 (CEST)

Per me possiamo andare avanti a oltranza

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Ciò che sostiene lo Psicologo poggia sul niente. Invito anche altri utenti a partecipare a questa discussione pubblica. Quando si contesta una cosa bisogna anche specificare in base a cosa la si contesta. In ciò che ho scritto ho cercato di riportare, nei limiti del possibile, fonti e bibliografia. Quando da me scritto è sostenuto da autorevoli associazioni ed esponenti universitari, alcuni dei quali si occupano di counseling dagli anni '70. Se ciò si vuole controbattere, lo si faccia citando altrettante fonti autorevoli. Il counseling è ormai una realtà: anche in Italia.

Le peregrine considerazioni sul libero insegnamento e sulla legge di ordinamento sono fanfalucche. Ricordo a questo proposito:

  • l'Ordine degli Psicologi, dalla sua nascita ad oggi, non ha mai (sottolineo MAI) vinto in un Tribunale una causa contro un Counselor accusato di esercizio abusivo della professione, e questo è lo stato dell'arte sulla giurisprudenza disponibile
  • nella Legge di Ordinamento della Professione di Psicologo (L. 56/89) non esiste (sottolineo NON ESISTE) in nessuno dei 36 articoli che la compongono un solo passaggio dove vi sia scritto che "l'insegnamento delle techiche di psicologia a chi non è psicologo è vietato" (forse esiste nei sogni di codesto signore...)
  • forse il distratto Psicologo si riferiva all'art. 21 del codice deontologico... ma dovrebbe ben sapere come è andata a finire sull'articolo in questione... (ovvero l'unica contestazione ritenuta plausibile è stata quella relativa ai reattivi psicodiagnostici)
  • infine, a chi ha tempo e voglia di leggersi un po' di scartoffie, ricordo il Provvedimento n. 7410 dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (risalente al 1999) che stabilisce due principi fondamentali: 1) il CNEL censisce le nuove professioni ed il fatto che una associazione che rappresenta una nuova professione sia chiamata a far parte della Consulta delle professioni non regolamentate di per sé significa che tale professione esiste autonomamente rispetto a quelle regolamentate; 2 non è necessario, per esercitare tale nuova professione, essere iscritti all'associazione accreditata dal CNEL.

Ricordo a margine che è in corso un lungo dibattito (partito nel 1996) che riguarda la riforma delle professioni intellettuali. Dibattito che investe tutta l'Europa e che lo Psicologo sembra ignorare.

Quanto io ho riportato rappresenta lo stato dell'arte da un punto di vista:

  • epistemologico
  • storico-culturale
  • legislativo
  • giurisprudenziale

Da un punto di vista epistemologico si è arrivati (anche da quanto emerso negli ultimi convegni scientifici sull'argomento in Inghilterra e in Italia) alla conclusione che l'intervento di Counseling sia altro rispetto all'intervento Psicoterapeutico (nemmeno paragonabile, invece, alla consulenza psicologica).

Da un punto di vista storico-culturale devesi rilevare la totale incapacità da parte della categoria degli Psicologi di stare al passo coi tempi. La società civile ha espresso molte richieste di aiuto negli ultimi anni, ma la categoria degli Psicologi non è stata in grado di raccoglierle e di soddisfarle.

Da un punto di vista legislativo la situazione è chiara, non vale la pena ripeterla.

Da un punto di vista giurisprudenziale la situazione è altrettanto cristallina: chi di competenza si è espresso su tale materia (Tribunali, Authority, etc.), si è espresso a favore del Counseling nel senso di professione non regolamentata (come a dire il vero è accaduto anche per altre professioni, vedi ad esempio la Pedagogia clinica).

Sarà mai che lo Psicologo possa intavolare una discussione pacata? --Janus 12:02, 1 ago 2006 (CEST)[rispondi]

Ho ampliato la parte iniziale dove senza ombra di dubbio si chiarisce che il counseling non è una prerogativa dello Psicologo. --Janus 14:32, 1 ago 2006 (CEST)[rispondi]

De minimis...

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... non curat praetor.
Appunto; in balle e fanfaluche l'incognito e bifronte Janus ha molto da disperdere.
Che pena; che cosa non si farebbe per un po' di denaro.
Quale ignominiosa posizione assume chi ha da dimostrare che non fu un fallimento "quella" scelta.
Sì, proprio quella scelta e quella posizione.
Vabbè; col nome e cognome orgogliosaMente portati non mi spreco per le esternazioni di un anonimo bambinetto lagnoso che vuole compiacere la maestra (proprio). Caro Janetto, riporta ciò che ti pare del tuo mestiere, non hai che quello a quanto pare e non ti disTurberò più. Solo, peccato per la tua laurea così sprecata, peccato per quella speranza che andò fallita.
Per fare ciò che dici di fare bastava iscriversi a una setta qualsiasi. Ma già, è ciò che hai fatto, a quanto pare.
Auguri sinceri.
Gaetano Dell'Anna - Psicologo
Dottore in Psicologia!
--Kaesar 14:33, 1 ago 2006 (CEST)[rispondi]

Continuo a notare che alle mie obiezioni non viene mai risposto in maniera diretta (esempio: dov'è questo famigerato articolo di legge? Risposta: come ho già spiegato non esiste).
Poi: io non lo faccio certo per denaro... ripeto: non ho alcun interesse nascosto, se non il fatto di credere nella mia professione. E, soprattutto, non devo certo giustificare la mia scelta... mi sa che è lei che deve giustificare gli insuccessi suoi e della categoria che vorrebbe rappresentare (ma è sicuro, poi, di rappresentarla? Sa, perché io mi sono un po' guardato attorno e ho visto posizione diametralmente opposte alle sue).
A margine: io sono assolutamente daccordo che sul counseling avvengano enormi abusi da parte di singoli, di organizzazioni e di istituti di formazione. Ma non per questo devo intraprendere una battaglia contro il counseling. Semmai la battaglia è da intraprendere contro chi abusa! E questo vale per tutto.
Disconoscere questa realtà vuol dire arroccarsi là dove il nostro cervello meglio tollera le frustrazioni. Bene, ognuno è libero di raccontarsi la storia che preferisce, se questo lo fa sentire meglio.
Ora tolgo il disturbo perché alle 15.00 ho dei clienti che mi aspettano. --Janus 14:57, 1 ago 2006 (CEST)[rispondi]
PS Non sia così arrogante e offensivo: serve veramente a poco e di certo non aiuta la sua categoria (che di aiuto ne ha proprio bisogno...)

Identità carente.

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"Cercherò di scrivere qualcosa di me il prima possibile... saluti" by Janus

[;o)))
Ci vuol poco per confondere orgoglio con arroganza: chi non conosce il primo pensa alla seconda.
E si capisce che avendo tanti clienti all'uscio resta appena il tempo per seguire su internet gli "affarucci" della maestra.
Giovane "collega", chè un giorno sarai "psicologo" anche tu, ci scommetto, e mi raccomando, non privarti di quell'opportunità restando un poveraccio di counselor solo perchè te l'avevo detto io.
Addio, e salutamela, la "maestra".
Gaetano Dell'Anna - Psicologo
Dottore in Psicologia!
Kaesar19:43, 1 ago 2006 (CEST)[rispondi]

Sì, mi creda, quando smantelleranno l'Ordine degli Psicologi diventerò Psicologo. Glielo prometto. Ma ora non me la sento, è un mondo troppo distante dal mio.
Janus 20:29, 1 ago 2006 (CEST)[rispondi]

Torniamo a terra

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Mi sembra che la discussione sia francamente scaduta. Non di meno invito il lettore a leggere attentamente lo svolgersi della discussione dal principio. Non potrà fare a meno di notare alcune particolarità:

1) Differenza dei contenuti L'estenuante difesa di classe di Kaesar lo porta spesso ad interventi mi spiace dirlo "Poveri di contenuto", ma a semplici repliche da beghe di casta.

2) Mentre il conselor continua imperterrito a porre al di sopra d'ogni cosa la sofferenza scaturita dal disagio di chi si rivolge a lui, negli interventi dello Psicologo kaezar non si fa il benchè minimo riferimento a questo, ma si continua a sostenere chissà poi perchè un discorso di classe, proprio in questo momento di profondo cambiamento ove gli ordini professionali rischiano di cadere nell'oblio da qui a poco sotto i colpi della riforma sulle professioni.

3)La posizione equilibrata di un laureato in psicologia, janus, che riconosce così come il Counselor Lungarini, la profonda differenza di percorso nella formazione tra Counselor e Psicologo e non dico Psicoterapeuta.

E' Vero! il counseling è ancora una professione non regolamentata, ma ciò che nessuno ha detto è che anche lo quella di Analista non lo è. Allora, per semplice chiarezza va sottolineato a chiere lettere, "Il Counselor non fa e non vuole fare il lavoro dello Psicologo" e a sentire le argomentazioni sin qui apportate vien da aggiungere.... per fortuna. Mi duole dire questo, ma spero che la discussione, se deve proseguire, a questo punto lo faccia con contenuti differenti dallo stato di Bega. Ma poi scusate non sono forse psicologi e psicoterapeuti a formare i counselor?

Alessandro Lungarini

Pagina protetta

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Viste le continue edit war, ho protetto la pagina. Vi invito a leggere questa pagina prima di tutto. Dopodiché discutete qui su quale debba essere il contenuto giusto della pagina. Cruccone (msg) 23:39, 1 ago 2006 (CEST)[rispondi]

avendone nozione professionale, segnalo che il counseling, lungi dall'esaurirsi nell'unico significato attualmente indicato, ha assunto un significato più proprio, o almeno più diffuso, nel mondo delle professioni commerciali di ausilio specialistico alle attività di azienda. Il counselor è figura professionale emergente - non limitata certamente alle risorse umane - che integra e rimpingua con ampiezza di ambiti operativi, il ruolo in precedenza dell'advisor. Ma dato che si tratta di nomenclature per lo più autoattribuite, credo opportuno ne parlino altri e non io, che potrei raccontarne visione parziale. Quanto alla specialità della psicologia, la trattazione mi pare solipsistica e per questo non sufficiente ai fini della voce. --Sn.txt 00:11, 2 ago 2006 (CEST)[rispondi]

Protetta da cosa?

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Non è necessario proteggere la voce "counseling" dato che ho dichiarato che non intendo più occuparmene.
Questa sarà un'efficace iniziativa in qualche caso, ma mi domando dove sia il NPOV.
La pagina è stata protetta nello stato in cui l'hanno voluta i venditori di corsi che vi si pubblicizzano e naturalmente concordano su tutto ciò che piace a loro.

Se si tratta di proporre, allora propongo che venga riportata al testo con cui la lasciai il 31/07/2006 (si si può leggere nella precedente versione di questa nota che ho modificato per abbreviarla) - testo che chiunque avrebbe potuto onestamente modificare in ciò che fosse necessario, oppure anonimanente stravolgere come è stato fatto per finalità assai chiare; in alternativa propongo che la voce sia resa del tutto bianca.
Naturalmente non ci conto.
Gaetano Dell'Anna - Psicologo
Dottore in Psicologia!!
Utente:Kaesar

Teknopedia:La versione sbagliata --Sn.txt 10:01, 2 ago 2006 (CEST) PS: !!!!!!!!!!!!![rispondi]

Proviamo a ripartire

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Perché l'utente Kaesar persiste in questo suo arrogante modo di porsi? L'uso del punto esclamativo andrebbe dosato più sapientemente... vengo comunque a prendere solo alcuni "spunti" tratti dalla sua versione del "31 luglio" giusto per vedere se si riesce ad intavolare una discussione pacata...

Dice Kaesar: [...]mentre chi si definisce “counselor” e svolge attività di “counseling” non ha alcun vincolo formale di prestazioni ne di competenza.

Non è propriamente vero: se durante il tuo lavoro, sia esso regolamentato o meno, fai dei danni al prossimo, il Giudice poi te ne chiede conto in un Tribunale. E tu sei chiamato a rispondere. La non regolamentazione di una professione non implica che tu la possa esercitare a prescindere dal saperla fare, appunto perché la società civile (che ricordo è dotata di molti strumenti utili: codice civile, codice penale, authority, associazioni dei consumatori, etc.) prima o poi si interroga sul tuo operato. Una cosa è dire: esercito il counseling così, perché oggi mi girava di farlo. Altra cosa è dire: io sono una persona che si è formata, rispetto il codice di etica della mia associazione di riferimento, effettuo regolarmente supervisione, effettuo aggiornamento professionale, etc.

Dice Kaesar: A tutti gli effetti, quando si parla del counseling e del counselor, si fa riferimento solo all’ambito della psicologia e a un soggetto che fornisce consulenza in ambito psicologico pur non essendo uno psicologo.

Non è affatto così: ho ampiamente spiegato come il counseling non sia attività di consulenza. Nel senso che non corrisponde a quell'attività che si fa traducendo alla lettera dall'inglese la parola "counseling". A tal proposito, nell'ottica della riforma delle professioni, è opportuno sottolineare di come l'associazione professionale sarà chiamata essa stessa a dare una definizione della professione che rappresenta. Ma perché le associazioni italiane tengono molto a questa distinzione? Per un motivo molto semplice: il counselor, oltre al suo iter teorico esperenziale (come peraltro avevo già chiaramente scritto), dovrà sottoporsi ad un training personale di sviluppo, di potenziamento, di formazione (chiamatelo un po' come vi pare).

Dice Kaesar: A detta di tali sodalizi il counselor sarebbe in grado di valutare l’eventuale gravità del caso e indirizzare, ove lo ritenesse necessario, la persona ad una più appropriata terapia psicologica o psichiatrica [...].

Al di là del tono sempre offensivo (tali sodalizi) la questione è un po' diversa: un counselor ben formato sa dove il suo intervento debba fermarsi perché altrimenti sconfinerebbe in un'altra professionalità. Questo è un punto molto complesso: quando si dice che il counselor non fa disagnosi in realtà si intende che il counselor non fa diagnosi da un punto di vista clinico o, meglio ancora, tecnico-clinico (quella diagnosi che, peraltro, solo lo psicologo clinico dovrebbe fare e non, come accade, lo psicologo tout court. Fatto è che la legge non distingue: il mio amico psicologo che fa ricerche di mercato e che non sa un acca di clinica può far comunque una perizia diagnostcando una depressione...). E' evidente che un counselor ha tutti gli strumenti per comprendere chi si trova di fronte ed, eventualmente, indirizzarlo verso la giusta professionalità.

Dice Kaesar: Vero è che molti di coloro che seguono i corsi di counseling non hanno neppure il titolo di studio necessario per iscriversi all’Università [...]

A me non risulta. Tuttavia, poiché situazioni di abuso si possono sempre verificare (come il finto ortopedico con la finta laurea che operava delle vere ossa...) è bene segnalarle a chi di competenza.

Dice Kaesar: In particolare ecco le posizioni di un counselor: [...]

Questo non è minimamente pertinente e, a mio modo di vedere, scorretto. Chi è questo counselor? E' un soggetto rappresentativo della categoria?

Spero che tutti possiamo trarre spunti di riflessione e di discussione. Attualmente on line c'è la versione scritta da me: mi piacerebbe si potesse ripartire da là, magari contestando puntualmente e con argomenti ciò che non va o che potrebb essere migliorato. Janus 12:45, 2 ago 2006 (CEST)[rispondi]

Gentili (sperabilmente) signori

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La pagina counselling ha avuto una storia travagliata. Inizialmente era sfacciatamente a favore del counselling con toni vagamente mistici.
Kaeser l'ha resa, diciamo così, il suo opposto: etremamente critica con toni molto sarcastici.
Nel mentre che ciò aveva luogo, io e lui abbiamo avuto una discussione via mail in proposito il cui succo era che qui si scrive un'enciclopedia e in quanto tale va riportata la verità enciclopedia, a prescindere dalle opinioni e dalle professioni.
La verità enciclopedia è la somma ragionata di cose e delle loro interazioni realmente esistenti. Non è un giudizio sulla realtà.
Fa tuttavia parte della realtà enciclopedica il giudizio delle correnti coinvolte in un dato argomento: non è il dissenso ad essere POV, ma il giudizio che si decide di esprimere come univoco su quel dissenso .
In tal senso l'articolo a me sembra apprezzabilmente pacato, un pò prolisso, ma del tutto mancante di un paragrafo sul conflitto counselor/psicologo, che esiste, ha delle caratteristiche ben precise e quindi va citato nel testo e nella bibliografia. Aggiungo che per essa di solito si ritengono sufficienti 3-4 titoli, ma non è una norma scritta nel marmo e sul monte Sinai.
Per il resto, vediamo di non ammazzarci? Tinette 14:49, 3 ago 2006 (CEST)[rispondi]

Concordo con il proseguire in maniera pacata. Sono un po' perplesso sull'inserimento del paragrafo mancante counselor/psicologo. Perplesso per più di una ragione:
  • lo stesso andrebbe fatto anche per altre voci, ad esempio la questione Psicoanalisi vs Psicoterapia oppure la questione Medici vs Psicologi (mi riferisco, ad esempio, all'annosa qestione della terapia piuttosto che della psicologia clinica)
  • la questione è estremamente lunga, complessa e tuttora irrisolta. Per dirimerla quanto meno occorrerebbe un parere ufficiale dell'Ordine degli Psicologi e un parere ufficiale di un'associazione di categoria del counseling (ma ciò è utopico)
  • rispetto a questo non si può allora prescindere ad un riferimento sulla riforma delle professioni intellettuali e, più in generale, sull'avvio delle liberalizzazioni
  • devo infine rilevare che mentre le varie associazioni di counseling su questo punto si sono espresse concordemente, non esiste tutt'oggi un parere autorevole da parte dell'ordine nazionale degli psicologi e dunque la versione riportabile sarebbe quella di uno "psicologo", non degli psicologi
Io comunque sono disposto a tentare questa strada a patto che Kaesar metta da parte offese, sarcasmo et similia
Janus 17:44, 3 ago 2006 (CEST)[rispondi]

Gentilmente.

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Non ritengo necessario concordare su alcunchè; gli elaborati che sono in memoria, frutto di ricerca puntigliosa e della collaborazione di più utenti, possono essere opportunamente - volendo anche opportunisticamente - riciclati da chi preferisse compilare testi monografici.

Perciò, pur confermando ogni riserva, considerazione e valutazione fin qui fatta, dichiaro che non mi occuperò più della voce "counseling".

Essa pertanto può essere sprotetta a maggior guadagno dei se-dicenti counselors e soprattutto dei venditori di corsi che vi sono attentamente riportati.
Essendo rimasta stranamente ignorata la tutela dell'utente (cliente, paziente, insomma quello che paga) indicherei al diligente e anonimo Janus l'opportunità di occuparsene ma, logicamente per privilegio di counselor, senza alcun obbligo.
--Kaesar 18:57, 3 ago 2006 (CEST)[rispondi]

In effetti potrebbe essere interessante inserire un paragrafo dove si spiega come sia possibile la tutela dell'utenza in assenza di una regolamentazione statale. Comincio subito a lavorarci.
Per quanto riguarda invece i venditori non seguo la cosa... io ho riportato le più importanti associazioni di categoria di counseling le quali (tutte) non dovrebbero erogare da statuto e/o da regolamento formazione in quanto confliggerebbero con i presupposti delle associazioni professionali di categoria così come proposti dalle ultime direttive europee e, in Italia, dalle linee guida del Co.L.A.P.. Verò è che tali associazioni possono accreditare istituti di formazione. Se ritiene invece che una o più delle associazioni da me citate non rispetti tali parametri, la (le) possiamo tranquillamente togliere. Ripeto: io non devo fare pubblicità a nessuno. --Janus 11:28, 4 ago 2006 (CEST)[rispondi]

Proposta di modifica/integrazione

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Rinominerei il paragrafo 5 "Esercizio della professione" ed inserire un sottoparagrafo dal titolo: "Tutela dell'utenza". Questo è un primo abbozzo su cui lavorare:

La questione della tutela dell'utenza è molto complessa specialmente in questo periodo di transizione per le professioni intellettuali. Il counseling non è una professione normata, pertanto non esiste apparentemente nessun organo capace di controllare, verificare, monitorare ed eventualmente sanzionare l'operato di un counselor.
In realtà la società, negli ultimi venti anni, si è dotata di strumenti atti a valutare l'operato di un professionista indipendentemente dalla sua appartenenza ad un ordine professionale. Fermo restando l'obbligo da parte di un counselor di rispettare, come ogni cittadino, la Legge dello Stato (e ben conosciamo di quanto il codice Civile e Penale italiano siano complessi) bisogna rilevare di come la società civile abbia sviluppato meccanismi di autotutela quali le associazioni dei consumatori, le moderne Authority e, più in generale, lo sviluppo di una coscenza atta a selezionare la così detta offerta di mercato.
E' inoltre opportuno ricordare di come un counselor risponda alla Legge del proprio operato qualora un cliente intenda sollevare una qualche controversia.

Quanto sopra scritto il concetto base, l'ossatura. Inoltre potrebbe essere inserito un ulteriore paragrafo che tratta delle associazioni professionali di categoria che, a mio avviso, sono il vero futuro della tutela della prestazione professionale.

Che ne pensate? --Janus 11:55, 4 ago 2006 (CEST)[rispondi]

ritengo che il concetto sia indispensabile. "In realtà la società, negli ultimi venti anni, si è dotata di strumenti atti a valutare l'operato di un professionista indipendentemente dalla sua appartenenza ad un ordine professionale". Dovremmo esplicitarli.

Tinette 20:01, 6 ago 2006 (CEST)[rispondi]

Sono daccordo; tuttavia esplicitare in poche righe il concetto di "asimmetria informativa" e tutto ciò che ne consegue non è semplice. In quanto agli strumenti si tratta di fare un raccordo con quanto detto dopo: di per sé l'antitrust, le associazioni dei consumatori, etc. sono già strumenti. Inoltre va chiarito bene che chiunque eroga una prestazione professionale (dall'eseguire un'appendicite al rasare l'erba del giardino) risponde di ciò che fa indipendemente dall'essere o meno iscritto ad un Ordine professionale.
Volevo infine dire che la maggior parte dei counselor operanti (almeno conosciuti, del sommerso non v'è certezza...) sono iscritti ad associazioni di categoria. Tali associazioni, nell'ottica della riforma delle professioni, prevedono: esame di ingresso; rispetto di un codice deontologico; obbligo dell'aggiornamento permanente (alcune addirittura ti impongono l'esibire la denuncia dei redditi per dimostrare che il counseling è un'attività preminente e continuativa). Questo per dire che, come consumatore, anche il discernere in base all'associazione di appartenenza, è uno strumento in più.
Qualcuno mi dà una mano?

--Janus 18:06, 7 ago 2006 (CEST)[rispondi]

Modifica minore

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sono capitato su counselling tramite google e chiederei gentilmente al primo admin che passa se può linkare mercato del lavoro presente nel paragrafo Formazione. grazie--DoppiaQ dimmi 10:55, 14 set 2006 (CEST)[rispondi]

Stucchevole discussione

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Solo per far notare a Kaesar, che usa un linguaggio tardo-ottocentesco (forse vive in una riserva linguistica?), che forse è molto arrabbiato con il counseling ed i counselor. E dovrebbe, da psicologo, chiedersi come mai. Si sente poco sicuro del suo status? Peccato: in USA, UK, Germania, Austria, il Counselling c'è ormai da molti anni. In Austria è addirittura una professione riconosciuta. In UK il Governo ha appena finanziato alla BACP (British Association for Counselling and Psychotherapy)una ricerca sull'impatto del counselling nella sociatà britannica e la determinazione di standard professionali per il riconoscimento della professione di Counselor nelle strutture del sistema sanitario nazionale (vedi sito internet della BACP). Farei poi lui notare che i "venditori" di corsi di counseling sono tutti suoi colleghi psicologi e psicoterapeuti: i corsi sono al 90% organizzati e gestiti da scuole di psicoterapia risonosciute dal MIUR. Sta quindi dando del "venditore" a membri della sua categoria e iscritti all'Ordine di cui lui vanta la propria iscrizione. Fortunatamente, il sistema Ordinistico italiano è in via di saggio smantellamento. Non garantisce infatti il cliente un sistema in cui la formazione continua del professionista non è obbligatoria (a meno che non operi in trutture pubbliche...)e tratta il cliente da "paziente". E' un retaggio del secolo scorso che ha di fatto allontanato la genete dallo Psicologo e dalla Psicologia. Si preoccupi, il Kaesar (forse ancora giovinetto), del fatto che la genete degli psicologi non ne vuol sapere, e del devastante impatto sociale che questo ha su chi cerca aiuto. Forse colleghi suoi (molti) iscritti al suo Ordine non hanno ben lavorato o forse le premesse epistemologiche sono in crisi. In UK il professionista serio appartiene all' Associazionismo professionale accreditato, che gli chiede prestazioni, formazione, comunicazione al cliente dei suoi diritti e di dove può farli valere. Il sistema di accreditamento e della qualità è il sistema che cambierà lo scenario delle professioni in Italia, per fortuna, anche nei servizi sociali e sanitari pubblici (forse il Kaesar dovrebbe informarsi meglio sulle leggi sull'accreditamento e la L.328/2000 di riforma dll'assistenza in Italia). E forse cambierà anche la cultura del protezionismo che i professionisti adottano qui da noi: la garanzia della qualità dell'intervento la decide il cliente stesso, comperando o non comperando un servizio che gli viene offerto. garantire il cliente garantisce la professionalità e il professionista, non viceversa. E se il cliente ritiene di aver subito un danno dallo psicologo, gliela dai tu, caro Kaesar, la procedura per il "complaint"? L'Ordine tutela il suo associato! Quindi, dear Kaesar, rimboccati le maniche e datti da fare, che tra un po' (leggi europee sulla libera circolazione delle professioni, cui l'Italia ha aderito e di cui il decreto Bersani è solo il primo atto...)ti leveranno la sedia da sotto e non avrai più la mamma (o il papà) "Ordine degli Psicologi" (che pare più un "Disordine" per come è gestito) a farti sentire tanto sicuro di te. E comunque cè spazio per tutti. AnGyo (laureato in psicologia e, ahimè, iscritto all'Ordine da troppi anni....)

Quoto in toto e non potrei essere che d'accordo. --Janus 10:30, 30 ott 2006 (CET)[rispondi]

Ripristino e integrazioni

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Pare che i fan di Kaesar si stiano moltiplicando... ho pertanto ripristinato alcuni passaggi chiave e ho inserito alcuni integrazioni (ad esempio il counseling giuridico e l'impossibilità per il counselor di somministrare test riservati ad altre categorie professionali). --Janus 16:44, 24 nov 2006 (CET)[rispondi]

Riforma delle professioni

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Rispetto alla discussione con Tinette sulla riforma delle professioni, poiché proprio in questi giorni il Ministro Mastella porterà al Consiglio dei Ministri il nuovo testo, attenderei la presentazione dello stesso e le eventuali modifiche che le Camere andranno ad apportare. Qualora la nuova riforma passasse così come il Ministro l'ha concertata, si ovvierebbe al problema dei vari Kaesar che stravolgono dati di fatto... --Janus 16:44, 24 nov 2006 (CET)[rispondi]

Modifica collegamenti esterni

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Ho cancellato il link al sito dell'ASPIC in quanto era l'unico link non rappresentativo di una associazione di categoria, ma di una scuola di formazione. A tal proposito io sarei dell'idea di non inserire link a realtà formative per i seguenti motivi: a) le scuole di formazione in counseling in Italia sono centinaia... b) sarebbe pubblicità bella e buona.--Janus 09:12, 27 nov 2006 (CET)[rispondi]

Rimodificato il paragrafo dei collegamenti esterni. Ma l'utente 87.11.219.69 la legge la pagina di discussione e la cronologia? Mah... il punto è molto semplice: se dovessimo inserire tutte le scuole di formazione in counseling ci vorrebbero decine e decine di pagine. Pertanto abbiamo optato per inserire solo associazioni professionali di categoria. Ripeto: professionali, non culturali. Altrimenti non finiamo più... --Janus 12:14, 30 nov 2006 (CET)[rispondi]

La conduzione di wikipedia riguardo al "counseling" non è imparziale!

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Infatti la pagina è stata bloccata dopo averla riportata alle condizioni preferite dagli inserzionisti che vengono citati eliminando quello che non gradivano. Ecco come era prima: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Counseling&oldid=5669198

Hai ragione! Qui ti spiega perché la voce è stata bloccata alla versione sbagliata. Gac 07:57, 3 dic 2006 (CET)[rispondi]
Caro utente anonimo, potresti essere un po' meno ermetico? Cosa intendi per inserzionisti? Forse essendo più chiaro potremmo procedere ad una discussione costruttiva. --Janus 10:14, 4 dic 2006 (CET)[rispondi]
LA CONDUZIONE DI WIKIPEDIA SU QUESTA VOCE E' DI PARTE
Che penosa ipocrisia. Se non lo fosse non avreste bisogno di ingenui trucchetti per incassare denaro da chi ha interesse a lasciare il proprio link nella "pagina sbagliata"; basterebbe sospendere la voce in "blank" con una spiegazione; ma nessuno vi passerebbe più il suo contributo volontario.
Adesso nascondi sotto anche questa, su.
Ecco, bravo.
E ora un commentino con le parole "caro" e costruttivo".
Ok. Sei promosso. Utente:81.208.83.255.
Non siamo pagati proprio da nessuno. Se ti interessa costruire una voce in maniera seria ok, altrimenti interventi simili in futuro saranno semplicemente cassati perché off-topic. Qui si discute di come migliorare la voce. --Elitre (ma il copyviol è emergenza sempre) 00:21, 10 dic 2006 (CET)[rispondi]

Modifiche alla pagina

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Le modifiche al paragrafo introduttivo iniziale fatte da Utente:81.208.83.255 mi sembrano ben fatte. In particolare la parte riguardante l'etimo è senz'altro più chiara di come era prima. Ho apportato alcune correzioni minori ed ho tolto unicamente due riferimenti polemici al counseling. Ho raccordato inoltre due paragrafi in quanto risultavano scollegati a seguito delle modifiche fatte da Utente:81.208.83.255. Tuttavia credo che si potrebbe procedere a scrivere un paragrafo dove si spiega che sul counseling ci sono opinioni diverse. Fermo restando che da un punto di vista legale e normativo il counseling non è assimilato all'intervento psicologico (vedi normativa, giurisprudenza, etc.) è pur vero che vi sono pareri discordanti in proposito. Ecco, tali pareri, a onor del vero, potrebbero essere riportati. Magari in una sorta di appendice. Chiedo lumi a un amministratore o utente esperto per sapere come si procede in questi casi. --Janus 16:06, 4 gen 2007 (CET)[rispondi]

Non preoccuparti e fai pure le modifiche che ritieni più opportune: uno dei principi di Teknopedia è be bold ("sii audace"), nel rispetto del lavoro altrui. Se poi ci sono questioni o dubbi se ne discute tranquillamente qui. Buon lavoro. Come suggerimento generale, è utile spostare l'etimologia dopo la definizione iniziale (sintetica) dell'oggetto della voce (che cos'è il counseling). --MarcoK (msg) 16:17, 4 gen 2007 (CET)[rispondi]

Pagina nuovamente protetta

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A causa di una apparente edit war sono stato costretto a proteggere nuovamente la pagina. Si prega di utilizzare questa discussione per concordare le modifiche da effettuare. Se ciò non dovesse avvenire, al termine del blocco propongo di ripristinare l'ultima versione di Janus (v. sopra), dato che l'utente anonimo non ha avuto la cortesia di spiegare qui le sue motivazioni. --MarcoK (msg) 10:51, 5 gen 2007 (CET)[rispondi]

Avevo apportato semplicemente delle correzioni minori (alcuni paragrafi risultavano scollegati a seguito di modifiche fatte nel corso del tempo come, ad esempio, soggetti che non tornano con i verbi, etc.). Ho invece cancellato tutti quegli spunti esageratamente polemici (un paio). Non ha senso nella descrizione di una voce a carattere enciclopedico scrivere che "una certa cosa dovrebbe essere...". O lo è oppure non lo è. Siccome ritengo tuttavia che alcune contestazioni fatte nel corso del tempo siano in parte veritiere, ripropongo la stesura di un ulteriore paragrafo dove si spiega che in Italia, rispetto al Counseling, vi sono "umori" diversi. Grazie a MarcoK per la pazienza... Mi astengo invece (per l'ennesima volta) dal fare commenti sul modo di procedere dell'anonimo... --Janus 13:11, 8 gen 2007 (CET)[rispondi]

Ecco chi è Janus

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A proposito di anonimato:
Utente:Janus
Cercherò di scrivere qualcosa di me il prima possibile... saluti
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Janus"

E quindi? Ogni altro intervento off-topic come questo sarà rollbackato. --Elitre (ma il copyviol è emergenza sempre) 22:44, 2 feb 2007 (CET)[rispondi]

E quindi è chiaro che il topic "anonimato" è stato introdotto (a titolo di polemica distruttiva e supponente) proprio da un anonimo che favorisce gli interessi dei bottegai del così-detto "counseling".
Ed è chiaro che si tratta dello stesso anonimo che aveva redatto il testo della voce ogni volta che questa è stata bloccata per una pretesa "edit war".
E quindi è chiaro, infine, che quell'anonimo viene favorito e che chi è "padrone" fa ciò che vuole.
E quindi "rollbaccami" pure, Eli3; sei padrone.
(;o)

Vabbene, finiamola e scopriamo le carte: ti trovi in mezzo a una congiura... siamo tutti daccordo perché siamo tutti stipendiati da quei bottegai... la stessa Teknopedia è nata segretamente con questo intento. E ora che siamo stati scoperti, ragazzi, che si fa? Ma te, anonimo, a un bell'antipsicotico per la paranoia, ci hai mai pensato? --Janus 14:41, 14 feb 2007 (CET)[rispondi]

Modifiche alla pagina

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Ho effettuato correzioni grammaticali e logiche (punteggiatura errata, alcuni soggetti erano scollegati dal verbo, etc.) a seguito delle numerose modifiche susseguitesi. Ho rimosso l'uso di alcuni verbi al condizionale nella prima parte del testo sostituendoli con l'indicativo. Questa scelta la trovo molto semplice: non ha senso scrivere che "l'idraulico dovrebbe essere colui che ripara un lavandino che perde", ma "l'idraulico è colui etc.". L'anonimo utilizza polemicamente il condizionale poiché mette in discussione la professionalità del counselor. Ripeto: per me nessun problema. Riconosco infatti che vi siano alcune opinioni (per la verità minoritarie, ma pur sempre opinioni degne di essere ascoltate) che ritengono che il counseling sia una professione "inventata" ad arte per scimmiottare il lavoro dello Psicologo senza doversi "sorbire" la laurea in Psicologia. Tuttavia ho già proposto sia di parlarne qui nella discussione (e la stessa cosa è stata più volte proposta anche altri utenti di Teknopedia) sia di strutturare un apposito paragrafo all'interno della voce Counseling dove in maniera pacata si spieghi che vi sono voci discordanti. Ho inoltre corretto una frase sostituendo "psicopedagogico" con "socio-psico-pedagogico" in quanto l'aggiunta del prefisso "socio" rende giustizia, a mio modo di vedere, a tutti quegli sviluppi che il Counseling ha avuto nell'area dell'intervento sociale (come teorizzato da Charkuff in avanti). Ho aggiunto i riferimenti ai codici deontologici attualmente in vigore (a proposito del non dare consigli). Mi si può obiettare che le attuali associazioni di categoria esistenti non hanno alcun valore normativo. E' vero, pur tuttavia... è quello che abbiamo! Ed è importante, a mio avviso, sottolineare di come tutti i codici deontologici, in maniera trasversale, riportino questo punto. Non l'ho scritto per non dilungarmi, ma mi sono riferito ai codici delle associazioni italiane: S.I.Co., AICO, FAIP, CNCP; dell'europea E.A.C., della britannica B.A.C. e della statunitense A.C.A.. Inoltre esistono riferimenti analoghi in letteratura: vedi ad esempio scritti di Carl Rogers e di Robert Charkuff. Mi pare di non aver tralasciato di spiegare niente. Se ciò è successo me ne scuso e, se del caso, chiedete pure spiegazioni.