Villa Sorra | |
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La villa | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia Romagna |
Località | Castelfranco Emilia |
Indirizzo | Via Prati 50 |
Coordinate | 44°37′51.25″N 11°01′59.22″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | XVII secolo |
Realizzazione | |
Architetto | Giuseppe Anonio Torri |
Proprietario | Comuni di Castelfranco Emilia, Modena, Nonantola e San Cesario sul Panaro |
Committente | Antonio Sorra |
Villa Sorra, in passato detta anche Palazzo Sorra e Palazzo Munarini, è una dimora storica in stile barocchetto emiliano che sorge in località Gaggio, a nord di Castelfranco Emilia. La tenuta su cui sorge la villa è, dal 1972, di proprietà dei Comuni di Castelfranco Emilia, Modena, Nonantola e San Cesario sul Panaro ed è caratterizzata da un giardino in stile romantico.
La villa è stata usata come set dal regista Pier Paolo Pasolini per il suo ultimo film: Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975).
Esemplare testimonianza di luogo di villeggiatura,[1] la villa è rimasta lesionata a seguito del terremoto dell'Emilia del 2012. La villa non è agibile e non visitabile da molti anni.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La villa fu commissionata all'inizio del XVIII secolo al progettista Giuseppe Anonio Torri dal conte Antonio Sorra, da cui ancora oggi prende il nome.[2]
Nel 1852 venne istituito un regolamento per “forestieri che potessero intervenirvi” al fine di regolare l'afflusso dei numerosi visitatori.[2]
Il giardino storico della villa, creato nel Settecento,[2] venne radicalmente trasformato nell'Ottocento per volere della marchesa Ippolita Levizzani e secondo i canoni del giardino all'inglese. Da allora rappresenta uno dei più importanti esempi di giardini romantici dell'Emilia Romagna.[3]
Architettura
[modifica | modifica wikitesto]La villa si erge al centro della tenuta. Originariamente, la villa aveva un torrino esagonale, che venne, successivamente, demolito nel dopoguerra[quale dei due?]. Il palazzo è costituito da un corpo centrale, a pianta quadrata, che ha al suo apice un'altana.[2]
La raccolta della vita contadina
[modifica | modifica wikitesto]Villa Sorra ospita la "Raccolta della vita contadina" donata dall'antiquario pittore Celestino Simonini al Comune negli anni settanta del Novecento. Nel tempo, la collezione si è arricchita fino ad arrivare a contare 9000 reperti.[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La vita in villa è di antica tradizione che trova origini lontane fin nell'età romana, venuta meno con la caduta dell'Impero e poi ripresa a partire dal Trecento in molte realtà italiane, anche a seguito dell'influsso di Francesco Petrarca. Se ci limitiamo al territorio emiliano, tale pratica si comincia a diffondere soprattutto nel XVI secolo, quando il territorio bolognese passa sotto il dominio pontificio.[senza fonte]
- ^ a b c d Villa Sorra, su comune.castelfranco-emilia.mo.it. URL consultato il 3 ottobre 2023.
- ^ Villa Sorra, su ilparcopiubello.it. URL consultato il 3 ottobre 2023.
- ^ Raccolta della vita contadina di Villa Sorra, su Museo Civico di Modena. URL consultato il 26 settembre 2023.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- AA.VV., Castelfranco Emilia, Città di Castelfranco Emilia, 2007.
- Andrea Di Paolo, Villa Sorra. Storia di un luogo straordinario tra Modena e Bologna, Modena, Ed. Sigem, 2014, ISBN 978-88-7387-043-2.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa Sorra
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su villasorra.it.
- Villa Sorra, su VisitModena. URL consultato il 26 settembre 2023.
- Giada Castrucci, Villa Sorra, su prezi.com. URL consultato il 26 settembre 2023.