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Lucio Gellio Publicola
Lucio Gellio Publicola | |
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Console della Repubblica romana | |
Nome originale | Lucius Gellius Publicola |
Gens | Gellia |
Legatus legionis | 67 a.C. |
Consolato | 72 a.C. |
Censura | 70 a.C. |
Lucio Gellio Publicola (in latino: Lucius Gellius Publicola; fl. 72 a.C.) è stato un senatore e generale romano che combatté nella terza guerra servile.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Fu console del 72 a.C. assieme a Gneo Cornelio Lentulo Clodiano. Durante la terza guerra servile, Publicola e Clodiano furono incaricati di attaccare gli schiavi ribelli guidati da Spartaco e Crixus, che avevano sconfitto gli eserciti dei pretori nel 73 a.C.
Gellio sconfisse Crixus e 3000 ribelli in Apulia, nei pressi del monte Gargano, per poi spostarsi verso nord seguendo le forze di Spartaco. Mentre Lentulo sbarrava il passo a Spartaco a nord, i due consoli contavano di stringere i ribelli in una morsa tra i due eserciti romani, ma Spartaco li attaccò separatamente, sconfiggendo prima Lentulo e poi, tornato indietro, Gellio. Poco dopo i due consoli furono esautorati e il comando della guerra affidato a Marco Licinio Crasso.[1][2]
Durante il suo consolato con Lentulo fu promulagata la Lex Gellia Cornelia, che garantiva a Pompeo la possibilità di concedere la cittadinanza romana per meriti militari a singoli individui, tra cui Lucio Cornelio Balbo.[3]
Nel 70 a.C. fu censore, dopo 15 anni che questa carica non veniva ricoperta, sempre con Lentulo. E insieme espulsero 74 senatori de probrum, tra cui Lentulo Sura e Gaio Antonio, anche se i più facilmente rientrarono nel Senato.[4][5][6][7][8][9]
Nel 67 a.C. guidò la flotta del Mar Tirreno per conto di Pompeo durante la guerra contro i pirati.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Plutarco, Vite parallele, Crasso, IX e seguenti.
- ^ T. Livio, Ab Urbe Condita, Periochae XCVI, n. 1.
- ^ M. T. Cicerone, Pro Balbo, 8, 14.
- ^ M. T. Cicerone, Pro Cluentio, n. 42.
- ^ M. T. Cicerone, In Verrem, V, n. 7.
- ^ M. T. Cicerone, Pro Flacco, n. 19.
- ^ A. Gellio, Noctes Atticae, V, n. 6.
- ^ V. Massimo, Factorum et dictorum memorabilium libri IX, V, 9, 1.
- ^ T. Livio, Ab Urbe condita, Periochae XCVIII, 2.