Molte furon le sue imprese combatté contro il francese, sempre i ricchi depredava ed i poveri aiutava. Ciò che è vero o fantasia si è mischiato per la via, ma non posso dire adeso tutto quello che è successo. Io vi posso solo dire che qui andiamo a cominciare.
La musica è quantità, misura, nel periodo in cui viene composta o nell’attimo in cui lo strumento, stimolato dal musicista, la produce. Qui si compie un salto misterioso: quello che noi ascoltiamo è immateriale e nell’attimo in cui lo percepiamo sparisce per diventare memoria. La musica è il segno più sublime della nostra transitorietà. La Musica, come la Bellezza, risplende e passa per diventare la memoria, la nostra più profonda natura. Noi siamo la nostra memoria. Giuseppe Sinopoli, direttore (Venezia, 2 novembre 1946 - Berlino, 20 aprile 2001)
Durante i suoi 88 anni e quasi 8 mesi di vita, il signor Prospero, ha assistito ad almeno tre o quattro facce radicalmente diverse della città Alessandria.
Nacque nel Regno di Sardegna sabaudo, ma chissà se in città si sentiva ancora l'aria dell'Alessandria "milanese"?
Nella sua giovinezza avrà visto ancora in essere parti del quartiere di Bergoglio, i cantieri della Cittadella, la totale scomparsa del quartiere e la fortezza finita. La sua Alessandria era integralmente cinta da mura - tra le più estese d'Italia - con le sue porte e i suoi varchi; sarà transitato magari sul ponte in pietra e coperto del 1455, concesso dal duca Francesco Sforza - acciaccato dai secoli e dalle piene del Tanaro.
Avrà forse pregato la Madonna della Salve nella antica cattedrale del XII secolo.
Avrà visto o sentito la battaglia di Marengo e i suoi "postumi", ha vissuto l'impero francese e i fasti di Napoleone; lo avrà magari anche intravisto da lontano durante una parata!
Avrà sentito le cannonate assordanti che hanno fracassato e raso al suolo la vecchia cattedrale, su ordine di Napoleone.
Ha conosciuto, per breve tempo, la restaurazione; è stato testimone dei moti del '20-'21, del '48; il Regno di Sardegna; ha assistito alla nascita della Borsalino nel 1857; ha vissuto l'unità d'Italia e il Regno d'Italia nel 1861.
La sua anonima esistenza ha inglobato totalmente quella di Andrea Vochieri (*1796 †1833).
Oppure non ha visto nulla di tutto ciò perché sepolto o traslato ad Alessandria per caso, per altri motivi. Ma non importa. Quelle sono le date.
Che lavoro avrà fatto? Dove avrà abitato? Che timbro di voce avrà avuto? Potrebbe anche aver avuto un pessimo carattere. Chi può saperlo?
Un uomo invisibile, un personaggio (forse) alessandrino, senza né suoni né colori, con una piccola lapide di una tomba segnata dal tempo, in un angolo, nel sottosuolo del cimitero di Alessandria.
Che vita!
Questo utente è italiano, vive nel territorio della Fraschetta, nel comune di Alessandria, e li chiamano mandrogni. Il suo sangue, le sue origini storiche, culturali e territoriali, il suo dialetto hanno molto poco di piemontese.
Questo utente è fiero di essere mandrogno!
Questo utente è uno strenuo difensore del congiuntivo.
No thanks!
Quest'utente, nonostante parli molto bene l'inglese, è decisamente contrario all'invasione degli anglicismi e ritiene che in italiano si debbano usare parole conformi al sistema linguistico proprio della nostra lingua.
Questo utente sostiene pienamente la memoria, la vita, le opere, il pensiero, l'insegnamento del santo padre Benedetto XVI, CCLXV papa di Santa Romana Chiesa.
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