Riksråd (Svezia)

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Consiglio del Regno
Nome originale(SV) Riksråd
(LA) Senatus Regni Sueciae
StatoSvezia (bandiera) Svezia
Tipoconsiglio privato

Il Riksråd, o Consiglio del Regno, talvolta latinizzato come Senatus Regni Sueciae, era un'istituzione della Svezia con il compito di coadiuvare il re nell'esercizio delle sue funzioni di governo; aveva inoltre poteri giurisdizionali, fungendo da corte di ultima istanza.

Fu soppresso nel 1789, contestualmente all'istituzione del Kunglig Majestät (re in Consiglio).

Comparso nel 1220 come organo d'ausilio del re Erik XI, minore d'età, nel 1280, durante il regno di Magnus III, si trasformò in un'istituzione stabile; le sue prerogative vennero puntualmente fissate dalla legge sulla forma di governo del 1634, emanata da Gustavo II Adolfo.

Inizialmente formato da nobili e religiosi, la legge del 1634 fissò a 25 i suoi componenti, compresi cinque alti funzionari:

  • un castaldo dispensiere (o Gran giustiziere) (Riksdrots);
  • un alto maresciallo (Riksmarsk);
  • un ammiraglio (Riksamiral);
  • un cancelliere (Rikskansler);
  • un gran tesoriere (Riksskattmästare).

In base ad una nuova legge del 1660, il numero dei consiglieri fu fissato ad un massimo di 40.

Nel 1680 i suoi poteri furono fortemente limitati dal Riksdag.

Alla instaurazione dell'assolutismo, Carlo XI aveva un organismo equivalente denominato come kungligt råd, Consiglio reale. Nell'Epoca della libertà svedese (dalla morte di Carlo XII di Svezia nel 1718 al colpo di Stato di Gustavo III di Svezia nel 1772), è stato riutilizzato il nome medievale, ma dopo la rivoluzione incruenta del re Gustavo III, la vecchia istituzione era praticamente abolita, ed egli istituì al suo posto il statsråd (Consiglio di Stato), organo piuttosto simile, ma aggirando la costituzione allora in vigore. Nella Costituzione del 1809, lo statsråd divenne il gabinetto di governo costituzionale.

Dal 1738 gli Stati regionali facenti parte del Riksdag degli Stati potevano rimuovere i loro consiglieri in modo da creare una maggioranza corrispondente a quella degli Stati; gli Stati regionali provvedevano anche alla nomina del presidente della Cancelleria (il primo ministro), secondo l'appartenenza di partito. Anche la legge sulla libertà di stampa (1766) è stata adottato in questo periodo.

Questa Età della Libertà durò fino al colpo di stato senza spargimento di sangue del re Gustavo III nel 1772, che ha ripristinato la sovranità reale con il pretesto dell'applicazione della costituzione del 1634.

Nel 1789, con il Förenings- och Säkerhets Acten (Atto di Unione e di sicurezza), un emendamento alla carta costituzionale, il diritto esclusivo della nobiltà a ricoprire le alte cariche è stato abolito e anche i borghesi e gli agricoltori hanno ricevuto questi privilegi - un passo verso la democrazia moderna. Il controllo aristocratico degli organi dello Stato cessò, come tra l'altro il Consiglio della Corona fu abolito dalla legge, anche se i consiglieri hanno poi mantenuto i loro titoli a vita. La funzione giurisdizionale del consiglio è stata attribuita al Konungens Högsta Domstol (Corte Suprema Reale) composto da un numero uguale di membri nobili e non nobili.

Consiglieri del Re

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Sotto Magnus Eriksson venne istituita la regola che il re deve essere scelto, e al suo fianco, deve avere un consiglio di ecclesiastici, dodici cavalieri e scudieri, chiamati consiglieri. Consiglio della Corona svedese: (non completo.)

(il riksråd di Gustav Vasa circa 1521-1530)

Lista degli Alti Cancellieri e presidenti della Cancelleria dall'avvento dell'assolutismo nel 1680 al 1809

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Ritratti di alcuni dei Presidenti

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  1. ^ esercitando di fatto la funzione.
  • Lena Huldén: „Maktstrukturer i det tidiga finska 1500-talssamhället“. In: Genos Bd. 69 (1989) S. 111−118, 156–157.
  • Artikel „aðall“ in: Ìslenzka alfræði orðabókin. Bd. 1. Reykjavík 1990.
  • Artikel „Adel (Adel i Danmark)“ in: Den store danske, abgerufen am 8. Dezember 2011.
  • Bernhard Linder: Adelsleksikon. Adel og godseije. Bd. I: Middelalder og renæssancetid. Bd. II: 1660 – årtusindskiftet. Kopenhagen 2004.
  • Lars Løberg: „Norsk adel, hadde vi det?“ In: Genealogen 2/1998, S. 29-32.
  • Kauko Pirinen: Artikel „Frälse“ Abschnitt: „Finland“ in: Kulturhistorisk Leksikon for nordisk middelalder. Bd. 4. Kopenhagen 1959. Sp. 693–695.
  • Jerker Rosén: Artikel „Frälse“ in: Kulturhistorisk Leksikon for nordisk middelalder. Bd. 4. Kopenhagen 1959. Sp. 670–693.
  • Håndbog for danske lokalhistorikere.
  • Gyldendal og Politikens Danmarkshistorie, registerbind, bd. 16, København, 1991

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