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Villa Lalatta Costerbosa - Teknopedia
Villa Lalatta Costerbosa
Lato ovest
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàMontechiarugolo
Indirizzovia Resga 3
Coordinate44°42′08.7″N 10°25′43.8″E44°42′08.7″N, 10°25′43.8″E
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVI secolo - 1873
Stileneoclassico
Realizzazione
Proprietariofamiglia Lalatta Costerbosa
Committentefrati francescani, Egidio Rossini, conte Antonio Costerbosa
Modifica dati su Wikidata · Manuale

Villa Lalatta Costerbosa, nota anche come villa La Vignazza, è un edificio in stile neoclassico situato in via Resga 3 a Montechiarugolo, in provincia di Parma.

Indice

  • 1 Storia
  • 2 Descrizione
    • 2.1 Villa
      • 2.1.1 Oratorio del Romito
    • 2.2 Parco
  • 3 Note
  • 4 Bibliografia
  • 5 Voci correlate
  • 6 Altri progetti

Storia

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L'originario edificio fu probabilmente costruito nel XVI secolo per volere dei frati francescani del vicino convento di Santa Maria delle Grazie, quale ospizio per i pellegrini e viandanti di passaggio; a valle, in prossimità dell'oratorio del Romito, era infatti possibile attraversare il torrente Enza grazie a un barcaiolo, previo pagamento di un pedaggio.[1]

Nella seconda metà del secolo l'eremitaggio e il piccolo luogo di culto furono distrutti; soltanto nel XVIII secolo la cappella fu ricostruita dai monaci, unitamente alla residenza del romito, addetto alla manutenzione dell'area.[1]

Nel 1811, a causa dei decreti napoleonici relativi alla secolarizzazione dei beni ecclesiastici, i francescani furono allontanati dalla loro proprietà; mentre il monastero fu adibito a caserma militare,[2] l'oratorio e le terre annesse furono acquistati nel 1817 dal capitano Egidio Rossini; il nuovo proprietario avviò i lavori di ampliamento e decorazione dell'abitazione, che trasformò in villa neoclassica.[3]

Nel 1843 la tenuta fu alienata al giudice Remigio Villa, che intraprese una colossale opera di arginatura del torrente Enza, per ampliare i terreni coltivabili; tuttavia, pochi anni dopo una rovinosa piena devastò i terrapieni, costringendo nel 1867 il proprietario a svendere all'asta ogni bene. L'acquirente risultò l'agente Lombardini, su incarico del conte Antonio Costerbosa, che desiderava adibire la villa a residenza estiva per la famiglia.[3]

Il Conte scomparve nel 1872 e gli subentrò la figlia Faustina, moglie del marchese Antonio Lalatta, la quale, divenuta ufficialmente proprietaria l'anno seguente, avviò una serie di lavori di ristrutturazione e decorazione dell'edificio e di trasformazione dell'oratorio del Romito in cappella gentilizia; le opere furono completate nel 1879. Alla morte della Contessa nel 1893, ereditò i suoi beni il figlio Carlo, il quale, su disposizione di Faustina, aveva unito al cognome paterno quello materno.[4][5]

Nel 1929 spirò il marchese Carlo Lalatta Costerbosa e la villa passò alle due figlie Afra e Maria, che la trasmisero ai loro discendenti.[4]

Alla fine del XX secolo furono avviati altri interventi di risistemazione della proprietà; le terre, anticamente occupate da vigneti, furono interamente recuperate all'uso agricolo unitamente alle barchesse e agli edifici rustici, la villa e la corte furono restaurate e le attigue scuderie furono trasformate in sale da ricevimento.[6]

Descrizione

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Viale d'ingresso

Il grande parco, circondato dai campi coltivati della tenuta di quasi 40 ettari, si estende a cavallo dell'alta scarpata del torrente Enza; la piccola corte con la villa e gli edifici annessi, collegata con la strada a ovest attraverso un vialetto, sorge in posizione panoramica sulla cima del rilievo, mentre l'oratorio del Romito, raggiungibile tramite uno stradello che si inoltra nella boscaglia, è collocato a nord-est sul fondo del pendio, in prossimità del corso d'acqua.[7][5]

Villa

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Il corpo principale della villa si estende su una pianta a U a nord della piccola corte ed è affiancato a ovest dalle antiche scuderie e dalle barchesse; il cortile centrale, chiuso da due portali ad arco alle estremità orientale e occidentale, è delimitato a sud dagli edifici rustici.[8][5] Il nucleo residenziale è costituito da un edificio rettangolare più antico a est, affacciato sulla vallata, e da uno rettangolare più recente a ovest, uniti tra loro attraverso il corpo d'ingresso.[8]

La simmetrica facciata est della villa, interamente intonacata, si sviluppa su due livelli principali fuori terra, oltre al sottotetto; nel mezzo, affiancato da due finestre per parte, è collocato il portale d'accesso sul parco, sormontato dal balconcino centrale del primo piano; in sommità si erge sul culmine del tetto una torretta.[5][7]

All'interno l'ampio androne passante è coperto da una volta a botte; nelle varie sale, ornate sulle pareti con decorazioni a tempera risalenti alla ristrutturazione completata nel 1879, sono conservati ancora i grandi camini ottocenteschi; la villa è inoltre arricchita da vetrate in stile liberty.[5][1]

Oratorio del Romito

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Lo stesso argomento in dettaglio: Oratorio del Romito.

Il piccolo oratorio, edificato in origine dai frati agostiniani della vicina abbazia di Santa Felicola tra l'XI e il XII secolo e donato nel 1530 dalla contessa Domitilla Trivulzio ai francescani del convento di Santa Maria delle Grazie, fu completamente ricostruito dai francescani tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo; adibito a cappella gentilizia dalla contessa Faustina Costerbosa, conserva nel presbiterio alcuni affreschi tardo-seicenteschi, rinvenuti durante i restauri realizzati alla fine del XX secolo.[5]

Parco

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Viale d'ingresso

Il parco si allunga a nord-est della villa, sul bordo dell'alta scarpata, in posizione panoramica sulla vallata.[9]

Il giardino, percorso da vialetti, è arricchito dalla presenza di numerosi alberi secolari,[9] tra cui roveri, roverelle, ippocastani, olmi e conifere; spiccano in particolare un leccio a doppio fusto e un antico cedro del Libano di notevoli dimensioni.[10][6]

Note

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  1. ^ a b c Gambara, p. 95.
  2. ^ Montechiarugolo, su digilander.libero.it. URL consultato il 5 luglio 2024.
  3. ^ a b Gambara, p. 96.
  4. ^ a b Gambara, p. 97.
  5. ^ a b c d e f La Villa, su villalavignazza.wixsite.com. URL consultato il 5 luglio 2024.
  6. ^ a b Villa La Vignazza, su vignazza.it. URL consultato il 5 luglio 2024 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2012).
  7. ^ a b Gambara, p. 94.
  8. ^ a b Gambara, pp. 94-95.
  9. ^ a b Sale ricevimenti Villa La Vignazza, su turismo.comune.parma.it. URL consultato il 9 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2017).
  10. ^ Il parco secolare, su villalavignazza.wixsite.com. URL consultato il 9 maggio 2017.

Bibliografia

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  • Lodovico Gambara, Le ville Parmensi, Parma, La Nazionale Tipografia, 1966.

Voci correlate

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  • Convento di Santa Maria delle Grazie (Montechiarugolo)
  • Ordine dei Frati Minori
  • Oratorio del Romito
  • Montechiarugolo

Altri progetti

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Altri progetti

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