When the king enjoys his own again ("Quando il re si riunirà ai suoi"), talvolta nota anche come The king shall enjoy his own again ("Il re si riunirà ai suoi") è una canzone popolare di ambiente realista inglese datata al XVII secolo. Scritta da Martin Parker durante la guerra civile inglese (pubblicata per la prima volta nel 1643), venne successivamente adottata dai giacobiti. Secondo lo storico Bernard Capp, questa canzone fu una delle più popolari della metà del XVII secolo in Inghilterra.[1] Il critico del XVIII secolo Joseph Ritson la definì "l'aria più famosa e popolare che io abbia mai sentito in questo paese".[2]
Uso giacobita
[modifica | modifica wikitesto]Uno dei reggimenti irlandesi giacobiti costituito negli anni '90 del Seicento dai veterani della campagna d'Irlanda di Giacomo II, il Régiment Rooth (soprannominato "la guardia del corpo del Pretendente"), marciò sulle note di "When the king enjoys his own again".[3] Alla morte di Maria II d'Inghilterra nel 1694, i giacobiti di Bristol pubblicamente suonarono con le campane cittadine questo motivo.[4] Nel settembre del 1711 il comandante di una compagnia della milizia di Londra, il capitano John Silk, fece suonare la musica per le strade di Londra.[5] Nel 1713 il chierico tory Henry Sacheverell predicò ai Figli del Clero accompagnato da questa musica, alla presenza di Philip Bisse (vescovo di Hereford) e di Francis Atterbury (vescovo di Rochester), ricevendone il plauso.[6]
Dopo l'ascesa del primo re della dinastia degli Hanover, Giorgio I, vi fu un'insorgenza di giacobisitmo con la celebrazione un po' ovunque del Giorno della Restaurazione (29 maggio) di Carlo II, sempre con questa musica in accompagnamento.[7] Secondo lo storico della musica Daniel Szechi, questa fu la melodia popolare più conosciuta del tempo e per questo venne largamente sfruttata dai giacobiti per scopi propagandistici.[8]
Nel febbraio del 1716 iniziarono le prime relazioni: al college di Exeter alcuni studenti sorpresi a intonare questa canzone vennero pubblicamente flagellati.[9]
Nel 1722 a St Albans il futuro parlamentare Thomas Gape, fece suonare questa canzone a dei musici durante le rivolte per le elezioni di quell'anno.[10][11]
Testo
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Let rogues and cheats prognosticate |
Though for a time we see Whitehall |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Bernard Capp, Astrology and the Popular Press: English Almanacs 1500-1800 (Faber and Faber, 2008), p. 23.
- ^ Joseph Ritson, Ancient Songs and Ballads (1790; 3rd ed. 1877), p. 367, quoted in Victor E. Neuburg, Popular Literature: A History and Guide (Routledge, 1977), p. 57.
- ^ Paul Kleber Monod, Jacobitism and the English People. 1688-1788 (Cambridge University Press, 1993), p. 107.
- ^ Monod, p. 170.
- ^ Monod, p. 172.
- ^ Monod, p. 148.
- ^ Monod, p. 182.
- ^ Daniel Szechi, The Jacobites: Britain and Europe, 1688-1788 (Manchester University Press, 1994), p. 34.
- ^ Monod, p. 276.
- ^ Monod, p. 198.
- ^ Romney Sedgwick (ed.), The History of Parliament: The House of Commons, 1715-1754. II: Members E-Y (London: The Stationery Office, 1970), p. 59.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- William Wagstaffe, The Ballad of The king shall enjoy his own again: with a learned comment thereupon, at the request of Capt. Silk (London, 1711).