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Armi bianche
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Sono dette armi bianche tutte quelle armi che provocano ferite per mezzo di punte, forme contundenti (come i martelli) o lame di metallo; quelle che lanciano oggetti bellici, e quelle che fungono da difesa da esse.
Secondo alcune fonti sono dette armi bianche le armi che non provocano rumore. Per altri si possono definire come gli strumenti atti ad offendere e che sfruttano solo la forza del combattente, oppure come le armi che precedono l'avvento delle armi da fuoco.
Il nome "arma bianca" deriverebbe dal bianco riflesso del sole sopra le superfici metalliche di parte di queste armi.
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Le armi bianche si possono dividere in:
- armi da taglio, atte a tagliare;
- armi che lanciano, utili per scagliare a grande distanza oggetti bellici.
- armi da lancio, si usano scagliandole contro un bersaglio;
- armi da punta, finalizzate nel colpire di punta il bersaglio;
- armi da botta, atte a contundere mediante percossa;
- armi da difesa, quelle che difendono da colpi di armi bianche;
- armi da assedio, utilizzate durante assedi militari;
- armi inastate, munite di un manico lungo da due a più metri;
- armi morbide, sono tutte le armi pieghevoli o snodate.
L'Ascia da battaglia è un'arma bianca da taglio in uso fin dal Paleolitico principalmente in Europa, sebbene nell'Antica Roma mancasse nell'equipaggiamento del legionario romano e fosse usata principalmente come significato simbolico nei fasci littori. A seconda delle dimensioni, poteva essere brandita ad una o due mani. Rispetto alla scure, ideata per abbattere alberi, l'ascia da battaglia, destinata a colpire le braccia o le gambe dell'avversario, ha la testa metallica più leggera e ricurva.
Lo Scorpione è un'arma bianca che lancia in uso nell'Antica Roma. Il suo principio di getto era basato sulla elasticità di fortissime gomene o sulla torsione delle stesse. In seguito gli ingegneri militari romani proposero di adoperare delle molle di bronzo composte da molte lamine. Da principio gli scorpioni non erano mobili, ma fissi ed utilizzati come macchine da assedio o da difesa. Solo successivamente se ne consentì la mobilità cambiando, in diverse maniere, la forma dell'affusto, a secondo dei tempi e dei popoli.
La Francisca è un'arma bianca da taglio e da lancio usata dai Germani. Questi erano soliti lanciare sempre queste scuri in battaglia ad un segnale convenuto durante la prima carica, al fine di infrangere gli scudi del nemico ed uccidere i soldati. Quest'arma, pur avente una scarsa aerodinamicità, presenta il vantaggio che all'impatto con il terreno, essa poteva rimbalzare, mietendo così ulteriori vittime e/o generando altro scompiglio tra le fila nemiche.
La Daga è un'arma bianca da punta in uso fin dalla protostoria principalmente in Europa. Caratterizzata da una lama corta e diritta, venne usata dai Celti e dai romani nel I-II secolo in seguito a modifiche effettuate al gladius. Veniva grandemente utilizzata nel corso del Medioevo e del Rinascimento sino al XVII secolo. Divenne, a partire dal XVIII secolo parte dell'uniforme dei corpi armati europei.
La Mazza d'arme è un'arma bianca da botta in uso principalmente durante il Medioevo in Europa. E' un tipo di mazza ferrata appositamente realizzata per le forze di cavalleria. Al termine della sua evoluzione (XV secolo), l'arma aveva manico lungo, interamente in metallo, e testa formata da coste multiple disposte a raggio intorno alla sommità del manico. Veniva portata appesa alla sella.
L'Hoplon è un'arma bianca da difesa in uso in Europa fin dall'antica Grecia nella fanteria. L'introduzione di quest'arma fu l'innovazione che permise ai Greci di sviluppare la falange oplitica. Entrato in uso alle truppe di Roma Antica grazie all'influenza degli Etruschi, venne chiamato clipeo. Fece parte della panoplia del legionario romano sino a che non venne sostituito dallo scutum.
L'Ariete è un'arma da assedio in uso fin dall'Antichità. Probabilmente inventato dagli Assiri nel IX-VIII secolo a.C., fu utilizzata per la prima volta in occidente dagli spartani nel 427 a.C. durante l'assedio di Platea. Veniva utilizzata per sfondare le porte di accesso delle fortezze e dei castelli, o le mura non particolarmente spesse. Quest'arma è costituita essenzialmente da una grossa trave, con una estremità rinforzata da una calotta di metallo che spesso aveva la forma di una testa di ariete, da cui il nome della macchina.
Il Brandistocco è un'arma bianca inastata a tre lame, impiegata come rinforzo alla picca nei quadrati di fanteria del XV secolo. Il brandistocco è evoluzione per le forze di fanteria dello stocco della cavalleria e sarebbe da considerarsi quale ibrido tra lo spiedo da guerra e la picca: un'arma ideata per fronteggiare abbattere il cavaliere corazzato in sella ad un cavallo bardato. Già nel XVII secolo divenne un'arma di rappresentanza, o comunque destinato a corpi di guardia di addestramento specialistico.
Il Mazzafrusto è un'arma bianca morbida di origine contadina, utilizzata dal Duecento al Seicento. Deriva probabilmente dalle fruste per battere il grano. Si distingue in mazzafrusto da piede o da cavallo: quello da piede è costituito da un’asta ad altezza d’uomo munita superiormente di una staffa a cui sono unite con catene da una a tre palle con punte e brocchi; quello da cavallo (flagello d'arme) ha un manico corto e di solito con una sola palla.
Il Maquahuitl è un'arma bianca inizialmente diffusa presso gli Aztechi e poi presso i vicini Maya e altre civiltà precolombiane dell'America centrale. Era l'armamento base dei gradi superiori della gerarchia militare Azteca e veniva usato anche nei frequenti sacrifici umani richiesti dalle religioni precolombiane mesoamericane. Era una mazza piatta e larga più o meno quanto una mano, e su entrambi i bordi dell'asta erano inserite affilatissime lame prismatiche di ossidiana.
La spada-falce fu una particolare tipologia di spada apparsa durante il Rinascimento nel Sacro Romano Impero Germanico. Si componeva della lama di una falce montata sull'impugnatura di una spada ad una mano. L'arma, molto simile nella linea all'antico ensis falcatus in uso alle truppe dell'Impero romano, aveva il filo sul lato concavo della lama ricurva.
La Ngulu era una spada in uso presso i Bantu Ngombe, Bangala e Ngala. L'arma aveva un fortissimo significato simbolico nella cultura tribale locale ed era attributo precipuo del sovrano. La sua foggia particolare tradì immediatamente agli occhi degli esploratori bianchi la funzione non bellica quanto simbolico rituale, percezione poi confermata dai contatti con le locali usanze. La ngulu era infatti una spada da esecuzione.
La Katara è un'arma bianca manesca del tipo spada corta (daga) originaria del subcontinente indiano ma diffusasi anche in altri paesi per la sua capacità di portare potenti e rapidi attacchi di punta. Venne sviluppata per migliorare le capacità offensive del pugnale contro un avversario protetto da una solida corazza. La katara venne adottata dai guerrieri Rajput, Sikh e Moghul, divenendo rapidamente uno status symbol oltre che un'arma vera e propria.
Una taiaha è una tradizionale arma dei Māori della Nuova Zelanda. Solitamente è lunga circa 5 o 6 piedi di lunghezza, è un'arma di legno utilizzata negli attacchi corpo a corpo in affondi o colpi di taglio. Il Mau rakau è l'arte marziale che insegna l'uso della taiaha e di altre armi di combattimento dei Māori.
La spatha è una spada d'epoca classica con lama molto più lunga del gladio, all'incirca 80-100 cm. Veniva usata dai legionari ed era di ferro e si piegava facilmente nelle collisioni con altre lame o scudi. Per questo motivo la spatha era utilizzata soprattutto per colpire e non per parare, funzione attribuita invece allo scutum. Successivamente, la spatha trovò largo utilizzo fra gli ausiliari a cavallo romani, data la lunghezza della lama che permetteva di colpire il nemico più in basso.
L'ascia danese è un'ascia da battaglia di grandi dimensioni avente una impugnatura a due mani. La caratteristica fondamentale è che a volte la lama di scure dell'arma terminava in alto con una punta, in modo da poter essere anche impiegata per affondi. Strumento destinato alle mani di un combattente esperto, era usata da quegli speciali corpi di fanteria pesante che spesso vendevano i loro servigi ai potentati stranieri: gli huscarli al servizio dei sovrani anglosassoni, la guardia variaga ed i gallowglass delle Isole Ebridi e delle Highlands.
La baionetta è un'arma bianca da punta montata sulla canna di un fucile che, tra il XVII e XIX secolo, consentiva alla fanteria di attaccare il nemico anche dopo aver scaricato le armi. Dai primi modelli, che erano inastati a pressione nella canna, si passò a quelli ad anello che, anche una volta montati, consentivano ai soldati di aprire il fuoco. Inizialmente le baionette erano lunghe 90 cm circa e servivano per respingere la cavalleria. Il calcio del fucile veniva "piantato" a terra in modo da creare una barriera di "lance". Una seconda versione di baionetta, più corta, serviva per il combattimento corpo a corpo.