Quinto Roscio Gallo

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Quinto Roscio Gallo (Lanuvio, circa 120 a. C. – Roma, 62 a.C.) è stato un attore romano.

Nacque in una famiglia umile a Solonio, nelle campagne di Lanuvio[1], forse di condizione servile, come sembra testimoniare Plinio il Vecchio[2]. Le sue qualità innate di recitazione lo resero uno degli attori più bravi e famosi della storia romana, tanto da diventare il maestro di dizione di Cicerone[3], fondare una scuola di recitazione, che divenne una delle più apprezzate e frequentate[4], e da scrivere un manuale. Era considerato principalmente attore comico, ma ricoprì anche ruoli tragici. Diventò ricchissimo[4] e vantava l'amicizia profonda e sincera di personaggi di primo piano, come Cicerone. Proprio il famoso oratore lo difese nella causa di risarcimento contro Gaio Fannio Cherea, la Pro Roscio comoedo. Visse a lungo e morì all'inizio del 62 a. C.[5].

Esistono diverse testimonianze sul suo stile di recitazione e sono tutte concordi nel riconoscervi estrema grazia, eleganza, sinuosità dei movimenti, trasporto e coinvolgimento del pubblico[6].

Il giudizio di Cicerone, pur forse orientato dall'amicizia e dai doveri di avvocato, è di profonda ammirazione sia per la dirittura morale dell'uomo che per la grandezza della sua arte, degna di rappresentare un punto di riferimento per l'attività oratoria[7], certamente ritenuta nella cultura romana come la più nobile. Addirittura egli racconta – pur considerandolo leggendario – un evento prodigioso accaduto al momento della nascita dell'attore[1], che lo accomuna ad altre investiture poetiche e civili tipiche dell'antichità; in ogni caso meritò di essere celebrato con una statua di Pasitele e un epigramma di Archia.

  1. ^ a b Cic. Div. I 79
  2. ^ Plin. Nat. Hist. VII 129
  3. ^ Plut. Cic. 5
  4. ^ a b Cic. Rosc. Com. 17
  5. ^ Come testimonia il nuper di Cic. Arch. 17
  6. ^ Per esempio Cic. Orat. I 130
  7. ^ Cic. Brut. 290