La Torre di Porta Grande o Torre Civica "Normanno-Sveva" di Cisternino, è una torre di epoca medievale. La Torre sorge nella parte meridionale della cinta muraria dell'antica Cisternino e viene detta "grande" per differenziarla da un'altra torre più piccola situata centro storico.
Storia
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Sulle esatte origini della torre si hanno scarse informazioni, per lo più prive di validità archeologica. Le testimonianze più attendibili della sua esistenza e del suo utilizzo si hanno in epoca normanna (XI sec.) quando, con la firma del concordato di Melfi nel 1059, il conte normanno Roberto il Guiscardo fu investito da papa Niccolò II del titolo di "Duca di Puglia e Calabria e Signore di Sicilia", permettendo in tal modo l'effettiva riunificazione delle terre del Mezzogiorno sotto un unica corona dopo circa cinque secoli di divisione sotto i domini dei Bizantini e dei Longobardi. Il nuovo stato Normanno presentava al suo interno vie di comunicazione inefficienti e scarsi collegamenti, che rendevano il territorio difficilmente governabile, nonché sfavorito nel commercio e nella difesa: vennero così condotte vaste opere di bonifica, disboscamenti e il ripristino delle vecchie arterie stradali di epoca prevalentemente romana (successivamente incrementate sotto la dominazione Sveva ed Angioina) e fu realizzata una rete di presidi militari costituita principalmente da torri che consentivano la comunicazione a distanza con il "telegrafo a fuochi".
Il "Libro Rosso" del comune di Cisternino, libro che raccoglie annualmente la storia del paese a partire dal XIV sec., indica l'esistenza di una scritta in latino sulla facciata della torre risalente al periodo romano, che testimonierebbe la edificazione della torre nell'anno terzo dell'impero di Claudio (43 d.c.), sempre a scopo difensivo. Tale scritta recita:
S.P.Q.R.
CLAUDIUS NERO IMPERATOR
SENATOR VERO PONTIUS PILATUS GUBERNATUR
HUIUS PROVINCIAE, ULTRA ET CITRA
FARUM, USQUE AD HERCULIS COLUMNAS
PONENTEM VERO VERSUS, ORIENTEM
VERO VERSUS USQUE HIERUSALEM.
Alcuni testi dei secoli passati scritti da diversi autori fra il XVII sec. e il XIX sec., tramandano una versione sull'origine del nome di Cisternino risalente al periodo della guerra di Troia, nel quale viene citata anche la torre: secondo tale versione, poi screditata come leggenda a partire dal XIX sec.,
Fu riempita di morti, poi scalinata nell'800, poi sede comune, poi svuotata.
alta 17 metri, questa torre costituiva l'ingresso principale della città