Laboratorio di restauro
[modifica | modifica wikitesto]Presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino è attivo il più antico laboratorio di restauro d'Italia, inaugurato nel febbraio 1905 alla presenza di Margherita di Savoia.[1] Infatti, all'indomani del terribile incendio del 1904 che aveva distrutto una parte ingente del patrimonio della biblioteca (si stima che circa un terzo del patrimonio manoscritto andò bruciato, oltre a decine di migliaia di libri), la Biblioteca si dotò di un laboratorio di restauro per occuparsi del recupero dei manoscritti e dei volumi danneggiati. A causa dell'inservibilità dell'edificio di via Po', fu disposto che il laboratorio avrebbe avuto la sua sede operativa presso l’Istituto di materia medica, nel Castello del Valentino. La scelta non fu casuale, in quanto all'epoca il direttore dell'Istituto era Piero Giacosa, il quale nei giorni successivi all'incendio si era occupato dei primi interventi sui manoscritti insieme al collega Icilio Guareschi.[2] Un impulso decisivo alla creazione del laboratorio venne anche da padre Franz Ehrle, direttore della Biblioteca Vaticana. A capo del laboratorio fu posto Carlo Marrè, che proprio presso la Biblioteca Vaticana vantava una lunga esperienza come restauratore. A Torino Marrè poté ben presto avvalersi della collaborazione della giovane Erminia Caudana, destinata a diventare una delle più importanti restauratrici di pergamene e codici del suo tempo.[1]
Quando Marré morì, nel 1918, Erminia Caudana prese il suo posto come responsabile del laboratorio di restauro, che per l'occasione venne trasferito presso le ex scuderie di Palazzo Carignano, che negli anni avevano più volte cambiato destinazione d'uso e che nel 1907 erano state destinate a diventare la nuova sede della biblioteca. Caudana introdusse nel corso degli anni varie tecniche innovative che le permisero di salvare numerosi manoscritti dalla distruzione. Fino alla morte, avvenuta nel 1974, Caudana diresse il laboratorio di restauro avendo solo due collaboratori: Editta Bonora-Torri, che l'affiancò dal 1927 fino alla prematura morte nel 1934, e Amerigo Bruna, nipote della stessa Caudana, che lavorò con lei dal 1951 e che le successe come direttore del laboratorio nel 1974, guidandolo fino al 1994.[1][3]
Nel corso del tempo il laboratorio di restauro della biblioteca cambiò sede altre due volte: nel 1935, in previsione dell'inizio dei lavori di costruzione della nuova sede della biblioteca, il laboratorio si spostò presso il museo Egizio, mentre nel 1977, con l'apertura della nuova sede, si stabilì definitivamente all'interno della biblioteca, in piazza Carlo Alberto, dove è ancora oggi attivo.[3]
La Biblioteca Nazionale ospita inoltre presso la propria Sala Storica una ricostruzione del primo laboratorio di restauro, ricreata con l'uso di foto d'epoca e con il mobilio e gli attrezzi originali del 1904.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore
<ref>
: non è stato indicato alcun testo per il marcatorePorticelli
- ^ Guareschi.
- ^ a b c Sala storica, su bnuto.cultura.gov.it. URL consultato il 14 settembre 2024.