Cristina Calderón Harbán (Robalo, Isola Navarino, Cile, 24 maggio 1928) è una cantante ed etnografa cilena. cambiare con ultima nativa parlante la lingua yagán
É l'ultima parlante nativa della lingua yagán e l'unica rappresentante dell'etnia Yamana. Dopo il decesso di sua sorella Úrsula nel 2003 e di Emelinda Acuñanel nel 2005, è rimasta la sola ad osservare da vicino le tradizioni della cultura yagán.
É stata dichiarata ufficialmente Figlia Illustre della Regione di Magellano e dell'Antartide Cilena. É anche stata riconosciuta dal Consiglio Nazionale della Cultura e le Arti come «tesoro umano vivo» del suo paese, nell'ambito della Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, adottata dall'UNESCO nel 2003[1]. INVERTIRE LE DUE3 FRASI Inoltre, è stata nominata tra le 50 donne protagoniste del Bicentenario della Repubblica del Cile[2].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlia di Juan Calderón e Carmen Harbán, nacque in una capanna tradizionale e nel bel mezzo di una tempesta di neve. Il nome Cristina fu scelto da sua nonna Gertie, che era un'antica levatrice. La sua famiglia è tutt'ora nota nella regione australe per essere rimasta uno degli ultimi clan yagán ad aver praticato le cerimonie tradizionali di questa cultura ancestrale.
Cristina Calderón e sua sorella maggiore Úrsula rimasero orfane quando avevano pochi anni di vita. Infatti, il padre Juan Calderón morì nel 1931 e tre anni più tardi (nel 1934, quando Cristina aveva solo cinque anni) morì anche la madre.
Rimaste orfane, i nonni materni si fecero carico della loro educazione. Purtroppo, quello stesso anno morì anche il nonno William Harbán. A seguito della perdita del nonno, Cristina si traferì dalla cugina maggiore Clara, dove visse felicemente il resto della sua infanzia[3]. In questa fase della sua vita apprese progressivamente la lingua spagnola, qualche parola in inglese e la lingua yagán, che utilizzò come principale espressione fino ai nove anni d'età.
A quindici anni si sposò con Felipe Garay, con il quale ebbe tre figli: Miguel, Juan e Eugenio. L'ultimogenito non conobbe mai il padre a causa dell'improvvisa morte di Felipe, sopraggiunta nel 1948, un mese prima della sua nascita.
Dopo la scomparsa del marito, Cristina cadde in rovina, finché, nel 1949, non conobbe "Lucho", un uomo di ascendenza Selk´nam. Con il nuovo compagno si trasferì in Argentina, ad Ushuaia. Al nucleo familiare si aggiunse presto Mauritius, che nacque nel 1962, lo stesso anno in cui "Lucho" morì a causa di una malattia polmonare.
Dal 1964 Cristina iniziò una relazione con Teodosio González, che durò fino alla scomparsa di quest'ultimo, avvenuta nel 2009. Dall'unione con Teodosio, nel 1967 nacque Lidia.
Attualmente, Cristina lavora in una cesteria, dove intreccia i giunchi che raccoglie personalmente[4]. Si è trasferita a Villa Ukika ed è stata la prima abitante della cittadina, a 2 chilometri da Puerto Williams. Ha 9 figli (di cui 7 sono ancora in vita), 14 nipoti e numerosi pronipoti. Alcuni abitanti locali la chiamano «Nonna».
Eredità familiare
[modifica | modifica wikitesto]Cristina Calderón si è sempre preoccupata, insieme alla sua famiglia, della conservazione della cultura yagán, dedicandosi principalmente alla diffusione della lingua, delle storie e delle leggende ancestrali di questo popolo. Con sua nipote Cristina Zárraga, si è occupata di stilare un dizionario della lingua yagán. Insieme hanno anche curato la pubblicazione di una raccolta di storie e leggende, intitolata Hai Kur Mammellašo Shis (Voglio raccontarti una storia).
Inoltre, nel 2016, Cristina Zárraga ha pubblicato un'antologia di racconti in prima persona, intitolata Cristina Calderón: Memorie di mia nonna yagán, un'opera semplice ma profonda che porta avanti il desiderio di sua nonna di trasmettere alle generazioni future le esperienze vissute in prima persona dai Calderón.
Sua figlia Lidia González lavora come istruttrice nel Jardín Étnico di Puerto Williams, insegnando ai bambini a parlare in lengua yagán, affinché preservino le proprie tradizioni.
Note
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Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- El último yagán
- Hai kur mamashu shis Ediciones Kultrún, Validivia, Chile, 2005 (edición bilingüe) 80 páginas ISBN 956-7291-48-9 (en inglés)
- Say No More - The New York Times (en inglés)
- ^ estrellaarica.cl, http://www.estrellaarica.cl/site/edic/20030817234728/pags/20030818041915.html .
- ^ [http://www.mapuche-nation.org/english/html/news/n-88.htm Archiviato il 20110929010244 su www.mapuche-nation.org URL di servizio di archiviazione sconosciuto. The Santiago Times (14 de octubre de 2005) (en inglés)
- ^ Zárraga, Cristina (2016).- Cristina Calderón: Memorias de mi abuela Yagán.- Registro de propiedad intelectual N° 252 393. Punta Arenas. Chile. página 26.
- ^ contenidoslocales.cl, http://www.contenidoslocales.cl/comunidad/7644/cristina-calderon-representara-la-region-de-magallanes-en-la-eleccion-de-la-mujer-del .