Storia di Sparta
La storia di Sparta descrive il destino dell'antica Grecia. Sparta era una polis greca: dal suo inizio nel periodo leggendario fino alla sua incorporazione nella Lega achea sotto la tarda Repubblica romana come suo alleato nel 146 a.C., per un periodo totale quindi di circa un millennio.
Dal momento che il popolo acheo non fu il primo ad insediarsi nel territorio del Peloponneso corrispondente alla valle del fiume Eurota in Grecia, ne vengono descritti - per quanto possibile - pure il precedente periodo miceneo e quello dell'età della pietra; un breve accenno viene fatto pure riguardo ai periodi post-classici. Sparta ha infine continuato ad essere un centro urbano fino all'età contemporanea con la sua appartenenza alla moderna nazione greca.
La Sparta dorica ha acquisito il suo massimo prestigio e rilevanza nel corso del VI secolo a.C. Al tempo delle guerre persiane era il leader riconosciuto, per unanime consenso, delle città-stato (polis) greche; successivamente perdette in parte quel ruolo quando gli ateniesi tramarono per romperne le fondamenta dello Stato, dopo che un grave terremoto distrusse in parte la città nel 464 a.C. (vedi il Terremoto di Sparta del 464 a.C.).
Quando Sparta sconfisse l'antica Atene nella guerra del Peloponneso, essa si assicurò un'egemonia senza precedenti in tutto il sud dell'antica Grecia;[1] ma questa si ruppe in seguito alla battaglia di Leuttra svoltasi nel 371 a.C.[1]. Da allora non fu più in grado di riconquistare la sua supremazia militare[2] e col tempo fini con l'essere assorbita dalla lega achea nel II secolo a.C.
Periodo preistorico
[modifica | modifica wikitesto]Età della pietra
[modifica | modifica wikitesto]La prima prova certa d'insediamenti umani nella regione della Laconia - in cui sorse Sparta - si compone di opere di ceramica risalenti al medio periodo Neolitico trovate nelle vicinanza di Kouphovouno a circa 2 km a sudovest del sito di Sparta[3].
Periodo miceneo
[modifica | modifica wikitesto]Periodo leggendario
[modifica | modifica wikitesto]Secondo la leggenda vulgata l'eroe e semidio Eracle trascorse un periodo d'esilio proprio a Sparta; i suoi discendenti, gli Eraclidi, in seguito ebbero l'occasione di tornare in quello stesso luogo.
Invasione dorica nel Peloponneso acheo
[modifica | modifica wikitesto]Questa civiltà arcaica sembra essere caduta in declino a partire dall'età del bronzo quando, secondo quel che ne dice lo storico Erodoto, tribù provenienti dal nord della Macedonia (regione storica) marciarono a tappe forzate in direzione del Peloponneso, ove vennero chiamati Dori: essi soggiogarono le tribù locali e vi si stabilirono[4].
La tradizione descrive come, circa sessant’ anni dopo la guerra di Troia, ebbe luogo una migrazione dei Dori provenienti da nord; ciò alla fine portò alla nascita della Sparta classica e alla rifondazione delle città achee[5]. Questa tradizione rimane tuttavia abbastanza contraddittoria, essa fu scritta difatti molto tempo dopo i fatti apparentemente descritti; pertanto gli scettici come Karl Julius Beloch hanno sempre negato che si possa esser verificato un tale evento[6].
Lo storico Chadwick ebbe modo di sostenere, sulla base di lievi variazioni regionali che si sono rilevate sulla scrittura in lineare B, che i Dori dovessero aver già vissuto nella regione a loro attribuita in qualità di maggioranza oppressa - parlando un dialetto autoctono, ed emersero alla storia quando riuscirono infine a rovesciare i loro precedenti padroni[7].
Medioevo ellenico
[modifica | modifica wikitesto]Archeologicamente a Sparta cominciano a mostrarsi segni di insediamenti stabili solo intorno al 1000 a.C., all'incirca quindi ben duecento anni dopo il crollo della civiltà micenea, nel corso dell'epoca conosciuta come medioevo ellenico[8].
Il docente di storia antica dell'università di Oxford William George Grieve Forrest suggerisce che, dei quattro centri urbani che compongono la polis spartana, i due siti sorti più vicino all'acropoli rappresentano gli insediamenti originali, mentre le due colonie più esterne furono fondate in seguito. Il sistema di "doppia regalità" vigente a Sparta può esser stato originato dalla fusione dei primi due villaggi[9]. Uno degli effetti più eclatanti del crollo miceneo fu il calo verticale della popolazione; in seguito a ciò vi fu un significativo recupero di abitanti, ed una tal crescita è molto probabile che sia stata più marcata proprio a Sparta, situata com'era nella parte più fertile della pianura circostante[10].
Tra l'VIII e il VII secolo a.C. gli spartani conobbero un periodo di caos, illegalità anarchica e guerra civile, poi testimoniato sia da Erodoto che da Tucidide[11]; di conseguenza vennero effettuate tutta una serie di riforme politico-sociali del loro sistema di convivenza civile, che in seguito fu attribuito ad un unico legislatore semi-mitico di nome Licurgo[12]. Sono precipuamente tali riforme a segnare l'inizio della storia della Sparta classica.
Periodo protostorico
[modifica | modifica wikitesto]Le riforme di Licurgo
[modifica | modifica wikitesto]È durante il regno del sovrano Carilao[13] che la maggior parte delle fonti antiche colloca la vita del legislatore Licurgo. In effetti gli stessi spartani attribuirono il loro seguente successo grazie a tali riforme, istituite in un momento in cui lo Stato era stato gravemente indebolito da vari dissensi interni e mancava perciò la stabilità d'una comunità unita e ben organizzata[5]. Vi sono ragioni per dubitare che sia esistito un riformatore di nome Licurgo: il suo nome deriva difatti dalla parola greca indicante il "lupo" - animale strettamente associato al dio Apollo - e pertanto egli potrebbe essere molto semplicemente una personificazione della divinità[14].
Lo storico John Francis Lazenby suggerisce che la duplice monarchia potrebbe risalire a questo periodo di riformulazione della società, come il risultato di una fusione dei quattro villaggi che Sparta aveva avuto fino a quel momento e finendo per formare due fazioni, quelle di Pitana-Mesoa e di Limnai-Konoura. Secondo una tale prospettiva i re che la tradizione afferma governarono prima di questo tempo erano o totalmente mitici oppure, nel migliore dei casi, dei capo-fazione[15]. Lazenby ipotizza inoltre che anche altre riforme, come l'introduzione degli Efori, furono innovazioni successive le quali vennero però attribuite anch'esse a Licurgo[16].
L'espansione nel Peloponneso
[modifica | modifica wikitesto]I Dori sembra abbiano impostato un sistema di ampliamento delle frontiere del territorio spartano quasi prima d'aver stabilito un proprio Stato autonomo[17]; combatterono quindi presto contro gli argivi ad est e contro gli abitanti dell'Acaia a nordovest. L'evidenza suggerisce che Sparta, relativamente inaccessibile a causa della topografia della sua pianura, fosse al sicuro fin dall'inizio della sua storia e che pertanto non sia mai stata fortificata in quanto non ve n'era alcun bisogno[17].
Sparta ha condiviso la propria pianura con il centro urbano di Amicle, che si trovava a sudest; quest'ultimo è stato uno dei pochi luoghi a sopravvivere e ad esser abitato fin dai tempi micenei, ed è quindi molto probabile che sia stato il vicino più forte per gli spartani. Da qui la tradizione che vuole Sparta, sotto i suoi re Carilao e Archelao di Sparta, spostare verso nord i propri territori per garantirne la superiorità - verso la valle dell'Eurota - è plausibile[10].
A seguire furono prese le città di Pharis, Geronthres e, anche se le tradizioni al riguardo rimangono alquanto contraddittorie, Amicle la quale probabilmente cadde all'incirca nel 750 a.C. È probabile che gli abitanti delle prime due città siano stati cacciati, mentre quelli della terza furono sottomessi ad dominio spartano[18]: Pausania ritrae questo conflitto come la guerra tra i Dori e gli Achei.
Quest'epoca pare sia stata un momento assai duro per Sparta, con un alto numero di morti precoci[19]; tuttavia, mentre la documentazione archeologica getta dubbi su questo, una distinzione di genere culturale rimane invisibile all'archeologia[20].
VII secolo a.C.
[modifica | modifica wikitesto]VI secolo
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b "Spartans, a new history", Nigel Kennell, 2010, p. 1.
- ^ Diodorus Siculus, Bibliotheca historica, su penelope.uchicago.edu, vol. 15.
- ^ Cartledge, 2002, p. 28.
- ^ Storie (Erodoto) 1.56.3
- ^ a b Encyclopædia Britannica Eleventh Edition, Sparta
- ^ Sparta and Laconia - A regional history 1300 to 362 BC 2nd Edition, Paul Cartledge, p65
- ^ Chadwick, J, Who were the Dorians, La Parola del Passato: 31, pp103-117
- ^ W G Forrest, A History of Sparta, p. 25.
- ^ W G Forrest, A History of Sparta, pp. 26-30.
- ^ a b W G Forrest, A History of Sparta, p. 31.
- ^ Ehrenberg, 2004, p. 36.
- ^ Ehrenberg, 2004, p. 33.
- ^ W G Forrest, A History of Sparta p55
- ^ Paul Cartledge, The Spartans pp58-9
- ^ The Spartan Army J. F. Lazenby pp63-67
- ^ The Spartan Army J. F. Lazenby p68
- ^ a b Ehrenberg, 2004, p. 31.
- ^ W G Forrest, A History of Sparta p32
- ^ http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Paus.+3.2.6&fromdoc=Perseus%3Atext%3A1999.01.0160 Pausanias 2.3.6
- ^ Nigel Kennell, Spartans, a new history, 2010, p. 32.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Robert J Buck, Thrasybulus and the Athenian democracy: the life of an Athenian statesman, Historia, Heft 120, Stuttgart, F. Steiner, 1998.
- T. Buckley, Aspects of Greek history 750-323 BC: a source-based approach, Second, Taylor & Francis Group, 2010, ISBN 978-0-415-54977-6.
- W.G. Forrest, A History of Sparta 950-192 B.C., New York; London, W.W. Norton, 1968, ISBN 0-393-00481-3.
- Cartledge, Paul. Agesilaos and the Crisis of Sparta. Baltimore: Johns Hopkins University Press, 1987.