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Stauroteuthis
Stauroteuthis Verrill, 1879 è un genere di molluschi cefalopodi appartenenti all'ordine Octopoda. È l'unico genere appartenente alla famiglia Stauroteuthidae Grimpe, 1916[1].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Stauroteuthis ha corpo allungato in senso antero-posteriore con pinne abbastanza sviluppate sul mantello; la consistenza del corpo è gelatinosa. Gli occhi sono ben sviluppati e dotati di cristallino. L'apertura del mantello è ridotta formando un tubo attorno all'imbuto; l'imbuto può essere retratto all'interno del tubo in caso di necessità. I tentacoli sono uniti da due membrane interbrachiali, la primaria e la secondaria, che possono essere gonfiate d'acqua dall'animale vivo dandogli una forma a pallone, forse per scopi difensivi; normalmente i tentacoli vengono tenuti aperti e il cefalopode ha un aspetto che assomiglia a una campana. Le ventose sono piccole ma si ingrandiscono nei maschi adulti; i cirri sono molto lunghi e mancano all'apice delle braccia[2]. La radula è assente[3]. Sono tra i pochi ottopodi ad avere fotofori: sono presenti alla base delle ventose, sul lato interno delle braccia e sembra che vengano utilizzati per indirizzare le prede verso la bocca[4].
La lunghezza totale può raggiungere i 54 cm, il mantello arriva a circa 11 cm[2].
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Sostanzialmente ignota.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Si credeva che questo genere avesse una distribuzione limitata all'oceano Atlantico[2] fino a quando non sono stati catturati individui di S. gilchristi nell'oceano Indiano meridionale[5] e a sud dell'Australia[6] e non è stata scoperta, sempre in Australia, la specie S. kengrahami[6].
Sono cefalopodi abissali diffusi dai 700 fino a 4000 metri con profondità media di campionamento attorno ai 2000 m[3]. Sembrano avere rapporti con il fondale dato che raramente si incontrano a oltre 100 metri da esso[2].
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]Il genere comprende 3 specie[1]:
- Stauroteuthis gilchristi Robson, 1924
- Stauroteuthis syrtensis Verrill, 1879
- Stauroteuthis kengrahami Verhoeff, 2023
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Auffenberg, Kurt, Stauroteuthidae, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 18 novembre 2024.
- ^ a b c d Jereb e Roper, 2014, pp. 266-267
- ^ a b Collins M. A. e Henriques C., A revision of the family Stauroteuthidae (Octopoda: Cirrata) with redescriptions of Stauroteuthis syrtensis and S. gilchristi, in Journal of the Marine Biological Association of the UK, vol. 80, n. 4, 2000, pp. 685, DOI:10.1017/S0025315400002514.
- ^ Johnsen S., Balser E.J., Fisher E.C. e . Widder E.A, Bioluminescence in the deep-sea cirrate octopod Stauroteuthis syrtensis Verrill (Mollusca: Cephalopoda) (PDF), in The Biological Bulletin, vol. 197, n. 1, 1999, pp. 26–39, DOI:10.2307/1542994, JSTOR 1542994, PMID 28296499 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2011).
- ^ Cherel Y., Duhame G. e Gasco N., Cephalopod fauna of subantarctic islands: new information from predators (PDF), in Marine Ecology Progress Series, vol. 266, 2004, pp. 143–56, Bibcode:2004MEPS..266..143C, DOI:10.3354/meps266143.
- ^ a b (EN) Verhoeff T.J., A new species of Stauroteuthis (Octopoda: Cirrata) and further novel cirrate octopods from Australian waters, in Molluscan Research, 2023, pp. 1–20, DOI:10.1080/13235818.2023.2232534, ISSN 1323-5818 .
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Jereb P. e Roper C.F.E. (a cura di), Cephalopods of the world. An annotated and illustrated catalogue of cephalopod species known to date. Volume 3. Octopods and Vampire Squids., collana FAO Species Catalogue for Fishery Purposes, vol. 4, n. 3, Roma, FAO, 2014.
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