Utente:Raffaeluti/Sandbox

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Luigi Olivieri (Aviano, 30 giugno 1892- Cividale del Friuli, 19 marzo 1982) è stato uno dei comandanti delle Brigate Osoppo.

{{militare

|Nome = Luigi Olivieri

Luigi Olivieri

|Immagine = Luigi Olivieri.jpg

|Didascalia =

|Soprannome = Ginepro durante la Guerra di liberazione italiana

|Data_di_nascita = 30 giugno 1892

|Nato_a  = Aviano

|Data_di_morte = [[19 marzo 1982]]

|Morto_a = Cividale del Friuli

|Cause_della_morte =

|Luogo_di_sepoltura = cimitero Cividale del Friuli

|Etnia = '

|Religione = '

|Nazione_servita = Italia (bandiera) Italia

Forza_armata = Regio Esercito

|Arma = Esercito Italiano

|Corpo = Alpini

|Specialità = ufficiale

|Unità =

|Reparto = 8º Reggimento alpini

|Anni_di_servizio = 1915 -1943

|Grado = colonnello

|Ferite =

|Comandanti =

|Guerre = Prima guerra mondiale Riconquista della Libia Seconda guerra mondiale

|Campagne =

|Battaglie = Battaglia degli Altipiani

|Azioni =

|Comandante_di =

|Decorazioni = [1]Medaglia di Bronzo: Monte Cimone, Altopiano di Asiago, 25 maggio 1916; Croce al V.M: 27 luglio 1916; Medaglia d’Argento: Monte Solarolo, 26 ottobre 19; Croce al V.M. Friuli, aprile 1944   aprile 1945 [2]

|Studi_militari =

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|Note =

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|Firma =

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Nel 1896 con la sua famiglia emigra in Romania, anni di forte emigrazione friulana. Il padre svolge l’attività di capomastro nelle costruzioni di tracciati ferroviari.[1][2]

A Bucarest frequenta le scuole elementari all'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane dove impara il tedesco.

Con la famiglia torna definitivamente ad Aviano nei primo anni del ‘900, dove d’ora in poi i genitori gestiranno un negozio di alimentari.

La zia Cloe Olivieri, donna istruita ed impiegata in posta, sosterrà economicamente i suoi studi superiori.

Si diploma all'Istituto Tecnico Commerciale di Trieste dove conosce la sua futura moglie Anita Jona, giovane appartenente ad una famiglia ebraica triestina.

Si laurea in Economia e Diritto nell’Istituto Superiore Ca’ Foscari di Venezia dove raccontava di aver visto l’architetto americano Frank Lloyd Wright in compagnia del conte Cini (Fondazione Cini).

Frequenta a Modena il corso allievi ufficiali e allo scoppio della Prima Guerra Mondiale viene assegnato al Battaglione Alpini “Cividale”, col quale combatte durante tutto il conflitto su vari fronti: Medio Isonzo, Val d’Astico, Monte Ortigara, Alpi di Fassa, Montegrappa, Val Camonica, Alpi Giudicarie e di nuovo Montegrappa.

Sul Montegrappa si fronteggia con l’allora tenente  Erwin Johannes Eugen Rommel che in seguito incontrerà come alleato in Libia e con il quale discorrerà di scelte tattiche che avevano intrapreso da postazioni opposte.

Si guadagna sul campo una promozione per merito di guerra, una medaglia d’argento, due di bronzo e due croci di guerra al valore militare.

Termina la guerra con il grado di Capitano in servizio effettivo e nei giorni dell’offensiva finale - ottobre, novembre 1918- riceve il comando interinale del Battaglione “Cividale”, portandolo dal Montegrappa fino a Feltre.

Intorno agli anni venti si sposa prima civilmente e nel 1922 in chiesa dopo la conversione di Anita Jona al cristianesimo In seguito a questa scelta la moglie verrà rifiutata dalla propria famiglia per aver sposato un gentile.

Obbedendo al volere del padre vince un concorso per lavorare in un istituto bancario a Parigi, dove si reca un solo giorno, per poi rientrare subito in Italia. Preferisce la carriera militare che riprende come tenente, cambiando spesso città in funzione degli incarichi che riceve: Gorizia, Trieste, Verona, Aosta, e Torino.

Con Anita Jona ha tre figlie (Luigia 1921-2014, Maria 1926 e Teresa 1930-2015), ma Anita muore a Udine di setticemia in seguito alle febbri puerperali dopo l’ultimo parto. Vedovo con tre figlie piccole privo di aiuti familiari (morti i genitori e ripudiato dai parenti della moglie) continua la carriera militare mettendo le due maggiori in collegio e la minore a balia.  

Nel 1935 sposa Argia Stagni, insegnante di Cividale, che con le figlie lo seguirà in tutti gli spostamenti in Italia.

Negli anni tra le due guerre frequenta la Scuola Superiore di Guerra di Torino, riceve il comando del Battaglione Alpini “Aosta”, ed infine è insegnante di tattica della Scuola di Guerra di Torino.

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale come tenente colonnello viene inviato, su sua domanda, in Africa settentrionale. Nel febbraio 1941 durante la prima offensiva inglese, viene fatto prigioniero in Libia. Alla fine di marzo riesce a fuggire dal campo di concentramento e a rientrare nelle linee italiane.

Viene promosso colonnello per merito di guerra e resta in Africa fino all’autunno 1942 come Capo di Stato Maggiore di un Corpo d’Armata. Rientra in Italia e viene nuovamente incaricato dell’insegnamento nella Scuola di Guerra.

L’8 settembre 1943 è a Roma in qualità di esaminatore alla Scuola di Guerra e un tedesco irrompe nell’aula dicendo: “Wir sind kriegs feinde!” (Siamo nemici) alchè gli risponde “ wirklich nicht” “veramente no”. In quel modo apprende dell’Armistizio. Ha solo uniformi militari, iniziano i rastrellamenti tedeschi. Un sacerdote l’aiuta fornendogli vestiti civili. Torna a Udine, e poi a Cividale presso la famiglia di sua moglie.

Gli viene assegnata un’attività di copertura  “monografia, topografia” in via San Agostino a Udine.

A lui ed alla sua famiglia, in qualità di sfollati da Torino, viene assegnata parte della casa dei Musoni a Sanguarzo, Cividale. In seguito alcune stanze verranno requisite dai tedeschi.

In quel periodo aderisce alla Resistenza e diviene dapprima informatore delle brigate “Osoppo” . Nell’aprile 1945 diviene Capo di Stato Maggiore delle Brigate Unificate Osoppo-Garibaldi.

Arrivati gli alleati in Friuli, temendo un ulteriore bombardamento degli Inglesi, la brigata Osoppo e la brigata Garibaldi si incontrano al Tempio ossario a Udine per decidere se agire subito, come voleva la Brigata Garibaldi o aspettare che diminuisse il numero degli occupanti tedeschi sul territorio friulano. Ha luogo così un’accesa discussione tanto che il parroco riferisce in seguito che ha temuto che Olivieri venisse ucciso, ma gli osovani fecero quadrato attorno a lui.

“Luigi Olivieri “Ginepro”, fa parte del Comando unificato “Garibaldi-Osoppo”, che il 30 aprile 1945 dà l’ordine di insurrezione ai partigiani, liberando Udine dall’occupazione nazista, con attacco finale fissato per le ore 6 del 1° maggio. Gli alleati entrarono in Udine alle ore 15,30.” [3] [4]

Ha costituito con altri capi militari della disciolta Brigata Osoppo (Prospero Del Din e Aldo Specogna già capitano della Julia) l'Organizzazione O per supportare gli interessi italiani nel processo di definizione del confine orientale soggetto alle forti pressioni dell’esercito Yugoslavo che contava appoggi fra i ranghi dei partigiani delle ex brigate Garibaldi.

Lasciato nel 1959 il servizio attivo si dedica all’attività amministrativa e sociale: per più tornate viene eletto Consigliere Provinciale di Udine; Consigliere Comunale, Vicesindaco di CIvidale; Consigliere Centrale dell’Opera Nazionale per l’Infanzia delle Regioni di Confine ONAIRC (promuovendo l’istituzione di oltre un centinaio di scuole materne nel Friuli e nell’Isontino); Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Tecnico Agrario di Cividale; Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Professionale di Stato di San Pietro Natisone; Capo Gruppo Regionale dell’UNUCI; Presidente dell’Azione Cattolica di Cividale.

Era terziario francescano.

Nel 1973 fu insignito della Croce di Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica.

  1. ^ CENNI STORICI SUL TERRITORIO AVIANESE, su comune.aviano.pn.it.
  2. ^ Emigrazione tra il Veneto Orientale tra l’800 e il ‘900 (PDF), su centromori.altervista.org.
  3. ^ (G. GALLO, La resistenza in Friuli 1943-1945, Udine, IFSML, 1989, p. 260).
  4. ^ Elio Varutti, blog, su eliovarutti.blogspot.it.