Discussione:Geremia (profeta)
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Copi qui un inserimento anonimo nella disambigua Geremia --Riccardo 15:30, 12 set 2006 (CEST)
Il profeta Geremia (1)
Il profeta Geremia e' uno dei piu' noti personaggi dell'Antico Testamento, grazie anche ai dettagli biografici che si trovano nel suo libro. Nella maggior parte dei casi l'uomo e' subordinato al suo messaggio, per cui si sa ben poco del predicatore come individuo. Nel caso di Geremia la vita del predicatore e' talmente intessuta nel suo messaggio che e' difficile poter separare le due cose. Geremia visse durante il periodo piu' buio della storia di Giuda, durante i regni di ben cinque re, terminato con la distruzione di Gerusalemme nel 587 A.C. Egli promosse una riforma religiosa nazionale sotto il re Giosia riportando un parziale successo. Alla morte di Giosia in battaglia gli successe un re che non ebbe la forza di sottrarsi al ricatto internazionale. Geremia continuo' a predicare il suo severo messaggio di penitenza, esortando il popolo ad accettare la pesante mano di Dio come punizione per i propri peccati. Per questo, accusato di disfattismo, passo' diversi anni in prigione. Gli si spezzo' il cuore al vedere il male dilagante attorno a lui, e verso' spesso cocenti lacrime per la situazione assurda in cui si trovava. Quando la nazione alla fine fu conquistata dai Babilonesi, Geremia fu risparmiato e lasciato vivere tra le rovine di Gerusalemme, dove continuo' a predicare. Da ultimo, portato in Egitto come ostaggio, mori' in esilio. Geremia come profeta e' un simbolo di fede e di coraggio. Nel bel mezzo di terribili difficolta' egli continuo' a predicare con convinzione e con forza. In effetti, era l'unico che si rendeva chiaramente di cosa stava succedendo. La sua dedizione alla chiamata di Dio era tale che egli non ebbe mai un momento di esitazione, qualsiasi prezzo dovesse pagare. Per questo motivo Geremia e' un richiamo per tutti i tempi al comportamento richiesto in periodo di crisi. Il fondamento del messaggio di Geremia e' il concetto di Dio come solo creatore e gestore dell'universo. Dio opera secondo la sua volonta', conosce il cuore umano, aiuta coloro che che hanno fiducia in lui, ama il suo popolo. Egli esige che il popolo risponda con l'obbedienza e con la fede, poiche' Dio sa cosa sta facendo. Neppure la disperata situazione in cui Giuda era venuto a trovarsi sfuggiva alla sua conoscenza ne' esulava dai suoi piani. Se Giuda avesse accettato solo Dio come Signore, se avesse accettato il suo giudizio, Dio a tempo debito si sarebbe mostrato il salvatore. Un secondo punto sottolineato da Geremia e' la responsabilita' personale dell'uomo. Il popolo non poteva biasimare nessun altro, ma solo se stesso. Alcuni cercavano di addossare la colpa dei loro guai agli antenati, alle nazioni confinanti, ai profeti che stigmatizzavano le loro colpe, perfino a Dio; ma mai a se stessi. Geremia invece voleva che il popolo si rendesse conto che la restaurazione si puo' effettuare solo a patto che siamo disposti ad accettare la responsabilita' delle nostre azioni. Siamo certamente influenzati da tutti questi fattori esterni, ma essi non possono essere addotti a giustificazione della nostra cattiva condotta. Un altro punto sottolineato da Geremia e' la fiducia posta solo in Dio. Troppo a lungo il popolo ha posto la sua fiducia nella forza militare, nel denaro e perfino nella sua religiosita'. Essi ritenevano che la semplice presenza alle funzioni religiose fosse sufficiente a conquistare il favore di Dio. Percio' fu per loro un duro colpo sentirsi dire che a Dio non interessava sapere quanti soldi avessero o se "andassero in chiesa". Dio non sopporta rivali, diceva Geremia. Infine Geremia avverso' la falsa religione e i falsi predicatori del suo tempo. La verita' deve essere insita nel nostro cuore. Un giorno Dio avrebbe stretto una nuova alleanza con il suo popolo (31,31), un'alleanza che porra' la legge nel loro animo e la "scrivera' sul loro cuore", non su tavole di pietra. Gesu' e' venuto a concludere tale alleanza e a stabilire la nuova religione per sempre.
Il profeta Geremia. (2)
Geremia fu profeta durante i 40 anni che condussero Israele dai tempi pii ed entusiasti della riforma di Giosia, alle ore tragiche in cui crollavano le illusioni di un popolo legato ai suoi sogni piu' che a Colui che solo poteva sollevarlo. L'esperienza di Geremia e' quella di un osservatore che credeva l'uomo capace, grazie all'illuminazione e alle risorse che gli offre la sua religione, di salvarsi, e che scopre l'impossibilita' radicale di una tale salvezza. Il peccato e' infatti troppo incarnato perche' questa salvezza possa essere realizzata senza un atto decisivo da parte di Dio. La relazione di amicizia tra Dio e l'uomo e' irrimediabilmente compromessa e allora non resta che attendere questo intervento definitivo di Dio. Denunciando tale stato di cose ne derivano per lui seccature, arresti ed anche pericolo di vita. E' il periodo dei due assedi di Gerusalemme. La sua azione, pero', portera' frutti durante l'esilio. Nei suoi scritti meritano particolare attenzione il racconto autobiografico della sua vocazione (1) e i lamenti del profeta perseguitato (20,7-18); un discorso di rimproveri contro Israele ove si notera' un fiorire di simboli (2,1-13); il racconto della distruzione del Tempio (7,1-15) di cui il suo segretario Baruc ha raccontato le conseguenze (26); l'aperto conflitto fra il profeta e il re (36) e il suo arresto durante il secondo assedio di Gerusalemme (37,11-38,28); alcuni passi del messaggio di speranza che acquista pieno significato dopo la fine di Gerusalemme (31,2-9; 31,10-14; 31,31-34). Geremia ha segnato tutta la riflessione biblica di una impronta profonda. Il suo ricordo e' associato all'attesa messianica, anzi la comunita' cristiana non manchera' di cercare in lui l'aiuto a definire la figura del misterioso atteso Salvatore. Geremia resta il tipo d'uomo impegnato a fondo in un patetico dialogo con Dio, dialogo da cui scaturisce il suo messaggio. Il Dio di Geremia e' vicino. Egli e' "con" Geremia, conversa con lui, ma e' nello stesso tempo Colui che mette alla prova un uomo sconvolto, incapace di resistere. A causa dell'infedelta', dell'idolatria, Gerusalemme sara' distrutta e gli abitanti deportati. Questa prova e' per Geremia salutare. Il profeta proclama annunci luttuosi ma non manca mai la speranza, perche' Geremia e' convinto di questo: l'impoverimento radicale del popolo portera' alla scoperta della sola ricchezza valida: l'alleanza con Dio. Fondamentalmente Geremia resta il predicatore di una certa forma di poverta' in cui l'uomo, privato da tutto cio' che asseconda i suoi desideri e rassicura il suo cuore, viene a sentirsi spinto da una sola inquietudine: l'assenza di Dio, e bruciante di un solo desiderio: l'amicizia che Dio propone.
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