Gennaro Aspreno Rocco (Afragola, 13 marzo 1853 – gennaio 1922) è stato un presbitero e poeta italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Gennaro Aspreno Rocco nacque ad Afragola il 13 marzo 1853 da Salvatore e Vincenza Ciampi e fu battezzato nella chiesa di San Giorgio dal sacerdote Domenico Iazzetta.[1]
Studi ed esilio
[modifica | modifica wikitesto]In seguito divenne allievo del sacerdote Vincenzo Castaldo Tuccillo, il quale gli diede una solida educazione religiosa.[1] Conclusi i quattro anni di scuola elementare e adolescente, rivelò al cardinale Sisto Riario Sforza di voler entrare in seminario.[1]
Rocco si appassionò soprattutto di latino, greco e storia e fu ordinato sacerdote nel 1877.[1] Dopo l'ordinazione sacerdotale, tenne lezioni come professore pubblico e privato e decise di recarsi nel seminario arcivescovile di Castellaneta dove insegnò latino e greco, da cui, però, dovette andare via dopo aver contratto la malaria.[1] Tornato ad Afragola, tuttavia, fu probabilmente accusato di simonia dai cittadini, come riporta una sua poesia[1]:
O Simonia, cagion del nostro lutto, | |
te sola io trovo, già di casa in casa | |
vagando, e non mi resta il ciglio asciutto. | |
Che se t’avessi scorta sì bramosa | |
5 | Girar ancor per lo gregge santo, |
la pecora sarebbe ognor nascosa. | |
Non si darebbe il mio nemico vanto | |
E posto or non sarei a sì dura croce. | |
Ma se tu fosti meco tanto atroce | |
10 | Che ne risento ancor la cruda doglia, |
che importa se in te innalzo un po’ la voce? | |
Se disfogasti in me tua cruda voglia | |
Giustizia vuol che contro te m’avventi | |
Ancor se vesti porporata spoglia |
Nel 1866, a causa di queste accuse fu esiliato a Casarea, odierna frazione di Casalnuovo di Napoli, dove vi rimase fino al 1921.[1][2] In quegli anni il poeta compose dei canti celebrativi per Pietro Toselli, il poema Africa (inizialmente chiamato Proelium ad Amba Alagi), voluto dal cardinale e amico Guglielmo Sanfelice d'Acquavella.[1][3]
A Casarea
[modifica | modifica wikitesto]Dopo la morte dell'amico cardinale, nel 1899 il successore Giuseppe Prisco si rifiutò di concedere a Rocco il permesso di riprendere l'attività di professore.[1] Nel 1909 il suo discepolo Nunzio Coppola inviò l'ode alcaica Aeronavis ad Amsterdam, dove si stava tenendo il concorso di poesia Hoeufftiano, grazie alla quale vinse il premio venendo acclamato dalla giuria.[1]
In seguito, Rocco compose le poesie Ad Christum Salvatorem, Vera fraternitas, e curò la stesura del Pediculi, una commedia tardo verista, studi su delle lapidi cristiane conservate nel Museo diocesano di Napoli, epigrammi ed odi.[1] Nel 1912 torna ad Afragola, accolto dai cittadini con benevolenza, mentre nel 1918 fu nominato socio dell'odierna Accademia napoletana di S. Pietro in vinculis e membro dell’Accademia dell'Arcadia.[1]
Morte
[modifica | modifica wikitesto]Rocco si spense nel gennaio 1922 all'età di 69 anni.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k l m Andrea Romano, Biografia e Opere di Gennaro Aspreno Rocco, il sacerdote e poeta di Afragola, su salvisjuribus.it, SalvisJuribus. URL consultato il 4 luglio 2019.
- ^ Giuseppe Giacco, CASAREA e il cuore di un poeta (PDF), su vesuvioweb.com, VesuvioWeb. URL consultato il 4 luglio 2019.
- ^ Giovanni Panzera, Gennaro Aspreno Rocco e l'origine di Resina (PDF), su giovannipanzera.it. URL consultato il 4 luglio 2019.