Centrale Enel Federico II
La Centrale Termoelettrica Enel "Federico II" è una centrale a carbone con una capacità totale di 2640 MW installati ma ad oggi utilizzabili 1980 MW, cambiamento dovuto al fatto che uno dei quattro gruppi è stato fermato per permettere la conversione a gas. Si trova presso la località Cerano, nel territorio di Brindisi. Con una estensione di circa 270 ettari, è la seconda più grande centrale termoelettrica d'Italia ed una delle più grandi d'Europa.
In un rapporto del 2007, redatto del WWF, l'impianto è stato classificato al venticinquesimo posto tra le trenta centrali in Europa in termini di emissioni di CO2.[1]
Un altro rapporto del 2011, dell'Agenzia europea dell'ambiente ("Revealing the costs of air pollution from industrial facilities in Europe", 2011), la classifica al diciottesimo posto in Europa (e al primo in Italia) in termini di costi causati dalle emissioni inquinanti, con un valore stimato superiore ai 500 milioni di euro all'anno.[2]
Composizione
[modifica | modifica wikitesto]La centrale è costituita da quattro sezioni con ciclo a vapore, con una capacità di 660 MW cadauna, entrate in funzione tra il 1991 e il 1993, e di una ciminiera alta 200 metri e 28 metri di diametro composta da 4 camini[3].
il trasporto del combustibile carbone avviene tramite "l'asse attrezzato policombustibile" un complesso lungo 13 km che alloggia i nastri per il trasporto del carbone e l'oleodotto interrato. esso parte dalla banchina del Molo di Costa Morena, su cui avviene lo scarico delle navi petroliere e carboniere e si sviluppa lungo una trincea.[4]
La centrale dopo la dismissione del parco carbone a cielo aperto, che consentiva lo stoccaggio di 750.000 tonnellate di carbone, dispone di 2 carbonili a copertura totale di tipo dome dal 2015.[4]
Ogni carbonile misura 145 metri in altezza e 50 metri di diametro ed è in grado di stoccare circa 180.000 tonnellate di carbone e sono collegati tramite nastro trasportatore all'asse attrezzato policombustibile. Per un totale di carbone stoccabile di circa 360.000 tonnellate[5]
La centrale è collegata alla rete elettrica nazionale tramite linee ad alta tensione a 380kv.
Per quanto concerne il contenimento delle emissioni inquinanti la centrale dispone di una gamma di impianti di ambientalizzazione, tra cui:
- un sistema di bruciatori per la diminuzione degli NOx che si trovano già in fase di combustione;
- denitrificatori;
- desolforatori;
- Precipitatori elettrostatici per l'abbattimento delle polveri.
Riconversione e Futuro
[modifica | modifica wikitesto]A partire dal gennaio 2021 e inizita la dismissione delle quattro unità produttive a carbone e la riconversione dell'impianto in una centrale a gas di potenza complessiva pari a 1680 MW[1]. Interrotta nei primi mesi del 2024. E viene comunicato che in linea con gli obiettivi di decarbonizazione nazionale, la centrale federico verra spenta il 31 dicembre 2025.
Curiosità
[modifica | modifica wikitesto]La centrale, considerata la sua enorme estensione in altezza e larghezza, è visibile per circa 25 km di costa a sud di essa, fino alla marina leccese di Frigole, e perfino da Lecce è visibile dai piani più alti dei palazzi della zona nord.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ WWF (maggio 2007). Dirty Thirty. Ranking of the most polluting power stations in Europe.
- ^ Agenzia europea dell'ambiente (dicembre 2011). Revealing the costs of air pollution from industrial facilities in Europe, p. 25.
- ^ https://www.wwf.it/pandanews/ambiente/per-brindisi-un-futuro-senza-combustibili-fossili
- ^ a b Enel, CENTRALE TERMOELETTRICA BRINDISI SUD “ FEDERICO II “ PARCO CARBONE COPERTO NELLA CENTRALE DI BRINDISI SUD PROGETTO PRELIMINARE Relazione tecnica, RELAZIONE TECNICA FSA.BC.TE.SVL.001.
- ^ Carbonili coperti centrale Enel Federico II: completate le imponenti cupole, su BrindisiReport. URL consultato il 13 marzo 2024.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su centrale Enel Federico II
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Informazioni sulla centrale nel sito ufficiale di Enel, su enel.it. URL consultato il 16 dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2007).