Ugali

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Ugali
Ugali na kabichi ("ugali e cavolo" in swahili), una tipica ricetta dell'Africa orientale
Origini
Altri nomingima, nshima, shima, nsima, sima, sadza, isitshwala, pap, oshifima
Luoghi d'origineKenya (bandiera) Kenya
Sudafrica (bandiera) Sudafrica
Zimbabwe (bandiera) Zimbabwe
Dettagli
Categoriapiatto unico
Ugali servito con pesce

L'ugali è un alimento a base di farina di mais e acqua, simile alla polenta e al fufu, che costituisce uno degli elementi principali della dieta della popolazione di molte aree dell'Africa, soprattutto orientale e meridionale. È noto localmente con numerose denominazioni e in numerose varianti: oltre a ugali (usato soprattutto in lingua swahili, Kenya e Tanzania) ci sono per esempio ngima (kikuyu, Kenya), xima (Mozambico), nshima o shima (Zambia), nsima o sima (chichewa, Malawi), sadza (shona, Zimbabwe), isitshwala (ndebele, Zimbabwe), pap (afrikaans, Sudafrica e Namibia), oshifima (Namibia), posho (Uganda)[1][2]. In Nigeria una ricetta molto simile è chiamata akamu dagli Igbo e ogi dagli Yoruba. In genere, queste denominazioni indicavano originariamente un alimento simile a base di miglio, sorgo o altre colture native; il loro uso è stato poi esteso a indicare la stessa ricetta realizzata col mais, e quest'ultimo significato è andato spesso a sostituire il precedente nell'uso più comune.

Il mais fu introdotto in Africa in epoca coloniale, fra il XVI e il XVII secolo, e in molte regioni andò a sostituire le coltivazioni di cereali native come il sorgo e il miglio. Il maggior rendimento rispetto a sorgo e miglio contribuì a fare rapidamente del mais uno degli alimenti principali delle popolazioni rurali africane. Molte ricette precedentemente realizzate con farina di sorgo o miglio vennero trasformate sostituendo questi ingredienti con farina di mais (o di altre coltivazioni importate, come la manioca). Anche l'ugali deriva certamente da una ricetta precedente, ma oggi la versione a base di mais è largamente più diffusa.

La preparazione dell'ugali è simile a quella della polenta.[3][4] La farina di mais viene bollita in acqua fino a formare una poltiglia che viene poi battuta e contemporaneamente addensata con altra farina, fino a ottenere la consistenza desiderata, che come nel caso della polenta può variare a seconda delle tradizioni locali. In molti paesi (per esempio Zambia e Malawi) la preparazione dell'ugali (chiamato nsima o nshima) viene considerata una forma d'arte, e la tecnica per ottenere la consistenza e il sapore considerati ideali viene preservata con cura di generazione in generazione.

L'ugali viene in genere consumato appallottolandolo e intingendolo in salse e contorni a base di carne, pesce, verdure o talvolta arachidi; fra le verdure più usate si possono citare le foglie di zucca o il cavolo. In genere lo si mangia con le mani; una depressione praticata con le dita in una palla di ugali può servire come contenitore in cui versare o raccogliere salse, brodo o altri condimenti.[5]

  1. ^ Word of Mouth: Ugali, su The Kitchn. URL consultato il 5 novembre 2015.
  2. ^ Ricetta dal Kenya: Ugali, su Ricetta dal Kenya: Ugali. URL consultato il 5 novembre 2015.
  3. ^ Ricetta Ugali (polenta di mais) - Ricette tipiche della Tanzania, su Ricette tipiche della Tanzania. URL consultato il 5 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2015).
  4. ^ L’ugali del Ruanda: una "polenta" di mais da accompagnare con la birra ikigage [collegamento interrotto], su L’ugali del Ruanda: una "polenta" di mais da accompagnare con la birra ikigage. URL consultato il 5 novembre 2015.
  5. ^ Come Preparare l'Ugali: 6 Passaggi (Illustrato), su Come Preparare l'Ugali: 6 Passaggi (Illustrato). URL consultato il 5 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2015).

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