Yéyé | |
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Origini stilistiche | R&B, rock 'n' roll, chanson, jazz, girl group ed in seguito beat |
Origini culturali | Francia, Italia e Spagna alla fine anni cinquanta |
Strumenti tipici | chitarra, basso, batteria, tastiera |
Popolarità | Divenne popolare nel 1961 in Francia, Italia, Spagna, Québec e nei paesi iberoamericani con l'avvento del Twist, per concludersi nel 1966. |
Generi derivati | |
Indie pop, Shibuya kei |
Yéyé, anche riportato con le grafie yé-yé[1] e ye-ye[2], è una corrente musicale in voga nei primissimi anni '60[3], dalle tonalità twist e rock and roll molto leggere e pop, con uno stile energico ed ottimista, i cui cantanti erano perlopiù con visi puliti e giovanissimi, dalle movenze spesso impacciate e semplici[3].
Nata in Francia e quasi contemporaneamente adottata in Québec, nei paesi dell'Europa meridionale e nei paesi iberoamericani, questo genere musicale era particolarmente popolare nelle giovani generazioni del cosiddetto "baby boomer".
Definizione del termine
[modifica | modifica wikitesto]Il termine "yéyé" fu coniato all'inizio degli anni '60 in Francia per definire la nuova corrente musicale ispirata soprattutto al twist, ma anche alle forme più giocose e pop del rock and roll angloamericano[4]. Se parolieri francesi (traduttori-adattatori) come Georges Brassens, Jacques Brel, Serge Gainsbourg o Marcel Mouloudji preferirono infatti l'utilizzo di "yé" a una traduzione più letterale in "ouais" (Si), i discografici utilizzarono la loro intuizione inventarndo la parola "Yéyé" come operazione di marketing per designare una nuova corrente musicale[5]. Nelle traduzioni queste due sillabe permettevano di rilanciare il ritmo e di mascherare le parole mancanti. Il termine yé-yé, che era un rimando scherzoso a quell'intercalare ("yeah, yeah", appunto[3]) utilizzato dai cantanti di questo genere musicale[4], venne presto adottato anche in Italia, in Spagna ed in buona parte dei paesi iberoamericani. Per estensione, l'espressione "yéyé" designò dapprima lo stile musicale, poi i cantanti stessi, infine un fenomeno di costume[4]. "Yéyé" veniva quindi usato per indicare anche il giovane pubblico o i giovani artisti ("Les Yeyés"), assumendo spesso una connotazione negativa e canzonatori, se usata da adulti ed intellettuali. In seguito poi, alcuni degli stessi parolieri che avevano ispirato il termine come Marcel Mouloudji, divennero aspri critici ed oppositori della nuova onda yé-yé[6].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La yé-yé in Francia
[modifica | modifica wikitesto]Il movimento Yé-Yé ha avuto le sue origini nel programma radio Salut les copains, creato da Jean Frydman e condotto da Daniel Filipacchi e Frank Ténot[7], che è andato in onda per la prima volta dicembre 1959. La frase "Salut les copins" risale al titolo di una canzone del 1957 di Gilbert Bécaud e Pierre Delanoë, che in seguito ebbero comunque poca considerazione per la musica Yé-Yé tipica di questa trasmissione radio. Il programma divenne un successo immediato e una delle sue rubriche, "Le Chouchou de la semaine" ("il tesoro della settimana"), divenne la rampa di lancio per la maggior parte dei cantanti Yé-Yé. Qualsiasi canzone qui presentata raggiungeva direttamente le vette delle classifiche.
Françoise Hardy si esibì nello show televisivo di Le petit conservator de la chanson condotto da Mireille Hartuch nel febbraio 1962 (un anno prima che i Beatles registrassero "She Loves You"), cantando "La fille avec toi", che iniziava con Yeah yeah yeah yeah". Dopo il brano, Hartuch ironizzando sul testo chiedeva ad Hardy] quale fosse il senso di quegli "Yé Yé"[8].
Il fenomeno di Salut les copains continuò con una rivista omonima che fu pubblicato per la prima volta nel 1962 in Francia, per poi inaugurare anche le edizioni tedesche, spagnole e italiane ("Ciao amici") che seguivano poco dopo[9]. Il 22 giugno 1963 tra i 150.000 ed i 200.000 giovani risposero alla chiamata di Daniel Filipacchi e Frank Ténot per un raduno della nuova rivista nella Place de la Nation di Parigi: Sul palco salirono così Danyel Gérard, Frank Alamo, Les Chats Sauvages e poi i nuovi cantanti Mike Shannon, Les Gam’s e Richard Anthony[10][11].
Claude François, Françoise Hardy, France Gall, Sheila, Sylvie Vartan, Chantal Goya, Frank Alamo, Eddy Mitchell, Johnny Hallyday, Jacques Dutronc sono i cantanti più conosciuti che rappresentano questo periodo in Francia. Ne esistono anche altri: Liz Brady, Cléo, Cosette, Dani, Chantal Kelly, Jacqueline Taïeb, Jocelyne. E nel Québec pure Claire Lepage, Michèle Richard, Jenny Rock, Pierre Lalonde.
La yé-yé nel resto d'Europa
[modifica | modifica wikitesto]Italia
[modifica | modifica wikitesto]Esponenti italiani di uno stile musicale equivalente sono stati in qualche modo Rita Pavone, Rosy, Jenny Luna e Little Tony, anche se molti di loro hanno poi diversificato il proprio repertorio. Anche Mia Martini ha iniziato la sua carriera come "ragazza yéyé", col suo vero nome di Mimì Berté.
Spagna
[modifica | modifica wikitesto]In Spagna la Yéyé raggiunse un notevole successo, che durò anche più a lungo che negli altri paesi[12]. Tra il 1963 e il 1968 la Yéyé fu una delle correnti dominanti nella scena musicale del paese[13]. Questa corrente è considerata tre le pionieristiche del rock in La Spagna, con cantanti come Pilar García de la Mata o Caballero de Rodas, meglio conosciuta come Mimo[14], essendo anche una delle prime ragazze Yeyé, accompagnata dalle loro band (Mimo and her Five Friends, Mimo y sus Rocks e Mimo y Los Jumps)[15]. Nel 1965 uscì il film Historias de la televisión, dove l'attrice Conchita Velasco interpreta la canzone "Chica ye ye", che divenne la numero uno per 27 settimane ed è ancora oggi una delle canzoni più famose della storia della musica spagnola [16][17], consacrando la sua cantante come una tra le principali rappresentanti del genere[18]. Altri rappresentanti della musica Yeyé in Spagna erano Marisol, Rosalía, Lita Torelló, Salomé, Lorella, Ana Belén, Karina, Gelu e Rocío Dúrcal[19].
Artisti
[modifica | modifica wikitesto]Gli artisti e i gruppi yéyé includono: Annie Philippe, Chantal Goya, Chantal Kelly, Christophe, C. Jérôme, Claire Lepage, Claude François, César et les Romains, Dalida, Dani, Daniele Danae, Danny Boy et ses Pénitents, Danyel Gérard, Dick Rivers, Mike Shannon, Les Chats Sauvages, Donald Lautrec, Eddy Mitchell, Evariste, Les Chaussettes Noires, France Gall, Frank Alamo, Françoise Hardy, Frankie Jordan, Gillian Hills, Guy Mardel, Hervé Vilard, Jacqueline Taïeb, Jean-Jacques Debout, Jenny Rock, Jocelyne, Joël Denis, Johnny Farago, Richard Anthony, Johnny Hallyday, El Toro et les Cyclones, Les Aristocrates, Les Gam's, Les Parisiennes, Les Sultans, Les Surfs, Liz Brady, Vic Laurens, Les Vautours, Lucky Blondo, Michel Berger, Michèle Richard, Michèle Torr, Monty, Le Petit Prince, Patricia Carli, Petula Clark, Pierre Lalonde, Ria Bartok, Ronnie Bird, Salvatore Adamo, Sheila, Sylvie Vartan, Concha Velasco, Tiny Yong, Tony Roman, Zouzou...
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Chi erano le ragazze yé-yé e il loro impatto sulla moda e sul femminismo, su harpersbazaar.com. URL consultato il 21 maggio 2024.
- ^ ye-ye, su dizionari.repubblica.it. URL consultato il 21 maggio 2024.
- ^ a b c Tiziano Tarli, Beat italiano: dai capelloni a Bandiera gialla, Castelkvecchi, 2005, ISBN 0-415-92699-8.
- ^ a b c Treccani, Yé-yé (definizione), su treccani.it.
- ^ (EN) Gary Stewart, Rumba on the river, A history of the popular music of the two Congos, London/New York, Verso, 2003, p. 436, ISBN 978-1-85984-368-0.
- ^ (FR) Gilles Schlesser, Mouloudji. Biographie, Paris, Éditions de l'Archipel, 2009, ISBN 978-2-8098-0185-9. pg. 157
- ^ Tinker, Chris. "Shaping 1960s youth in Britain and France: Fabulous and Salut lescopains." International Journal of Cultural Studies. 14 (6) (November 2011): pg. 641-657.
- ^ Hardy Françoise, Two, in The Despair of Monkeys and Other Trifles: A Memoir by Françoise Hardy, traduzione di Jon E. Graham, Feral House, 2018 [2008], ISBN 978-1-62731-0734.
- ^ Tinker, Chris. "Shaping 1960s youth in Britain and France: Fabulous and Salut les copains." International Journal of Cultural Studies. 14 (6) (November 2011): pg. 641–657. Online.
- ^ Frédéric Quinonero, Johnny live 50 ans de scènes, 2012, Éditions L'Archipel, page 79, citation : « Afin de célébrer solennellement le premier anniversaire du magazine Salut les copains et, à quelques jours près, les vingt ans de Johnny Hallyday, Daniel Filipacchi lance de façon quasi impromptue l'idée d'un concert gratuit sur la place de la Nation, sous l'égide d'Europe n°1. Pour seule publicité, une annonce lancée sur les ondes : "Il y aura Johnny, Sylvie, Richard (Anthony), et aussi Danyel Gérard, Les Gam's, Mike Shannon et Les Chats Sauvages. On vous attend nombreux les copains !". »
- ^ Philippe Lombard, Rock'N'Paris 1956-1965 Johnny, Eddy, Dick... et les autres, 2019, Éditions Parigramme, page 65, citation : « Le 22 juin 1963, Europe n°1 organise sur la place de la Nation un grand concert gratuit qui rassemble des milliers de jeunes à la grande surprise des autorités. [...] Johnny et Sylvie sont en Camargue où ils tournent D'où viens-tu Johnny ?, mais ils acceptent de faire l'aller-retour. »
- ^ Carles Gámez, Cuando todo era yeyé, Editorial Midons, 1997, ISBN 8489240396.
- ^ Gerardo Irles, Sólo para fans. La música yeyé y pop española de los años 60, Alianza Editorial, 1997, ISBN 8420694304.
- ^ (ES) Mimo, su Asociación Pioneros, 26 marzo 2021. URL consultato il 13 gennaio 2023.
- ^ (ES) Lady X, ¡Nuestra otra reina! La primera chica ye-yé, su Agente Provocador. URL consultato il 13 gennaio 2023.
- ^ (ES) ¿Sabías que la canción ‘Chica ye-ye’ de Concha Velasco originalmente fue escrita para Luis Aguilé?, su blogs.20minutos.es. URL consultato il 13 gennaio 2023.
- ^ (ES) Manuel Román, La verdadera historia de la 'La chica Ye-Yé', su Libertad Digital - Cultura, 11 novembre 2012. URL consultato il 13 gennaio 2023.
- ^ (ES) Los 80 años de una chica yeyé, su La Vanguardia, 28 novembre 2019. URL consultato il 13 gennaio 2023.
- ^ Jesús Ordovás, Historia de la música Pop española, Alianza Editorial, 1987, ISBN 8420602248.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) AA. VV., Made in France. Studies in Popular Music, a cura di Catherine Rudent e Gérôme Guibert, New York, Taylor & Francis, 2017, ISBN 9781317645702.
- (EN) Jean-Emmanuel Deluxe, Yé-Yé Girls of '60s French Pop, Feral House, 2013, ISBN 9781936239726.
- (FR) Jean-Jacques Jelot-Blanc, Si le yé-yé m’était conté... L’histoire vraie des idoles des années 60, Camion Blanc, 2020, ISBN 9782378482367.
- (FR) Jean-Daniel Lesueur, Girls' Power. Led femme s'emparent du discute et du clip, CAMION BLANC, 2012, ISBN 978-2-35779-176-3.
- Tiziano Tarli, Beat italiano: dai capelloni a Bandiera gialla, Castelvecchi, 2005, ISBN 0-415-92699-8.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) iê-iê-iê, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Yé-yé, su AllMusic, All Media Network.
- (FR) Teppaz and co: Sito francese sui cantanti yé-yé degli anni sessanta.
- (FR) Radio Yé-Yé!: Una radio con solo canzoni yé-yé.