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Annum ingressi
Annum ingressi è un'esortazione apostolica scritta da papa Leone XIII il 19 marzo 1902 in occasione dei venticinque anni del suo pontificato.[1] Fu indirizzata ai vescovi di tutto il mondo, esortando alla resistenza alla massoneria.[2]
Contenuto
[modifica | modifica wikitesto]Volontà del Papa
[modifica | modifica wikitesto]Lo stesso Leone XIII descrive la ragione più profonda della sua lettera “come il ‘testamento’ che Noi, avvicinandoci alla fine, vogliamo lasciare all'umanità con il fervido augurio del bene delle nazioni!”. Egli riassume principi importanti, fornisce una panoramica delle questioni ecclesiastiche centrali e dà indicazioni per il futuro.
All'inizio del 25° anniversario della sua ascesa al soglio petrino, esordì ringraziando Dio, che gli aveva permesso di governare la Chiesa per tanti anni. Poi ringraziò i vescovi, lodando il loro duro lavoro e ricordando le difficoltà che i suoi "Venerabili Fratelli" avevano dovuto affrontare.
Nemici della Chiesa
[modifica | modifica wikitesto]Nella sezione successiva, descrive l'emergere della lotta contro la Chiesa e analizza le forme e le occasioni che avevano portato a questi conflitti. Descrive la natura di questa emergenza e spiega che Gesù Cristo l'aveva già prevista: "Se il mondo vi odia, sappiate che ha odiato me prima di odiare voi" (Giovanni 15:18[3]). Leone spiega che questo odio è infondato, perché l'intenzione di Gesù era quella di unire l'umanità nella pace e nell'armonia. Il Papa elenca le seguenti forme di guerra contro i figli di Dio: la forza bruta, le eresie, l'incredulità e il cesaropapismo (l'unificazione del potere secolare ed ecclesiastico nelle mani di un sovrano secolare), così come l'Illuminismo, lo scetticismo e l'irreligiosità.
Le conseguenze disastrose e i rimedi
[modifica | modifica wikitesto]Il Papa riteneva che questa lotta senza salvezza avesse portato a conseguenze disastrose che minacciavano le fondamenta della religione e che la giustizia e la morale fossero state corrotte dal paganesimo. In particolare, egli considera particolarmente disastrosi: la moralità indipendente, la disintegrazione della famiglia, la disintegrazione dell'ordine sociale, l'egoismo nella vita politica e l'anarchismo. Nella sua lettera citò anche i rimedi a queste conseguenze che avrebbero potuto portare a un cambiamento, distinguendo tra rimedi buoni e falsi.
Il Papa stilò un catalogo di rimedi che, a suo avviso, avrebbero potuto porre rimedio ai mali che gravavano sulla Chiesa. Era dovere supremo esortare e implorare coloro che occupavano posizioni di potere perché cercassero rimedi adeguati e li applicassero con vigore.
Tra i rimedi sbagliati annoverava: la libertà senza freni, l'insegnamento senza religione e il progresso culturale senza Dio; i rimedi giusti includevano: la libertà cristiana, il progresso e l'istruzione, nonché il ritorno alla Chiesa cattolica.
Contro le buone intenzioni della Chiesa
[modifica | modifica wikitesto]La calunnia secondo cui la Chiesa sarebbe stata nemica della cultura, della libertà e dello Stato era un tentativo di screditare le intenzioni della Chiesa.
«Ma la Chiesa non cessa di proclamare a tutto il mondo che Cristo ha comandato di rendere a Cesare le cose che sono di Cesare e a Dio le cose che sono di Dio; ha così stabilito la distinzione permanente e immutabile tra i due poteri, entrambi supremi nel loro ordine; una distinzione benedetta che ha contribuito molto allo sviluppo della mentalità cristiana.»
Persecuzione da parte della Massoneria
[modifica | modifica wikitesto]Il documento lanciò accuse pesanti alla Massoneria, affermando che il suo scopo era la distruzione dello Stato e della Chiesa. La Chiesa era perseguitata dai massoni, che erano i promotori di queste campagne:
«Il fuoco dell'odio che di recente è divampato simultaneamente in molti luoghi, per il quale non si può trovare alcuna ragione sufficiente, gli stessi mezzi per alimentare questo fuoco, l'insolenza dei giornali quotidiani, il tumulto delle riunioni pubbliche, l'esuberanza degli spettacoli teatrali, lo stesso modo di incitare le masse attraverso calunnie vergognose, tutto ciò indica una somiglianza di sentimenti e un unico leader.»
Egli vedeva il pericolo maggiore nella persecuzione del sacerdozio e nell'impossessamento dei luoghi di culto; gli attacchi alla Santa Sede, a cui il Papa si sentiva esposto in misura straordinaria, dimostravano che i massoni volevano favorire la distruzione della Sede Apostolica.
Tuttavia, la persecuzione della Chiesa e la privazione della sede divina servivano solo a corrompere lo Stato, perché il danno all'ordine sociale era anche un danno allo Stato:
«È semplicemente il caso che le armi di attacco dirette contro la religione siano dirette contro la società. Infatti, come Dio ha creato e formato l'uomo per la società, così nella sua provvidenza ha fondato anche la Chiesa.»
Prospettive per il futuro
[modifica | modifica wikitesto]Nel suo testamento, Leone XIII diede anche indicazioni per il futuro, in cui intravedeva l'attesa della vittoria della Chiesa. La sua speranza era l'unità della Chiesa. Le associazioni cristiane avrebbero anche dato alla Chiesa il coraggio di difendersi. Il Papa era certo che la Chiesa sarebbe cresciuta tra i pagani.
=Esortazione finale
[modifica | modifica wikitesto]L'esortazione finale invitava tutti i vescovi a svolgere con diligenza il loro ufficio pastorale, affinché il Regno di Dio sulla Terra fosse protetto. Si rivolgeva anche ai laici, sperando che il clero trovasse in loro un forte sostegno:
«La cosa principale in questo ordine e in questa disciplina, tuttavia, è la sottomissione fiduciosa alle istruzioni della Sede Apostolica. In questo modo, le dispute di opinione cessino e tutti si impegnino insieme verso l'unico obbiettivo di preparare la strada per la vittoria di Gesù Cristo nella sua Chiesa.»
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Chiesa romana e modernità giuridica, Volume 1, Carlo Fantappiè, Milano - Giuffrè Editore, Capitolo secondo - La ricomposizione dell'ordine giuridico durante il pontificato di Leone XIII (1878-1903), pag. 201
- ^ Acta Leonis XIII, 22 (1902), 52 ss.
- ^ Gv 15:18, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Papal Pronouncements, A Guide, 1740 - 1978, 2 Vols., by Claudia Carlen, IHM, (The Pierian Press, 1990).