Vittorio Magnago Lampugnani (Roma, 5 marzo 1951) è un architetto, urbanista, teorico e storico dell'architettura italiano, nonché professore emerito di Storia del Design Urbano presso l'ETH di Zurigo.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Roma, studia Architettura all’Università La Sapienza di Roma e all’Università di Stoccarda, Nel 1977 ottiene il dottorato di ricerca.
Nel 1980 fonda a Berlino il suo primo studio, poco più tardi apre l’ufficio di Milano (Studio di architettura) e infine, nel 2010, costituisce con Jens Bohm la Baukontor[1], laboratorio di progettazione con sede a Zurigo. Nel frattempo, nel 1983 ottiene un secondo dottorato di ricerca.
Dal 1980 al 1984 è consulente scientifico per l’IBA – Internationale Bauausttlellung di un progetto decennale di rigenerazione urbana, con l’obiettivo di realizzare nuovi alloggi per 30 mila abitanti di Berlino ovest entro il 1987.
La sua continua attività di ricerca, critica e teoria sfocia non soltanto nella sua, relativamente limitata, produzione architettonica ma anche in alcune delle più importanti Istituzioni in materia di architettura: dapprima - tra il 1981 e il 1985 - partecipa alla redazione di Casabella, successivamente dirige Domus dal 1992 al 1996; quindi dirige a partire dal 1990 e fino al 1995 il DAM – Deutsches Arkitekturmuseum di Francoforte. È inoltre professore emerito dell'ETH di Zurigo.[2][3]
Ha presieduto diverse giurie di concorso, tra le altre quella per il concorso per la ricostruzione del Castello di Berlino.[4]
La sua riflessione teorica si concentra sul tema della sostenibilità in architettura ed approda alla concezione di una città più densa, dove il restauro, il recupero ed il riuso del patrimonio costruito sono da preferire alla demolizione e nuova costruzione.[5][6]
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Di seguito una sintesi delle opere realizzate progettate da Lampugnani:
- 1999 Complesso di appartamenti, Maria Lankowitz;[7]
- 2007 Konradhof e quartiere Richti, Wallisellen;[8][9]
Pubblicazioni
[modifica | modifica wikitesto]- La realtà dell’immagine. Disegni di architettura nel ventesimo secolo, Ed. di Comunità, 1982
- Renzo Piano. Progetti e architetture (1987-94), Mondadori Electa, 1994, ISBN 9788843547579
- Modernità e durata. Proposte per una teoria del progetto, Skira, 1999, ISBN 9788881185092
- Die Stadt im 20. Jahrhundert. Visionen, Entwürfe, Gebautes, Wagenbach, Berlino, 2011, ISBN 978-3-8031-3633-6
- Die Stadt von der Neuzeit bis zum 19. Jahrhundert. Urbane Entwürfe in Europa und Nordamerika, Wagenbach, Berlino, 2017, ISBN 978-3-8031-3667-1
- Bedeutsame Belanglosigkeiten. Kleine Dinge im Stadtraum (Piccoli oggetti nello spazio urbano), Wagenbach, Berlino, 2019, ISBN 978-3-8031-3687-9
- Gegen Wegwerfarchitektur, Wagenbach, Berlino, 2023 ISBN 978-3-8031-3737-1
- A Radical Normal. Propositions for the Architecture in the City, DOM Publishers, Berlino, 2021 ISBN 978-3-86922-701-6
- ^ Team, su www.baukontorarchitekten.ch. URL consultato il 25 ottobre 2024.
- ^ (EN) Vittorio Magnago Lampugnani, su www.domusweb.it. URL consultato il 17 ottobre 2024.
- ^ (DE) Prof. em. Dr. Vittorio Magnago Lampugnani | ETH Zürich, su math.ethz.ch. URL consultato il 17 ottobre 2024.
- ^ Franco Stella. Ricostruzione del Castello di Berlino, Germania (PDF), su casabellaweb.eu. URL consultato il 25 ottobre 2024.
- ^ (DE) NDR, Architekt Vittorio Lampugnani: "Wir verschleudern Ressourcen", su www.ndr.de. URL consultato il 25 ottobre 2024.
- ^ Verso un frugale spazio dell’abitare, su il manifesto, 3 ottobre 2022. URL consultato il 25 ottobre 2024.
- ^ (EN) Arquitectura Viva, Dwellings, María Lankowitz - Vittorio Magnago Lampugnani Marlene Dörrie, su Arquitectura Viva. URL consultato il 25 ottobre 2024.
- ^ Studio di Architettura Vittorio Magnago Lampugnani, Konradhof e quartiere Richti, Wallisellen | Espazium, su www.espazium.ch, 28 giugno 2017. URL consultato il 25 ottobre 2024.
- ^ Wohn- und Geschäftshaus Konradhof, su www.baukontorarchitekten.ch. URL consultato il 25 ottobre 2024.
- ^ Bürogebäude Fabrikstrasse 12, Novartis Campus, su www.baukontorarchitekten.ch. URL consultato il 25 ottobre 2024.
- ^ Stazione Mergellina, su Metropolitana di Napoli Spa. URL consultato il 25 ottobre 2024.
- ^ (EN) Tutte le Stazioni dell’Arte della metro di Napoli, raccontate una per una, su www.domusweb.it. URL consultato il 25 ottobre 2024.