Giovanni de' Brignoli di Brünnhoff (Gradisca d'Isonzo, 27 ottobre 1774 – Modena, 15 aprile 1857) è stato un botanico italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Dalla nascita al trasferimento ad Urbino
[modifica | modifica wikitesto]Nacque il 27 ottobre 1774 a Gradisca d'Isonzo, da nobile famiglia. Studiò in ambiente familiare fino all'età di sedici anni, quando si recò a Vienna per apprendere la lingua tedesca. Passò poi a Venezia per seguire una causa pendente da circa 35 anni. Approfittò di quel soggiorno per frequentare le biblioteche, le gallerie veneziane e apprendere le scienze naturalistiche in compagnia dell’abate Giuseppe Olivi. Qui incontra il marchese François Palamède de Suffren [1] che lo appassionò alla botanica. Si possono far risalire al 1797[2] le sue prime esplorazioni in Carinzia, Tirolo, Carniola, Svizzera e in Friuli, diventò così noto tra gli studiosi della flora alpina. Nel 1800, di ritorno dalla Svizzera, sposò la contessa Maddalena De Clariani di Cividale del Friuli, con la quale ebbe sette figli. In difficoltà economiche per l'abolizione dei feudi, accettò malvolentieri un impiego al tribunale di Cividale del Friuli e alla Camera di Commercio di Udine.
Ad Urbino
[modifica | modifica wikitesto]Le sue abilità gli fecero guadagnare la cattedra di botanica e agraria nel collegio-convitto di Urbino [senza fonte] fondato nel 1506. Questa città gli deve molto, in quanto egli fornì un'appendice di ottomila pezzi nel museo naturalistico, fondò l'Orto Botanico, contribuì all’ampliamento del locale museo di storia naturale, all'ordinamento della Biblioteca del liceo, e all'illustrazione del Museo lapidario, fondato da A. Fabretti e curato in precedenza da Giovanni Passeri (1694-1780). Brignoli ad Urbino scrisse anche alcune opere, tra cui "Fasciculus rariorum plantarum forojuliensum". Si dedicò a ricerche botaniche e geologiche sull'Appennino centrale e sul litorale marchigiano Marino-Ascoli, sull'Adriatico. Continuò però le sue spedizioni sulle Alpi, in particolare in Friuli, nel Cadore e in Tirolo; nel 1810 si dedicò alla flora del monte Matajur, insieme al conte Giuseppe Carlo Cernazai che lo perlustrò e portò specie importanti per gli studi futuri.[senza fonte] Template:Vedi anche sezione La caduta di Napoleone e il ritorno di Urbino sotto lo Stato Pontificio causò molti cambimenti nella vita del botanico: da un lato i suoi viaggi e i suoi studi, finalizzati alla creazione di una nuova Flora Italiana, non furono più finanziati (in precedenza erano sovvenzionati dal viceré d'Italia), [senza fonte] dall'altro il liceo di Urbino fu soppresso[senza fonte]. Il Papa Pio IV affidò la gestione dei licei ai gesuiti, motivo per il quale Brignoli dovette abbandonare la sua professione[senza fonte]. Brignoli venne rinominato professore nella città di Urbino[senza fonte], ma il dolore di aver perso la moglie e due figlie, lo obbligarono a partire per Milano[senza fonte].
IENCO
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1808 il botanico italiano fu nominato professore di botanica e agraria nel Liceo Convitto di Urbino. Questa città gli deve molto, in quanto egli ha fornito un' appendice di ottomila pezzi nel museo naturalistico; per la fondazione dell' Orto Botanico "Pierina Scaramella"|Orto botanico]], per l’ampliamento del locale museo di storia naturale, l'ordinamento della Biblioteca del liceo e l'illustrazione del Museo lapidario, fondato da A. Fabretti e curato in precedenza da Giovanni Passeri (1694-1780). Brignoli ad Urbino scrisse anche alcune opere, tra cui "Fasciculus rariorum plantarum forojuliensum". Per quanto riguarda l'Orto botanico, da diversi documenti, verbali di testimonianza, lettere e altro ancora, sono state raccolte alcune notizie relative le origini di questa struttura. La nascita dell'orto risale al tempo della "soppressione francese" del Convento (decreto 7 agosto 1807). Esso fu costruito su una porzione di terreno attigua al Convento dei Padri Conventuali. Brignoli lo arricchì di una vasta gamma di piante esotiche e nostrali e, col passare del tempo, l'agronomo italiano si occupò sempre più del suo ampliamento. All'epoca in cui venne ad Urbino, il de Brignoli era gia un botanico famoso e ricercato, ciò gli permise di ottenere in breve tempo semi e piante vive provenienti da tutte le parti del mondo. Ne è testimonianza nella prefazione del "Catalogus plantarum", da lui pubblicata in latino nel periodo in cui visse ad Urbino. Da essa emerge il suo ringraziamento rivolto a tutte le persone che lo aiutarono nella realizzazione dell'Orto botanico della città. Con particolare stima e gratitudine Giovanni Brignoli si rivolge al conte J.A. Scolopi, allora Direttore generale della Pubblica Istruzione, per avergli fornito vari bulbi e semi di piante rare. Scolopi gli aveva fatto ottenere un finanziamento per la realizzazione di un'opera relativa la "Flora Italiana" che, se le vicende non l'avessero portato altrove, lo avrebbe impegnato ad Urbino per altri sette anni a partire dal 1813. La pubblicazione del primo "Catalogus plantarum horti botanici urbinatis" (1812) testimonia l'immediata divulgazione che il De Brignoli dette all'Orto botanico. Vi sono elencati 709 generi, 2731 tra specie e varietà di cui 572 indigene. Queste ultime rappresentano un primo nucleo di indagine sulla flora spontanea del territorio urbinate. Negli archivi dell'Università di Urbino, in un fascicolo che porta la data complessiva 1820-25, sono catalogati sotto la generica dizione di "Orto Botanico. Istruzioni per la coltivazione dei fiori", alcuni fogli non datati e in parte corrosi, due dei quali riportano la firma del "professore incaricato dell'Orto botanico", Giovanni Brignoli. Alcuni esperti hanno pensato che possa trattarsi delle pagine di uno dei tanti trattati sul giardinaggio dell'illustre agronomo. Successivamente Brignoli si dedicò a ricerche botaniche e geologiche sull'Appennino centrale e sul litorale marchigiano Marino-Ascoli, sull'Adriatico. Continuando però le sue spedizioni sulle Alpi, in particolare in Friuli, nel Cadore e in Tirolo, nel 1810 si dedicò alla flora del monte Matajur, insieme al conte Giuseppe Carlo Cernazai che lo perlustrò e portò specie importanti per gli studi futuri.[senza fonte] La caduta di Napoleone e il ritorno di Urbino sotto lo Stato Pontificio causò molti cambimenti nella vita del botanico: da un lato i suoi viaggi e i suoi studi, finalizzati alla creazione di una nuova Flora Italiana, non furono più finanziati (in precedenza erano sovvenzionati dal viceré d'Italia), [senza fonte] dall'altro il liceo di Urbino fu soppresso[senza fonte]. Il Papa Pio IV affidò la gestione dei licei ai gesuiti, motivo per il quale Brignoli dovette abbandonare la sua professione[senza fonte]. Brignoli viene rinominato professore nella città di Urbino[senza fonte], ma il dolore di aver perso la moglie e due figlie, lo portarono prima a Varese e nel 1817 definitivamente a Modena.
Da Urbino a Modena
[modifica | modifica wikitesto]Si trasferì a Milano senza alcuna occupazione, ospite di Acerbi[3] e lo aiutò a tradurre alcuni testi tedeschi presenti nella Biblioteca Italiana da lui appena inaugurata. Nel 1816 dopo numerose lettere per chiarimenti riguardo alla cattedra che doveva essergli assegnata, si trasferì, e venne nominato Professore di storia naurale e di botanica al Liceo reale di Verona.[4]. Qui ebbe dei pesanti screzi con Ciro Pollini, da cui aveva ereditato la cattedra, che lo accusava di essere l'autore di un attaccho nei suoi confronti.Template:Vedi anche sezione Nel 1817 le cattedre di agraria e botanica del Lombardo-Veneto furono soppresse. Brignoli ebbe nuerosi problemi finanziari ma fortunatamente fu chiamato a ricoprire le medesime cattedre all'Università di Modena[5]. Ebbe però numerosi problemi riguardanti la sua dimissione dalla cattedra precedente ma a Ottobre del 1817, Brignoli dopo aver posto molta pressione sull'argomento, attraverso alcune lettere inviate a Contarini, dichiara di aver ricevuto il permesso per accettare la cattedra.[6]
A Modena
[modifica | modifica wikitesto]In seguito ebbe la nomina di professore di botanica e prefetto dell'Orto dell'università. Giovanni Brignoli arrivò a Modena il 23 novembre 1817 per occuparsi dell’orto botanico trovato in pessime condizioni dopo la partenza dell’esperto giardiniere Huller. Infatti l’orto era stato affidato alla semplice sorveglianza di un ortolano inesperto e alla sua decadenza avevano contribuito un giardiniere analfabeta e un direttore ‘’assenteista’’. [7] Nonostante la buona volontà di Brignoli, nel corso degli anni il giardino subì diversi danni tra cui il deperimento e la morte di parecchie piante tra le più scelte e rare. Le cause di questo degrado furono l’inesperienza del vecchio giardiniere dell’orto, Stefano Ceccotti,e la malattia del direttore. Per risolvere i problemi dell’orto ottenne l’11 marzo 1830 da Francesco IV l’invio dell’esperto giardiniere Carlo Susan di 23 anni, impratichitosi a Berlino, Monaco e Monza. Susan fu nominato ispettore dell’orto, lavorò moltissimo al ripristino delle piante tanto che dal 1836 al 1838 furono costruite nuove serre e il salone centrale per la conservazione delle piante. Durante la permanenza di Brignoli a Modena iniziò a costruirsi il museo botanico grazie alla sua donazione avvenuta nel 1843 di una collezione di frutti e semi rari. Brignoli scrisse e regalò all’istituto botanico un erbario che raccoglieva le piante da lui stesso raccolte durante i suoi viaggi sul monte Baldo, in Friuli, nel Comasco, nei dintorni di Urbino, in Emilia Romagna e con quelle che ricevette dai suoi amici botanici italiani e stranieri. Organizzò anche delle mostre di fiori presso l’orto botanico [8]. Rimase direttore del giardino fino al suo pensionamento il 25 gennaio 1856, morì il 12 aprile 1857 a Modena.
Polemica tra Brignoli e Pollini
[modifica | modifica wikitesto]Ciro Pollini fu destituito dalla cattedra del Liceo di Verona "in conseguenza delle politiche vicissitudini del 1814" [9] e Brignoli prese il suo posto. Egli in "Ad Eleuterio Benacense" scrisse "nell'Istanza che io feci in data de'7 di maggio 1816..." che colloca l'arrivo di Brignoli a Verona in quel Periodo (Aprile - Maggio 1816). Al suo arrivo, Brignoli si lamentò dello stato dell'orto e Pollini, che fu il suo predecessore la prese come un'accusa nei suoi confronti, quindi fra i due crebbe l'acrimonia. Nel 1816 Ciro Pollini scrisse un proprio libro riguardo il lago di Garda e il monte Baldo[10]. Nel 1817 uscì a nome di Cenomio Euganeo uno scritto [11] sulle osservazioni del viaggio precedentemente citato. Il libro attaccò pesantemente e con cattiveria l'opera (e la persona) di Pollini. Pollini, sempre nel 17, rispose con lo pseudonimo di Eleuterio Benacense con un'altra opera [12] ed individuò tra gli autori delle osservazioni anche Brignoli, il quale ribattè con "Ad Eleuterio Benacense" [13] il 26 settembre 1817. La polemica venne ripresa anche da Giuseppe Moretti e da un articolo senza firma apparso sul Giornale dell'Italiana Letteratura a pag 142 e seguenti. I dissapori tra Brignoli e Pollini, causati dalla gelosia di mestiere, cessarono con il passare del tempo e il riavvicinamento tra i due botanici fu maggiormente dovuto al merito del dotto Alberto Parolini. Forse persuaso dall'innocenza del Brignoli, Pollini continuò la sua lotta contro Tomaso Antonio Catullo, da lui reputato il vero organizzatore della congiura e, come risulta da alcune lettere non cessò di tormentarlo tanto con la penna quanto con la voce. Nel 2013 Marco Callegari produsse la sua tesi di dottorato all'Università di Udine riguardo a questo avvenimento[14].
La Flora Italica
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1810 Brignoli pubblicò il Fasciculus rariorum plantarum Forojuliensium dedicato al conte Giovanni Antonio Scopoli, direttore della Pubblica Istruzione, il quale contraccambiò donandogli una copia del Floræ Italicæ fragmenta di Viviani. In questo gesto Brignoli vide un invito alla compilazione di una Flora Italica. Con l'aiuto di Scopoli presentò al Vicerè d'Italia un progetto che gli venne approvato nel 1813 per un compenso di 2500 franchi all'anno per un periodo di 7 anni, si mise subito all'opera e andò a Milano per prendere accordi con Scopoli.[15] Il piano dell'opera prevedeva un primo volume che doveva essere un mero elenco di tutte le piante scoperte fino a quel momento, poi seguito dalla vera e propria parte critica con descrizioni dettagliate.[16] La caduta di Napoleone disordina quella tessitura[17] e l'opera non è più finanziata.
Nel 1820, quando era professore a Modena, si dedicò nuovamente alla stesura del libro e nel marzo 1820 inviò a varie riviste il manifesto. Nel prologo deplora l'assenza di una Flora sistematica d'Italia poi passa a illustrare il piano dell'opera che rispecchia quello del 1813, con unica differenza che prevedeva la parte critica divisa in fascicioli. Descrivendo il piano dell'opera sottolinea che la parte iconografica sarà composta dalle incisioni in rame eseguite da Giuseppe Gaddi[18] della nuova Flora italica per promuoverla[19]. Decise che avrebbe pubblicato la sua opera con il titolo Floræ Italicæ Descriptiones et Icones(Descrizioni e Figure della Flora Italiana)[20] [21] e con un programma di abbonamento tale da coprire le spese [22]
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanni Brignoli, Istruzione sul miglioramento de vini nel dipartimento del Metauro, Arcangelo e Figlio Sartorj, Urbino, 1809.
- Joanne Brignoli, Fasciculus rariorum plantarum Forojuliensium, Vincenzi, Urbino, 1810.
- ---, Catalogus Plantarum horti botanici Urbinatis ad annum 1812, Vincenzi, Urbino, 1811.
- Giovanni Brignoli, Antonio Bodei, Alcuni cenni sulle produzioni naturali del dipartimento del Metauro, Urbino, Vincenzi, 1813.
- Giovanni de' Brignoli, Sopra un quadro di Antonio Allegri detto il Correggio scoperto non ha guari in Milano ed ora posseduto dal signor dottore Carlo Frigeri, Milano, 1815.
- Leonardi Bruno, Novella di Lionardo Bruni aretino tratta di nuovo da un codice della capitolare biblioteca di Verona ed aggiuntevi le varie lezioni collazionate colle piu recenti edizioni a stampa, a cura di Giovanni de' Brignoli di Brunnhoff, Mainardi, Verona, 1817.
- Giovanni de' Brignoli di Brunnhoff, Ad Eleuterio Benacense, Verona, Merlo, 1817.
- ---, Elenchus seminum anno MDCCCXIII in Horto Botanico R. Universitatis Mutinensis collectorum quae permutatione offeruntur, Modena, 1818.
- Giovanni de' Brignoli di Brunnhoff, Dissertazione intorno alla Clorite o Terra verde di Verona,G. Vincenzi e compagno, Modena, 1819.
- Giovanni Brignoli di Brunnhoff, Intorno il monumento d'Ercole Rinaldo III duca di Modena, opera del Pisani.,in Giornale arcadico di scienze lettere ed arti, Tomo VII, Roma, 1820,pag. 248-255.
- Giovanni Brignoli, Intorno le belle arti che si coltivano in Modena in Giornale arcadico di scienze, lettere, ed arti, tomo XXIV, Roma, 1824, pp. 230-237.
- ---, Al chiarissimo conte Carlo Pepoli epistola di Giovanni De Brignoli, Modena, 1828
- ---, Del Cavalier Abate Giambattista Venturi Reggiano notizie biografiche e letterarie con appendici, Torreggiani, Reggio Emilia 1835.
- Giovanni Brignoli, Relazione accademica dell' ultima eruzione accaduta nel Vulcanello Aereo, o così detta Salsa di Sassuolo nel Modanese e considerasioni geognostiche intorno alle salse e alle loro cause, Tipografia Toreggiani e Compagni, Reggio Emilia, 1836.
- Giovanni de' Brignoli di Brunnhoff, Intorno il dimagramento dei terreni, che rispetto al frumento possono operare il formentone e la canapa, Tipografia Nobili, Pesaro, 1836.
- Giovanni de' Brignoli di Brunnhoff, con Ferdinando Reggi, Saggio di Storia Naturale degli Stati Estensi ossia gli Stati Estensi considerati ne' tre Regni della Natura,R.D camera, Modena, 1840.
- Giovanni de Brignoli di Brunnoff, invito ai naturalisti italiani...a valersi della lingua latina..., Modena, 1842.
- ---, Einige Worte uber Cultur der Saftpflanzen in Italien, Modena, 1842.
- Joanne de Brignoli a brunnhoff, Horti botanici R.Archigymnasii mutinensis historia per gli eredi Soliani , Modena, 1842.
- Brignoli di Brunnhoff Giovanni de, Cicalata intorno al gusto attuale di letteratura, giornale letterario scientifico modenese, Modena, 1843.
- Giovanni Brignoli, Discorso per l'inaugurazione del busto di Carlo Linneo, Modena, 1843.
- ---, lettera intorno agli orti botanici ispagna, Giornale letterario scientifico modenese, Modena, 1844.
- ---, Intorno alla dea flora degli antichi, Modena, 1845.
- ---, Notizie degli aumenti generosamente procurati all'orto botanico ed ai musei di storia naturale e di anatomia nella R. Universita di Modena, Modena, 1845.
- ---, Intorno alla dea flora degli antichi, Modena, 1845.
- ---, Descriptio noave speciei portulacae, Modena, 1845.
- ---, Notizie degli aumenti generosamente procurati all'orto botanico ed ai musei di storia naturale e di anatomia nella R. Universita di Modena dal signor dottore Luigi Bompani modenese,Tipogrfia di Antonio e Angelo Cappelli, Modena, 1845.
- Giovanni de'Brignoli di Brunnhoff, L'orto botanico e l'agricoltura , Modena, 1846.
- ---, Intorno alla moly d'Omero, 1846.
- ---, Del giardinaggio in Italia e della precedenza degl'italiani in alcune pratiche giardinesche, Modena, 1846.
- ---, con Ubaldo De-Praetis, sui difetti della pastorizia, Rondini, Urbino, 1846.
- ---, Lettera al cavaliere Antonio Bertoloni a Bologna / del professore Giovanni De Brignoli . Risposta al signor professore Giovanni De Brignoli / del cavaliere Antonio Bertoloni, Bologna, 1847.
- Gaetano Savi, Istituzioni botaniche-Quarta edizione / preceduta dalla vita dell'Autore, da un discorso intorno ai pregi ed alla utilita della botanica, illustrato da Giovanni de' Brignoli, Parma, 1848.
- ---, Non potersi con certezza asserire che l'orto di Teocrasto fosse un orto botanico, tipografia A.Rossi, Modena, 1848.
- Giovanni Brignoli, Elogio di Filippo Re, Reggio Emilia, 1850.
- Filippo Re, Elementi di economia campestre, a cura di Giovanni Brignoli, Reggio Emilia 1850.
- ---, Interpretazione de' geroglifici d' un canopo Egiziano posseduto dal fu N.U. Signor marchese Giuseppe Taccoli in Modena, Modena, 1850.
- Giovanni de'Brignoli, con Giovanni Giorgini, Del crambo malattia che quest'anno corruppe l'uva in molte parti d'Italia, tipografia Andrea Rossi, Modena, 1851.
- Giovanni Brignoli, Lezione intorno ai tulipani. Letta nel giorno 26 d'Aprile 1851 nella solenne inaugurazione della sesta esposizione de' fiori nella sala maggiore dell'Orto Botanico della R. Università di Modena, Tipografia di Carlo Vincenzi, Modena, 1851.
- ---, Manipolo di piante nuove o non ancora state descritte, Società italiana dele scienze, Verona, 1856.
- ---, Della Milica di Pier De Crescenzo, Modena, 1857.
- Giovanni Brignoli, Intorno la rarità e le differenze nella stampa d'un'operetta botanica pg.229, giornale botanico italiano, Firenze, 1870.
- Tommaso Ravasini Parmigiano, Della coltivazione de' fichi ,tradotto con l'aggiunta di annotazioni da Giovanni de' Brignoli, Parma (data mancante).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Cantù 1844, p. 165.
- ^ Giacomini 1972, Vol. 14
- ^ Sicuramente a marzo 1816 è ospite di Acerbi von Donnersmarck 1820, p. 32
- ^ Fondo Contarini
- ^ Cantù 1844, p.166
- ^ Fondo Contarini
- ^ Brignoli fece un buon lavoro, riconosciuto già durante i primi anni della sua permanenza all’orto botanico di Modena: per incrementare le varietà di piante, catalogò nel 1817, tutti i semi presenti nell’orto e tutte le 683 specie di piante vive e utilizzò tali cataloghi per effettuare scambi e curare relazioni con i direttori dei principali giardini botanici d’Europa.
- ^ La prima si tenne il 24 maggio 1843
- ^ "in conseguenza delle politiche vicissitudini del 1814" Sandri 1833
- ^ Pollini 1816
- ^ Euganeo 1817
- ^ Benacense 1817
- ^ Brignoli 1817
- ^ Callegari 2013
- ^ Cantù 1844
- ^ von Donnersmarck 1820scrive nel 1816 ma probabilmente questo era il piano originale dell'opera
- ^ Cantù 1844
- ^ Aggregato all'accademia di Modena dal 1821 fu segretario a Milano del Ministro della Guerra del Regno Italico, nel 1814 rientrò a Modena e creò uno stabilimento litografico. Si dedicò alla oleografia e pubblicò musiche di Filippo Celli. Nel 1828 il governo pontificio lo invitò a Roma per impiantarvi un’officina litografica nell’Ospizio di San Michele a Ripagrande . Barbieri Taddei 2006, p. 175
- ^ Per fare un opera perfetta chiese ai botanici del mondo di apportare correzioni sui suoi fascicoli pubblicati, facendosi poi carico della distribuzione gratuita inserendovi i nomi degli illustri botanici
- ^ Il costo stabilito da Brignoli per ogni fascicolo era di 20 lire fino a quando non fossero apparse 6 figure colorate e il costo sarebbe diventato di 23 lire.Avvisò che in caso della morte di Brignoli l’opera verrebbe comunque completata nello stesso modo
- ^ Brignoli 1820
- ^ Acerbi 1821ha fatto dire ai botanici sui colleghi,ch'egli ha mirato con questo espediente a sdebitarsi destramente dall'impegno altra volta incontrato simil lavoro.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giuseppe Acerbi, Proemio al VI anno, parte seconda, in Biblioteca Italiana, Tomo XXI, Milano, 1821.
- Marco Callegari, Produzione e commercio librario nel Veneto durante il periodo della Restaurazione (1815-1848) (PDF), tesi di dottorato, Udine, Università di Udine, 2013.
- Ignazio Cantù, L'Italia scientifica contemporanea, Milano, Vedova di A.F. Stella e Figlio, 1844.;
- Ignazio Cantù, Nuova enciclopedia popolare italiana, Torino, L'Unione Tipografico-Editrice, 1864. Testo "p.91" ignorato (aiuto);
- Giovanni de Brignoli da Brunnhoff, Ai coltivatori della botanica, in Biblioteca Italiana, XIX, Milano, 1820, pp. 510-517.
- Giovanni de' Brignoli di Brunnhoff, Della coltivazione de' fichi poemetto latino di Tommaso Ravasini Parmigiano, in Raccolta di poemetti didascalici originali o tradotti, Traduzione e note di Giovanni de' Brignoli di Brunnhoff, Volume V, Milano, Tipografia Destefanis, 1822, pp. 209-241.
- Daniele Dallai et al, Hortus Botanicus R. Archigymnasii Mutinensis al tempo di Giovanni de Brignoli di Brunnhoff (1817-1856) (PDF), in Atti della Società Naturalisti e Matematici di Modena, vol. 143, Modena, 2012, pp. 91-109.
- Giovanni Battista De Toni, Il R. Orto botanico di Modena dal 1772 al 1906., in Malpighia, XX, Genova, 1906, pp. 272-283.;
- Giovanni Battista De Toni, Notizie intorno ad una polemica tra botanici nel 1817, in Madonna Verona, anno II, fascicolo 2, Verona, 1908, pp. 57-62.;
- Cenomio Euganeo (pseudonimo), Osservazioni intorno al Viaggio al lago di Garda e al monte Baldo del dottor Ciro Pollini, 1817.
- Valerio Giacomini, Brignoli di Brunnhoff, Giovanni de, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 14, Istituto dell'enciclopedia Italiana, 1972.
- Giovanna Giomaro, Origine e vicende dell'Orto Botanico di Urbino, Urbino, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, 2004.
- (DE) Leo Henckel von Donnersmarck, Reise Bemerkungen botanischen Innhalts., in Flora, vol. 3, n. 1, Regensburg, 1820, pp. 33-46, 49-58.;
- Nuova Biblioteca Manoscritta - Contarini 4/66, su nuovabibliotecamanoscritta.it. URL consultato il 24 febbraio 2015.
- Ciro Pollini, Viaggio al lago di Garda e al monte Baldo, Verona, Mainardi, 1816.
- Eleuterio Benacense (pseudonimo di Ciro Pollini), Risposta alle osservazioni di Cenomio Euganeo intorno al viaggio al lago di Garda e al monte Baldo del dottor Ciro Pollini, Timepoli, 1817.
- Pier Andrea Saccardo, Della storia e letteratura della flora veneta, Milano, Valentines e Mues, 1869.
- Giulio Sandri, Elogio del dottor Ciro Pollini letto da Giulio Sandri all'Accademia d'agricoltura commercio ed arti di Verona nella solenne adunanza del giorno 1. agosto 1833, Verona, Paolo Libanti, 1833.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- voce Brignoli di Brunnhoff, Giovanni de nell'Enciclopedia Treccani.
Brign. è l'abbreviazione standard utilizzata per le piante descritte da Valentina.Zotti/Sandbox. Consulta l'elenco delle piante assegnate a questo autore dall'IPNI. |
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