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Mu Hydrae
Mu Hydrae | |
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Classificazione | Gigante arancione |
Classe spettrale | K4III[1] |
Distanza dal Sole | 234 anni luce[2] |
Costellazione | Idra |
Coordinate | |
(all'epoca J2000.0) | |
Ascensione retta | 10h 26m 05,426s |
Declinazione | -16° 50′ 10,64″ |
Dati fisici | |
Raggio medio | 45[3] R⊙ |
Temperatura superficiale | |
Luminosità | |
Metallicità | 76% rispetto al Sole[3] |
Dati osservativi | |
Magnitudine app. | +3,83[1] |
Magnitudine ass. | -0,45[4] |
Parallasse | 13,93 mas |
Moto proprio | AR: -129,17 mas/anno Dec: -79,76 mas/anno |
Velocità radiale | +40,81 km/s |
Nomenclature alternative | |
Mu Hydrae (μ Hya, μ Hydrae) è una stella della costellazione dell'Idra di magnitudine apparente +3,83, distante 234 anni luce dal sistema solare[4].
Osservazione
[modifica | modifica wikitesto]μ Hydrae è una stella dell'emisfero australe, ma la sua posizione in prossimità dell'equatore celeste le consente di essere scorta da quasi tutte le regioni della Terra, ad eccezione delle zone più a nord della latitudine 74°N, cioè oltre il circolo polare artico. D'altra parte questa vicinanza all'equatore celeste fa sì che essa sia circumpolare solo nel continente antartico. Essendo di magnitudine +3,83 la si può scorgere anche dai piccoli e medi centri urbani senza difficoltà, sebbene un cielo non eccessivamente inquinato sia maggiormente indicato per la sua individuazione.
Il periodo migliore per la sua osservazione ricade nei mesi primaverili dell'emisfero boreale, che equivale alla stagione autunnale dell'emisfero australe.
Caratteristiche fisiche
[modifica | modifica wikitesto]La stella è una gigante arancione di tipo spettrale K4III, avente un raggio 45 volte quello solare, che, con una temperatura superficiale di 4000 K, irradia quasi 500 volte più luce del Sole. La presenza di elementi più pesanti dell'elio, chiamata metallicità, è inferiore a quella del Sole, con un'abbondanza del 76% rispetto a quella della nostra stella[3].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b * 42 Hya -- Variable Star SIMBAD
- ^ Extended Hipparcos Compilation (XHIP) (Anderson+, 2012)
- ^ a b c d e Alessandro Massarotti et al., Rotational and Radial Velocities for a Sample of 761 HIPPARCOS Giants and the Role of Binarity, in The Astronomical Journal, vol. 135, n. 1, gennaio 2008, pp. 209–231, DOI:10.1088/0004-6256/135/1/209.
- ^ a b Erik Anderson, Charles Francis, XHIP: An Extended Hipparcos Compilation, in Astronomy Letters, 23 marzo 2012.arΧiv:1108.4971