https://en.wikipedia.org/wiki/Assassination_of_Reinhard_Heydrich
Operazione Anthropoid attentato | |
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La Mercedes-Benz 320 su cui viaggiava Heydrich | |
Tipo | Sparatoria, attacco dinamitardo |
Data | 27 maggio 1942 |
Luogo | Praga |
Stato | Protettorato di Boemia e Moravia |
Obiettivo | Reinhard Heydrich |
Responsabili | Jozef Gabčík, Jan Kubiš |
L'operazione Anthropoid fu la missione affidata dal Governo in esilio a Londra alla Resistenza cecoslovacca, la cui finalità era l'assassinio dell'SS-Obergruppenführer Reinhard Heydrich durante la seconda guerra mondiale. Anthropoid, che in greco significa «dall'aspetto umano», voleva in effetti rimarcare la disumanità di Heydrich, all'epoca Reichsprotektor di Boemia e Moravia.
Il 27 maggio 1942, l'operazione venne portata termine da due operativi della resistenza: Jozef Gabčík e Jan Kubiš.[1] L'attentato inizialmente fallì poiché Heydrich sopravvisse, nonostante avesse avuto bisogno di cure ospedaliere.[2] La morte, tuttavia, sopraggiunse a causa delle ferite il successivo 4 giugno.[1]
Gli operativi selezionati per la missione erano due soldati dell'Esercito cecoslovacco, preparati e addestrati dall'SOE britannico, con l'approvazione del Governo cecoslovacco in esilio, guidato da Edvard Beneš. I cecoslovacchi decisero di attentare alla vita di Heydrich per conferire legittimità al proprio governo a Londra e come volontà di ripagare il comandante delle SS per le suo pratiche di occupazione considerate brutali.[3] L'operazione fu l'unico assassinio, ufficialmente sponsorizzato da un governo, di un importante leader nazista durante il conflitto. La morte di Heydrich condusse però a un'ondata di ritorsioni da parte delle truppe SS, inclusi la distruzione di interi villaggi e diverse uccisioni in massa di civili, come accadde nel massacro di Lidice.
Gli antefatti
[modifica | modifica wikitesto]Il protettorato di Boemia e Moravia
[modifica | modifica wikitesto]Reinhard Heydrich era stato capo dell'ufficio per la sicurezza del Reich sin dal settembre del 1939, per divenire poi governatore del Protettorato di Boemia e Moravia, in sostituzione di Konstantin von Neurath nel settembre 1941.[4] La nomina fu approvata da Adolf Hitler, il quale accolse il suggerimento di Heinrich Himmler e di Heydrich stesso secondo cui von Neurath aveva un approccio troppo morbido con la popolazione ceca, permettendo così il diffondersi di sentimenti antitedeschi e di atti di resistenza quali attacchi ai soldati e azioni di sabotaggio.[5][6]
Heidrych giunse così a Praga per rafforzare la politica di occupazione, adottare delle adeguate contromisure contro la resistenza e mantenere efficiente la produzione ceca di veicoli e armi, questi ultimi estremamente necessari per lo sforzo bellico tedesco.[6] Durante il suo governo come dittatore de facto di Boemia e Moravia, Heydrich spesso si spostava con il suo autista a bordo di un'auto decapottabile. Esporsi in questo modo era un atto dimostrativo, per far intendere alla popolazione che non potevano opporsi al suo governo e alla forza di occupazione tedesca.[7] A causa della brutalità dimostrata sin da subito, ben presto fu soprannominato il "macellaio di Praga", la "bestia bionda" o, più semplicemente, il "boia".[8]
Il contesto strategico
[modifica | modifica wikitesto]A fine 1941, la Germania nazista controllava quasi tutto il continente europeo e le forze tedesche si stavano avvicinando sempre più a Mosca.[9] Gli Alleati consideravano quindi molto probabile la capitolazione dell'Unione Sovietica. Il Governo in esilio della Cecoslovacchia del presidente Edvard Beneš era sotto pressione da parte dell'intelligence britannica, poiché nel paese c'era stata ben poca resistenza sin dall'occupazione tedesca dei Sudeti nel 1938, regione montuosa ceduta alla Germania con il favore di Regno Unito e Francia con gli Accordi di Monaco. L'occupazione di tutto il resto del paese cominciò l'anno successivo e l'iniziale tradimento franco-britannico, assieme al conseguente terrore imposto dai nazisti, sembrò spezzare la volontà dei cechi per un certo periodo.
L'invasione tedesca dell'Unione Sovietica spinse i comunisti cechi a compiere atti di sabotaggio, portando così alla nomina di Heydrich al governo del protettorato.[10] Oltre a terrorizzare la resistenza ceca e istituire il campo di concentramento di Theresienstadt, Heydrich supervisionò una politica progressiva di miglioramento degli stipendi, equivalenti a quelli in Germania, per gli operai e i coltivatori, che causò una riduzione drastica dei sabotaggi e contribuì a incrementare la produzione di materiale bellico. Per questo motivo, Heydrich sarebbe stato trasferito, di lì a poco, nella Francia settentrionale e in Belgio per adottare tali misure anche in quelle regioni occupate.[10]
I movimenti di resistenza erano attivi sin dall'inizio dell'occupazione in diversi altri paesi, come Polonia, Jugoslavia e Grecia, ma le terre ceche occupate rimasero relativamente calme e contribuirono significativamente allo sforzo bellico tedesco. Il governo in esilio comprese perciò di dover agire per ispirare i cecoslovacchi, oltre a mostrare a Londra che cechi e slovacchi erano alleati. Nello specifico, Beneš ritenne che un'azione drastica, con un determinante contributo ceco, in favore della causa alleata avrebbe reso più difficile per i britannici accettare un'eventuale accordo di pace con i tedeschi che potesse minare l'interesse nazionale cecoslovacco.[11] Heydrich venne così designato, invece di Karl Hermann Frank, come obiettivo di un assassinio per via del suo status di governatore del Protettorato di Boemia e Moravia e per la sua brutalità. L'operazione aveva inoltre lo scopo di mostrare agli alti comandanti nazisti che essi non c'era posto in cui fossero fuori portata degli Alleati e dai gruppi di resistenza che essi supportavano.[3]
Il preludio
[modifica | modifica wikitesto]La pianificazione
[modifica | modifica wikitesto]L'operazione fu ideata da František Moravec, capo dell'intelligence cecoslovacca, con l'approvazione del Presidente Beneš, non appena Heydrich venne nominato Governatore.[12] Moravec informò personalmente il generale Colin Gubbins, all'epoca Direttore delle operazioni dell'SOE britannica e responsabile delle sezioni polacche e cecoslovacche dell'organizzazione. Gubbins acconsentì prontamente a redigere l'operazione, a cui venne dato il nome in codice Anthropoid, mettendone a conoscenza un numero limitato di persone nel quartier generale e nello staff d'addestramento.
I preparativi cominciarono il 20 ottobre 1941. Moravec aveva selezionato personalmente due dozzine di uomini tra i 2 000 soldati cecoslovacchi presenti in Gran Bretagna. Essi furono quindi inviati in centri di addestramento dei Commando della SOE, presso Arisaig in Scozia.[13] Due sottufficiali superarono infine la selezione finale, il primo era slovacco, il secondo ceco. Jozef Gabčík e Karel Svoboda, avrebbero dato il via all'operazione il 28 ottobre 1941, il giorno dell'indipendenza della Cecoslovacchia.[14] Durante uno degli ultimi addestramenti, Svoboda si ferì in testa e fu così sostituito da Jan Kubiš, anche lui ceco. Poiché Kubiš non aveva ancora terminato l'addestramento e i suoi falsi documenti non erano ancora pronti, la missione dovette essere posticipata.[15]
L'addestramento fu supervisionato dal maggiore Alfgar Hesketh-Prichard, appena nominato capo della sezione ceca dell'SOE, il quale si rivolse all'ufficiale, ingegnere e inventore Cecil Vandepeer Clarke per realizzare l'arma esplosiva necessaria. Leggera a sufficienza per essere lanciata a mano ma abbastanza potente per distruggere una Mercedes-Benz blindata.[16] Durante l'intenso addestramento, la nuova arma si rivelò facile da lanciare per Hesketh-Prichard, grazie al suo allenamento nel cricket, ma meno per Gabčík and Kubiš.[17][18]
L'infiltrazione in territorio cecoslovacco
[modifica | modifica wikitesto]Gabčík and Kubiš, assieme ad altri sette soldati dell'Esercito cecoslovacco in esilio suddivisi in due gruppi con differenti obiettivi, Silver A e Silver B, decollarono dalla base RAF di Tangmere (distretto di Chichester) a bordo di un bombardiere Halifax dello Squadrone n.º 138, alle ore 22:00 del 28 dicembre 1941.[19] I tre gruppi si lanciarono con il paracadute, con alcuni rifornimenti, atterrando in altrettante aree distinte. La coppia di Anthropoid giunsero presso Nehvizdy, a est di Praga. Inizialmente, avrebbero dovuto lanciarsi vicino Plzeň, tuttavia gli aviatori ebbero dei problemi di navigazione e tutti i gruppi finirono in zone diverse da quelle pianificate.[20] Gabčík e Kubiš si spostarono così fino Plzeň per contattare i propri alleati e da cui procedere poi verso la capitale ceca, dove doveva avvenire l'attentato.
A Praga, i due avvicinarono alcune famiglie legate alla Resistenza e infine contattarono l'organizzazione stessa, per ricevere supporto nell'operazione.[21] Venuti a sapere della natura della missione, i leader della Resistenza supplicarono il Governo in esilio di rinunciare all'attacco affermando che un attentato alla vita di Heydrich non sarebbe stato di alcun aiuto agli Alleati e le sue conseguenze per il popolo cecoslovacco sarebbero incalcolabili.[22] Beneš trasmise personalmente la risposta insistendo che l'operazione doveva proseguire,[22] anche se negò ogni coinvolgimento dopo la guerra.[23] Gabčík e Kubiš aveva ipotizzato inizialmente di uccidere Heydrich su un treno, ma dopo aver verificato la praticabilità del piano compresero che non era possibile realizzarlo. Un secondo piano prevedeva di eliminarlo lungo una strada in una foresta che Heydrich percorreva dalla sua abitazione fino a Praga, ipotizzando di posizionare un cavo sulla strada per fermare il suo veicolo. Il terzo piano, quello infine eseguito, prevedeva di colpire Heydrich dentro la città di Praga, mentre si recava al lavoro di mattina.
L'attentato
[modifica | modifica wikitesto]Alle 10:30 di mercoledì 27 maggio 1942, Heydrich iniziò la sua routine quotidiana avviandosi dalla sua abitazione a Panenské Břežany, a 14 km a nord del centro di Praga, diretto al quartier generale al castello di Praga a bordo di un veicolo guidato dall'ufficiale delle SS Johannes Klein. Gabčík e Kubiš attesero i due alla fermata del tram presso l'allora incrocio delle strade Kirchmayerova třída (oggi Zenklova) e V Holešovičkách, vicino all'ospedale Bulovka nel quartiere di Libeň. Lì, la stretta curva in direzione ovest avrebbe costretto il veicolo di Heydrich a rallentare per inserirsi in V Holešovičkách. Josef Valčík, del gruppo Silver A, era posizionato di vedetta, cento metri più a nord di Gabčík e Kubiš.
La Mercedes 320 Cabriolet B verde di Heydrich
Heydrich's green, open-topped Mercedes 320 Cabriolet B reached the curve two minutes later. Gabčík concealed his Sten submachine gun under a raincoat. As the car slowed and rounded the corner, Gabčík dropped his raincoat and raised the gun to shoot Heydrich but the gun jammed. Heydrich stood up and drew his Luger pistol, yelling to halt instead of ordering to accelerate. As the car braked in front of him, Kubiš, who was not spotted, threw a modified anti-tank grenade[24] (concealed in a briefcase) at the car; he misjudged his throw. Instead of landing inside the car, it landed against the rear wheel. Nonetheless, the bomb severely wounded Heydrich when it detonated, its fragments ripping through the right rear fender and embedding fragmentation and fibers from the upholstery of the car into Heydrich, causing serious injuries to his left side, with major damage to his diaphragm, spleen and lung, as well as fracturing a rib. Kubiš received a minor wound to his face from the shrapnel.Template:SfnTemplate:Sfn The explosion shattered the windows of the tram which had stopped on the opposite side of the road, shrapnel striking passengers. Two SS jackets folded on the back seat of the car were whirled upwards by the blast and draped themselves over the trolley wire.Template:Sfn
Heydrich and Klein leapt out of the shattered Mercedes with drawn pistols; Klein ran towards Kubiš, who had staggered against the railings, while Heydrich went to Gabčík, who stood holding the Sten. Kubiš recovered, jumped on his bicycle and pedaled away, scattering passengers spilling from the tram by firing in the air with his Colt M1903 pistol. Klein tried to shoot at him, but dazed by the explosion, pressed the magazine release catch and the gun jammed.Template:Sfn[25] A staggering Heydrich came towards Gabčík, who dropped his Sten and tried to reach his bicycle but was forced to abandon the attempt and took cover behind a telegraph pole, firing at Heydrich with his pistol. Heydrich returned fire and ducked behind the stalled tram, when he suddenly doubled over and staggered to the side of the road in pain. He then collapsed against the railings, holding himself up with one hand. As Gabčík took the opportunity to run, Klein rushed to help his superior. Heydrich, his face pale and contorted in pain, pointed toward the fleeing Gabčík, saying, "Get that bastard!"Template:SfnTemplate:Sfn As Klein gave pursuit, Heydrich stumbled along the pavement before collapsing against the bonnet of his wrecked car.Template:Sfn Gabčík fled into a butcher shop, where the owner, a man named Brauer, who was a Nazi sympathiser and had a brother who worked for the Gestapo, ignored his request for help. Brauer ran out to the street and attracted Klein's attention by shouting and pointing to the shop. Klein, whose gun was still jammed, ran into the shop and collided with Gabčík in the doorway. In the confusion, Gabčík shot him twice, severely wounding him in the leg.Template:Sfn Gabčík then escaped in a tram, reaching a local safe house.[26]Template:Sfn At this point, Gabčík and Kubiš did not know that Heydrich was wounded and thought the attack had failed.[27]Template:Sfn
Successivamente a questo gruppo di paracadutisti arrivati nel Protettorato, ne furono paracadutati degli altri: il tenente Adolf Opálka, il sergente Jaroslav Svarc, il caporale Josef Bublic e il caporale Jan Hruby. I gruppi "Anthropoid" e "Silver A" vennero paracadutati nella notte tra il 28 e il 29 dicembre 1941.
L'attentato venne eseguito il 27 maggio 1942; lasciata a casa la moglie - che era in attesa del quarto figlio - Heydrich si diresse verso il proprio ufficio con una Mercedes-Benz decapottabile, prendendo come al solito il posto a sedere di fianco all'autista SS-Oberscharführer Klein. In un punto del tragitto, in cima a una salita percorsa anche dai binari del tram, la via Holesovickach, nella zona di Praga Libeň, presenta un angolo retto, dove le auto sono obbligate a rallentare. Dopo un segnale convenuto, il caporalmaggiore Jozef Gabčík aveva provato a sparare con il mitra Sten alla Mercedes di Heydrich che si stava avvicinando, ma il mitragliatore si inceppò (l'arma era stata smontata per essere posta in una valigetta e sepolta sotto uno strato d'erba). Il Reichprotecktor, che aveva compreso quel che stava succedendo, estrasse la pistola. Un secondo uomo, il caporalmaggiore Jan Kubiš, che era rimasto ritto sul marciapiede gettò una bomba a mano sotto l'auto del generale, facendola saltare in aria. I due occupanti pur contusi, si gettarono sulla carreggiata facendo fuoco contro gli aggressori che si diedero alla fuga, i quali erano convinti che l'attentato fosse fallito.[28]
Klein, che stava inseguendo l'uomo con il mitragliatore, fu ferito alle gambe dallo sconosciuto che aveva avuto il tempo di tirar fuori una seconda arma, riuscendo poi a salire sul tram come un comune passeggero. Heydrich invece si era accorto di non avere più munizioni mentre l'uomo della bomba scappava in bicicletta. Solo dopo egli si rese conto di essere gravemente ferito, e un poliziotto accorso sul luogo lo caricò sull'auto del panettiere per poi portarlo all'ospedale.[28]
Reinhard Heydrich venne operato e sembrava ripresosi, ma morì in ospedale il 4 giugno 1942 per setticemia dopo aver sofferto molto ed essere caduto in coma. Due medici nazisti, Karl Gebhardt e Sauerbruch, controllarono che non si trattasse di un ulteriore attentato.[28]
Rappresaglia tedesca
[modifica | modifica wikitesto]Il generale Kurt Daluege, che prese il posto di Heydrich, scatenò il terrore contro la popolazione. Fu annunciata una ricompensa di dieci milioni di corone a chi avesse aiutato a trovare gli esecutori dell'attentato e la pena di morte per coloro che li avessero aiutati. Il giorno dopo i funerali di Heydrich il 9 giugno 1942, i tedeschi rasero al suolo il villaggio di Lidice per rappresaglia: fucilarono 199 uomini (173 uomini al villaggio e 26 a Praga), 95 bambini furono presi come prigionieri (81 di essi poi furono uccisi nei campi di sterminio in Polonia, 8 dati in adozione a famiglie tedesche), mentre 195 donne furono immediatamente deportate nel campo di concentramento di Ravensbrück. Tutti gli adulti, sia uomini sia donne, nel villaggio di Ležáky furono uccisi. Entrambi i paesi furono dati alle fiamme e le rovine di Lidice livellate come se non fosse mai esistita[29][30].
Prima di eseguire l'attentato, ci si pose il problema di dove i paracadutisti potessero nascondersi. A ciò doveva pensare Petr Fafek, che lavorava nella lega contro la tubercolosi. Nello stesso ufficio lavorava Jan Sonneved, capo del Consiglio della Chiesa Ortodossa di Cirillo e Metodio di via Resslova, a Praga. Fafek chiese a Sonneved dove poteva nascondere i paracadutisti. Tutti pensavano fosse compito della Resistenza nazionale Ceca. Parlando con il prete ortodosso Vladimir Petrek, seppero che c'era una catacomba all'interno della chiesa di San Cirillo e Metodio, e attraverso una persona in contatto con i paracadutisti, Jan Zelenka-Hajsky, decisero di farli rifugiare lì.
Tutti si prestarono ad aiutare i paracadutisti: il prete superiore Vaclav Cikl, il sacrestano Vaclav Ornest e il vescovo Gorazd Matej Pavlik, anche se questi ultimi seppero molto tempo dopo che erano riparati nella catacomba. Uno degli ultimi arrivati tra i paracadutisti, Karel Čurda, tradì i suoi commilitoni in cambio di una somma di denaro e di una nuova identità. Egli non era a conoscenza del rifugio nella catacomba, ma confessò diversi altri dettagli, sufficienti a consentire ai tedeschi di risalire alla chiesa dove erano nascosti. Il 18 giugno 1942, due battaglioni di SS (tra cui 360 SS di Praga), circondarono la chiesa, confrontandosi contro i sette paracadutisti alle 2:00 di notte. Gli ordini erano quelli di catturarli vivi. Opalka, Kubis e Bublik si difesero dal patio della chiesa fino alle 7:00 di mattina, per salvare gli altri quattro nascosti nella catacomba. Perirono tutti e tre, ma i tedeschi si accorsero del rifugio nella catacomba riprendendo quindi l'assalto. I paracadutisti si difesero fino all'ultima pallottola, con la quale si suicidarono per non cadere vivi nelle mani dei tedeschi.
Le famiglie di Vaclav Ornest (sacrestano), Vaclav Cikl (prete superiore), Jan Sonneved (capo del consiglio della chiesa ortodossa di Cirillo e Metodio) vennero deportate a Mauthausen insieme con altre 254 persone, dove perirono. Il vescovo Gorazd venne torturato per tre mesi e poi condannato a morte in un processo farsa insieme con i preti Cikl e Petrek e il signor Sonneved. Con questa azione venne azzerato il vertice della Chiesa ortodossa di Boemia.
Filmografia
[modifica | modifica wikitesto]Nel corso degli anni l'Operazione Anthropoid è stata raccontata in molti film:
- Anche i boia muoiono (Hangmen also die), regia di Fritz Lang (1943)
- Il pazzo di Hitler (Hitler's Madman), regia di Douglas Sirk (1943)
- Gli eroi di Antropoid (Atentát), regia di Jirí Sequens (1965)
- E l'alba si macchiò di rosso (Operation Daybreak), regia di Lewis Gilbert (1975)
- Missione Anthropoid, regia di Sean Ellis (2016)
- L'uomo dal cuore di ferro (HHhH), regia di Cédric Jimenez (2017)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Daniel T. Brigham, Heydrich Is Dead; Czech Toll At 178, in The New York Times, 5 giugno 1942. URL consultato il 1º ottobre 2024.
- ^ McNab (2009), pp. 41, 158–161.
- ^ a b Burian (2002), p. 31
- ^ (EN) Czech State Gets Gestapo Master; Heydrich, Chief Lieutenant of Himmler, Succeeds Von Neurath as Protector, in The New York Times, 28 settembre 1941. URL consultato il 1º ottobre 2024.
- ^ Longerich (2012), pp. 469, 470.
- ^ a b Williams (2003), p. 82.
- ^ Williams (2003), p. 141.
- ^ (EN) Fred Ramen, Reinhard Heydrich: Hangman of the Third Reich, p. 8, ISBN 0-8239-3379-2.
- ^ (EN) Ammon Shepherd, World War II — Timeline, su gmu.mossiso.com, 2008. URL consultato il 7 luglio 2008 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2016).
- ^ a b (EN) Reinhard Heydrich: In Depth, su encyclopedia.ushmm.org, US Holocaust Memorial Museum. URL consultato il 1º agosto 2019.
- ^ (EN) Warner R. Schilling e Jonathan L. Schilling, Decision Making in Using Assassinations in International Relations, in Political Science Quarterly, vol. 131, n. 3, 2016, pp. 509, 516–517, DOI:10.1002/polq.12487.
- ^ Milton (2016), pp. 176–177.
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- ^ Burian (2002), p. 31.
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- ^ Ivanov (1973), pp. 45, 46.
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- ^ a b Mastný (1971), p. 209.
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- ^ (DE) Wolfgang Michel, Britische Spezialwaffen 1939–1945: Ausrüstung für Eliteeinheiten, Geheimdienst und Widerstand, p. 72, ISBN 3-8423-3944-5.
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- ^ Alan Burgess, Seven Men at Daybreak, p. 160, ISBN 0-553-23508-7.
- ^ Russell Phillips, A Ray of Light: Reinhard Heydrich, Lidice, and the North Staffordshire Miners, Shilka, 2016, p. 69, ISBN 978-0-9955133-0-3.
- ^ a b c Bernard Michal, Storia delle SS e della Germania nazista, Edizioni Freni, Ginevra 1975.
- ^ MacDonald 1998, pp. 186-187.
- ^ Dederichs 2009, p. 152.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Fonti
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Michal Burian, Assassination – Operation Anthropoid, 1941–1942 (PDF), su army.cz, Ministrero della Difesa della Repubblica Ceca, 2002. URL consultato il 20 maggio 2010.
- (EN) Miroslav Ivanov, The Assassination of Heydrich: 27 May 1942, Londra, Hart-Davis, MacGibbon, 1973, ISBN 978-0-246-10564-6.
- (EN) Peter Longerich, Heinrich Himmler: A Life, Oxford, Oxford University Press, 2012, ISBN 978-0-19-959232-6.
- (EN) Vojtěch Mastný, The Czechs Under Nazi Rule: The Failure of National Resistance, 1939–1942, New York, Columbia University Press, 1971, ISBN 0-231-03303-6.
- (EN) Chris McNab, The SS: 1923–1945, Londra, Amber Books, 2009, ISBN 978-1-906626-48-8.
- (EN) Giles Milton, The Ministry of Ungentlemanly Warfare, John Murray, 2016, ISBN 978-1-444-79895-1.
- (EN) Des Turner, SOE's Secret Weapons Centre: Station 12, The History Press, 2011, ISBN 978-0-7524-5944-8.
- (EN) Max Williams, Reinhard Heydrich: The Biography, Volume 2 – Enigma, Church Stretton, Ulric Publishing, 2003, ISBN 978-0-9537577-6-3.
Altri testi
[modifica | modifica wikitesto]- Laurent Binet, HHhH, Torino, Einaudi, 2011, ISBN 978-88-06-20753-3.
- Miroslav Ivanov, Obiettivo: Mercedes nera, traduzione di Danilo Montaldi, Milano, Mondadori, 1972.
- (EN) Callum MacDonald, The Assassination of Reinhard Heydrich, New York, Birlinn, 2011.
- (EN) Callum MacDonald, The Killing of Reinhard Heydrich: The SS 'Butcher of Prague', New York, Da Capo Press, 1998 [1989], ISBN 978-0-306-80860-9.
- (EN) Alan Riding, Operation Anthropoid, in New York Times, 29 aprile 2012.