Ho amici in Paradiso

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Ho amici in Paradiso
Valentina Cervi e Antonio Catania in una scena del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno2016
Durata95 min
Generecommedia
RegiaFabrizio Maria Cortese
SoggettoFabrizio Maria Cortese
SceneggiaturaFabrizio Maria Cortese, Giulia Lusetti, Stefano Piani
ProduttoreAntonio Maria Cortese, Antonio de Feo
Casa di produzioneGolden Hour Films, Rai Cinema
Distribuzione in italianoGolden Hour Films
FotografiaAndrea Busiri Vici D'Arcevia
MontaggioFabio Loutfy
MusicheStefano Caprioli
ScenografiaAnna Forletta
CostumiMaurizio Basile
TruccoMaria Solberg Lepre
Interpreti e personaggi

Ho amici in Paradiso è un film del 2016 diretto da Fabrizio Maria Cortese alla sua seconda regia cinematografica.

Felice Castriota è un commercialista salentino impulsivo e superficiale. È colto in flagrante a riciclare soldi della malavita ma in cambio di informazioni su U Pacciu, un noto malavitoso locale, evita la galera e viene affidato ai servizi sociali. Assegnato alla Casa San Giuseppe, dell'opera Don Guanella di Roma, il protagonista si trova ad avere a che fare con persone fisicamente menomate e in condizioni intellettive anche gravi. Aiutato da Giulia, giovane psicologa del centro, Felice supera i problemi iniziali e per la prima volta inizia a sentirsi parte di una grande famiglia. Ma il passato torna a fare i conti con il protagonista quando si trova a dover fronteggiare la minaccia di U Pacciu, uscito di prigione in libertà vigilata ma deciso a vendicarsi.

L'idea del film nasce nel 2014, durante un corso di recitazione tenuto da Fabrizio Maria Cortese al Don Guanella di via Aurelia Antica a Roma[1] nello stesso periodo in cui la locale comunità dei Servi della carità (i sacerdoti guanelliani) è alla ricerca di un'idea per celebrare il centenario della morte di san Luigi Guanella. Scartate le idee di un documentario e di un film biografico sulla vita del santo a prevalere è l'intenzione di scrivere una storia che vada oltre l'ambito religioso,[2][3] dove Casa San Giuseppe diventa non una scenografia ma la vera protagonista del film assieme ai suoi ospiti. Sotto la spinta della comunità religiosa, che preme per far rivivere lo spirito di Don Guanella e mostrarlo "vivo" agli occhi del pubblico Cortese sviluppa un soggetto che possa far riflettere il pubblico divertendolo con una commedia dove scorre la vita quotidiana del centro e dei suoi ospiti.[2][4] "La storia del film", ha dichiarato il regista, "tocca il tema della disabilità in chiave tragicomica. Spero che il cinema possa sempre affrontare queste tematiche con ironia; queste persone hanno bisogno di sorridere e noi di riflettere; il loro mondo è stare con gli altri e loro rappresentano una risorsa, una vera risorsa per la comunità."[5]

«Il regista, autore anche del soggetto e della sceneggiatura, quest'ultima realizzata a più mani con Giulia Lusetti e Stefano Piani, sceglie di raccontare le vicende usando i toni della commedia. Come testimoniano altre fortunate pellicole nostrane, il registro comico ben si presta a mostrare la disabilità con la leggerezza necessaria per evitare pietismi e facili retoriche. Queste scelte narrative permettono al Cortese di confezionare una storia per famiglie, che possa veicolare il messaggio ad un'ampia platea, che potrà godere di un racconto che mai spinge il pedale sul dramma, riuscendo persino ad evidenziare gli enormi handicap di chi, normodotato, smette di evolversi umanamente, come lo stesso protagonista [...] "Ho amici in Paradiso" non è un film perfetto, ha un andamento un po' troppo televisivo, i personaggi sono ben delineati ma non avrebbe guastato una maggiore indagine emotiva.»

«È un piccolo film pieno di buone intenzioni e con momenti divertenti e toccanti, il cui principale difetto è quello di mettere troppa carne al fuoco, senza riuscire a cuocerla tutta allo stesso modo. Forse per insicurezza o per eccesso di generosità, Cortese si complica inutilmente la vita, aggiungendo personaggi che non ha tempo di approfondire e che spariscono presto o restano allo spessore di comparse, come la madre di Felice o il figlio adolescente ribelle della psicologa, e trame poco probabili come la parte che coinvolge la vendetta mafiosa, che entra tardivamente nella vicenda e viene risolta frettolosamente, dopo un buffo intermezzo on the road. In fondo non ce n'era bisogno, visto che il cuore del film è l'interazione – ottima e sincera – tra veri attori e veri malati, con la loro ingenua schiettezza e ricchezza emotiva.»

  1. ^ Ho amici in paradiso, su taxidrivers.it. URL consultato il 1º febbraio 2017.
  2. ^ a b "Ho amici in paradiso", il film che racconta il centro Don Guanella, su redattoresociale.it. URL consultato il 1º febbraio 2017.
  3. ^ "Ho amici in Paradiso", e se sono disabili mi diverto ancora di più, su repubblica.it. URL consultato il 1º febbraio 2017.
  4. ^ Oggi in Parlamento 10 disabili attori star del film: “Ho amici in paradiso” nei cinema, su paeseitaliapress.it. URL consultato il 1º febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 20 marzo 2017).
  5. ^ Evento speciale Ho amici in Paradiso, su aldiladelcinema.com. URL consultato il 1º febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2016).
  6. ^ Ho amici in Paradiso - Recensione: una commedia per famiglie che tratta con garbo il tema della disabilità, su ecodelcinema.com. URL consultato il 1º febbraio 2017.
  7. ^ Ho amici in paradiso Recensione, su comingsoon.it. URL consultato il 1º febbraio 2017.

Collegamenti esterni

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