Museo Calderini
Museo Calderini | |
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L'ingresso del museo | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Varallo |
Indirizzo | via Pio Franzani 2 |
Coordinate | 45°48′58.43″N 8°15′09.71″E |
Caratteristiche | |
Sito web | |
Il Museo Calderini è un museo del Piemonte situato nel palazzo dei Musei di Varallo. Espone varie collezioni di argomento naturalistico, archeologico, etnografico e culturale.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il museo venne fondato nel 1867 da Pietro Calderini[1] (Borgosesia, 8 novembre 1824 - Varallo, 19 maggio 1906), un sacerdote e naturalista valsesiano che fu anche tra i primi aderenti e attivisti del Club Alpino Italiano.[2] Venne inizialmente concepito come un museo di scienze naturali a supporto delle scuole tecniche presenti a Varallo, ma rapidamente le sue collezioni crebbero grazie a donazioni di studiosi non solo valsesiani e le materie trattate si espansero comprendendo l'archeologia, l'antropologia e in generale le scienze umane. Nel 1906, con la morte del fondatore, il museo gli venne intitolato. Dopo un periodo di chiusura e riorganizzazione, durante il quale offriva solo visite su prenotazione[3], nel 2017 in occasione del 150º anniversario della scomparsa del suo fondatore, è stato riaperto al pubblico.[4] Condivide la sua sede, lo storico palazzo dei Musei, con la Pinacoteca civica di Varallo, occupando il secondo piano dell'edificio e alcune sale espositive al piano terreno.
Le collezioni
[modifica | modifica wikitesto]Sezione naturalistica
[modifica | modifica wikitesto]La sezione naturalistica del museo espone esemplari e reperti relativi a varie branche delle scienze naturali (zoologia, botanica, micologia, paleontologia, scienze della terra ecc.); particolarmente ricco è il patrimonio ornitologico, con circa 500 esemplari esposti. Anche le collezioni entomologiche sono ben rappresentate e si sono arricchite grazie a cospicue donazioni anche recenti.
Sezione archeologica
[modifica | modifica wikitesto]La sezione archeologica si articola attorno a tre nuclei principali: quello egittologico, che comprende un centinaio di reperti, quello greco-romano e quello protostorico, il quale raccoglie vari manufatti della cultura di Golasecca di provenienza valsesiana.
Sezione demoetnoantropologica
[modifica | modifica wikitesto]La sezione raccoglie alcuni dei reperti di provenienza extraeuropea portati in Italia dalla pirocorvetta Magenta, che tra il 1865 e il 1868 compì il giro del mondo. Oltre ad oggetti esotici è anche ben rappresentata la cultura materiale della Valsesia ed è presente una raccolta numismatica.
Sezione umanistica
[modifica | modifica wikitesto]La sezione umanistica del museo comprende una raccolta di lettere e testi autografi di celebri personaggi della storia italiana tra i quali Giuseppe Mazzini, Silvio Pellico e Giuseppe Garibaldi. Conserva inoltre pergamene e testi rari, in particolare di tipo scientifico, medico e naturalistico. Anche in questo caso la storia locale è ben rappresentata, per esempio con vari documenti relativi alla storia dei Walser.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ AA.VV., 22. La Valsesia, in Piemonte (non compresa Torino), collana Guide Rosse, Touring club italiano, 1976, p. 583. URL consultato il 25 marzo 2020.
- ^ Roberto Fantoni, Pietro Calderini. Biografia e Bibliografia, in D’acqua e di pietra. Il Monte Fenera e le sue collezioni museali, 2005, pp. 30-40. URL consultato il 26 marzo 2020.
- ^ Il Museo Calderini verso la riapertura, in La Stampa, 29 Marzo 2016. URL consultato il 26 marzo 2020.
- ^ Maria Cuscela, La seconda vitadel museo Calderini, in La Stampa, 18 Giugno 2017. URL consultato il 26 marzo 2020.
- ^ Enrico Rizzi, I Walser, Fondazione Enrico Monti, 2005, pp. 115-121. URL consultato il 27 marzo 2020.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Museo Calderini
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su palazzodeimusei.it.