Vittorio Emanuele Chesi (IPA: /ˈkezi/[1]; Mantova, 24 gennaio 1916 – Roma, 8 novembre 1991) è stato un giornalista italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Si laureò in economia e commercio all'Università di Bologna nel 1940. Nella città felsinea dal maggio 1942 fu condirettore dell'Architrave, mensile del GUF bolognese, giornale oggetto di sequestro per le sue posizioni critiche verso il regime fascista. Infine insieme al direttore Pio Marsili, fu destituito e condannato al confino.
All'indomani della fine della seconda guerra mondiale, dal 6 maggio 1945, Chesi fu nominato direttore del quotidiano Mantova Libera. Il giornale cessò la pubblicazione il 19 luglio 1946 seguendo i tempi d'esistenza del suo "editore provvisorio", il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN). Il 21 luglio riprese l'attività la Gazzetta di Mantova con lo stesso Vittorio Chesi direttore.[2]
La sua carriera di direttore proseguì dall'ottobre 1947 al marzo 1950 alla Sicilia del popolo di Palermo e successivamente dirigendo per quattro anni la sede milanese de Il Popolo, il giornale della Democrazia Cristiana, partito a cui aderiva Vittorio Chesi.[2]
Dal novembre 1954 cominciò la sua attività in radio inizialmente come corrispondente da Londra.[2] Dal 1961, tornato a Roma, fu vice-direttore del Giornale Radio Rai unificato, divenendone direttore per dieci anni a partire dal 21 dicembre 1965.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Chesi", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
- ^ a b c La Mantova libera guidata da Chesi prima del salto in Rai, in Gazzetta di Mantova, 28 giugno 2014. URL consultato il 31 marzo 2017.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Vittorio Chesi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Vittorio Chesi, in Storia e Memoria di Bologna, Comune di Bologna.